mercoledì 27 gennaio 2021

In fretta e male

Mio figlio mi doveva portare una cosa è sì è fermato per cena. Parliamo un po' e mi dice che per lo scritto di fisica meccanica si è fatto aiutare.
Cosa vuol dire "mi sono fatto aiutare"? gli ho chiesto (mi aveva detto che lo avrebbe tentato alla garibaldina per "esercizio").
Un mio amico mi ha aiutato durante lo scritto.

Poche parole, garbate, chiare, ha capito molto bene che non ero per nulla d'accordo, che aveva fatto una cosa brutta.
Il prof vuole questo è quello a memoria, per le uni all'estero devo finire in corso, ... . Anche a me non è piaciuto, papà.
Quello è un esame importante, devi prepararti bene, la vita fuori, è difficile e impegnativa, non vuol dire un cazzo passare un esame importante se non sei preparato, inutile mettere etichette fasulle, già prendono un africano e gli appiccicano su che è italiano... A maggior ragione per esami importanti. Ti faresti operare da un chirurgo che si è fatto aiutare in anatomia!?
L'uni è l'unico posto dove potrai fare le cose bene, fuori è pieno di gente che fa cose in fretta e male, il mondo è così, in fretta e male, sempre più in fretta e peggio.

Ho preso quattro caffè, sono stanco morto...
Perché hai preso quattro caffè? Se non fossero sufficienti cosa farai tiri su una striscia di cocaina? ti droghi per un esame?!

L'ha presa male, non ha mangiato quasi  nulla, poi è tornato da sua madre.
Alla fine gli ho detto che anche tenere conto dei tempi è  apprezzabile, è importante (è un punto debole per me).

E' andato via silenziosamente, stanco.
Mentre lo osservavo che passava sotto la grande quercia - erano venti alle dieci - sentivo il silenzio di tutta la valle, la strada giù in valle era deserta, solo case e lucine, come in un presepio. Amo il silenzio. Il silenzio aiuta/dovrebbe aiutare le persone a meditare.

52 commenti:

  1. Forse potevi dirgli la stessa cosa in modo diverso, mi pare che si sia impegnato, avrà senza dubbio studiato, oltre tutto fa una facoltà mi pare che non consente "salti" , insomma apprenderà quello che in questo momento gli è ostico.

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    1. Gentile Sara
      Il fatto di essersi impegnato fu la prima cosa che mi disse il bipede.
      Supposto che sia vero, questo non lo deve decidere lui, sara' l'esame e l'esaminatore a verificarlo.
      Secondo, essersi impegnati non significa nulla: se uno si impegna e non è preparato, nion deve passare gli esami.
      Non si tratta di un esame in "Impegno in fisica meccanica", si tratta di un esame in "Fisica meccanica"! O sai o non sai!

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    2. Io non ho mai copiato e non ho figli, ma il fatto che lui te l'abbia detto mi è sembrata una confessione, anche lui era dispiaciuto. La prossima volta che farà una stupidaggine non te lo dirà più.

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    3. Se riuscisse a capire che facendo stupidaggini la tua vita non migliora, sarei soddisfatto. Se provasse una volta e lo "sentisse" pure ancora meglio.
      Io mi ubriacai una volta e in modo così pessimo che stetti così male che non mi successe più.
      Manco per il paradiso lo rifarei!
      Noto, però, che non funziona per tutti questa "profilassi del pessimo stato".
      Qualcuno ricorda "Christiana F. e i ragazzi dello zoo di Berlino"?
      Farsi una pera è una roba orribile eppure questi diventano eroinomani.
      Per me le droghe "paradisiache" (cocaina, MDMA) sono molto più pericolose.
      Gli ho detto che queste cose gli vengono dette solo da chi gli vuole bene.

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  2. Un mio amico mi ha aiutato durante lo scritto.

    A parte che è illegale, io non avrei mai abbassato la testa e "ricevuto aiuto".
    Io, al massimo, ho passato esami non col massimo dei voti, ma era sempre tutta farina del mio sacco.
    Io non ho mai copiato, mai plagiato, etc. Mai fatto passare per mio qualcosa che non è. Si chiama integrità, onestà,... l'impegno non conta. È comunque un'azione intellettualmente disonesta.

    Inoltre: non è vero che uno "impara poi". Impara solo se è "obbligato" a farlo. Se una cosa non la vede più, non la imparerà mai. Quindi ha passato un esame, per merito non suo, e nemmeno si sa se poi ritorna a studiarsi le cose.

    Il problema non è che tuo figlio fa così, il problema è che tutti fanno così, e ci sono persino persone che giustificano un tale atteggiamento!

    Poi ci si lamenta che le cose vanno male... coerenza!

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    1. Cosa, da una parte ti ammiro perché sei migliore di me.
      Lo ammetto, avrei tanto voluto passare gli esami con l'aiuto degli amici ma i miei amici erano tutti più ciucci di me, viceversa facevo copiare certe signorine che mi facevano gli occhi dolci e poi a cose fatte sparivano. Quindi, cornuto e mazziato, come si dice.

      Dall'altra però, pur nella consapevolezza che sei migliore sotto l'aspetto morale e anche incredibilmente più brava in matematica, ho come il dubbio che tu, d'altra parte, non abbia contezza delle cose del mondo.

      Infatti, spiegami perché sei li a trottolare in capo al mondo e qui abbiamo gente semianalfabeta e/o delinquente a fare lavori come il Ministro o il manager di holding internazionale. Palesi i congiuntivi di Di Maio ma mi ricordo anche il caso celeberrimo di Cordero di Montezemolo Luca che proprio davanti ad un consesso di studenti per fare lo spiritoso si vantava di essere arrivato alla laurea copiando ogni volta o di quel gran capoccia di Telecom che per motivare la rete vendita citava una famosa sconfitta di Napoleone come se fosse una delle sue grandi vittorie.
      Capisci che il tuo discorso riguarda solo META della faccenda, manca la parte dove quel modo di essere e di fare le cose si traduce in morale, norma e prassi. Non parliamo solo delle nozioni apprese dai libri ma anche del fatto che l'ingegnere a cui viene affidata una perizia sullo stato di un manufatto è disposto a fare finta di non vedere che il suddetto manufatto sta per crollare pur di fare contento il committente e intascare il lauto compenso e risultare gradito in un certo giro.

      Il caso di Coso, qui, è palese. Lui fa il discorsetto al figlio, poi il giovinotto esce dal maniero del Conte di Montecoso e va in giro per il mondo dove le regole non sono le tue, non sono quelle un po' più lasche di Coso che è pronto al compromesso per la fica, sono quelle che premiano la famosa "arte di arrangiarsi", non da ieri e nemmeno l'altroieri ma almeno da 500 anni.

      Mi domando se Coso al figlio dice che deve fare una certa scelta e che per questo dovrà pagare un certo prezzo. Perché se non gli dice la seconda parte, dubito molto che una volta arrivato al bivio, il giovinotto sarà pronto a pagare e di conseguenza, si invertirà la logica e la scelta auspicata sarà materialmente impossibile, irrealistica.

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    2. Anche io non ho mai copiato alcunché nella mia vita.
      La cosa successa e' grave: stasera rivedro' mio figlio e voglio prendermi del tempo per sviscerare un po' di piu' il fatto.
      Io! e Nessuno, grazie per il vs. contributo, mi e' da sprone.

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    3. Infatti, spiegami perché sei li a trottolare in capo al mondo e qui abbiamo gente semianalfabeta e/o delinquente a fare lavori come il Ministro o il manager di holding internazionale.

      Io, a dire i vero, non voglio fare il ministro e non mi interessa il "potere". Inoltre, io non voglio "piegarmi" ed essere strumento che "non vede le falle di un progetto" in cambio di soldi.
      Io un'integrità ce l'ho.

      Non dico che a nessuno debba interessare il potere etc, ma ci sono linee che io non passo, quando ne va della mia integrità.

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    4. Guardavo una intervista a Michael Franzese, un ex-boss della mafia americana. Diceva che i mafiosi americani chiamano "sucker" chiunque non sia un mafioso. Allo stesso modo, nella mia esperienza quando tu tiri fuori discorsi come la "integrità" puoi ricevere tue tipi di risposte, quelli che ti ridono in faccia e sono gli "onesti" e quelli che ti danno ragione mentre pensano "sucker".

      Vado a spiegare.
      Se ti guardi attorno vedi facilmente che in ogni ambito dell'agire umano la gente che "sa" o che "sa fare" non conta niente, cioè viene considerata e usata come una forza motrice o una materia prima.

      Viene considerata e usata in questi termini dalla gente che non "sa" e non "sa fare" niente TRANNE manipolare il prossimo.

      Ti sembra paradossale? Eppure, ti assicuro che esiste una enorme dottrina usata in ambito aziendale o se vuoi, del "business" in generale, che si basa proprio sulla distinzione tra "risorse" e "utilizzatori" (nota il collegamento con gli immigrati). Questa dottrina prevede libri e manuali, prevede corsi, prevede esami e qualifiche, tutta roba incentrata sull'arte di manipolare ed usare le persone che "sanno" o "sanno fare".

      Entro certi limiti, è sempre stato cosi, fino dai villaggi di capanne. Solo che una volta la gente era mossa più dalle necessità immediate, da sistemi semplici input-output, per cui tu potevi manipolare il prossimo fino a che non calava l'ascia o mancava il pane. Con la sofisticazione della "società", che pure ci appare "materialista", in realtà si sono enormemente complicate le relazioni tra le persone e la distanza e i passaggi intermedi. Questo fa si che sia ulteriormente atomizzata e quindi meno rilevante la "competenza" mentre si accentra e diventa sempre più importante la "relazione", cioè la "rete", che non è affatto casuale ma serve ad accentrare.

      Lo so che è drammatico leggere questo ma in realtà Coso dovrebbe fare come i mafiosi e insegnare al figlio non il codice cavalleresco (che poi nel suo caso finisce contro lo "stare bene") ma come condurre una cosca mafiosa o diventare CEO di una multinazionale. Che, come ho detto, non ha niente a che fare con sapere le cose o sapere fare delle cose, ha a che fare invece con il sapere FARE FARE AGLI ALTRI le cose.

      Oppure, Coso può dire al figlio di fare in un certo modo e poi aspettare che vada a sbatterci contro senza farsi troppo male, che poi ancora si traduce nel fatto che il figlio di Coso è inserito in un contesto e quindi, per fortuna o sfortuna, impara anche da altre fonti. Potrebbe dire "si si" al babbo conteduca e poi uscire e affiliarsi alla Mafia.

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    5. Allo stesso modo, nella mia esperienza quando tu tiri fuori discorsi come la "integrità" puoi ricevere tue tipi di risposte, quelli che ti ridono in faccia e sono gli "onesti" e quelli che ti danno ragione mentre pensano "sucker".

      Ok, credi che non lo sappia? Comunque, anche io giudico gli altri in base alla loro reazione. Sono liberi di ridermi in faccia o di darmi ragione e pensare "sucker", così come io sono libera di categorizzarli secondo il mio metro di misura.

      Per ora, non cambierei la mia vita con quella di un'altra persona. Per ora non sono dovuta contravvenire ai miei principi. Boh, forse se mi puntano un'arma alla schiena o simili magari ci ripenso per salvarmi la pellaccia. Però non vado mea sponte a offrire servigi.

      Oppure, Coso può dire al figlio di fare in un certo modo e poi aspettare che vada a sbatterci contro senza farsi troppo male, che poi ancora si traduce nel fatto che il figlio di Coso è inserito in un contesto e quindi, per fortuna o sfortuna, impara anche da altre fonti. Potrebbe dire "si si" al babbo conteduca e poi uscire e affiliarsi alla Mafia.

      Probabilissimo che accada, anzi, va probabilmente a questo modo.
      Però è giusto che le basi si imparino in famiglia. Io credo ci sia distinzione tra bene e male, non è tutto relativo. Le mie basi le ho imparate tramite l'esempio dei miei genitori e dei miei famigliari.


      Ti dirò: essendo così diversa (nel senso, di "fuori scala" sotto vari aspetti) da giovane ho desiderato molto "essere accettata" dagli altri, essere "normale". Beh ora non mi interessa. Non sono disposta a contravvenire a certi principi. Se questo vuol dire essere considerata più o meno "impopolare" o "uno strano animale" non mi tocca più di tanto. Con la vecchiaia, si è meno portati ai compromessi. Io non voglio cambiare me stessa perché di sicuro non sono sbagliata. Quindi, vada per essere considerata strano animale etc etc, sono problemi degli altri.

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    6. E' un discorso difficile.
      Dico sempre che la gente si misura dalle azioni e le azioni dipendono dalle scelte. Il guaio è che se tu hai una "morale" (per Coso, significa "il modo giusto di fare le cose") che è l'opposto di come funzionano le cose davvero, passi l'esistenza a nuotare controcorrente.
      Gli Stoici di epoca romana, che vivevano in tempi simili ai nostri, dicevano che bisogna seguire il carro, non mettersi davanti col rischio che ti passi sopra. Nel seguire il carro hai la possibilità di decidere entro certi limiti dove metterti, però la direzione è tracciata. La maggior parte della gente secondo me fa cosi, più o meno consapevolmente, cioè si adegua al "cosi fan tutti", cercando di "stare bene".

      Però mi sembra importante capire che il gioco non è quello che stai dicendo tu, l'integrità, le competenze, sapere, fare, eccetera. Il gioco è tutto un altro e nella migliore delle ipotesi si tratta di barcamenarsi.

      Da cui, quando dici che fino ad ora non hai dovuto andare contro i tuoi principi mi sembra che tu stia dicendo che fino ad ora non ti sei mai messa in una situazione tale per cui questi principi sono stati davvero messi alla prova. Che può essere questione di abilità o questione di fortuna.

      Però capisci che non è tanto difficile, basta rimanere dentro una nicchia sufficientemente piccola. Faccio un esempio concreto. Molti anni fa mi trovavo nella posizione di incaricare qualcuno come "responsabile" di un certo numero di colleghi. Ingenuamente pensavo che fosse una specie di premio, tipo "ti nomino cavaliere della Tavola Rotonda". Quando sono andato a proporre la cosa a chi mi sembrava avesse il potenziale, mi hanno risposto "no grazie" e la ragione era che queste persone volevano lo stipendio ma non volevano la responsabilità. Il cavaliere vuole il bel cavallo, l'armatura dorata, stare comodo ma non vuole affrontare il drago. Piusto preferisce stare nella retroguardia a portare le borse. Di questo abbiamo già parlato, credo, in altra sede. Voglio dire, io per primo mi nascondo. Mi nascondo cosi non mi trovano e se non mi trovano non mi aggrediscono e io non devo difendermi. Però mi sembra ovvio che se mi nascondo non sto veramente sostenendo una mia "morale", sto evitando il confronto, non perché dubiti dei miei principi ma perché non essere costretto ad affermarli, pagando il prezzo.

      Non so se mi spiego. E' come essere cristiani nelle catacombe. Grazie, non è quello che comandava Gesu, cioè andare per il mondo a portare il suo messaggio. Non solo per l'ovvia conseguenza del martirio, che gli eroi o i pazzi non sono comuni ma perché un conto è entrare e uscire da un certo personaggio, un altro è essere quel personaggio. Da cui il concetto della "persona" che in realtà è affine al concetto della "maschera".

      Poi boh, coi figli è un po' un gioco in cui non puoi vincere. Dici i principi in famiglia. Anche li, un conto sono le sparate epocali, un altro il lavoro di lima delle piccole cose di ogni santo giorno. Io vedo che la gente teme sopratutto che i figli siano "diversi", paradossalmente nella società che afferma la "diversità". Quindi non solo seguiranno il carro ma saranno tutti allineati e coperti. Anzi, identificheranno le cose che vengono valutate di più e cercheranno di accumularne il più possibile, quindi saranno ricattati e ricattabili e fine della "morale".

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    7. Sì, stare nella propria area in disparte per non doversi difendere, per non stare nella merda comune mezzo gaudio.

      "tu potevi manipolare il prossimo fino a che non calava l'ascia o mancava il pane": è la cosa interessante di RobinHood.

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    8. Nella storia di Robin Hood c'è la dimostrazione del paradosso "rivoluzionario".

      Robin Hood è un aristocratico che cade in disgrazia e decide di vendicarsi di chi gli ha tolto i privilegi, il maniero e le terre, mettendosi a capo di una banda di fuorilegge. Archetipo di tutta una serie di "pirata-gentiluomo". Per rendere la faccenda più appetibile, si aggiunge la "giustizia sociale", cioè i fuorilegge invece di accumulare il bottino per comprare case, terre, bestie e quindi riuscire nella "scalata sociale" e invece di spenderlo semplicemente in donnine e alcol, decidono di distribuirlo al "popolo".

      Dove sta il paradosso?
      Nel fatto che la "rivoluzione" non esiste senza l'aristocratico e la sua personale agenda.
      Nel fatto che la "giustizia sociale" sia una improbabile distribuzione del bottino di una rapina.

      Perché poi torna Re Riccardo, restituisce il titolo a Robin di Loxley e ovviamente impicca tutti i fuorilegge che a quel punto non hanno più ragione d'essere, che la rapina non è più strumento di "giustizia sociale". Il "popolo" pagava le tasse prima e le paga dopo, ha ricevuto qualche moneta ma molti ci hanno rimesso la pelle.

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    9. Una rivoluzione si compie tornando al punto di partenza.
      Nel frattempo sono successe delle cose, e' passato il tempo, etc.

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  3. come quando ricercando "ginnastica vaginale" con google mi rendo conto che anche dopo tanti anni dalla mia adolescenza lui me la mette sempre lì, in prima pagina, magari non più al primo posto perché non lo pago e grazie a google diventa più semplice tutto, anche passare gli esami

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    1. Gli esercizi di Kegel sono una delle strade per il paradiso (genitale) ;)

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  4. Come al solito: tempeste in bicchieri d'acqua.
    Quando giocava ad Elvis the Pelvis ricordo ci si fece una bella risata e quello era grave sul serio.
    Tutto al contrario.

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    1. Ma che tempeste. Sono solo delle pose.

      La gente non la conosci nelle situazioni ovattate o alle feste, la conosci quando piove merda.

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    2. Chi semina merda prima o poi merda raccoglie.

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    3. Ma va.

      La più ovvia ragione per non avere fede in Dio è che non c'è nessuna logica nell'Universo, perché puoi trovare una pepita d'oro o cadere in un tombino aperto sia che tu sia santo, sia che tu sia diavolo e che sopra al caos, il crimine paga eccome, non c'è nessuna "giustizia divina" a premiare o punire. Anzi, in generale c'è competizione e vince il più forte, non il più giusto.

      Infatti si rimedia con il "mistero" e con "gli ultimi saranno i primi".

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    4. E di preciso cosa avresti seminato?
      Ricordo post in cui ti divertivi come un matto quando tuo figlio allora preadolescente, in presenza della tua compagna, proponeva würstel nel culo, altri dove ci si vantava di insegnargli i tecnicismi della tecnica amatoria. E poi altri ancora, in cui ti facevi grande per costringerlo a faree la doccia fredda oppure calda ma in 3 minuti, ed altri in cui gli si proponevano estremismi talmente estremi che era lui stesso a rimproverarti ed a prendere le doverose distanze.
      Però poi il problema (inesistente) è un appunt copiato durante un esame. Ripigliati e torna con i piedi per terra per favore.

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    5. Alahambra, la mia pessima memoria rimuove molte cose. Wûrstel nel culo? Ora mi metto a cercare. I bambini, non di rado, hanno le loro uscite/domande sul sesso, a volte bizzarre.
      Le docce non erano di tre minuti ma di cinque o sei volte tanto.
      Non si trattò di appunto copiato ma di aiuto su un esercizio.

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    6. Nessun post corrispondente alla query: würstel.
      Ora cerco di là.

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    7. http://awomanaman.blogspot.com/2008/12/2412.html
      Accidenti che memoria, Alahambra!
      Ho riletto quella pagina.
      Deve essere stata una mini goliardata, una bischerata come dicono in Toscana.
      Il vantarsi sta nella vs. testa, Alahambra: io ritengo utile che ai bambini siano date le nozioni principali anche per quanto concerne la sessualità.
      O vogliamo partecipare al teatrino marcio e ipocrita di negare la realtà!? Questi si vedevano a casa di uno e si guardavano i porno... Poi noi facciamo le anime candide fingendo che essi non abbiano visto nulla.
      Chiaro che poi le piccole canagliette fanno le loro battute per testarci.
      Vi imbarazza, il tutto!? Come avreste reagito, Alahambra?

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    8. Hai le idee confuse, Coso.

      Torniamo alla facenda del copiare, non si tratta di "nozioni", si tratta di "morale", cioè di definire cosa è "giusto" e cosa è "sbagliato". La "morale" non esiste nel vuoto ma si appoggia sopra il concetto della responsabilità, cioè l'idea che se tu fai "bene" vieni premiato se fai "male" vieni punito.

      Il meccanismo salta per aria quando viene rimossa la responsabilità oppure quando il "male" viene premiato. Nel primo caso la "morale" diventa "lettera morta", qualcosa che non ha nessuna attualità e concretezza, nel secondo caso la "morale" viene sostituita dalla "anti-morale", cioè io ti dico "si si" e poi faccio il contrario perché so che il tuo "sbagliato" è il mio "giusto".

      Nota che nel "mondo reale" si tratta di fare il "bene" anche quando viene punito invece che premiato. Ovvero, la "morale" richiede una qualche forma di eroismo consapevole. Nota anche che i filosofi di epoche decadenti di solito insegnano il pragmatismo, cioè fare il "benino" contiguo al "malino", in modo da sopravvivere.

      Ora, torniamo alle "nozioni". Non conta il COME, conta il PERCHE'. Se tu dai delle istruzioni a qualcuno come i Dieci Comandamenti e ti aspetti obbedienza perché sei Dio, quello che ottieni è l'inganno. L'unico modo per ottenere un risultato è condividere lo scopo, l'obbiettivo e il come arrivarci è necessariamente secondario, perché anche il piano meglio studiato non supera la prova del contatto col nemico.

      Presumo che Alacosa stia dicendo che tu dai dei "set di istruzioni" a tuo figlio che non sono congruenti ad una "morale" ma sono degli esercizi di stile fini a se stessi, che alla prova dei fatti nel "mondo reale" sono più o meno contraddittori, più o meno controproducenti.

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    9. Quello che dico è che se ad un bambino/ragazzino insegni che la cosa da perseguire è l'edonismo e la propria soddisfazione poi non ci si può indispettire perché mette in pratica gli insegnamenti ricevuti.
      Rimane vera anche la spiegazione del conosciutissimo anonimo.

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    10. Nessuno, se considerate la realtà (in questo caso l'apparire delle prime tensioni sessuali) come nemico la vivrete come una guerra. Anche presumere conflitto tra COME e PERCHÉ è un approccio perdente visto che è bene sapere PRIMA il come e poi il PERCHÉ.
      Infine osservo uno iato tra la vita reale e saperla affrontare e le dissertazioni etiche e morali.
      Aiuto, aiuto, mi sono tagliato, perdo molti sangue!
      Dunque, iniziamo a considerare l'alimentazione e perché lei ha mancanze di piastrine...

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    11. Fatto qualche pasticcio con la cassa maiuscola e minuscola.

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    12. Alahambra, per metterla sul piano che proponete è la biologia, la natura che "sfrutta l'edonismo" a fini riproduttivi: ti metto il pulsantino del piacere non sul gomito o sul calcagno ma sulla punta del pisello e sulla nicchietta della patatina.
      Il piacere esiste: lo volete abolire? Fingiamo, coi bambini, che esso non esista? Quelli non sono cretini, si toccano il pisello, la patatina e hanno i formicolii piacevoli. Ma quello è solo il primo passo.
      Tant'è che in passato non si sognavano di rimuoverlo : "Prima il dovere poi il piacere!" erano intelligenti per non omettere la seconda parte.
      Il contesto proposto, un certo idillio tra A-Woman e me e quello birbino proposti da UnBipedino era quello del piacere e in quel piano fu anchevlavmia risposta.
      Ci sono altre situazioni nei quali è il dovere che "comanda", certamente questione poco/meno trattata in quello che fu un diario erotico.

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    13. Non sto parlando del caso specifico, lo capirebbe anche un sasso santo cielo!
      Sto parlando del tuo esempio, di una intera vita di valori sballati, di contraddizioni, di incoerenza, di prospettive fuori da ogni possibilità di giustezza.
      Ma poi ti incazzi per l'esame. Cazzo.

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    14. Alahambra, per me, anche con/per mio figlio è SEMPRE stato "Prima il dovere poi il piacere!".
      Più volte sottolineai che senza la negazione del piacere, prima, dopo, esso si affievolisce, svanisce. È il contrasto che sottolinea gli opposti e li valorizza. Da questo punto anche il dovere prepara il piacere.
      Non sono contraddizioni, sono contrasti ed è molto chiaro, semplice logico.
      Anche non preparare dignitosamente o bene un esame è negare un piacere, quello dell'autostima prima, quello della competenza dopo.

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    15. Primo, dal fatto di usare il pistolino dipende la vita e la morte. Quindi è tutto tranne che un gioco.
      Visto che parli di guerra, a sproposito, qui è lo stesso discorso di mettere in mano un'arma ad un bambino e dargli le "nozioni" su come funziona, senza preoccuparsi che sia in grado di capire le conseguenze, intenzionali o accidentali, che derivano dall'uso delle armi. Nella logica dell'infantilismo indotto ad arte, si predica da alcuni decenni l'idea che si debba sapere come usare il pistolino senza preoccuparsi delle conseguenze, intenzionali o accidentali. Un po' come dire che siccome esistono giubbotti antiproiettile e chirurgia, si possono usare le armi senza preoccuparsi di niente. E' palesemente falso in entrambi i casi, quello che invece è vero è che la vita diventa sempre più difficile da vivere mentre tutti gli adulti-bambini giocano con cose che tutto sono tranne che un gioco. Anzi, la propaganda aggiunge anche che certi giochi-non-giochi debbano essere la priorità e il pensiero fisso, tornano all'esempio, come se uno dovesse avere sempre in testa l'idea fissa di sparare, non importa come quando dove e perché.

      Secondo, io sarei un po' dubbioso sul concetto di "autostima", alla luce della gente che ho incontrato. Riguardo le "competenze", nella maggior parte dei casi secondo me non si formano preparando un esame universitario ma applicando le cose che si sono studiate ad un contesto lavorativo e, dove mancano, procurandosele in un secondo tempo. Infatti, non a caso, si parla di "formazione continua". E' la ragione per cui tutti i lavori seri richiedono un tirocinio o una specializzazione post-laurea, in soldoni dipende dal fatto che per passare l'esame devi fare contento il professore (a volte l'assistente) e niente altro. Questo può essere o meno un metodo efficace per assumere "competenze". Sono sicuro che non è il caso ma nei film americani sui "college" una costante interessante è che lo studente arriva al diploma seguendo un percorso che include corsi "base" e corsi "complementari", che può scegliere. Quindi, per ipotesi, tu puoi scegliere se fare "storia dei piatti di carta" oppure "meccanica quantistica". Non è che copiare poi faccia la stessa differenza della scelta del corso. Eccetera.

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    16. Proprio non ti rendi conto: tu sei quello che "guai le macchine" poi ne ha due che usa per andare in milonga (e non in miniera) perché il treno non è pratico. Rinunciare alla milonga sarebbe stato coerente, ma tu prendevi la macchina.
      Tu sei quello che "solo il prodotti locali!!" ma poi le melanzane della Sicilia (o quello che era) perché i prodotti locali erano finiti.
      Tu sei quello che "che felice che sono che la gente è annegata" così sto più comodo io.
      Tu sei quello che "gli altri devono scomparire" perché così ne hai più per te.
      Lo capisci che queste sono le cose che hai trasmesso a tuo figlio, queste quelle che ha imparato da te?

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    17. Bah, lasciamo da parte un attimo i racconti del Conte Duca Coso, parlo della mia esperienza. Quando ero bambino, mio padre era il Dio della Bibbia. Alle medie cominciavo ad avere dei dubbi sulla onnipotenza e onniscenza di questo Dio. Al liceo i dubbi aumentavano e alla fine giunsi all'inevitabile "il babbo è un pirla".

      Ora, il babbo era consapevole di essere considerato un pirla e per mantenere la presa sui ribelli faceva ricorso allo strangolamento delle risorse. Ovvero, per comprare una penna e un quaderno nuovi dovevo presentare quelli vecchi esauriti. Le scarpe si compravano ad inizio stagione e dovevano durare fino alla stagione successiva. Altrimenti le finte-clark rimanevano aperte a becco d'anatra in punta se insistevo a giocarci a palla. Piove e ti bagni i piedi? Peggio per te. La bicicletta era un regalo del nonno. Andare a scuola a piedi con i libri legati con l'elastico oppure dentro la borsa di plastica del supermercato. Lusso massimo concesso, il famoso tascapane di moda tra i più grandi per metterci le molotov o i cubetti di porfido.

      Arriviamo all'università. Paghetta appena sufficiente per comprare il panino con la mortadella al bar della facoltà, abbonamento dei mezzi pubblici. I libri costano troppo, per non parlare delle vili dispense dei prof. ergo si procede il più possibile con le fotocopie illegali in certe botteghe illegali nel Corridoio Sette.

      Per il resto, il babbo non sa cosa fai e dove sei e non lo vuole sapere, ogni tanto si appalesa, controlla che tu abbia tutti i pezzi e ti chiede se fai gli esami. Tutto quello che fai e che lui non sa e non vuole sapere, non può essere ufficialmente finanziato, quindi devi spigolare le mille lire di qui e di la, oppure fare dei lavoretti di nascosto. Alla fine, dopo un tot di magheggi e infiniti pomeriggi e sere di frugalità francescana, ti puoi permettere una vacanza con gli amici in treno e zaino-sacco a pelo.

      Ora, la differenza palese tra me ragazzo e il figlio di Coso è che mio padre potevo vederlo come Dio o come un aguzzino ma di certo non lo vedevo come un coetaneo e un "amico". Non mi ricordo che mio padre mi abbia mai parlato di qualcosa lontanamente legato alla sessualità o all'erotismo. Mi sembra che da bambino mi abbia spiegato la meccanica biologica della cosa, per altro me l'avevano introdotta prima gli amici e anche la scuola. Poi da grande quando mi vedeva con gli amici mi diceva qualcosa tipo "invece di stare qui a giocare a Risiko andate a donne" e se ne andava. Quando diceva "andate a donne" implicitamente significava che non voleva sapere chi, come, dove, quando e perché, era un comandamento generico. Io non perdevo tempo a rispondergli che giocavo a Risiko perché non avevo soldi per fare niente altro, era quello il piano.

      Quindi, riassumendo, il figlio di Coso presumibilmente ha gli stessi sentimenti/pensieri che avevo io, cioè da qualche anno pensa che il babbo sia un pirla. Entro certi limiti è il normale andamento delle cose, ci si affranca dalla tutela paterna in questo modo. Però mentre io subivo la figura paterna collocata su un piano superiore a cui io dovevo arrivare attraverso prove di ardimento e fatiche erculee, il figlio di Coso si ritrova col "padre-amico" sullo stesso piano. Quindi, un amico un po' pirla, che in qualche maniera gestisce.

      Io vedo due problemi.
      Primo, come dicevo, la differenza che non è considerata tra la morale e la prassi.
      Secondo, questi babbi contemporanei che si pongono come coetanei-amici e sono convinti che questo gli consenta di avere un rapporto di "confidenza" coi figli, di poterli "conoscere" tramite questo e non gli viene il dubbio che i figli non sono ritardati e viceversa, manipolano i genitori perché, insisto, una delle prime cose che impariamo da bambini è l'inganno.

      Io non sono titolato a giudicare le vite altrui se non fosse che gli effetti generali degli adulti-bambini sono li da vedere.

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    18. Forse sono stato un po' oscuro.
      Torniamo alle donne e agli esami. In entrambi i casi l'idea per me era che qualsiasi cosa facessi, dovevo cavarmela da solo. Nel momento in cui veniva tirato in mezzo il babbo, si sarebbe scatenata una scena dell'Antico Testamento. Io dovevo portare a casa i voti, indifferentemente studiando forsennatamente o dandomi alla pirateria, nel totale silenzio. Se per caso arrivava una segnalazione scolastica, un richiamo, il babbo andava a parlare coi professori tutto in ghingheri ma per me suonava la campana a morto. Ora, tornando all'altra voce, mio padre diceva "andate a donne" ma valeva la stessa regola del silenzio. Se gli avessi presentato una fidanzata la cosa diventava del peso e delle conseguenze di un trattato internazionale, trombe, parate, incontri di ministri plenipotenziari. Se la fidanzata fosse stata incinta, nel momento che si fosse risaputo io avrei dovuto già essere nella Legione Straniera di stanza in Guyana, oppure imbarcato su un mercantile Pakistano nel mezzo del Pacifico.

      Tornando a bomba, capisco la logica babbica o babbista. Se il babbo pensa che il figlio gli racconti un sacco di balle, giustamente ignora le chiacchiere e considera solo i fatti. Fintanto che non sa niente, significa che non ci sono fatti di cui deve sapere, sembra una specie di tautologia ma è efficace. D'altra parte, il figlio è consapevole che i fatti che vengono a conoscenza del babbo sono catastrofici e non possono essere dissimulati per via della meccanica delle cose. Ergo, il figlio esercita la massima cautela nelle cose che, se risapute, causerebbero la Fine del Mondo. Il babbo è relativamente tranquillo una volta che manda il figlio in giro con questo interruttore della Fine del Mondo.

      Faccio altresi fatica a capire un discorso tipo "poverino, è dispiaciuto". Mio padre non l'avrebbe mai saputo perché non lo voleva sapere e a me non serviva nessun sollievo nel confessionale. Se fosse capitato, avrebbe detto "Bravo pirla, la prossima volta studia. Comunque, hai passato l'esame?". Io non sarei stato affatto dispiaciuto di avere passato l'esame, che era l'unica cosa che conta, improvvisare, adattarsi e raggiungere l'obbettivo.

      Boh.

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    19. Ma sì, è vero tutto quello che dici, sopratutto la parte del genitore amico che è un abominio dei tempi moderni.
      Tuttavia il punto è ancora un altro: se fai disfi, volti, brighi e meni e non c'è mai corrispondenza tra quello che fai e quello che dici, come cazzo fai a ergerti poi paladino della giustizia universale per una copiatura ad un esame?
      E ancora: come si fa alla soglia dei 60 anni a non rendersi conto che non è questo che qualifica una persona e che non comporta per forza orrende tragedie nella vita?
      E su tutto: ma se sei il primo che trova scorciatoie, come diamine ti permetti di rimproverare il ragazzo?
      Cazzo bis.

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    20. Alahambra
      I vs. commenti peccano di logica:
      1 - possedere due auto acquistate di seconda mano, una storica, e usarle per poche migliaia di km all'anno (in toto) perché uso mezzi pubblici, la bici e le gambe è ottimo.
      2 - prima i prodotti locali poi i meno locali.
      Funziona sperimentazione del GAS che non aveva per il fresco prodotti locali,durata una stagione invernale. Nelle cassette bio miste dalla Sicilia c'erano peperoni, prendere o lasciare. Pensate a migliorare il vs. carrello e a renderlo più locale possibile.
      3 - i.migranti annegano perché si mettono in mare in condizioni assurde, spinti dagli schiavisti magrebini e usati dalle sinistranti ONG razziste come arma sociobiologica contro gli italiani/europei.
      4 - E' del tutto ovvio che essendo sano non ho alcuna pulsione masochistica per la quale rallegrarsi per cui nella scatola di sardine italica/europea debbano penetrare a forza altre decine di milioni di alloctoni.

      Non c'è altro da aggiungere, il senso delle vostre critiche sul bicchiere che non è proprio pieno o sul problema della bagnatudine dell'acqua non c'è.
      Buondì

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    21. Coso, tu devi capire che qui noi possiamo solo reagire a quello che scrivi.
      Io quando scrivo, lo ammetto perché è evidente, ho il problema che ho sempre un intento didascalico e capisco che possa essere pedante e fastidioso.

      Tu invece mi sembri intento a proiettare una immagine di te stesso che è mirata ad un certo tipo di pubblico e lo dico perché è stereotipata, cioè sono cose che ho visto/sentito mille volte nei soliti circoli. AlaCosa qui ne fa una questione personale io invece ne faccio una questione di metodo, perché, come ho appena scritto, si tratta di stereotipi e sei il "babbo n" e tuo figlio è il "figlio m".

      Sopra ho citato il problema dei genitori coetanei-amici dei figli e non credo sia una novità.
      Adesso aggiungo un'altra cosa ovvia e citata da AlaCosa, ovvero la continua contraddizione. Che non è tua personale, è sistematica, metodologica.
      Nel caso tuo, Coso, tu ti contraddici di continuo calando delle leggi draconiane di cui poi però tu sei l'eccezione. Potrei fare cento esempi ma ne faccio uno generico di cui abbiamo detto e ridetto. Tu consideri l'Umanità il famoso "teratoma" però nello stesso momento tu e tuo figlio non siete parte del "teratoma", voi siete tutt'uno con il corpo di Gaia da cui il "teratoma" deve essere estirpato. Quindi il "teratoma" sono io. Solo perché non ti servo, se fossi una fica dall'aria un po' zozza, allora non sarei "teratoma". Ecco, qualsiasi sia l'argomento, è sempre cosi, si risolve in due modi, a te non si applica la legge oppure ci si giustifica e assolve dicendo che la vita non è bianco o nero ma scala di grigio e alla fine il godere dipende dal prendere e dal dare.

      Se tu scrivessi di filatelia, cioè di francobolli (vedi, sono didascalico), presumibilmente non riceveresti queste critiche.
      Possiamo anche metterci d'accordo, come spesso capita, che tu vuoi essere letto e ricevere commenti solo da gente di "circolini" di cui sopra, che quindi accetta le tue convenzioni ed è abituata agli stessi stereotipi.

      Io però insisto. Se ci allontaniamo dal caso tuo e guardiamo le cose da lontano, è facile vedere le conseguenze sul piano generale delle cose che ho scritto.

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    22. AlaCosa, stiamo girando a vuoto perché ci lamentiamo con Coso ma non è lui, è tutto il nostro mondo che funziona cosi. Tutti i babbi sono coetanei-amici dei figli, tutti i babbi sono contraddittori. Tra l'altro, le mamme sono anche peggio dei babbi, terrorizzate dall'idea che il figlio possa deviare dal "modello" vigente.

      Ieri guardavo babbo e figlio in bicicletta. Il babbo tutto bardato da "mountain bike" e il figlio copia conforme in piccolo. Bibi e bibò. Il babbo conduceva il figlio su e giù per il parchetto come se fossero in mezzo al Parco di Yellowstone invece che tra i palazzi. Il punto è che non solo l'attività era demenziale, una cosa da circo o da ospedale psichiatrico ma che non si capiva chi era il bambino se non per le dimensioni. Ora, non sono quei due il problema. Il problema è che oggi quella roba li viene incentivata, viene lodata, è "più che normale". Sono sicuro che se avessi intervistato il babbo vestito da pagliaccio mentre caricava la mountain bike sul SUV per tornare a casa, mi avrebbe detto che era stata una bella giornata in mezzo alla natura. Transizione ecologica. Se avessi guardato il bimbo dodicenne, avrei visto il doppio orecchino e la pettinatura improbabile.
      Nella stessa giornata ho trovato un cartello. In un campo a lato del parco c'era scritto "proprietà privata, vietato portare i cani, i nostri animali non vogliono mangiare la merda". Eh? La persona che ha scritto il cartello è consapevole che i cani non cacopisciano solo nel suo campo contiguo al parchetto ma anche in tutte le strade e i marciapiedi attorno ai palazzi attorno al parchetto? Anche attorno a casa sua, di sicuro e magari anche lui ha un cane. Mangiamo e respiriamo tutti la stessa merda, però ancora è una bellissima giornata in mezzo alla natura.

      Sono i soliti esempi innocui. Voglio evitare di tirare fuori cose più serie e personali come quelle collegati all'uso del pistolino.

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    23. Nessuno, voi non volete capire.
      Il teratoma esiste e si manifesta quando inizia a crearmi problemi, entra nel mio spazio.
      Piu' ggente, piu' traffico, magari facciamo una nuova tanegnziale sotto casa del signor Rossi.
      Poi, quando questo si lamenta dell'aumento del traffico e del problema cacciatoglia forza sotto il naso lo accusiamo di essere brutto cattivo teratomoso ed egoista.
      Sono ovviamente dei ragionamenti stupidi che non tengono conto degli ovvi limiti che esistono anche nella densita' di popolazione.
      Di tanto in tanto, nei vs. diari precedenti, vi sfogavate sul degrado dovuto a tutto cio' . Il vostro antagonismo vi fa perdere il lume della ragione.
      Il bibi' e il bibo' si baloccano come possono, sentono che stare in un parco da' loro piacere ma poi ci vanno e si atteggiano come degli artificializzati urbani alla moda, anche se la moda ee' del tutto sciocca e fuori luogo.
      Del resto abbiamo questa pletora di macchinoni, o SUV in citta' con vie storiche ristrette, non ci sono le pampa o le piste siberiane, ma avere il fuioristrada se non l'hovercraft fa figo.
      Figuriamoci se in x.y milioni, il taratoma di coglioni.
      La perdita della ragione, appunto.

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    24. Alahambra, avete molte vostre scorciatoie delle quali occuparvi. Perche' vi occupate delle mie? Tempo sprecato.

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    25. Gioia mia, qui non fai altro che puntare il dito contro questo e quel comportamento. Guarda un po' il caso, il resto del mondo può fare lo stesso con te, o pure questa è uno di quei privilegi che ti arroghi per te soltanto?
      Quanto alle scorciatoie, sempre guarda un po', io sono coerente: non c'è discrepanza tra quello che dico e quello che faccio.

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    26. Coso, mi stai diludendo, è chiaro. Manifesti sempre di più la inconsapevolezza delle cose che scrivi. Ad esempio:
      "Il teratoma esiste e si manifesta quando inizia a crearmi problemi, entra nel mio spazio."

      Ripeto, se tu avessi un tumore, questo non proverrebbe dall'esterno, da un altro o un altrove, ad invadere il tuo spazio, sarebbe parte di te e in questo consiste la difficoltà nel combatterlo, il tuo sistema immunitario non lo riconosce come "altro" e quindi non solo non viene aggredito, viene nutrito il più possibile e vengono creati vasi nuovi per portargli tutto quello che gli serve.

      Vedi bene che il tuo ragionare non mira ad analizzare il contesto e determinare una linea di azione per raggiungere uno scopo, il tuo ragionare mira solo a massimizzare il tuo godimento e usi A SPROPOSITO, perché l'hai sentito dai "professori", il termine "teratoma", togliendo la parte che ho detto, cioè che tu sei il "teratoma", non sei "altro".

      L'altra cosa folle è che tu "colpevolizzi" chiunque o qualsiasi cosa ti "crei problemi". Questo è narcisismo irrazionale, perché mentre qualcuno o qualcosa sta "creando problemi" a te, nel "tuo spazio", tu li stai "creando" ad altri, nel loro "spazio", visto che le nostre vite necessariamente si sovrappongono, sia in termini materiali e topologici che in termini concettuali. Se i "problemi" sono reciproci, cioè, tornando sopra, tu sei "teratoma" come gli altri, puoi fare come ti è stato detto, cioè fare il bambino che fa i capricci, oppure puoi considerare la sommatoria delle condizioni, determinare d'accordo con gli altri uno scopo e una linea d'azione. Oppure, certo, puoi andare su un'isola deserta, però li non ci sarebbe la milonga, che guarda caso, è dentro il "teratoma".

      Invece, cosi come adesso non devi fare niente, conduci la tua vita lagnandoti dei "problemi".

      La differenza tra noi due è quella che ho scritto sopra, io descrivo le cose con lo scopo di cambiarle e non le voglio cambiare perché ho dei "problemi" nel "mio spazio" ma perché non funzionano, non funzionano per me e non funzionano per nessun altro. Dato che tutte le mie cose si definiscono come il tuo "teratoma", io non penso affatto che serva la rimozione chirurgica del "teratoma" ma che bisogni riprogettare il macchinario, pagando il prezzo che c'è sempre da pagare per ogni scelta. Pago il prezzo perché mi aspetto un ritorno, non tanto per.

      Scommetto che anche qui "osservi" senza capire.

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    27. AlaCosa, quando ho davanti un compagno non mi preoccupo del fatto che sia ipocrita ma del fatto che non capisce una fava. L'essere ipocrita è quello che gli permette di vivere senza capire una fava ma è il non capire che lo rende pericoloso.

      Possiamo fare centomila esempi tragicomici.
      L'uovo tirato in faccia alla atleta "nera" che suscita l'indignazione antifascista e poi si scopre essere la bravata del figlio di un quadro del PD. Il maschilismo razzista e il razzismo maschilista, i violentatori sono fascisti, i fascisti sono violentatori, poi arriva un professore universitario compagno che urbi ed orbi da della vacca e della scrofa alla signora Meloni e allora i compagni si indignano della indignazione del professore compagno.

      Coso qui è compagno, le stigmate non riesce a levarsele. Nota che riceve la approvazione di altri come lui, inevitabilmente, è un meccanismo centripeto.

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    28. Tu dici che non capisce, io dico che el fa el mona per non pagar el dazio (dialetto triestino che non credo abbisogni di traduzione).
      Quindi hai ragione quando dici che la metto sul personale, è un comportamento che mi irrita oltremisura.

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    29. Nessuno, teratoma è un'iperbole efficace in quanto precisa sia dal punto di vista numerico sia per gli effetti sull'ospite che descrive molto precisamente gli effetti della crescita della popolazione umana.
      Noto che in quanto a non capire 'na fava siete il primo, in quanto, con la vostra prolissità saccentosa finite per negare l'aritmetica e la realtà dei limiti fisici.
      Sempre secondo gli usi cari ai kompagni, vi date la patente di superiore purezza (anticompagnesca).
      Gli anni d'oro delle milonghe esistevano nella prima metà del secolo scorso quando la popolazione era un quarto o un quinto dell'attuale.
      Perché per queste spacconate e certi parossismi da saputello da tastiera viinsegnoioavivereavoichenonsapetenulla che rovinano tutto il resto? A me importa 'na sega, specie delle sparate, ma mi dispiace perché così, nella maggioranza dei rapporti, otterrete l'effetto opposto a ciò che vi prefuggete, anche giustamente, di cambiare il mondo e le cose e la via maestra, per questo, è cambiare le persone.

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    30. Alahambra
      Io vi voglio bene. Un giorno che verrò dalle vostre splendide parti, o per il meraviglioso capoluogo e la sua traboccante bellezza mitteleuropea o per il tango, spero tanto di potervi salutare e abbracciare di persona.
      Ci sono molte cose che ho imparato anche da voi e i vostri commenti.
      Insomma, attrazione e repulsione visto che amore e odio può essere eccessivo: per riformulare quanto scritto sopra :- Chi dispressa legge!

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    31. Nessuno, la cacca del politicamente corretto è l'ipocrisia delle buone maniere ed educazione aumentata di vari ordini di grandezza.
      Una risposta provocazione interessante, da parte della Meloni, quale sarebbe potuta essere?
      Evidenziare, in maniera garbata, la montagna di contraddizioni del solito professore compagnesco con parole schiette ma "per bene" o uscire dal teatro delle buone maniere e chiamare la merda per ciò che è, ancora più pericolosa se incartata con i brillantini del professorale semicoltese compagnesco?

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    32. A me non interessa l'approvazione, non ne ho alcun bisogno.
      Io cerco di capire se una randellata ha motivazioni che mi permettono di migliorare, che evidenziano limiti, lacune oppure se si tratta di un prodotto dell'ego fuori controllo di altri.
      Poiché o si prendono entrambi e poi si fa una cernita oppure non si prende nulla, neppure le randellate potenzialmente benefiche, io lascio aperti i commenti, con la censura solo in casi estremi (che esistono anche qui, extrema ratio, nonostante io la detesti).

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    33. Sai che sei divertente?
      Non hai bisogno di approvazione, certo.
      Hai bisogno di capire quello che scrivi. Che farebbe ridere, se non fosse che sei uno dentro un mucchio di milioni che dicono/scrivono più o meno le stesse cose senza capire.

      A parte le tue incongruenze personali, che per me sono impercettibili stanti le cose del mondo, il nocciolo del problema è che il "professore" che da della scrofa alla Meloni è lo stesso che ha insegnato a te tutte le vaccate "iperbole efficace sia dal punto di vista numerico sia per gli effetti sull'ospite". Cioè il primo problema è che tu sei un compagno che esiste in un mondo di compagni. Sotto questo problema fondamentale c'è il fatto che non sei capace di speculazione adeguata all'argomento. Per esempio, vedi bene che ancora non capisci la faccenda del "teratoma", dato che NON ESISTE NESSUN OSPITE, il "teratoma" è semplicemente una parte dell'organismo e questa è la ragione per cui NON ESITE CURA, dato che non si può separare il "teratoma" dal suo substrato. Inoltre, a parte la assurdità della contrapposizione, c'è il problema che tu ti metti fuori dal "teratoma" invece che considerarti una cellula dello stesso. Questo meccanismo, ancora, è tipico dei "professori" che si pongono sempre come soluzione e mai come problema, pur essendo l'inverso, cioè il primo problema da risolvere sono loro. Ma qui andiamo nello psichiatrico di gente piena di tare e di complessi che li risolve rovesciandoli sul prossimo. Filantropi del genocidio.

      Io ripeto sempre le stesse cose perché sono costretto. Se non lo facessi, sarei complice.

      Mi fa anche ridere che straparlare di cose come il "teratoma umano" sia uguale a discutere della ricetta della amatriciana oppure dello schema dell'Atalanta. Leggevo oggi che il 20% delle coppie italiane si rivolgono ai medici perché hanno problemi di infertilità. Questo è il dato meccanico-biologico sopra il quale vanno aggiunti tutti i problemi esistenziali dell'individuo-monade del Mondo Nuovo e recentemente dell'Apocalisse Cinese. Qui stiamo assistendo all'estinzione.

      Non voglio nemmeno cominciare con le considerazioni di ordine pratico-economico. Tanto è inutile.

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  5. Hai fatto bene. Ormai sono rari i genitori che educano all'onestà. Lui sapeva cosa gli avresti detto, te l'ha confessato perché sapeva di avere sbagliato e aveva bisogno di sentirselo dire.

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    1. Può essere: mi ripetè un paio di volte che non gli era piaciuto.
      Una mini confessione liberatoria?

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