(Tutto il mio folle amore - 1)
- La felicità, purtroppo, non è un diritto ma un colpo di culo.
Avrei voluto scriverne prima ma... tant'è. Allora, da che parte iniziamo? Un po' come in Come dio comanda c'è il rapporto tra un padre "separato" (contumace e redivivo doipo sedici anni, in questo caso) e il figlio, un po' come in "Educazione siberiana", la questione dei minorati, in questo caso un ragazzo autistico. Salvatores dà uno sguardo ad oriente, in questo caso i Balcani della Slovenia e della Croazia, citandone e la crudezza (Dragan) e la macedonia culturale (slava, gitana, ora technusa). E' la prima volta che associo l'autismo al suo manifestarsi (_civa era insegnante di sostegno di un ragazzino autistico che la distruggeva regolarmente). Insomma, del tutto profanamente, avere un figlio autistico è una sfiga tremenda.
L'incontro di Vincent con il papà Willy musicista cantore di Modugno è errante sulle strade dei Balcani adriatici, una coppia di squinternati in situazioni bislacche. La moltiplicazione diventa interessante e ben narrata: un po' di avventura, di imprevisti, i sentimenti di una relazione padre-figlio che si improvvisa, l'eros che spunta qui e la, Willy strappazzatore di femmine sedotte con i suo concerti e con Vincent e la sua iniziazione al sesso (non ho ben capito l'amazzone - acrobata equense e il suo tentativo di aprirsi quasi immediato con Vincent). Una storia maschile, con la figura del padre adottivo (Mario) che mi è piaciuta, per saggezza, solidità e capacità di comprensione.
A proposito, la felicità: i diritti non esistono, men che meno quello a ciò che è immateriale, sottile, imprescindibile da afflizione. Colpo di culo? Neppure, visto che certamente non puoi determinare la corrente della vita e degli eventi che la determinano ma è tua responsabilità notarci bene, anzi, meglio possibile.
Caro diario, qualche giorno fa avrei scritto molto cose su questa pellicola ma ora finisco qui, la lascio come pagina vissuta. Tra l'altro, sabato scorso, scorrendo la colonna pellicole di questo diario, mi sono reso conto che non ricordo quasi nulla dei tre quarti delle pellicole viste.
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