mercoledì 15 giugno 2011

Vero

Al ritorno della riunione ieri sera, quasi plenilunio, sulla strada di crinale, il faccione pallido sbirciava il mare di colli neri. La sera era mite, silenziosa, qualche punto qua e là di case, di poderi, con le luci, la vita dentro. Tiepida e profumata di ginestre era spledida la notte chiara e scura.
Parlato fino a tardi con _rio, di vita, di amori liquidi che non vanno perché vanno troppo (via). Del fare un passo indietro ed osservarla. Poi le cose vengono. Dei paradossi di questa vita. Ha fatto cinque giorni di meditazione alla Osho, è rimasto fulminato. Lui, così maschile, martello, così yang si accorge degli aspetti sottili, spirituali del vivere.

C'era tutto un barluginare di lucciole, un po' da ubriacarsi.
Si vive e si muore da soli. Vero.
La coppia sprofonda, rattrapisce; via la vitalità e finisce l'amore. Vero.
La gioia non è nulla se non condivisa. Vero.
Abbandonarsi al qui e ora. Vero.
Volontà come spiritualità. Vero.
Distacco e serenità. Vero.
Assecondare anche emozioni ed ego. Vero.
Le desideri belle. Vero
Sai che conta il giusto, 'sto "bello", infine. Vero.

Molte cose vere.
Ecco paradosso e mistero, dilemma e (il)logica che invitano a vivere.
Tutte quelle lucciole barlucicanti, quasi umbriaco tanto è bellol. Vero.


Lucciole

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