martedì 4 agosto 2015

Puttanescion infrastrutturale

  • I nuovi investimenti nella costruzione di strade in un'area urbana congestionata avranno l'effetto di ridurre la velocità media del sistema di trasporto sia pubblico, sia privato.
    Principio di Lewis-Mogridge


Ascoltavo, cinico, le puttanescion che evacuano gli altoparlanti nelle stazioni :- Dal al del mese di agosto, per potenziamento infrastrutturale, il servizio per verrà sostituito da autocorse.

Stamani ho impiegato 33' minuti in più, +78.6% sul tempo di andata con un cambio. Al giorno saranno un'ora in piu, cinque ore alla settimana, in più di lavoro.
Letteralmente, devono spostare la ferrovia per far spazio ad una nuova strada, altre centinaia di milioni di euro ancora sul catrame. In pochi anni le corsie di catrame, in quel tratto sono passate, per senso di marcia, da tre a cinque, +67% e non è finita. La ferrovia non aumenta di un cazz, da 150 anni, anzi, viene regolarmente smantellata, ridotta, sbocconcellata, tutta l'ingegneria necessaria per un sistema robusto, resiliente e flessibile eliminata.
E' dal dopoguerra che questa antipolitica dei trasporti continua a tagliare il ferro e a pompare, a far crescere il catrame. Una antipolitica che svena le già esangui casse pubbliche in (anti)investimenti pro catrame e pro traffico (privato) su gomma, tagliando quelli sul ferro e, destinando a quelli per le ferrovie, l'80% delle "briciole" all'AV che trasporta il 7% scarso di passeggeri.
Il problema è culturale prima che politico. La Lega ha fatto le peggiori devastazioni possibili al sistema ferroviario in Veneto (qui ad esempio) e in Piemonte. L'Emilia Romagna pidina continua ad aumentare gli investimenti sul catrame rispetto a quelli sul ferro.
A dispetto di scienza e conoscenza. Il_bobbolo vuole catrame e noi glielo diamo.

Ancora una volta non c'è metafora più stringente di questo tumore catramitico, all'ipertrofia stradale che si abbatte, da decenni, sul sistema ferroviario.
Già, potenziamento infrastrutturale. Sì, del catrame.



15 commenti:

  1. Sui forum locali la massa non fa altro che sdilinquirsi, di osannare e applaudire ogni ettaro di catrame in più.
    Più strade e più asfalto per tutti!
    E giù applausi e ovazioni.
    Un chiaro esempio di come ogni popolo ha i politicastri e i governanti che si merita.

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  2. UUIC: "Il problema è culturale prima che politico."

    Questo accade ad ampio spettro, non solo in merito alla questione specifica. La cultura [1] è la programmazione di base del nostro cervello, quella che guida i ragionamenti spontanei e la loro direzione. La cultura si trasforma [2] col passare del tempo, ma è un processo lento, salvo in presenza di "scrolloni" (=tragedie) che sarebbe meglio evitare perché, al di là di quanto possa essere emozionante leggerne i resoconti rimaneggiati sui libri di storia, sono un rullo compressore sulla qualità della vita delle persone che si ritrovano a viverli.

    [1] intesa nel suo vero significato, che non è istruzione, ma senso della normalità e dell'anormalità, del giusto e dello sbagliato, è quell'insieme di automatismi mentali determinati dall'immesione precoce in un determinato ambiente, bla, bla
    [2] non necessariamente in meglio, non necessariamente in peggio -- dipende dalle circostanze e dal... concetto culturale di meglio e peggio che portiamo dentro di noi

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    1. Cultura ha un etimo inequivocabile, come sottolinea Lorenzo.
      Wendel berry, racconta dello sradicamento dalla Terra come il primo fattore filosofico di inquinamento. Una specie che ha perso il senso del tempo, del ciclo vita morte, quindi la dimensione spirituale.

      La distruzione della mobilità e l'antipolitica dei trasporti che lo anima, le scelleratezze che porteranno ad un ulteriore peggioramento del traffico, del defici ecologico, all'ulteriore aumento dei tempi di percorrenza, dei costi, sono proprio una dimostrazione dei non-ragionamenti e dei mestieranti del potere e del bobbolo che li esprime.
      Come ecologista osservo che una "cultura" di sradicati dalla terra è una cultura demenziale che peggiora - in un sistema che si autoalimenta - la demenza delle persone e aggrava e degrada il sistema nel suo complesso.

      No, non c'è una logica che non sia la massimizzazione nei tempi più ridotti di alcune utilità per sparuti gruppi di persone e un ulteriore grave peggioramento complessivo, sistemico.
      In altre parole lavorare e applaudire per l'aumento dei problemi.

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    2. Se io fossi un ecologista coerente al 100% coerente dovrei diventare stragista e quindi suicida.
      Ho già scritto molte volte che l'associazione edonismo-consumismo è uno dei falsi ideologici di massa funzionali al consumismo. In un numero straordinario di casi, l'edonismo e il consumismo sono incompatibili.
      Sì, bisognerebbe mettere in discussione tutto; tu stesso hai sottolineato più volte che l'unica possibilità è quella di far funzionare meglio il sistema, senza radicalismi o utopie.
      Io penso che una mobilità intelligente e sostenibile e di qualità come quella del trasporto ferroviario in una urbanistica intelligente con una popolazione sostenibile (che non c'è alcun sistema di mobilitità sostenibile e gradevole, efficiente se il teratoma umano continua a crescere oltre all'aberrante attuale) sia funzionale ad una mobilità intelligente e sostenibile e di qualità e che ciò sia utile alle persone oltre che all'ambiente dal quale dipende la (soprav)vivenza delle persone.

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    3. Quale sarebbe l'ecologia dell'asocialità? Un'ecologia che nega il nostro imprinting, la nostra etologia?
      Noi siamo dentro un modello culturale, non possiamo non esserne influenzati.
      De Martino, grandissimo antropologo gloria d'Italia, nella sua ricerca e studio sulle culture, arrivò, nel suo relativismo, ad un punto fermo: non possiamo non avere un nostro punto di vista che è il punto di vista della nostra cultura.
      Per questo, prima così osannato dalla sinistra, venne odiato da questi. Perché era arrivato, con scienza e conoscenza, alla questione delle radici e dell'identità, uno dei belzebù del globalismo internazionalista ugualista dei sinistri.

      Mi fa sorridere, perché tempo addietro dicevi che non si può essere asociali. O, almeno, non troppo.

      Infine, non puoi non consumare.
      E qui si ritorna alla minima impronta ecologica che cresce esponenzialmente con la crescita esponenziale delle locuste mandibolatrici-asfaltatrici-cacanti-etc. homo.
      Mentre non si puà non consumare, si può arrivare a far decrescere la popolazione e farlo in modo "dolce" ovvero usando la potenza dell'esponenziale a base inferiore a uno.
      Avere uno o due figli massimo per donna per qualche generazione.

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    4. > l'isolamento e l'ostracismo sono usati come punizione.

      Non solo quelli.
      Anche la convivenza forzata di molte persone in spazi più o meno angusti è una forma di punzione. Isolamento e... "costipazione".

      > tu sei completamente focalizzato sulla questione demografica


      Tempo addietro mi chiedevo quale, tra l'austerità (radicale) e la decrescita demografica vincesse come utopia.
      Osservando che paesi evoluti come Giappone, Germania, Italia, etc. sono da anni in sensibile decrescita demografica (se non fosse per lo tsunami migratorio che stravolge le prime due) la mia conclusione è che la decrescita demografica è più realizzabile della austerità radicale.
      Non solo, essa è matematicamente vincente, poiché lavora sul numero di homo e non sulla impronta ecologica di ciascuno che NON è comprimibile sotto una certa soglia.

      > mentre fai finta di non vedere quanto costa (per esempio) uno dei tuoi eventi danzanti
      I miei eventi danzanti costerebbero relativamente poco, se vivessi in città. Molto poco.
      La danza, la musica sono arti praticamente immateriali.
      Anzi, gli scenari di decrescita serena dicono proprio che è importante trasferire "il piacere" dal consumo di oggetti materiali ad attività immateriali.

      Alcuni gasisti che fanno decrescita molto radicale sono assai spartani e sobri e, in un certo senso, realizzano quanto tu indichi.

      > tu proponi di fare a meno di Mario perché tu devi avere il gelato, allora Mario ti risponde che lui fa a meno di te perché deve avere il bombolone

      La mia posizione - del resto superata dagli eventi, visto che l'esplosione demografica afro-asiatica sta iniziando timidamente a riversarsi sulla scatola di sardine europea e il rientro dolce è una chimera in Africa e Asia- è che Maria non deve mettere al mondo altri figli oltre a Marco, come Khadija non dovrebbe mettere al mondo un altro figlio oltre a Mohammed etc.

      Perché altrimenti Mohammed e Marco e altri milioni si trovano a tirarsi i pugni prima, poi i missili perché entrambi vogliono più gelato e più bombolone quando in realtà i campi che hanno edificato per le loro case autostrade stadi e outlet producono MENO gelati e MENO bomboloni.

      Una volta che milioni milioni di Marco e milioni di Mohammed (in casa del primo, v. tsunami migratorio) competono per du bomboloni e tre vaschette di gelato, la regola diventa Mors tua vita mea.

      Chiaro?

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    5. Nessuno può essere completamente incoerente (è una forma di malattia mentale) o completamente coerente (i sistemi biologici NON rispondono alla logica aristotelica).
      La questione è capire, nell'intervallo tra i due estremi, come posizionarsi.

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  3. Stare insieme con persone godibili è bello ma tornare a casa propria nel fresco di in temporalee dormire di gusto nel proprio letto… non ha prezzo.

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  4. > Qualsiasi altra forma di trasporto è necessariamente secondaria quando non va a detrimento della industria di cui sopra

    C'i sia un non in più.
    Infatti alla radio, in questi giorni, c'è tutto uno sdilinquimento crescitista per orribili notizie come questa.

    Sul lievismo dei reati gravemente diffusi scrissi tempo addietro.
    L'incultura italiota dell'impunità e della irresponsabilità è un ottimo fattore di sostegno per l'importazione di milioni di alloctoni che, non avendo alcuna possibilità di lavoro, non possono che o evaporare o delinquere.
    Questo è il massimo per la sinistra marxista che, ideologicamente, è ferocemente globalista e ostile alle culture e identità del territorio.
    Due piccioni con una fava: distruzione sociale e ugualizzazione al peggio. Gli speculatori, i sacerdi (tua terza categoria) poi che si approfittano dello sfascio campandoci, lucrandoci e fomentandolo.

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  5. Condivido con te un aforisma di Oscar Wilde che ho mandato ieri a un artista (nonché tanghero) che ho scoperto essere persona squisita e nobile, accanito "antimodernista", no global, critico ferocissimo rispetto alle puttanescion neoreligiose come i vari fondamentalismi e stupidaggini filomassmigrazionisti, genderisti, antifa, filoislamisti etc.

    Essere in disaccordo con i tre quarti del pubblico britannico [gente] è il primo requisito della sanità mentale.

    Cioè se tu non ti conformi alla stupidità diffusa, dal gregge verrai considerato pazzo.
    Tu puoi farne vanto e motivo di orgoglio.

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  6. Comunque nel momento in cui i consumi crolleranno forse crolleranno almeno per i comuni mortali i rapporti basati sul censo o sullo sfoggio di cazzate. Addio a sofisticazioni inutili e si a serate passate a giocare alle carte come i nostri nonni

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    1. Lorenzo: "Non a caso la FIAT ha cessato di esistere e non ha più nessun legame con Torino ne con l'Italia, essendo una holding che controlla oltre 90 marchi sparsi per il mondo."

      Il che dimostra quanto siano stati utili gli "ajuti" che abbiamo così liberalmente "donato" alla famiglia Agnelli nel corso dei decenni. Giusto per fare un esempio, perché chissà quante sono state, sono e saranno le "famiglie Agnelli". Epperò ora abbiamo il "debbido bubbligo" da ripagare (la Fiat nella sua nuova incarnazione contribuirà a ripagarlo, visto che parte di quel "debbido" è stato contratto per gli "ajuti" che ha ricevuto?).

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    2. Anzi, più che la Fiat sarebbe la suddetta famiglia, ovvero persone in carne ed ossa, che dovrebbe restituire gli "ajuti" ricevuti facendo fronte con le proprie personali sostanze in Italia e all'estero. Ovviamente non ci credo neppure mentre lo sto scrivendo, anche se ho molta fantasia.

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    3. x Michele Giovannelli:
      > crolleranno almeno per i comuni mortali i rapporti basati sul censo o sullo sfoggio di cazzate.

      Sì.
      Devo dire che dal punto di vista ecologico, il biocidio in atto è in gran parte dovuto ai non ricchi. In altre parole la massa ecocida del ghiacicone antropico è solo in piccola parte quella del vertice, della parte superiore. Questo pattern è comune a tutte le società: le masse iraniane, ad esempio, sono più ecocide dei milionari iraniani, per quanto essi riescano a sperperare.

      x MrKeySmasher:
      Già, i famosi "aiuti di stato", così cari a destra, centro e sinistra nel loro riformismo moderato che non è altro - per dirla alla Grillo - un tentativo di riformare la cacca. Si arriva in breve al ruolo tra capitalismo e stato, al dipolo capitalismo - operaismo che dipende da esso, al crescitismo, etc. .

      x Lorenzo:
      Già, il globalilsmo, con i pro e i contro.
      L'autossicodipendenza è un fenomeno planetario, di specie. Essa regola dispoticamente in ricca compagnia il degrado di corpi, menti e ambiente.
      Ovviamente, i problemi vanno sempre con i problemi, come le cose buone si accompagnano sempre con altre cose buone.
      L'autossicodipendenza, va con tante cose, ad esempio, con consumismo, dirittismo, antiurbanistica, etc.

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    4. Per risponderti dovrei fare l'avvocato a difesa del modernismo.
      Non sono certo il migliore di questi avvocati.

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