martedì 11 marzo 2025

Medio A.

Domenica abbiamo camminato qualche ora per una parte di quel medio Appennino letteralmente sfasciatosi nelle alluvioni di maggio 2023 e di ottobre 2024: qui la geologia è veramente fragile.
Caldo abnorme, non un centimetro cubo di neve. Tuttavia questo autunno che dura da novembre, è stato ricco di piogge, la vegetazione è florida e già pronta ad esplodere. Una meraviglia rispetto agli orribili, siccitosi, disastrosi aridi, polverosi non-inverni degli ultimi lustri. La mia carta riportava un sentiero non più esistente, ci siamo persi in un tratto del percorso, obbligandoci ad una discreta regressione.

Parliamo di natura, uno delle poche realtà ancora dritta in questo mondo storto, in cui le notizie di inversioni, di aberrazioni, di masosadismi tanto scemi quanto "moralizzatori" al contrario, da ermellinati a bifolchi, fanno a gara per dimostrare la propria sinistra perversione orgogliona.

Interessante e singolare endemismo di Viola odorata (viola mammola): molto raro vedere questa cromia sul lilla.

Questo lo devo cercare: il giallo vivo era poderoso.

Ecco l'Appennino di agricoltura abbandonata. Veramente incredibile come il settore prima sia letteralmente quasi sparito. Cosa assai infausta.


18 commenti:

  1. Stamattina ho camminato molto anche io, in un paesaggio diverso dal solito, ma ho avuto caldo come se fosse fine aprile.

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    1. L'unica anni fa da queste parti, si verificò il record assoluto di freddo. Era marzo. Mi ricordo ancora i treni più affollati, un sacco di visi non noti. Molte batterie "cioccarono", molte persone furono obbligate a prendere 8p treno per andare a lavorare.
      Ora caldo (relativo,l e gran fioriture. Mah.

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  2. Buona sera a tutti.
    Io, invece, vivo circondato dal mare, e oggi, come spesso accade quando il vento di scirocco soffia forte, osservo le onde che si infrangono sugli scogli con una potenza imponente. Eppure, ciò che mi colpisce ogni volta è che, non appena una onda si frange, subito dopo ne arriva una nuova, ancora più grande e maestosa, che si riforma con tutta la forza della natura, come se nulla fosse mai successo. È come se il mare, pur sfidato dalla forza degli elementi, non perdesse mai la sua capacità di risalire, di riprendersi, di crescere. Ecco, questa è la ragione per cui io ho sempre speranza nell’essere umano. In fondo, noi non siamo che onde: nonostante le difficoltà, le sfide e le cadute, tendiamo sempre a risalire, a riprenderci, a cercare di riformarci con la nostra forza interiore. Come quelle onde che non si fermano mai, anche noi, per quanto colpiti dalla tempesta, continuiamo a muoverci, a lottare, a rinnovarci. Il tuo racconto sull'Appennino, segnato dalle alluvioni e dal cambiamento, mi ha fatto riflettere su questa stessa resilienza, questa capacità di ripartire nonostante la devastazione. Il paesaggio che descrivi, pur ferito e segnato dalle acque, continua a portare con sé una bellezza che, seppur fragile, trova sempre un modo per manifestarsi. La natura, come noi, ha il potere di risorgere, di ricostruirsi. E quel sentiero che non esiste più è, forse, una metafora di come anche i nostri cammini a volte vadano smarriti, ma solo per poter rinascere in una forma diversa, più consapevole.
    La tua riflessione sulla Viola odorata, rara e resistente, e sull'agricoltura abbandonata mi ha fatto pensare a come tutto intorno a noi stia cambiando, eppure ci sono ancora tracce di bellezza che non devono essere dimenticate. Come il mare che, nonostante il vento, trova sempre un modo di continuare a muoversi, così anche noi possiamo imparare a navigare nelle tempeste, a riscoprire le meraviglie nascoste e a perseverare.
    Grazie per aver condiviso il tuo cammino e le tue riflessioni. È un invito a guardare al mondo con occhi più attenti, a non perdere mai la speranza, a credere che, come le onde, possiamo sempre risalire.

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    1. Adoro il mare agitato, in tempesta o come lo si vuol chiamare e osservarlo dalle falesie della costa alta (mi ricorda i monti amati, al mare).
      Le onde arrivano a pacchetti, con una maggiore delle alte. Interessante questa statistica.

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    2. > sull'Appennino, segnato dalle alluvioni

      Nella seconda metà dell'Ottocento, la tanto orribile quanto tumultuosa, nefasta crescita demografica, portò a colonizzare ampie parti d'Appennino prima deserte per alcuni principali motivi:
      1 - terreni alcalini scarsamente produttivi o addirittura antibiotici (sabbie di degradazione da ofioliti)
      Toponimo: Ca' Fame
      2 - mancanza d'acqua
      Toponimo: Ca' Sete
      3 - terreni instabili, non di rado paleofrane quescienti
      (qui non.mi viene a mente un toponimo parlante).
      Abbiamo visto vari edifici a pochi decimetri di distanza da pendii collassati, con tentativi (a base di teloni di nylon ormai frantumatisi) di fermare la frana. Personalmente, se abitassi in quegli edifici, non dormirei dal terrore ad ogni notte di pioggia.

      Appena fu possibile gran parte di quella popolazione fuggì nelle piane industrializzate o industrializzate negli anni Cinuanta, Sessanta etc. .
      Erano posti da miseria, rispetto alla sovrappopolazione che si arrabattava in essi.
      La frana in un posto deserto... non esiste, come non esistono alluvioni in posto deserti.
      L'Appennino ha propria dinamica da milioni di anni. Il fatto che lo abitino le scimmie nuda per dirla alla Desmond Morris, è ininfluente.

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    3. Scusate per i refusi, scrivo da furbofono su un autobus traballante.

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    4. > sull'agricoltura abbandonata
      Col mercatismo è stato scelto di esportare prodotti ad alto valore e importare tutto il resto.
      Ottimizzazione.
      E anche grande fragilità: domani scoppia una guerra in Nonsodovelandia, di colpo non ti arrivano più grano, manzo, legna etc. .
      Come li alimenti gli operai della Lamborghini?
      In Svizzera esistono dazi pesantissimi sull'importazione di carni perché vogliono che i loro contadini di montagna abbiano un reddito dignitoso.
      Vi immaginate gli italiani furiosi perché la bistecca costa 25€ e non possono più andare a farsi azzardare dagli squali sul Mar Rosso!? Che non possono più cambiare la Mercedes ogni 4 o 5 anni!?

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  3. La pianta dai fiori gialli sembra essere "Tossilaggine comune" o farfaro...

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    1. Mi devo abituare con la tua moderazione!
      Ho messo un commento di troppo!
      L'Appennino mi manca, ci andavo con mio marito.

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    2. Mio malgrado ho dovuto attivare questa modalità.
      Ho poco tempo per questo diario e il signor Nessuno in vari commenti stile "clava e insulti" strepitosa che sarei incapace di argomentare.
      Non ho tempo per lunghi contraddittori.
      Quando posso ora pubblico i commenti per quelli del signor Nessuno, nel caso presenti, tolgo i tentativi di insulto lasciando il più possibile, il resto. Se necessario ribattere aspetto il tempo in cui posso farlo. Ne ho un paio da alcuni giorni in attesa.
      Solo che se mi metto in queste diatribe il tempo gi scarso per pubblicare nuove pagine sparisce.
      Aggiungi che il tempo che ho è quasi solo in treno o in bus e scrivere via furbofono, molto lento, rende ancora più striminzito il tempo a disposizione.

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    3. Beh, a dire il vero ho barato: "bravo" è stato Google con la ricerca per immagini anche se anch'io avrei dovuto riconoscerla... ;-)

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  4. Buongiorno Uomoincammino a te e a tutti i tuoi lettori.

    Mi ha colpito molto il commento di Anonimo11 marzo 2025 alle ore 19:24 che è riuscito a cogliere l'aspetto più profondo del suo post ,tra l'altro anche io come lui ringrazio te per la condivisione di questo scritto e le relative immagini e ringrazio l'anonimo per il suo prezioso contributo.

    Credo che la natura rispecchi davvero un lato di bellezza che sempre rinasce,a saperla scorgere poi...al di là di quelle forme di degrado , sfruttamento del suolo ,inquinamento e tanto altro,scorgere quell' "endemismo di viole " e quella meraviglia di imponenti margherite gialli (poi se vorrà ci dirà il nome)è una certezza " di natura, una delle poche realtà ancora dritta in questo mondo storto".

    Grazie e saluti

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    1. > margherite gialli
      Vedo che le distorsioni furbofoniche non riguardano solo me.

      Vedere sopra il commento di
      Vapore Sodo12 marzo 2025 alle ore 18:53

      "La pianta dai fiori gialli sembra essere "Tossilaggine comune" o farfaro"

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    2. La natura è definita dalle leggi della fisica, dalla biologia, è ciclica. Da sempre i progressisti che detestano la ciclicità che è "reazionaria" (ritorna sempre agli stati precedenti, ignoriamo in questa sede l'entropia).
      I vecchi illuministi ammazzarono moltitudini di contadini in Vandea, i comunisti milioni di contadini "reazionari" (menscevichi) in Russia e Ucraina, i comunisti nostrani disprezzavano gli zotici conservatori della gleba (ho una pagina in questo diario con le parole eloquenti del loro compagno Mario Capanna e un altro).
      Ora gli arcobalenghi "woke" hanno fiotti di bile quando si arriva alla realtà del maschile xx e del femminile xy che è incompatibile con le loro puttanate oggi uomo, domani penna biro e lunedì vegan-trans-spinterogeno.
      Ecco perché la natura, che è estranea a queste scemenze ideologiche, diventa fulgida e un punto stabile e rasserenante di riferimento.
      Bella anche solo per questo pure nella sua crudezza (la natura non è la artificiale edulcorazione waltdisneyana di moda tra cocomeri e altri pseudo ambientalisti da salotto).

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