Trovo un brano che mi porta in giro, mi lascio cullare e commuovere da esso e dalle emozioni che mi reca.
E' la terza volta che ascolto la Traviata, oggi.
Lavoro, ogni tanto sento la musica, vado di là, vedo qualche fotogramma e la musica sublime di Verdi, mi commuovo e torno a lavorare.
Questa versione, cantata negli anni verdi da Marie McLaughlin riesce ad incantarmi, forse perché il soprano scozzese riesce eccellenemente a rendere sia la mestizia e la malinconia delle sue latitudini del proprio malessere esistenziale e fisico concludentesi in morte con il calore scoppiettante dell'iniziale dolce vivere parigino, sempre scozzese è.
E io che non amo neppure così tanto l'opera.
Chissà che mi succede!?
Ti sei autocensurato, Lorenzo.
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