domenica 24 marzo 2019

L'uomo che piantava gli alberi

Questa volta non parlo dell'allegorico Elzéard Bouffier di Jean Giono ma di Jadav Payeng, l'uomo che piantava gli alberi.
Che meraviglia!

23 commenti:

  1. Dire "encomiabile" è dire niente! Bisognerebbe dargli un premio internazionale

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    1. Ah ah ah ah ah ah ah ah ah ah ah ah ah ah ah ah !

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    2. Lorenzo, io direi che non ne usciamo no.
      Come diresti tu, con il "non ne usciamo" io ci incarto le cozze.
      E' un buon esempio e il fatto che venga da un paese come l'India non ne riduce di un epsilon il valore.

      Anzi, in un certo omento si vede pure Jadav Payeng che taglia dei rampicanti (della vitalba?). Eeheh, come l'Orsone.

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    3. Credo che Lorenzo sottintenda che piantare alberi su una superficie grande come Central Park – ooooooh ! – in un Paese che occupa il 2,41% delle terre emerse ma è popolato da più del 18% della popolazione terrestre, con [ una curva demografica pazzesca ] ...
      serve a una fava.
      Considerando il quadro generale, questo film è uno spot per oscurare il tumore e farci bere la favola dell'indiano tanto saggio e buono, certamente più di noi cattivoni occidentali che inquiniamo.

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    5. Qualcosa PIU' di Greta.
      Questo FA qualcosa nel suo habitat ristretto, non chiosa messaggi preimpostati e fiabeschi attraverso i mass media.
      Messaggi che, presumo, saranno utilizzati dal Potere per imporci un giro-di-vite economico ma ecologista ( che figata ! ).

      Tizio che, a dirla tutta, nella sua “cocciutaggine ignorante” m'è pure simpatico.

      Certo, con la curva demografica disgraziata di quel Paese dalla Storia e Cultura enormi ma che oggi, grossomodo, è una LATRINA con 409 ab./kmq ( più del doppio della densità italiana ... e già qui non stiamo “larghi” ), c'è poco da piantare alberi.

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    6. Lorenzo ...
      SE vuoi attribuire valore falso a tutto quello che viene distribuito per via mediatica ...
      allora spegni il pc appena dopo che avrai letto queste mie parole, e non accenderlo mai più.
      { ed ovviamente : televisore, radio, quotidiani cartacei, tutti i libri non esplicitamente didattici ... }.

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    7. Cito, da Wikipedia: "He lives in a small hut in the forest. Binita, his wife, and his 3 children (two sons and a daughter) [...]"

      E con questo, anche senza approfondire oltre, lo "ecologista" è servito in tutta la sua fuffaggine.

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    8. Tre figli non va bene per la demografia, Messer Pigiatasti.
      Anche vero che pero' Jadav Payeng ha fatto una Cosa Giusta, rimboschire tot centinaia di ettari.
      Bisogna poi, in relativo, considerare quale sia il tasso di riproduzione di quella zona dell'India.
      Capire se 3 figli sono sopra o sotto la media.
      Certamente due figli o uno solo sarebbe assai meglio.

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    9. Lorenzo,
      io non conoscevo nulla di 'sta storia.
      Poi, in seguito ad un commento da Gaia sono venuto a conoscenza della buona notizia.

      Non e' che con del benaltrismo non e' la deforestazione, non e' la plastica, nnon ' la demografia, etc. . inizi ad affrotnare e risolvere i problemi.
      C'e' sempre e comunque un insieme di altri gravi problemi.

      In Italia certamente bisognerebbe rendere verdi le citta', riforestare via via parte maggiore della pianura Padana e invertire la folle cementificazione e artificializzazione e distruzione del territorio con capacita' fotosintetica.
      Ovvio.
      Nella decrescita (quantitativa e' pleonastico, io NON uso crescita nella tua accezione di sviluppo, le parole hano significati precisi) certamente dovrebbero diminuire le popolazioni (di umani, qui di cani con i quali gli umani compensano, con la dipendenza da loro, i vari problemi che hanno), la decrescita del traffico privato, del traffico su gomma, etc. .

      Iniziare dai boschi e' un metodo eccellente!

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    10. Quand'ero più giovane, diciamo fin verso i trent'anni, era mia abitudine tentare di "adottare" gli alberelli che nascevano spontanei qua e là, nelle aree marginali. Arrivai perfino a "seminare" borsate di semenza di aceri, noci, castagne d'India e altre essenze scelte a caso tra quelle delle quali potevo reperire a costo zero i frutti. Morale: NESSUNO degli alberelli superava i 3-5 anni prima di essere abbattuto da qualcuno, sia che quel "qualcuno" fosse il proprietario di qualche fondo adiacente, una squadra dell'Anas o chissà chi altri (non ho mai "colto sul fatto" gli abbattitori). Corollario, gli alberi crescono dove non c'è nessuno che li abbatte, dove li si lascia crescere più che piantarli, se no ciccia. In quelle condizioni nascono anche da soli: essere lasciati in pace è LA condizione imprescindibile -- il che ci riporta alla questione delle "nuove persone" e del falso ecologismo dei figliatori alla Jadav Payeng. Almeno non si spacciasse per quello che non è...

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    11. Gli enti...
      Già, quando c'era B. al governo e tutti a dargli contro, io facevo presente che gli scempi, i tumori edilizi erano decisi dai politicastri locali, di ogni tendenza politica.
      Sul come e sul perché si potrebbe fare analisi di anni.
      Perché si vuole vivere come bruti nonostante conoscenza, il fatto che si possa essere virtuosi per vivere meglio, bene?
      Passati secoli e non è cambiata 'na cippa.

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  2. L'uomo distrugge l'ambiente consumando più di quanto la natura possa sostenere e questo signore che vive in una casa di canne di bambù ha piantato una foresta...

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    1. Per l'appunto SI fa, non su fa :).

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    2. Lorenzo non so se stia giocando con il dettaglio del bambu' rispetto ad altre essenze.
      Perdersi in questi dettagli mi sembra poco intelligente.
      In ogni caso, anche se non piace a Lorenzo, gli esseri umani hanno bisogno di ossigeno, acqua, verde, non di deserti e neppure di essere travolti da alluvioni, etc. .
      Hanno bisogno di piu' foreste e questo valoroso Jadav Payeng va proprio in quella direzione.

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    4. Ma come !?
      Non ci pensa Greta ??

      ^_____^

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    5. Non c'e' alcun costume o giochi di ruolo, Lorenzo.
      Solo il semplice e straordinario fatto di un'idea (l'importanza di boschi, foreste, alvberi_) per la vita e l'azione che ne segue.
      Non vale neppure il giochino del "sei dentro nel giochino di matrix".
      L'importanza di boschi e foreste, per quanto elitaria, e' da sempre nella storia dell'umanita'
      o - dall'araldica
      o - a leggi draconiane di difesa dei boschi in Giappone, nel passato
      o - nelle religioni (anche monoteistiche, come l'ebraismo, quando nasce un bambino si pianta un albero) a quelle animiste (i nativi noramericani hanno un tronco d'albero per simboleggiare il "Grande Spirito", ai Mai Baum, relititi pagani presenti ancora nella Baviera odierna).

      A volte ti arrotoli in piiponi assurdi per una vis polemica che ti fa partire per la tangente.

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    6. Le aree urbane sono dei deserti, puoi fare centinaia di metri senza incontrare un filo di verde, un albero.
      Ancora Lorenzo in modalità polemica_senza_se_e_senza_ma.
      Mi chiedo come mai tu voglia apparire come un cretino.

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    7. Piantare alberi, anche "a capocchia" può essere o non essere una posa, dipende dalle intenzioni. Quello che è certo sono gli effetti di quel piantare: se c'è in giro chi estirpa, non serve a nulla (provato in prima persona, tanti anni fa quando ancora speravo di poter incidere in qualche modo, e per un tempo piuttosto lunghetto). Per prima cosa occorrerebbe estirpare chi estirpa, e non è cosa facile. Avere meno gente in giro è uno dei modi per avere meno estirpatori, se non altro per un fattore statistico. Anche questa non è cosa facile da ottenere. Fantastico! Godiamoci il nostro pollaio asfittico e... aggiungi un posto a tavola, che c'è un amico in più; se sposti un po' la seggiola stai comodo anche tu (sìiiiiii, nel mondo delle fiabe è davvero così, e in troppi ci credono).

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    8. Può essere che io non conosca bene il significato di assumere "pose", per cui chiarisco: do all'espressione il senso di atteggiarsi, di fingere qualcosa che in realtà non si sente, per la volontà di attribuire a sé qualcosa che non è al fine di guadagnarne una qualche forma di "credito", reale o presunto. Dunque, una persona che fa qualcosa, qualsiasi cosa, perché di essa è intimamente e sinceramente convinto non sta praticando "una posa". Questo indipendentemente dal fatto che l'effetto del comportamento in questione non cambi di una virgola, "posa" o non "posa".

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    9. Secondo la descrizione che ne dai, tutti coloro che sono convintamente credenti in qualsivoglia divinità sono dei poser, così come tutti coloro che sono appassionati di scopa all'asso o di qualsiasi altra cosa. Chi va ai raduni degli alpini è sempre e comunque un poser. Chi circola in motocicletta e se la gode è un poser. Siamo tutti poser... tranne chi vive in una botte disprezzando l'Universo. Anzi, no... anche quella, alla fin fine, è una posa. Lorenzo, tu stesso assumi pose in continuazione (non che io ne sia convinto, beninteso -- secondo la tua descrizione di poser).

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    10. Vado un po' lungo.

      31/3, 7:41

      1. Di fronte a un film, una persona sana di mente sospende il giudizio al solo scopo di passare un'ora divertendosi, in modo non dissimile a come lo si fa leggendo certi libri nei quali si fa ampio uso del paradosso, o seguendo un melodramma.

      2. Ok, dunque i praticanti religiosi non convinti sono poser (il termine italiano "conformista" è pertinente e mi piace di più). Fin qui concordo. Quelli convinti sono malati di mente? Mah... in qualche caso estremo sicuramente, in altri potrebbero essere semplicemente dei cervellini limitati, o anche solo prigri?

      3. Con la distinzione che proponi sono d'accordo.

      4. "Letteratura decadente" mi sa tanto di "arte degenerata", ma va be'.

      5. "Non siamo tutti uguali" => concordo "e non è affatto vero che tutti indossano una maschera" => "tutti" è effettivamente un termine impegnativo. Concedo un "quasi".

      31/3, 7:48
      Le donne non sono statisticamente più sceme degli uomini, sono semplicemente diverse da quelli. Rilevare una diversità non significa necessariamente squalificare il diverso (nota: il concetto di diversità è reciproco, se A!=B, allora B!=A, senza eccezioni). L'idea della negatività della diversità è un'idea distorta che per qualche ragione viene da decenni iniettata nella testa della gente fin da piccola (sì, sono un pervertito di quelli che i libri scolastici li leggono prima di darli ai ragazzini, quindi lo so). Diverso implica un meglio e un peggio? Non necessariamente, ma il più delle volte è così. E' nell'ordine delle cose, direi, e non ci vedo niente di così sconvolgente, almeno finché non implica violenze a capocchia (non necessariamente fisiche) dall'una o dall'altra parte. Sì: più spesso di quel che amano farci credere, la violenza arriva, o almeno prende il via, dalla parte presuntamente più svataggiata.

      Io nelle donne guardo tette e culo? Certo che sì! Mica sono un deviato. Ciò non toglie che, una volta chiarito che delle tette e del culo di una particolare interlocutrice mi importa men che niente, posso passare a considerarla una persona interessante con la quale intrattenere conversazioni e confronti, con la quale svolgere attività varie che non implicano intenzioni d'altro tipo (non sono più un giovanotto, è facile farlo). Ci sono donne oggettivamente di valore con le quali vale la pena interagire, in genere NON femministe nel senso classico del termine. Le altre si scartano da sole, e che vadano.

      31/3m 7:55
      C'è la pseudo-ecologia (strumento di manipolazione, come giustamente osservi) e ci sono i fatti, quelli che rilevi aprendo gli occhi, e spesso il naso.

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Rumore, robaccia fuori posto, pettegolame, petulanze, fesserie continuate e ciarpame vario trollico saranno cancellati a seconda di come gira all'orsone.