lunedì 29 aprile 2019

Comitatus Molisii - 1

Stavo pensando che come ogni viaggiatore dovrei condividere alcune memorie di questo viaggio nello splendido Molise.
Spazi enormi, verde traboccante, la gloria della terra agricola, vento, montanari di una cortesia sorprendente, si fermano, si prendono tempo e cercano di dare quel che possono: sono ancora radicati e persone apparentemente  semplici iniziano a raccontarti la storia dei loro luoghi natii.
Come ogni luogo d'Appennino si sta severamente spopolando. Scrivo dal treno (di ritorno da Campobasso a Isernia) in quel che resta della moribonda rete ferroviaria regionale.
Scorci di bellezza straripante.
In auto abbiamo viaggiato su strade (che presto torneranno bianche) per decine e decine di minuti senza incontrare alcun'altro veicolo nella floridità lussureggiante di prati, selve, morge e tratturi.

6 commenti:

  1. C'è uno stormo di piccioni che devasta abitualmente i germogli di quel che semino. Vagheggio spesso e volentieri la loro agonia e, spero in breve tempo, la loro morte. Penso che potrei passare più o meno a breve dal vagheggiamento all'azione, visto che stentano nell'arte del "fai da te". E' grave?

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    1. 7. tagliole per ratti (a meno di 5 euro l'una, con l'esca giusta prendono anche i piccioni; se si è fortunati, ci incappa pure qualche gatto, che per inciso è anch'esso commestibile).

      Le reti costano una fortuna e non sono così semplici da gestire come può sembrare. Inoltre, non sono durature, per cui la spesa va ripetuta con periodicità piuttosto breve.

      Gli spaventapasseri non servono a un tubo, sono giusto decorativi. Idem per i falchi finti/impagliati (inciso: la detenzione dei falchi impagliati è proibita).

      Il falco vero... voglio proprio vederti. Poi mi spieghi.

      Fionda: richiede una presenza costante, soprattutto in orari "incongrui" (i piccioni hanno "usanze" poco rispettose dei cicli circadiani umani).

      Doppietta, di nuovo problema di costi (tasse) e di burocrazia (permessi vari). Tra l'altro, è proibito sparare nella zona dove abito, per la troppo elevata densità abitativa.

      Per ora siamo sul teorico, però a lungo andare non si sa.

      Comunque è un discorso ozioso. Si fa quel che serve per salvaguardare il proprio investimento in termini di tempo e denaro. Sarebbe bella cosa poter fare altrettanto anche quando non si parla di piccioni, ma noi siamo "civili".

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    2. Gli agricoltori di Appennino vedono i loro raccolti regolarmente distrutti da ungulati vari.
      Cambiare il diritto sulla caccia, la selvaggina deve diventare proprietà dei (piccoli) contadini sui quali vengono abbattuti.
      I cacciatori devono pagare i contadini e/o quest'ultimi possono monetizzare la fauna utilizzandola in vari forme (dalla ristorazione, alla trasformazione, etc.).
      Messer Pigiatasti, vedo che Lorenzo ha fato alcuni suggerimenti. Temo che dovrai fare qualcosa, a meno di non voler il tuo orto devastato.

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    3. Le trappole sono più efficaci, e lavorano anche in assenza dell'operatore. Per gli uccelli di dimensioni minori funziona egregiamente anche l'invischiamento (ci sono in commercio ottime colle atossiche, vendute per la cattura dei piccoli roditori -- catturano anche i piccoli uccelli).

      Una cosa che mi fa un po' "rabbia", è constatare che il mio orto è frequentato anche da predatori che dovrebbero teoricamente avere il potenziale di risolvere il problema, ma che sono stati ridotti a "parassiti di fatto" dal tipo di trattamento che ricevono dai loro proprietari. Nella fattispecie, parlo di almeno quattro o cinque gatti del vicinato, che anziché aiutare a risolvere il problema dei volatili contribuiscono ad aggiungere la loro piccola dose di danni con l'abitudine di scavare proprio dove vedono che è stata praticata semina a spaglio (insalate, ravanelli e simili) -- nella loro mentalità distorta da ex-predatori e attualmente parassiti, quella è palesemente una lettiera per le deiezioni.

      La falconeria possiamo tranquillamente annoverarla tra quelle che sei solito etichettare come "romanticherie da fighetti" o qualcosa di simile. Del resto non è MAI stata una pratica per la caccia di sussistenza, ma solo una pratica "sportiva" o un simbolo di status.

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    4. Lorenzo: "[...] cartuccia coi piombini, fastidiosa ma poco letale [...]"

      Capisco il concetto che vuoi portare e che ha una sua valenza. Considera per un momento cosa comporta "seminare" piombo nei campi, cosa che avviene ogni qualvolta viene esplosa una cartuccia da caccia. Paradossalmente, è qualcosa di cui nessun ambientalista fa menzione, laddove ricordo una campagna di qualche decennio fa per raccogliere le cartucce vuote che venivano abitualmente gettate a terra. Secondo gli ambientalisti da operetta, quei poser che non hanno proprio idea di cosa voglia dire avere seriamente a cuore l'ambiente, quello era il problema. Un po' come per la storia dei cotton fioc, hai presente? Fumo negli occhi.

      Eh, sì: anche avendo tutte le licenze del caso non vedrei proprio l'ora di sparazzare cartucciate al piombo nel mio orto. Sai che genuine, poi, le melanzane!

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  2. Si passa dagl estremi tumorali delle varie costipazioni conurbate italiane a spopolamenti folli.
    Anche a me ha messo malinconia vedere quei piccoli borghi, quei poderi, quelle botteghe, quelle linee ferroviarie ormai abbandonati.

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