venerdì 26 aprile 2013

Da noi stessi - 2

(Da noi stessi)

Ascoltavo le lettere dei condannati a morte delle resistenza  europea ieri a Radio3, i lettori coetanei degli autori. Allora li fai tuoi il sangue e quei nervi. Senti così la tua anima intenerirsi, anche solo pensando e immedesimandoti nelle ultime ore di quelle vite che ora sono lascito in prossimità di morte agli affetti di ciascuno e a noi. E al dolore grande dei prossimi, dei congiunti o dei genitori ai quali veniva tolto brani di nervi di cuore e di anima. Tu che leggi e hai figli comprendi lo strazio per la morte della carne tua. Co-muoversi.
Stamani sono andato a leggere alcune lettere dei condannati a morte fascisti e repubblichini.
Nelle prime sento (perché non è solo - e non può essere! - capire razionale) la scintilla vitale di un'ideale vitale ed utopico, la scintilla della libertà, della dignità dei pari, il vincere di idee e dello spirito pagati con la propria vita.
Nelle seconde percepisco qui e là il dolore della disfatta, lo strazio terribile dell'idea che si insinua come crepe aggressive che si allargano fratture di ghiaccio nella pietra, il freddo della morte ideale, del fallimento degli intenti, l'intuire di essere stati violenza e prevaricazione. A volte leggo ancora la durezza della pervicacia e di una fierezza dura e allora percepisco come sia tutto ancora più rotto in quelle anime ancora rigide. E' grande quel dolore e quella sofferenza perché, prima di altro, è la sofferenza della sconfitta ideale, dello spirito.

Potremmo - e fu fatto e ancora lo si fa - eseguire l'analisi post-mortem dei sistemi di industrializzazione modernista e violenta della società ( fascismo qui in Italia). Le conclusioni - peraltro caratterizzate quasi sempre dal peggior manicheismo, dall'asimmetria della storia delle verità a mezzo, a un terzo, dei vincitori e da speculazione politica e di parte - potrebbero essere solo piccole, parziali, o anche pingui di retorica e miopi e strabiche come succede, concentrate sul cementoacciaio della struttura che si vede da quella parte e non sulla carne e sul Respiro umani. E questa è storia di sempre, è parte del mistero.
Le colpe di una parte no le colpe dell'altra. Il modernismo, i fascisti qui, i nazisti lì, gli americani (chiedete a Bophal, in Vietnam, in Sud America, a Hiroshima, a Baghdad, e Nagasaki, chiedete sempre delle azioni dei vincitori, osservate i crimini della forza che ha prevalso, sono gli stessi di quella sconfitta e dilaniata!!), i comunisti, gli stalinisti, la democrazia e la dittatura..

In punto di morte queste anime tornano eguali nella sofferenza e nel passare il varco al grande mistero. Il calcare bianco è ora leggero delle ossa di tutti che non hanno più midollo.
Possiamo allora scrivere nel cuore e la mente dell'abominio.
Non posso liberarmi, Domine, dalla Vita.



Ma io scrivo ancora parole d’amore,
e anche questa è una lettera d’amore
alla mia terra. Scrivo ai fratelli Cervi
non alle sette stelle dell’orsa: ai sette emiliani
dei campi. Avevano nel cuore pochi libri,
morirono tirando dadi d’amore nel silenzio.
Non sapevano soldati filosofi poeti
di questo umanesimo di razza contadina.
L’amore la morte in una fossa di nebbia appena fonda.

Ogni terra vorrebbe i vostri nomi di forza, di pudore,
non per memoria, ma per i giorni che strisciano
tardi di storia, rapidi di macchie di sangue.

Salvatore Quasimodo


18 commenti:

  1. eravamo solo esecutori di ordini, dicevao nazisti e fascisti....

    falso. la parte giusta si poteva scegliere, ad un certo punto.

    non è stato fatto

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  2. Col senno di poi...
    Però sono pochi gli eroi, le famiglie Cervi.
    Come notava Alahambra i più ceravano di salvare la pellaccia.
    In quell'epoca Il Partito (quello nazista in Germania, il comunista in Unione Sovieta, quello fascista in Italia) ti avevano permesso di mangiare qualcosa la sera, che tuo figlio potesse leggere e sapesse scrivere, fossero i primi a vedere il mare a non essere più storpi per il rachitismo.
    A me sembra molto più grave il conformismo, lagregarietà acritica contemporanea, ora che dai bisogni fondamentali siamo stati... liberati!
    Si scandalizzano perché qualcuno affianca il berlusconismo al fascismo. Ma se io contestualizzo considero molto peggio il primo.

    Ho memoria di leggi razziali prima e di pulizie politiche dopo, Francesco.
    Anche la parte vincitrice avrebbe potuto scegliere. Ma alcuni di quei partigiani ebbero alcuni rancore ed odio di anni di repressione, altri furono solo dei manigoldi sul trattore dei forti, dei vincitori. Come gli squadristi di merda fascisti, codardi della forza maggioritaria.

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    1. era guerra civile, finì da guerra civile.

      facile essere politically correct dopo 70 anni

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    2. Francesco, noi che abbiamo l'immenso culo di poterci permettere di vedere il mondo 70 anni dopo, dovremmo anche avere il coraggio e la responsabilità di mettere i tasselli al loro posto.
      E politicamente corretti un cazzo, dal momento che, per quel che mi riguarda, detesto il partigianesimo con tutta me stessa.

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    3. e allora di che discuto scusa? se detesti, finisce lì

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  3. siamo alle solite.
    occorre distinguere le responsabilità individuali dalle responsabilità storiche!
    di teste di cazzo ce ne saranno state anche tra i partigiani, eccome!
    di persone per bene ce ne saranno state anche nella repubblica di salò, eccome!
    ma non ci si può fermare qui!
    la storia dice che gli uni erano dalla parte giusta,
    gli altri dalla parte sbagliata.
    almeno, io la vedo così.

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  4. Mah! Io resto imminchionita. Premesso che ha ragione uomo che furono molti quelli che si vestirono da partigiani solo il 26 aprile di 70 anni orsono. Ma come si fa e perchè (ne ignoro una qualsiasi motivazione) dire che si è contro il partigianesimo? Ma di cosa parli Ala illuminami. E non mi tacciare di qualunquismo partigiano o sentimentalismo rivoluzionario che non è il caso.
    Vorrei solo mi spiegassi.
    Un bacio
    FG

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    1. Tranquilla FG, non mi è mai venuto in mente di tacciarti di alcunchè. Tu hai le tue idee ed io le mie. Sei lucida nei tuoi ragionamenti, e rispetto assai questa cosa, detto con la massima sincerità e trasparenza possibile.
      Semplicemente la lotta partigiana è stata per la maggior parte fatta di calndestinità, guerriglia più che altro. Attacchi mordi e fuggi, nascondersi in mezzo ai paesi (spesso togliendo a quelli stessi paesi letteralmente il cibo di bocca), sottrarsi alla cattura lasciando che altri, per la paura di ritorsioni anche peggiori, si sacrificassero al loro posto.
      Ecco, per tutto questo il partigianesimo per me è detestabile, senza se e senza ma. Il fine non giustifica i mezzi, nemmeno per i partigiani.

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  5. x Francesco:
    Politicamente corretto...
    A me sembra conformismo politicamente corretto ignorare le condizioni storiche e giudicare a panza piena seduti in divano, avendo il cruccio di dove andare per il prossimo fine settimana . Le condizioni sociali e culturali NON erano quelle da cui giudicbiamo senza aver vissuto, senza alcun richio.
    Condordo, fu gerra civile. Ma io voglio essere disincantato ed osservatore attento: e non ci fu il bianco e nero che non esistono ma infiniti toni di mezzo. Su tutto questo, specie nei luoghi da cui scrivo, ancora e sempre Il Partito che si appropria dei sacri-fici, elimina demagogisticamente dettagli e precisioni, uniforma,omogeneizza e nutre, alimenta, programma.
    Nella cricca del gas, da sinistra, quei miei compagni sgarrupati e geniali, sinistri e anarcoidi, osservano da tempo, cinici e feroci, questa manipolazione per il potere.

    x Alahambra:
    Questi 70 anni di differenza dovrebbero consentire una onestà intellettuale ed etica che mi pare non ci sia ancora e la partecipazione sfegatata e forse non più giustificabile della parte dei giusti in una guerra del bene contro il male.
    Puttanate.
    Da una parte riconoscere il fallimento di quel progetto coercitivo di "raddrizzamento delle gambe dei cani", della violenza nazionalistica e dei sistemi in grande, il mantenimento di uno status quo di sfruttamento brutale (si pensi alle condizioni di braccianti e mezzadri ad esempio e alla predazione delle campagna da parte del regime fascista che mise in crisi i Cervi e molte altre famiglie, con gli ammassi, oggi, con la tassazione spaventosa e la dissipazione dello stato siamo di nuovo allo stesso punto, cambiato un cazzo, vermente la storia insegna poco, poi manganellano i resistenti della val di Susache non mollano...).
    Dall'altra riconoscere il contesto storico, ammettere che il manicheismo è la peggior disgrazia per il sacrificio di una piccola minoranza di visionari, di menti eccellenti, di persone grandiose come fu la famiglia Cervi. E che ci fu una dimensione di massa del fascismo più che la resistenza minoritaria di una resistenza. Ma quella adesione ebbe delle chiare giustificazioni.
    In genere prendere posizione di parte è umano ma,ancora, tutti sappiamo che una vista di parte non può che essere incompleta, parziale. Cosa fa una persona intelligente? cerca di comprendere la realtà e sposta il proprio punto di osservazione. Altrimenti rimaniamo nella faziosità e nelal guerra di religione.
    Proprio il problema.

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  6. x Silvia:
    distinguere le responsabilità individuali dalle responsabilità storiche.
    Giusto e sbagliato.
    La storia la fanno i vincitori e non mi sembra affatto che la giustezza e la verità siano a priori dei vincitori.
    Questa è la grande illusione e truffa etica.
    I vincitori hanno vinto perché più forti e questa è la storia.
    Questa pagina ho pensato che fosse proprio una pagina apologeticadi anarchia.
    Ma io, volutamente, non l'ho messa sulla storia. Ma su un tentativo di analisi etica o morale considerando le ragini contestuali.
    A parte i puri e giusti come i Cervi, una assoluta eccellenza, ciò che impose la violenza di massa fu il modernismo e il capitalista (privato e di stato) e una pretesa di omologazione di massa.
    Questo è il problema ma non so se le persone si rendono conto di questo.
    Se tu ti sposti di poche centinaia di chilometri hai una faziosità ed un livore non ancora non placati contro i comunisti che, in forme analoghe, esercitarono la stessa azione violenta e coercitiva (qui abbiamo poi gli scaltri sfascianazione come B. che la usano ancora per turlupinare le masse con fantasmi inesistenti).
    No, non mi piace il piano storico.
    Io voglio muovermi e riflettere sul piano etico, filosofico ed ecologico.
    E su questo piano ci furono molte vittime e alcuni eroi, come la famiglia Cervi.

    x Femmina Gaudente:
    Essere di parte non è un pregio, è un limite.
    Tu non puoi tentare di comprendere la realtà e quindi sostenere ciò che ritieni moralmente giusto se a livello ideologico non persegui il tentativo di una visione completa, non di parte della realtà.
    E assai spesso non ci fu un anelito ideale nella lotta. A volte solo insofferenza contro alcune prevaricazioni. Tipo "non rompetemi i coglioni, fascisti, che ho gli affari miei e voglio vivere senza le vs ingerenze" cosa che contraddistinse alcuni comandanti partigiani la cui storia poi è stata "rettificata e omogeneizzata" da Il Partito (PCI) da queste parti.

    x Alahambra:
    A volte.
    A volte ci fu una accorata partecipazione contro i fascistoni che andavano a razziare le campagne per sostenere le masse urbane e lo sforzo bellico dovuto a scelte dementi di ipernazionalismo da straccioni.
    I fascisti spesso hanno voluto fare i froci col culo degli altri.
    E se tu mi combatti cbi lascia alla fame la mia famiglia dopo avermi predato uno dei due maiali io certo che sono contento che poi i partigiani facciano fuori il podestà!

    Lo sfruttamento dei poracci e la protezione del fascismo alla status quo è molto ben rappresentata in L"uomo che verrà di Giorgio Diritti.

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  7. La Storia è una scienza e come tale si confronta necessariamente con le testimonianze coeve , con le indagini, con i confronti perchè a distanza di 70 anni anche lo stesso fatto può avere versioni del tutto opposte, a seconda del narratore. In ogni caso la Storia non si fa con l'ideologia, tanto meno con quella contemporanea.

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  8. Forse sì. Praticamente no.
    Decine di morti civili in Afganistan per gli attacchi dei droni USA & Nato due rige qui e là. Due o tre morti alla maratona di Boston, paginate e ore di trasmissioni sui media da sfrantumarsi i koglioni. Solo un caso di mille mila simili.
    La storia è fatta quotidianamente con la propaganda e le mezze verità e gli specch deformanti.
    Anche per quanto riguarda quel periodo i misfatti terribili dei vincitori sono stati omessi, occultati, rimossi. Non mi sembra così... scientifico.
    E il fine guerra e la stessa Resistenza non ne sono certo immuni, sa questa ideologia purificatrice che produce omogeneizzati per menti di massa.

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  9. Mi dispiace non poter partecipare alla discussione, sono troppo "di parte". Nessuna apologia alla Resistenza, non credo ce ne sia bisogno. È indubbio che ci siano state zone d'ombra, ma dove non ci sono? Rosa Luxemburg disse che la libertà è sempre libertà di dissentire. E oggi, come allora, ben venga chi riesce ad indignarsi, ad opporsi. UnUomo nel titolo del post ha condensato tutto: da noi stessi. Da qui dobbiamo ripartire. Gaber cantava che libertà è partecipazione.

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  10. Piangere o pregare per chi ha combattuto per un proprio ideale, per la morte è un senso di umanità tipica degli uomini...come un auto assolvimento su ciò che si è fatto agli altri.

    Penso sia sbagliato, comunque assolvere tutto e tutti, per effetto della commozione e della compassione filiale tipica di noi umani.

    Tuttavia vanno anche affermate le distanze tra chi, tra essi,fu combattente, per effetto delle ideologie differenti; i fascisti guerreggiavano per il dominio e la sopraffazione dei popoli alla loro ideologia dei super uomini.
    I Patrioti(partigiani) lottarono per difendere la loro e altrui libertà...Quindi penso, che non bisogna mai dimenticare la storia della resistenza e dei suoi uomini, e delle sofferenze patite, a causa del fascismo nostrano e dei nazisti loro alleati.

    Tuttavia su cosa bisognerebbe ricercare la concordia, tramite una sorta di adesso vogliamoci bene? E' difficile tutto ciò, quando nella propria famiglia ci sono stati caduti per mano dei fascisti...ma li vediamo-sentiamo chi sono i moderni teorizzatori di quella nefasta ideologia?

    Chiedo scusa se ho sconfinato con i sentimenti.

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  11. x La Rossa:
    Indignarsi e opporsi va bene ma è solo il primo passo. Poi è necessario avere un progetto. Come la famiglia Cervi.
    Che casino quella faccenda della partecipazione. Ora che ho dosi abbondanti di circo (tango) ho sottratto molto tempo alla partecipazione alla politica, gas, lotte ecologiche.

    x Daoist:
    Assolvere no... direi comprendere. E la comprensione è un passo per il perdono che libera molto anche le vittime. Entrambe le parti hanno necessità di comprendere. Per evitare l'errore e per vivere meglio.

    Ecco, Daoist, le tue note etiche sono le mie, è il piano su cui ci può essere un tentativo di giudizio. Difendere al libertà e combattere le ingiustizie. Si può essere superuomini nel combattere per nobili ideali!
    Una tensione verso la concordia non può che venire dalle vittime. Hanno anche questa responsabilità.
    Grazie per l'intervento. Mi è proprio piaciuto!

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  12. Apprezzo molto l'approccio di UnUnomo a questo tema. Un approccio etico, filosofico.. e quindi non ideologico. Le ideologie, tutte, hanno la pretesa di poter spiegare in modo univoco il reale e di dare soluzioni perfette ad ogni problema. E in questo sono la negazione della libertà di pensiero. E le ideologie del '900, tutte, hanno prodotto danni immensi. Totalitarismi, dittature, milioni di morti. E non penso solo al nazismo, allo stalinismo o al fascismo. Ma anche a tutti quei regimi, decine e decine, se non centinaia, che in questi ultimi 80 anni si sono sppur maldestramente ispirati a quelle ideologie in tutte le parti del mondo. Dall'Asia, all'Africa, al Centro e Sud America.

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    1. Tanto per chiarire: apprezzo pure io l'Uomo in questo caso. Apprezzo e condivido buona parte di quel che dice.

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  13. x John Barish:
    Ho appena terminato di leggere La via del lupo che contiene anche abbondanti riferimenti etologici.
    C’è una struttura sociale gerarchica ferrea nelle comunità lupesche e non di rado gli scontri dei maschi per il potere, per essere l’alpha del branco portano alla morte di un lupo.
    C’è un senso ecologico e di eticità di specie che anche nel mondo animale cozza con l’deale, l’utopia o la morale di armoniosa collaborazione tra pari. Mi impensierisce la biologia, qui.
    Parte del libro parla di M15, lupo solitario in cerca di femmina, che viene ritrovato morto, probabilmente per uno scontro con un branco del quale aveva invaso il territorio.
    Perché l'etica può essere poco incline a questi ideali "umani".
    Purtroppo i mezzi della modernità permettono che la violenza abbia potere molto più grande, quasi assoluto e il superamento dei limiti (che significa competizione per le risorse) sono antichi, connaturati.
    Anche qui allora la nostra consapevolezza dovrebbe aiutarci a gestire la questione: come sostengono Alain de Benoist e Massimo Fini, ricondurre i sistemi al piccolo nei quali i rapporti diretti si basano su controllo e conoscenza reciproci, sono meno disumanizzanti e dove la scala è ridotta anche per i danni e le violenze.

    x Alahambra:
    Grazie cara. :*

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