mercoledì 6 dicembre 2017

Risacca nel mio porto

Non è bello prendere della randellate (anche quando il randello è operato con i guanti) dalla mamma ovvero da una persona che non ti aspetti così dura, quasi feroce.
In questi giorni c'è stato un po' di dolore dolore, profondo e silenzioso. Posso convincermi, sul piano oggettivo, di quanti frutti e cose preziose hanno portato quelle durezze, convincermi di essere comprensivo, che bisogna andare oltre le intemperanze, specie quando sono di persone care. Ma il piano emotivo non segue i ragionamenti, i tentativi e gli esercizi di convinzione di magnanimità, l'osservare il mio ego e pure il suo e le dinamiche che determinano. Stavo per scrivere bizze ma sarebbe  moralisticheggiante, l'ego è così e ce lo teniamo, così come è ed è naturale che sia.
Così ho decisamente rarefatto i contatti per la poca voglia. Cosa andare, oltre il “come stai?”, “cosa hai mangiato?”, delle sue domande sul mio colesterolo?
In queste condizioni è facile creare dei sospesi, degli jati che si ampliano e si alimentano della propria ampiezza.
Stavo pensando, prima in bici e poi entrando al lavoro, stamani, che dopo giorni, anche ieri e pure stamattina non l'ho chiamata.

In tardo pomeriggio mio fratello e mia sorella mi hanno informato che mamma è caduta e si è fratturata la testa del femore. A quell'età è un incidente grave,  non di rado l'inizio della fine.
Così c'è una risacca nel mio porto di altre onde che si sommano a quelle inquiete, dolenti, di prima.

12 commenti:

  1. Purtroppo sì, a quell'età tendono ad abbattersi e fanno fatica a riprendersi
    Dovrai smorzare la distanza e starle vicino

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    1. Lo so perfettamente, Lorenzo
      Mio nonno materno, purtroppo, nonostante le pressioni di tutti dopo la rottura al femore, non ha retto. Ci sono state altre complicazioni, ma penso proprio che lui abbia scelto di non vivere oltre

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  2. Grazie.
    Domattina partirò per raggiungerla.

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  3. Eh, ti capisco. Mia madre è sempee stata una persona pocco corretta, per mancanaza di formazione personale (ehm, non lo dico io solo...). In vecchiaia sta diventando sempre peggio. Mi tocca ciucciarmela quando la vedo, una volta ogni due anni. Non le parlo piu se non attraverso mio padre. So che non dovrei avere sensi di colpa, ma soluzione non c e...

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    1. Ehi, non sto comparando le due madri. Solo il senso di colpa.

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    2. C'è il rispetto dovuto ai genitori
      ci sono i limiti loro e nostri
      gli ego
      il fatto che prima i bambini devono essere educati ma anche i genitori necessitano di educazione
      la ruota del tempo che gira
      ...


      Che casino.
      Troppi vincoli, troppe equazioni, il sistema non ha una soluzione.
      Questo è doloroso.

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  4. Lo so.
    Anch'io ho scelto l'impatto minimo con mia mamma, per evitare contrasti ad ogni telefonata.
    Ma anche stare sempre così in superficie mi fa male...

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    1. Mi aveva trattato con durezza come fossi un estraneo un po' ostile.
      Poi, come tu dici, Gioia, uno galleggia.
      Fa male sì.
      Una sorta di Sparta sentimentale.
      Mi consolo osservando che Sparta ha dei pro, che tutto ha un senso e ci esercita. Aiuta.

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  5. *l'inizio della fine...*
    Avevi detto così anche lo scorso anno, quando si scoprì il tumore, e invece non fu così.
    Non è così facile morire, al giorno d'oggi, caro walker.
    Riguardo gli scazzi, mi dispiace perché so per esperienza quanto facciano male e quanto sia difficile andare oltre. Io con papà non ci riuscivo e ora il rimorso morde il freno.

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    1. Oggi ha già fatto i primi passi, si sente decisamente meglio di ieri.
      Ho accennato allo scazzo solo a mio fratello. Ora non è questione da gravare su mia madre, direi.
      Resta il fatto che non riesco a essere un vulcano di affetto e cordialità. Pure io ho i miei limiti anche se cerco di renderli meno angusti.

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  6. ah, la vecchiaia, che brutta bestia. Ma l'alternativa ad essa è morire ancor giovani.
    Forse se ti fai sentire tua madre apprezza...

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    1. Io non so se ella si sia resa conto o meno di quanto successo.
      Anche se ora, come scrivevo a Silvia, non è il momento per affrontare la questione.
      Ma poi, ci sarò un momento?
      Per fare cosa?

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