- Sorprende sentir dire, ancora oggi, da qualche parte, che il Fascismo ebbe alcuni meriti, ma fece due gravi errori: le leggi razziali e l'entrata in guerra. Si tratta di un'affermazione gravemente sbagliata e inaccettabile, da respingere con determinazione. Perché razzismo e guerra non furono deviazioni o episodi rispetto al suo modo di pensare, ma diretta e inevitabile conseguenza. Volontà di dominio e di conquista, esaltazione della violenza, retorica bellicistica, sopraffazione e autoritarismo, supremazia razziale, intervento in guerra contro uno schieramento che sembrava prossimo alla sconfitta, furono diverse facce dello stesso prisma.
Sergio Mattarella
Ascoltavo il sermone fondamentalista del cattocompagno Mattarella. A distanza di oltre settant'anni, non c'è ancora una qualche capacità di discernimento. Ancora lo stesso approccio totalitario e fazioso bene da una parte (la nostra) male dall'altra (gli altri), ancora gli antifascisti più fascisti dei fascisti.
Le affermazioni sul male assoluto sono persino ridicole, negando il fatto oggettivo del largo consenso ottenuto dai fascisti, proprio con un approccio sociale, socialista che dovrebbe essere caro ai compagni marxisti ora presi da compulsioni estreme del razzismo anti italiano e dal loro sadismo ideologico contro onesti, indipendenti, produttivi (i piccoli borghesi, nel loro gergo). Nel discorso del cattocompagno Mattarella non c'è alcuna menzione dei crimini, ancora peggiori, commessi dagli SUA e dal comunismo. Niente, zero, vuoto pneumatico. Una rimozione senza se e senza ma di molti panni luridi.
Non solo politicamente i socialisti marxisti competono furiosamente con i socialisti nazionalisti ma, su un piano ancora più importante, quello della sociologia e della filosofia della politica essi condividono lo stesso approccio totalitario (*). Il fatto che ora il regime sia soffice invece che duro è un'ulteriore aggravante, in quanto molte persone non lo percepiscono a causa del colossale ottundimento del politicamente corretto e di altro ciarpame progressista, di molteplici ismi nei quali si trovano immerse e martellate da mane a sera.
Un presidente della Repubblica privo di discernimento, a capo dello stato, insieme con una castalia di altri fanatici settari (uno delle loro litanie preferite, ripetute ossessivamente è il “senza se e senza ma”, la celebrazione dell'ottusità tanto pervicace quanto acritica) ai vertici del paese, incapaci di un qualche distacco dalla propria fazione è un segno del degrado civile, politico e istituzionale di questo regime cattosovietico dissimulato.