Per arrivare qui, ieri, siamo passati "dietro" le Alpi Apuane. La vista dei versanti nord innevati del monte Pisanino e la sua splendida prominenza hanno ben reso l'idea del perché le indichino col termine di "alpi". Magnifico!
Ieri ho incontrato, per la prima volta, o me ne sono reso conto per la prima volta di un confine culturale tra Garfagnana lucchese e la Lunigiana. Se dovessi esprimerlo con due parole secche direi cura - sciatteria. Estetica e decoro dei paesini ma non solo. Ad esempio cura e manutenzione forestale. Da noi, in Appennino emiliano, è normale che al taglio ceduo segua una minima manutenzione delle matricine, ad esempio col taglio di vitalba ed edera. I boschi della parte di Garfagnana attraversata erano in stato di notevole debilitazione dovuta ad una inquietante diffusione della vitalba. Anche i tagli cedui hanno lasciato la matricine con i loro grovigli di canapi di vitalba intensi. Ma i forestali che controllano le attività economiche boschive e dovrebbero vigilare dove erano? Al bar a parlare della Carrarese, a prendere il caffè?
Mi resi conto di sciatteria disordine e sporcizia quando, molti anni fa, con A-Woman (dovrei verificare su quel diario se annotai qualcosa) andai a visitare un remoto borghetto noto per essere sede di "assatanati" cavatori anarchici.
Rosa Canina mi dice: noi toscani conosciamo bene questa cosa: i lucchesi son dei signori. Non abbiamo proseguito, non le ho chiesto cosa intendesse, praticamente, con quel termine.
Un'altra prova della menzogna sesquipedale che a sinistra martellano dall'illuminismo con la cazzata delle uguaglianze. Uguali un bel paio di caxxi.
Aggiornamento
Aggiungo una foto, scattata oggi, domenica, al ritorno, poco prima di Matra, che non rende a sufficienza la magnificenza delle Apuane settentrionali.
Tutto questo risale al Medioevo.
RispondiEliminaCome detto in altra sede, periodicamente si verificavano rivolte dei contadini, esempio le "jacquerie" francesi, dal nome del contadino troglodita per antonomasia, "Jacques".
Vedi articolo:
https://it.wikipedia.org/wiki/Jacquerie
E dei salariati nelle città manifatturiere come Firenze, dove gli artigiani delle corporazioni utilizzavano manodopera "non-iniziata" per le operazioni a maggiore necessità di lavoro manuale.
Vedi articolo:
https://it.wikipedia.org/wiki/Tumulto_dei_Ciompi
Queste rivolte di solito arrivavano all'assalto dei palazzi dei "signori", magari il massacro di chi vi si trovava all'interno, la razzia di tutte le suppellettili, in un'epoca in cui anche un cucchiaio di legno aveva un notevole pregio e valore e magari l'incendio del palazzo e delle pertinenze.
Alla fase rivoluzionaria seguiva inevitabilmente la "reazione", che, a seconda del luogo e del momento, implicava i nobili che di mestiere ammazzavano la gente, ogni tanto si ammazzavano tra di loro ma più spesso ammazzavano i contadini oppure implicava anche i "borghesi", cioè gli abitanti delle città che erano artigiani e mercanti, dal ciabattino al banchiere De Medici. La "reazione" interveniva circondando i "rivoluzionari" e sterminandoli dal primo all'ultimo.
Si è andati avanti cosi per secoli fino alla Rivoluzione Francese che, tramite "illuminismo" e definitiva associazione tra la Borghesia e il "proletariato" formato da contadini inurbati e senza terra, ribaltava la "morale" circa la "rivoluzione" che da bestemmia contro Dio e gli uomini diventava l'opposto, atto eroico e "giusto", da cui l'odierna "giustizia sociale" che è l'ultima trasformazione. Ammazzare i "signori" e impadronirsi dei loro averi, dare fuoco ai palazzi, dissacrare le tombe, diventava "normale" anzi "virtuoso", "meritorio".
La Rivoluzione Francese fu seguita dall'impero napoleonico e poi dalla ennesima restaurazione. Però il seme massonico-illuminista del "Nuovo Ordine Mondiale" si era ormai diffuso ovunque, tanto che l'aristocrazia italiana si collocava in opposizione alla Monarchia in quanto contestava il "diritto divino" e anzi, pretendeva la Costituzione che era la versione "moderna" della Magna Cartha.
Avanti veloce, passiamo da varie rappresentazioni di "Socialismo" e arriviamo al "Marxismo", da cui poi la interpretazione del "Marxismo-Leninismo", cioè l'unione tra teoria socio-economica e la prassi del Partito Comunista che si auto-assegna il ruolo di tutore e guida del "Proletariato" nella "Guerra di Classe".
EliminaUnica differenza è che i "signori" nel Medioevo erano gli aristocratici con titolo regale e terre di conseguenza, qualche volta i "borghesi" ma li la differenza era labile, cioè era chiara solo per i salariati che non erano la norma, vedi Lorenzo Tramaglino che è piccolo proprietario terriero ma anche operaio/artigiano tessile.
Invece nel Novecento viene di fatto cancellata l'idea della "nobiltà" e il "signore" diventa il "borghese", il "Nemico di Classe" diventa la "Borghesia", in quanto l'attività prevalente è la manifattura e la finanza e la differenza diventa tra chi possiede i "mezzi di produzione", applicando il "metodo di produzione capitalistico" e chi non li possiede e viene sfruttato tramite il "plusvalore".
Quindi lo apostolato comunista ha diffuso tra gli scemi e i pazzi l'idea che il "signore" sia una figura maligna, ingannatrice, definita da tutte le possibili caratteristiche deteriori che vengono manifestate proprio dallo sfoggio di "benessere".
Viceversa, lo scemo e il pazzo che vivono come maiali, dato che sfoggiano "malessere" sono la versione novecentesca del "buon selvaggio" illuminista, per cui necessariamente portatori di bontà, onestà e tutte le caratteristiche positive.
E' un po' l'estetica e la morale del "centro sociale".
Per cui il mio amico anni fa mi raccontava che per broccolare le "centro sociali" parcheggiava il mercedes da commerciale a due isolati di distanza, si cambiava togliendo l'uniforme del commerciale giacca, cravatta ecc, si metteva la tenuta da scemo e andava tra i "compagni". Cosi come Tony Negri negli anni belli si metteva la tuta blu per andare alli scioperi dove poi faceva il catechismo leggendo brani del "Capitale" e commentandoli.
I rapporti conflittuali tra aristocrazia e plebe sono sempre esistiti ovunque.
EliminaQuesto non puo' quindi spiegare le differenze di civismo (che diventano anche differenze economiche, di usi e costumi) tra regioni / piccole patrie / nazioni nella stessa Europa.
Dovrei andarmi a leggere la storia della Lunigiana e quella della Garfagnana: non penso che gli Este o i duchi di Lucca rispetto ai marchesati della Lunigiana fossero molto diversi nei rapporti tra nobili e popolani.
Ancora non hai capito una fava del discorso.
EliminaForse sono io che non mi spiego ma dubito.
Il punto non è il confronto tra i "signori" della Lunigiana o della Garafagnana ma il fatto che il termine "signore" diventa dispregiativo quando si inverte il meccanismo per cui in origine la cultura di un Popolo era quella delle sue elite e per assimilarlo dovevi decapitarlo eliminando le elite, con la modernità la cultura diventa "popolare" e quindi tutto quello che è "povero" è intrinsecamente buono, bello e giusto, che sia la cucina (la cucina delle scuole era quella nobiliare non certo quella contadina), la musica, l'arte in genere (pop), la lingua (vedi il fatto che tu usi male il congiuntivo e molti laureati non lo usano affatto) eccetera.
Ancora insisto, la roba "popolare" è necessariamente brutta e il "popolo" è immorale o meglio, in entrambi i casi tutto prende forma dalla necessità e dai meccanismi primari perché non c'è posto per "sovrastrutture" ed elaborazione.
Solo che il "popolo" è una risorsa. Quindi vendendogli, che ne so, Jim Morrison o un Fedez (fatte le debite proporzioni) come "artista", si drenano risorse che non potresti drenare se vendessi musica sinfonica ai diplomati del conservatorio o a quelli che pagano i musicisti per suonare nella sala di gala del proprio palazzo. Anche perché chi inchiappetta il "popolo" di solito viene dal popolo e ne condivide le mancanze. Se vuoi diventare milionario partendo da Rozzano devi per forza usare o essere Fedez, non puoi essere, che ne so, Mozart.
Però scrivo per scrivere dato che tu il "popolo" lo immagini come l'aristocrazia o l'alta borghesia immaginava i "selvaggi".
Lo dico in un altro modo.
EliminaCentinaia di migliaia di anni di Storia ci arrivano tramite opere commissionate da re e aristocratici i quali pagavano fabbri, orafi, scultori, pittori, musici, architetti e scribi.
Di quello che faceva il "popolo" NON SAPPIAMO NIENTE, perché niente è rimasto, ne le catapecchie di fango e rami in cui vivevano ne le forme di espressione, dato che niente veniva registrato in una forma materiale.
Ci dobbiamo accontentare di ritrovamente archeologici come le feci della gente che abitava un villaggio o le poche suppellettili oppure dobbiamo fare la tara rispetto a rappresentazioni che non avevano lo scopo di cronaca, per esempio i contadini raffigurati sullo sfondo della figura titanica del faraone.
Anche le rappresentazioni medievali sono quantomeno dei "borghesi", se non dei duchi, perché dovevano necessariamente avere un committente pagante e questi doveva essere relativamente ricco.
Ad un certo punto tutto questo si è invertito al punto che il ricco fa come il Marchese del Grillo quando si traveste da carbonaro per andare all'osteria.
Malinteso dunque.
EliminaLe vs. osservazioni erano relative al termine signori usato da Rosa Canina nella sua espressione sui Lucchesi.
Quello che io ri-marco è che gli usi, la cultura, le competenze a livello popolare sono evidentemente diverse.
In questa pagina non parlo di confini tra aristocrazia e il resto ma del fatto che I piccoli paesini, i boschi abitati, tenuti dai "popolani" sono in stati di cura, manutenzione, etc. notevolmente diversi.
Si capisce?
Prima il come, Nessuno, poi il perché.
Dovete essere sempre iperbolico, bullo, talvolta scienziato facendola fuori dal vaso!?
UUiC
Non la faccio fuori dal vaso, io. Sei tu che, torno a dire, sei abituato a confrontarti coi minus habens.
EliminaOrmai è evidente che non hai la percezione del livello medio della gente e di conseguenza del tipo di discussioni che puoi avere, dove con "tipo" si intende tanto gli argomenti che la trattazione degli.
Devo rifarti la trattazione su genesi, apogeo e declino delle "regioni rosse"?
Ti devo spiegare perché vicino a casa mia ci sono palazzoni del ghetto una volta abitati da famiglie di meridionali e oggi abitate da famiglie di nuovi italiani e perché questi palazzoni sono qui e non in un altro posto e qual è il dare-avere?
Poi vabè, c'entra relativamente ma abbiamo rimosso tantissime cose, per esempio le favelas di Roma.
Ogni regione ha le sue caratteristiche. La Liguria ad esempio ha poca pianura, la vita si svolge tutta in verticale. A Genova ci sono cremagliere, ascensori,funicolari per raggiongere le colline. La bellezza dell'Italia è proprio la diversità dei paesaggi. Da bambina in estate andavo a Viareggio, ospite di alcuni parenti ed ho imparato ad andare in bicicletta in pineta. Serena serata .
RispondiEliminaHo una mia teoria sulla genesi di Genova.
EliminaLa città nasce e si sviluppa quando la Liguria era una vasta pianura, con edifici ben disposti e larghe strade ariose, ordinatamente allineate secondo eleganti schemi geometrici. Successivamente, l'orogenesi comportò un innalzamento del sedime della parte "alle spalle" della città, ovvero dal lato opposto al mare. L'innalzamento, notevole, toccò alcune centinaia di metri di dislivello, provocando lo scivolamento degli edifici, che finirono per ammassarsi verso la battigia rendendo gli ampi corsi e viali nulla più che vicoli e quasi impraticabili e crêuze così erte da permettere ai ragazzini di lanciarsi dai pendii in bicicletta a velocità tali da permetter loro di raggiungere per inerzia la costa Corsa, semplicemente planando sull'acqua. Ecco la vera origine dei Caruggi genovesi, oggi celebrati come caratteristica tipica dell'architettura ligure, ma in effetti frutto di un evento tenuto ben nascosto dai nativi, al fine di potersi gloriare di un'idea che non ebbero per nulla, essendosi limitati in realtà a fare di necessità virtù.
Se non che le città si fondavano con due premesse, la disponibilità d'acqua, quindi di solito c'è un fiume che passa attraverso e la possibilità di trasportare cose e persone, quindi o un incrocio di strade o un porto.
EliminaLa sfiga attuale di Genova in origine era la sua fortuna, cioè l'acqua che quando piove la trascina via e il mare che è il limite della terra ma è anche il modo per andare oltre.
Cosi come Milano, che si trova su un pendio (contrariamente alla vulgata, NON è in pianura) e quando piove i fiumi che alimentavano mulini e magli d'officina la allagano e le strade che erano l'equivalente del porto genovese portano milioni di veicoli che la rendono invivibile.
qui a ROMA son venuti giù chicchi di grandine grossi come noci, mi han fottuto quelle poche piante di fave che tengo in giardino per farmi leccare il culo dagli amici per averne una.
RispondiEliminaMe ariccomanno, la divisa estiva indossatela dal 2 di giugno, nun fate i spiritosi
Guarda che nel resto del mondo ai lati ci sono carogne di animali quando non di persone.
RispondiEliminaIl guaio della "civilizzazione" è che tende ad essere uno scenario di cartapesta. Facciamo il caso della "economia verde", un domani sarà tutto "pulito" e "rinnovabile" dalle nostre parti, se non che avremo spostato le fabbriche, le discariche, le centrali, gli inceneritori, i motori, le pompe, insomma tutte le cose fastidiose INCLUSI GLI OPERAI, il più lontano possibile, dall'altra parte della Terra.
Quindi torniamo alla faccenduola della "libertà" che è una dualità includente la "responsabilità", cioè il prezzo da pagare.
Civismo e ricchezza sono ortogonali.
RispondiEliminaProbabile che il montano Molise sia meno ricco della Campania, eppure il grado di civismo dei Campani e' statisticamente assai piu' basso di quello dei Molisani.
Stesso ragionamento, ad esemprio, tra Abbruzzio e Lazio.
Reddito medio procapite Lazio: ca. 27k €., reddito medio procapite Abbruzzo, ca 18k €.
RispondiEliminaIl reddito non significa molto: puo' essere pieno di soldi e un cialtrone maleducato incredibile.
Assolutamente falso.
RispondiEliminaIl "civismo" per definizione è funzione del reddito.
Tanto che nell'Italia unitaria si votava in base al censo.
Siccome Coso vive nel suo mondo di fantasia, vale tutto.
Quando avrò voglia farò una ricerca e ti metterò il collegamento alle raffigurazioni dei quartieri popolari di Milano (non delle cascine nelle campagne che a livello neolitico) del periodo del Manzoni.
RispondiEliminaCosi per dimostrare la "ortogonalità" tra censo e "civismo".
Manzoni, faccio presente, ha inventato l'Italiano con cui scriviamo ma non era un contadino, era un Beccaria da parte di madre (famiglia aristocratica pavese) e di piccola aristocrazia valsassinese da parte di padre.
Non ricordo se foste voi a presentarmi il personaggio del milanese abbrutito, uno con tanti denari e poco di tutto il resto.
RispondiEliminaUUiC
Il Milanese Imbruttito è "imbruttito" solo verso gente maggiore o uguale a lui.
RispondiEliminaSe lo confronti con un gommista di Caserta stai sicuro che tutto quello che orbita attorno all'Imbruttito è migliore di tutto quello che orbita attorno al gommista.
Si chiama satira che per funzionare richiede la capacità di ridere di se stessi, di non prendersi sul serio.
A meno che tu davvero pensi che l'Imbruttito che passeggia a Santa mentre telefona figa e fatturato sia veramente peggio del gommista che si gratta la panza pelosa sotto la canottiera con la macchia di sugo seduto sulla sdraio con la famiglia attorno.
Eludete la questione che non era se un abruttito brianzolo sia meglio o peggio di un cafone casertano.
RispondiEliminaLa questione è che i denari rendono un cialtrone un cialtrone con denari. Forse pure peggio perché con denari, oltre a fare più danni, fai pure da modello.
UUiC
Coso sono millemila anni che funziona al contrario di come dici tu. I soldi fanno tutto, bellezza, eleganza e cultura. E' estremamente difficile se non impossibile essere belli, eleganti e colti quando si è poveri. Un povero che si arricchisce di solito ha anche l'intelligenza di migliorarsi. Non diventerà mai come uno che è nato ricco ma comunque sarà migliore di come avrebbe potuto essere rimanendo povero.
RispondiEliminaFacciamo un esempio. Uno zappaterra si arruola come mercenario, prende il soldo e riesce a rubare abbastanza, torna e si compra un pezzo di terra, diventa piccolo proprietario. A quel punto ha visto molte cose del mondo, nel bene e nel male. Quindi sta a lui scegliere se camminare scalzo o comprare delle scarpe. Se comprare due vestiti e cambiarsi ogni sei mesi invece di uno per dodici. Poi magari può mandare i figli a scuola, almeno qualche anno, per imparare a leggere e scrivere, invece di aggiogarli alla aratro.
E cosi via.
La tua idea di "cialtrone" è tipica del fighetta.
Cioè per te il "cialtrone" è uno che è cosi di natura, indipendentemente dal suo status. Quindi nella tua logica il "Milanese Imbruttito" è cialtrone perché è uno che è incapace di pensare a niente altro che al fatturato e alla figa, quindi se andasse in una esposizione di mobili comprerebbe una statua di leone dorata da mettere in soggiorno, tipo, che ne so , un calciatore che viene dalle bidonville.
I danni che ha fatto il "pensiero di sinistra" sono incalcolabili e non si possono eliminare.
> cialtrone" è uno che è cosi di natura, indipendentemente dal suo status.
RispondiEliminaDunque io sarei bacato mentre voi che sostenete che se un povero è tale allora brutto, non elegante, etc.
Beh, non male! :)
UUiC
Io non sostengo, Coso.
RispondiEliminaIo osservo e anche tu osserveresti se non fossi sempre impegnato ad assumere una posa o l'altra.
Che i poveri siano brutti e cattivi lo sanno tutti da millemila anni, compresi i poveri.
E' stato il famoso "illuminismo" a partorire tutte le ideologie che oggi diremmo "di sinistra" e ribaltare il concetto inventando il "buon selvaggio" e quindi il "buono/bello povero", cioè l'idea che la miseria conferisse delle virtù o che siccome Dio ama gli Ultimi, gli ultimi nascano intrinsecamente belli e buoni.
Sveglia, Coso.
Non ti è strettamente necessario svegliarti, perché tutta la gente che hai attorno si congratula. Sono solo io a fare il Grillo Parlante, quindi vedi te, puoi anche continuare.
Prego notare:
RispondiEliminaI minus habens vivono tutto come una reazione emotiva, irrazionale.
Quindi quando sentono/leggono il concetto X reagiscono con Y senza che ci sia una mediazione tra input e output.
Nel nostro caso se io dico che i poveri sono brutti e cattivi non arriviamo nemmeno a controllare se sia vero o falso, ci fermiamo molto prima perché esiste un condizionamento secolare che parte dalle parrocchie e arriva alle Case del Popolo per cui i poveri DEVONO essere belli e buoni e i ricchi DEVONO essere brutti e cattivi.
Però se uno frequentasse una scuola decente dovrebbe ben sapere che nell'antichità è sempre stato il contrario, perché, come ho detto, la cultura di un popolo era la cultura delle sue elite, degli aristocratici, dell'alta borghesia manifatturiera e mercantile. Di tutta la letteratura solo la Commedia racconta vicende di poveri, in tutti gli altri casi sono re e principi, magari sotto le mentite spoglie di orfani e pastorelli ignari del proprio lignaggio. Anche gli eroi "popolari" come Robin Hood in realtà sono sempre duchi. La faccenda comincia ad incrinarsi nel Medioevo per via delle "jacquerie" ricorrenti di cui dicevo altrove. Non tanto perché i "Jacques", cioè i contadini scalzi, fossero consapevoli di se stessi ma perché divenne chiaro che sarebbero stati carne da cannone per una "Rivoluzione" che arriverà ad abbattere l'aristocrazia terriera e a sostituirla con la borghesia industriale mentre la plebaglia passava dai contadini scalzi agli operai unti.
L'Operaio è la chiave di volta, perché è tanto "proletario" quanto il contadino scalzo ma non ha nessun contatto col passato e col futuro, è in nuce già lo Uomo Nuovo - Uomo Unico della Massoneria.
RispondiEliminaL'Operaio possiede quel tipo di bruttezza e di cattiveria dei poveri che si può usare come qualsiasi pezzo meccanico o risorsa minerale. Meglio, l'Operaio è un pezzo meccanico lui stesso.
Da cui il famoso inganno degli inganni della "Dittatura del Proletariato" in cui il "Proletariato Dittatore" in realtà è schiavo del Partito e dei suoi funzionari.
E' schiavo quanto e più di prima ma condizionato a ringraziare.
Mi ricollego al discorso precedente.
RispondiEliminaSeguimi: se il Fascismo finisce con l'arresto di Mussolini che avviene il 25 Luglio del '43 e il 26 Luglio del '43 tutti i giornali e le radio informano gli Italiani che il Capo del Governo è Badoglio e nei giorni seguenti Badoglio abolisce tutte le istituzioni del Fascismo, mi dici cosa festeggiamo nel giorno 25 Aprile del '45?
Dovremmo "festeggiare" la resa delle armate germaniche che occupavano l'Italia e contestualmente "festeggiare" il fatto che dovendo scegliere tra essere invasi dai "Russi" o dagli Americani, conveniva gli Americani.
La resa dei Tedeschi è avvenuta a Caserta il 29 Aprile e diventata esecutiva il 2 Maggio. Hitler si suicidò il 30 Aprile, pare.
Wikipedia recita:
"È un giorno fondamentale per la storia d'Italia, come simbolo della lotta condotta dai partigiani e dall'esercito a partire dall'8 settembre 1943 (giorno in cui gli Italiani seppero dell'armistizio di Cassibile, appena firmato con gli Alleati)."
Come "simbolo" di due cose differenti e che comunque non avevano a che fare col Fascismo ma con la doppia occupazione tedesca e americana.
Nota che Wikipedia riporta correttamente la "Fine del Fascismo" ma evita di spiegare perché avrebbe questa importanza:
"Il 25 aprile 1945 è il giorno in cui il Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia (CLNAI) – il cui comando aveva sede a Milano ed era presieduto da Alfredo Pizzoni, Luigi Longo, Emilio Sereni, Sandro Pertini e Leo Valiani (presenti, tra gli altri, il presidente designato Rodolfo Morandi, Giustino Arpesani e Achille Marazza) – proclamò l'insurrezione generale..."
Capirai, l'insurrezione generale che si sarebbe dovuta proclamare due anni prima. L'hanno proclamata a cose fatte, due giorni prima della resa formale dei Tedeschi.
Qui addiveniamo ad un'altra verità taciuta e cioè che NON ESISTEVA la "Resistenza" fino a che l'Armistizio creò masse di sbandati, cioè soldati italiani che avevano abbandonato i loro reparti e successivamente di renitenti la leva, cioè masse di Italiani che non si presentavano al distretto militare della RSI.
Ancora, la "Resistenza" non ha niente a che fare col Fascismo, che NON ESISTEVA PIU, si è determinata meccanicamente, per costrizione, a seguito della occupazione tedesca e americana. I Tedeschi volevano usare gli Italiani a vario titolo ma non in prima linea ovviamente, questi si rifiutavano e quindi si davano alla macchia e venivano ricercati. Gli Americani volevano usare gli Italiani alla macchia per sabotare le retrovie dei Tedeschi.
RispondiEliminaPoi il PCI vide la ghiotta occasione per fare indottrinamento presso questi Italiani alla macchia, anche perché essendo nel Centro-Nord, molti erano di estrazione operaia e quindi già predisposti alla predicazione "sinistra".
Ma non credo che ci sia forestale da noi.
RispondiEliminaFantastica foto, e bel racconto. Istruttivo.
RispondiElimina===