UnBambino, UnPadre, ieri. Eravamo a Montesole, ieri. E' un posto magico, quello. Ricordo quel concerto e molti altri. C'è terra fertile di sangue d'anime e d'animali.
Abbiamo giocato, amici, pastori, anarchici, tutta la fauna del mondo, corso nel prato, respirato l'aria cupa fresca e poi di sole. E' un posto naturalmente e sottilmente lisergico.
Siamo stati bene UnBambino, UnPadre. Non ha voluto, c'era un djset reggae, Ganjalabria, alla fine. Ballavo e lui mi guardava, sorridendo.
Ero stordito, ieri, nel mio limbo delle terre di mezzo. Bellezze e sorrisi e trecce nere e labbra scure e vestiti colorati, seni acerbi che allattavano, profumo d'erba buona. Ero un po' stordito, ieri. Libera me, domine.
Montesole, hai parte del mio cuore, tu. Del nostro cuore, anche quello di UnBambino.
Settanta, settantuno, settantadue...
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1 ora fa
ascoltata e riascoltata questa canzone, grazie per avermela ricordata, buona giornata
RispondiEliminaL'evento di Montesole e l'album che lo consegnò alla memoria mi piacque un casino, proprio per l'uso accorto dell'elettronica che dette quell'atmosfera onirica, ipnotica, cosmica che è di Montesole.
RispondiEliminaQuesta versione (colonna sonota per PAZ) è decisamente meglio di quella pubblicata in PGR.
La potrei ascoltare per ore.
Ci sono stato a pasquetta :)
RispondiEliminaScrittoti in privato
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