sabato 9 febbraio 2013

Labirinto

Sono arrivato a casa febbricitante, ore ventietrenta che giù in città iniziava la lezione di milonga. Avevo raggiunto e passato i limiti. Lavorare undicioreemezza col fiato sul collo della respons-abilità ora dopo ora in un labirinto di mille limiti di strumenti, analisi, processi, finire cento volte in un antro chiuso senza uscita mette il tuo sangue freddo alla prova. Regredire, osservare bene il punto della selva cupa a cui sei tornato e poi ripartire, seguiamo quella traccia.
Sono gia le quindici... a quest'ora sarei dovuto sul treno verso casa pensi e poi posi gli occhi sul piano. Quanto che rimane ancora merdadiocane!
Sono cambiati i luoghi e i dispositivi ma è sempre quella lotta per la vita, il travaglio del contadino o la fatice del cacciatore nella foresta fitta. Portare a casa qualcosa.
Ho dormito dieci ore e svegliarsi è stato sei ore di sonnecchiare nel letto. Ero nuovo stamani, via pure il sentimento di influenza che era solo tossicità di una settimana di lavoro quasi di Sisifo. Saltati la visita ai miei, i passi argentini ieri sera, la lussuria in tre stasera. C'è però il piacere del dovere compiuto, di quanto fatto, l'adrenalina dell'impeto furioso. Sono ancora a letto a ricaricarmi nell'ozio, mi si chiudono gli occhi ancora.

11 commenti:

  1. Addirittura questo attaccamento al lavoro?

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  2. Francesco, io ebbi una fase eroica appena passati i trenta. Poi la vita mi ha (fortunatamente) fatto passare per rotture e grandi avvenimenti.
    Quindi lavoro per vivere e vorrei lavorare meno e meglio.
    A volte però c'è da stringere i denti per respons-abilità. Una buona collaborazione con l'azienda è fatta anche di questo. Dare e avere.
    Ogni tanto quindi sgobbare duro ci sta.
    Con tutte le critiche sul metodo, peraltro già scritte.

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  3. Scritto 'sta pagina dal letto con il furbofono, ora ho corretto i refusi.
    Tastiere virtuali... un po' del cazzo come il virtuale in genere.

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  4. Ti stai affaticando troppo, avresti davvero bisogno di staccare un po' la spina.
    Ma capisco anche la sensazione di sentirsi soddisfatti di sé dopo aver fatto il proprio dovere, e anche bene.

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  5. Se riusciamo a finire tutto questa settimana, mi prenderò venerdì di ferie.
    Oggi giorno di ricarica. Rimango a casa pure stasera.

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  6. Comunque devi riguardarti! riposo e dieta!

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  7. Dieta...
    Ieri _ara mi consigliava una dieta macrobiotica: un sacco di spremute ed uno spicchio d'aglio trangugiato intero.
    E io avevo 'na fame bestia.
    E allora mi sono saltato mezzo cavolo romano in padella, mi sono preso una bisteccazza (del contadino del gas) e poi una cofanata di radicchio quello sì guarnito con una vinaigrette di balsamico ed aglio e mi sono sbaffato tutto che a momenti mi sarei mangiato pure le padelle.
    Oggi riposo sì.
    Grazie Sara per i suggerimenti.

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  8. "Sono cambiati i luoghi e i dispositivi ma è sempre quella lotta per la vita, il travaglio del contadino o la fatice del cacciatore nella foresta fitta. Portare a casa qualcosa."

    Mah, sinceramente paragonare il lavoro del contadino e la fatica del cacciatore a quella del lavoro di ufficio mi sembra molto forzato.
    Una della grandi differenze del lavoro di ufficio da quelli legati alla terra, agli animali è che perdi il contatto con la natura, con la lotta per la vita.
    Un contadino pianta, cura, fa crescere e raccoglie un prodotto primario che serve per la vita. Esce nei campi e sente il freddo, il caldo, la pioggia e la neve.
    Noi non produciamo niente di essenziale, se sbagliamo possiamo sempre correggere, è solo un problema di tempi.
    Anche un broker speculativo "lotta" per la sua vita, ma molto molto diverso.

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  9. Sicuramente ci sono contesti diversi.
    Ma non è che la fatica sia sparita. No no.
    Difficoltà, ansia, incertezza sui risultati, fatica a volte fino ad essere esausti (come ero venerdì) hanno solo nuove espressioni.
    Certo il nostro lavoro non produce l'essenziale vitale, ma produce ciò che serve ad acquistare l'essenziale vitale.
    Ciao caro.

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