lunedì 18 febbraio 2013

Le prime luci del mattino

Meno ci capisco dell'amore e più questo mistero mi stupisce. Emmenomale.

Ho aspettato un po', avevo scritto una prima pagina ("pag. 122"), poi avrei voluto riportare qualche passo ma è troppo onerosa la trascrizione in termini di tempo. Sto finendo la seconda lettura che a fagocitare i libri forsennatamente ti perdi un sacco di sapori fine, retrogusti e le briciole croccanti e quella vena grassa e sapida. Non avevo letto nulla di Volo e questo regalo di _zzz mi ha fatto cadere in un vortice. Adoro tutto ciò che permette di scoprire le tue parti  rosse e blu e indaco e nere.
122 è la metà di pagine 244. A metà c'è la vita di Elena nei giorni della Liberazione, (una vacanza con Paolo, il marito nei ponte del XXV aprile). In effetti la propria liberazione, una di quelle autentiche. Sono le pagine centrali del libro ma anche il cuore della tesi.
Rivivrai pagina per pagina il soffocamento del post innamoramento, l'estinguersi del sé, della relazione fino alla percezione di essere diventat* un cadavere freddo di un duo fraterno. Volo è maestro iperrealista nel linguaggio della quotidianità nell'evocare quegli stati d'animo. E le pagine in cui descrive la quotidianità soffocante e fredda di molte relazioni/matrimoni raggrinzitisi a routinequotidiana - mortedelleattenzioni - mancanzadicomunicazione e di contenutidacomunicare - ilsacrificiodeltiriamoavantiperchéècosìchedeveessere - sparizionenonsolodellalibido ma della soavità della carne tiepida fino a che i sempre più radi contatti diventano perfino disgustosi - l'esserefreddiesolisenzaalcunaintimitàindue sono tra le migliori.
E' il fuoco (a volte fiammella tiepida a volte neppure quella) che lascia braci che poi si consumano nel grigio freddo della cenere. Quelle parole ti fanno rivivere il principio della fine e pure la fine.
Demolizione del braccio della morte "solo tu ed io per sempre". RIP. Un libro di demolizione dell'ergastolo. E di ricostruzione dell'eros, del piacere liberati. Ma quanto dolore sento ancora. Come se mi mancasse l'aria. Non ho potuto non rivivere. Oh, ci sono eccezioni, ma sono rare, la stragrande maggioranza di coppie degrada in duo fraterni.
La protagonista attraversa due metamorfosi e la seconda è dolorosa: è il ritorno precipitevole, il ricadere a terra a velocità spaventosa nella realtà dal sogno reale dell'innamoramento e della divinazione dovuta alla  incredibile scoperta dell'eros, il ritorno all'essere sola, solo un primo passo prima della liberazione successiva che verrà. La descrizione degli stati d'animo sempre più irrequieti nella dipendenza dall'altro e la chimera di Elena di voler consolidare situazioni ludiche, liberatorie, di volerle cristallizzare in uno status quo stabile che ne è formidabile ed efficace dissolutore, demolitore vede Volo ancora eccellente nella semplice scrittura evocativa.
Elena compie la propria trasformazione, da cigno bianco a grigiastro quasi trasparente fino al rosso vivo. Poi torna del proprio bel colore, la vera scoperta.
Sei da sol* nella cella fredda del duo fraterno penitenziario? E la demolizione liberazione per te.

Fabio Volo
Le prime luci del mattino
Mondadori


52 commenti:

  1. Volo è una delle cose più inspiegabili sul pianeta terra. il suo successo, soprattutto verso le donne, a volte non mi fa addormentare la sera.....

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  2. Qui dovrebbero risponderti le portatrici di vagina. :)
    Ahah, non dormire per il successo di Volo con loro. Ma vai alla grande. Che bello avere questo genere di preoccupazioni. >:)

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  3. Io ho letto un libro di Volo anni fa. Non mi pareva male. Poi ne ho letto un altro ed era uguale al primo. Quindi ho smesso. Sono una portatrice di vagina che non diventa matta per Volo ;)

    Io però non rileggo mai due volte lo stesso libro. O meglio, quasi mai. A volte capita la rilettura in un'altra lingua.

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  4. Arroccata in una posizione a metà tra l'indie snob e il radical chic, spesso sentenzio stupidamente su ciò che considero troppo commerciale o privo di elementi che possano stimolare giudizi critici. "Cheppalle", state sicuramente pensando... E nonostante mi riprometta di evitare come la peste l'ennesimo best seller di Volo, finisco sempre per leggerlo, riconoscermi in qualsiasi protagonista e, lo ammetto quasi con vergogna, a volte quasi commuovermi.
    @ Francesco: è inspiegabile anche per me, ma accade. Secondo me ha una bravissima ghost writer che scrive ciò che noi donne (anche quando fingiamo cinismo ed indifferenza) vorremmo accadesse.
    Spero questa possibile spiegazione possa conciliarti il sonno, quasi come una camomilla ;-)

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  5. Ci sono libri che leggo talmente velocemente che ... ne trascuro dettagli. La seconda lettura mi permette in questi casi di recuperare tutto quanto lasciato a terra nella corsa mozzafiato.
    Forse ti è capitato in qualche corso. Ecco, la prima volta sei talmente concentrat* che, ad esempio, perdi il senso complessivo di un passaggio, ad esempio. Anche perché non l'hai. In seconda ripetizione ti puoi concentrare su aspetti più fini.
    Io ne ho letto uno solo, questo.
    Diciamo che esiste uno stile d'autore e anche Volo non ne sarà esente.
    Beh, la lettura di alcune opere in lingua originale è bellissima. Diciamo raramente possibile. Mo' mi sto leggendo un bel romanzo di un norvegese, devo iscrivermi ad Oslo ad un corso di lingua per stranieri. :)

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  6. Oh, vedo che anche Libera Mente dice la sua.
    Grazie grazie.
    Una volta leggevo solo roba impegnatizzzzima a volte delle mappazze così (ero ancora un tantinello talebano).
    Poi ho capito che esistono anche letture ludiche e godevoli e che non sempre deve esserci la dominazione della complessità linguistica e letteraria sui contenuti. Anni fa c'erano polemiche del genere sulle opere di Paulo Coelho mi ricordo.
    Riconoscersi... ho cercato di sottolinearlo questa capacità evocativa di Fabio Volo che si basa anche sull'adozione di un linguaggio quotidiano e sulla struttura del parlato.
    Io ho una mia teoria sul perché Volo abbia successo con le donne. Solo con le donne? Ci anche sono molti lettori anche tra le sue fila intuisco.

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  7. Certo che se si inizia una relazione pensando a quanto deprimente sarà la quotidianità, che tutto andrà allo sfascio, che il vivere fianco a fianco è la tomba dell'amore, per forza poi va a rotoli!
    Senza mezzi termini, la trovo una cosa patetica.

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  8. A cosa/chi ti riferisci, Alahambra?
    Non è la storia della protagonista che non è affatto all'inizio, è storia di un matrimonio già avviato (ora non ricordo se viene citato in qualche punto anche da quanto).
    Buondì e ben tornata.
    Ho pensato un sacco di volte a me e quindi a te leggendo 'sto romanzo.

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  9. Ho capito che la storia della protagonista non è all'inizio, ma se consideri quello scritto una cosa valida e descrittiva della maggior parte della realtà, mi pare evidente che quando cominci una storia stai già pensando che quella sarà la fine. Voglio dire, non è che ci vuole un genio del sillogismo per arrivarci.
    Nello specifico, tu hai ribadito praticamente sempre che il tuo pensiero sia quello.
    Ora, tanto per specificare: se dobbiamo ricominciare ogni volta il balletto per cui io dico qualcosa, tu la giri a tuo modo e io devo passare ogni inizio risposta a puntualizzare quello che ho scritto sopra, evito a priori.

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  10. Alahambra, io mi sto riferendo a quel libro di Volo che ha una storia di una donna che vive un matrimonio ormai sempre più grigio in cui non solo non c'è eros, non solo non c'è sesso, ma non c'è più comunicazione perché non ci sono più neppure contenuti da comunicare né desideri.

    Direi che Volo è riuscito a rendere bene l'idea di molte (probabilmente la maggioranza) delle coppie non fresche.
    In realtà la tesi dell'opera è diversa: due bisogni zoppicanti che si mettono insieme NON permettono una storia di felicità che corre. Ciascuno deve prima liberarsi, trovare se stess* e poi può amare. E' anche il finale di Elena, la seconda metamorfosi è quella. Ella trova se stessa proprio per il secondo scossone che è la fine della storia con Lui ovvero con quella che le aveva permesso di conoscersi come donna attraverso la scoperta del proprio eros.

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  11. ovvero con colui che le aveva permesso di ...
    Scusate.

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  12. @ciao Alahambra ma dov'eri finita? Mi sei mancata.

    @uomo La sostanza è sempre la stessa. Nella coppia (sovente) si perde l'individualità. Non si coglie l'energi dall'esterno per infonderla all'interno e con il tempo il rischio di diventare una cosa sola (non nell'accezione positiva dell'evenienza) è un attimo.
    Individui nella coppia.
    Coppia per l'esterno. Sarebbe la condizione ideale.
    Non conosco Volo autore ho visto qualche film e a dire il vero mi è sembrato sempre troppo legato a dei modelli generazionali che non mi appartengono.

    @Francesco me lo chiedo anch'io. a me sembra un vicino di casa di quelli che vanno sempre alle riunioni di condominio per diletto

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  13. Non sono mai andata via FG, ma siccome non sono d'accordo su quasi niente di quello che vien scritto qui e non ho sempre voglia di finire in discussione/polemica, spesso taccio.
    Quanto a Volo, a me non dispiace, e mi sembra assai meno scontato di quello per cui lo si vuole far passare. Mi disturba solo l'esasperazione del suo cinismo, che mi sembra diventare più una posa che un pensiero reale.
    Voglio dire, ho sposato un cinico all'ultimo stadio, apprezzo assai questa caratteristica, ma mi sembra che nel caso di Volo diventi più una maschera da personaggio.

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    1. Volo cinico? A me sembra un personaggio di Verghiana memoria parte esponente dei vinti.
      Invece secondo me per quello che puo servire il confronto con il tuo pensiero e' utile e stimolante .... Anche se diverso ...

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    2. Il confronto lo è quando è tale. E infatti con te il dialogo è costruttivo, anche se alla fine ciacuna rimane delle proprie opinioni. E' quando diventa un parlarsi addosso sterile ed un continuo puntualizzare che non mi va più a genio e mi ritiro in buon ordine.

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  14. di fabio volo ho letto qualche libro nel
    periodo in cui mia figlia lo leggeva,
    ma non ho ricordi di trame o personaggi, solo di qualche pagina divertente.
    come uomo non mi piace pè niente: ha la barba ed è basso, due requisiti indispensabili per finire in fondo alla lista.
    POI!
    un giorno mia figlia mi disse "fabio volo scrive come te", e io non seppi se offendermi o esaltarmi.

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  15. x Alahambra:
    Hai sposato un cinico. A volte penso che questa sia proprio la potenza riformulata della biologia della riproduzione sessuata. Andiamo a cercare ciò che ci manca nel partner.
    Ciò che ci manca che ci attrae e poi crea attriti. Un po' come le scintille tra due poli elettrici, che a mettere insieme due fili dello stesso non succede proprio nulla.

    x FemminaGaudente:
    Non conosco altro di Volo, ma in questo romanzo la protagonista esce vincitrice, la sua evoluzione è vincitrice.

    x Silvia:
    Ecco, poi c'è l'estetica dell'autore pure da considerare.
    :)

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    1. Già, peccato che io sia ugualmente cinica, il che da fa cedere abbondantemente la tua teoria, almeno per quello che riguarda noi due. Teoria che viene ugualmente confutata dalla parte sugli attriti, che, di fatto, tra di noi praticamente non esistono.

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    2. Alahambra, a volte penso che tu possa essere per diversi aspetti la mia versione in femminile.
      Ideali e cinismo ben mischiati.
      Però in te la tensione ideale prevale a mio avviso.
      Hai un sistema di fede molto forte (oggi è un giorno è un dono/dote grandissimo, è la solidità del granito in questo mondo liquido liquefacente).
      Non ho alcuna possibilità di confutare o confermare cià che dici , attriti compresi.
      Ecco, una cosa è che nella vita di Elena tutto funzionava a perfezione, addirittura gli amici di Elena e Paolo dicevano loro che sembravano La coppia Felice, perfetta. E invece Elena si sentiva sempre meno vitale giorno dopo giorno. Elena e Paolo non avevano attriti.
      Perché alla fine non c'era più nemmeno vigore e stimolo per affrontarli.
      Ho vissuto questa situazione di fusione (nel senso peggiore del termine) con la madre di mio figlio.
      Assenza di attriti fino alla rottura finale. Ognuno manteneva chiusi in sé la tensione che si accumulava. E tutto era tranquillo e quotidianamente ripetuto.
      Ma questo è il mio vissuto, sto riferendomi alla mia vita.

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    3. Continuo a dirti che quello che tu chiami tensione ideale non è affatto tale. Semplicemente, tra le molte, scelgo la via del massimo risultato con il minimo sforzo, ovvero evito di farmi toccare da ogni sciocchezza che accade e di limarmi il fegato per tutto quello su cui non posso intervenire.
      Mio marito è fatto in un certo modo, lo sapevo dai primi momenti in cui ci siamo conosciuti e non ho cercato di cambiarlo, non lo faccio tutt'ora. Non mi illudo che farà (o non farà) cose che non gli appartengono e vivo assai serena.
      La nostra base di convinzioni è solida ed è comune, e, come sostiene giustamente LiberaMente, la base di un rapporto stabile affonda in questo le sue radici.
      Ben lungi da avere una ricetta od essere la Coppia Perfetta, ma di fatto siam proprio sereni.

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    4. Eh, proprie strategie per il buon vivere.
      Pensa che io sistematicamente, ideologicamente seguo strategie - come le chiamo ? - basate sul contrasto tra momenti miti, temperati e momenti eccessivi, estremi. Perché la componente biochimica dell'esistenza mi aiuta a percepire la mia vitalità.
      Elena deve passare per il vortice di sensualità - scoperta - libido - lussuria per arrivare a scoprire se stessa.
      Elevare l'emotività è però un meccanismo di coscienza e di autoconoscenza indubitabile, certo, Alahambra.

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  16. Una coppia che non conosce attriti? Wow, da manuale. I miei attriti, invece, non conoscono tregue e credo che, in entrambi i casi, ci sia un po' anormalità. Una via di mezzo sarebbe l'ideale. Penso che nessuno possieda delle ricette sicure. All'inizio credevo ciecamente alla storia degli opposti che si attraggono, adesso però mi sembra una solenne cavolata. Se non puoi condividere nulla, alla fine che resta? Un eterno esercizio di doti diplomatiche che potrebbe anche logorare.

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  17. x Libera Mente:
    La regola d'oro, in amore, è che non esistono regole.
    :)
    Gli opposti si attraggono e forniscono energia e differenziale vitale, ma questo ha un costo.
    Le situazioni a problemi complessi sono spesso paradossali e sempre ad un metalivello. Il problema non è Tizio o Caio o Sempronio. E' che esiste un tuo ego per il quale
    - alcune cose che ti Tizio non le hai con Caio e Sempronio
    - alcune cose che godresti di Caio non le ha Tizio né Sempronio
    - infine quegli aspetti così attraenti di Sempronio non sono certo caratteristiche di Tizio e Caio.

    Qui si sono diverse strategie
    - diventare consumisti di aspetti voluttuari nelle relazioni (Federica nel libro, poi dopo l'uomo mutanda, l'uomo eurostar, l'uomoappuntamento trova Marco)
    - negare l'esistenza quel tuo desiderio che il tuo partner non può soddisfare (soppressione delle emozioni)
    - accettare che esiste la tensione ma non darle attuazione
    - prendersi una vacanza e godere con Sempronio ciò che non può essere con il tuo parner Tizio
    - decidere che vivere con Tizio e Caio e Sempronio (poliandria e poligamia) ma poi arriva comunque Tullio a sparigliare tutto
    - decidere che semplicemente non ne vuoi avere da nessuno
    - ...

    Sperimentare e cambiare fino a che si trova un buono status vitale, essendo sempre consapevoli che tutto cambia, anche esso. Osservarsi e mettersi in discussione.
    Può essere faticoso. Ma le cose buone/importanti/belle bisogna sudarsele, pure per mantenerle.

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  18. cazzo che dibattito si è sviluppato su Volo e che mi sono perso! non c'è un cazzo da fare, questo blog tira più del mio, per forza io ultimanente parlo più di cazzi politici che dei cazzi miei, quindi è giusto che sia così.

    però vedete che alla fine avevo ragione io, ed è il primo commento di questo post? Volo spacca, questo è il fatto, il resto sono chiacchere e distintivo

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    1. Tanti che criticano Volo, in effetti, lo fanno perchè "rosicano" da paura.
      A me, in tutta sincerità, non dispiace per nulla, pur non trovandolo, ovviamente, questo fulgido esempio di scrittore/attore/autore/maschio.

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  19. Per la mia esperienza, Francesco, i diari "generalisti" come il tuo ed il mio non hanno e non fanno grandi numeri.
    Il diario di A-Woman A-Man che fu orientato alle questioni dell'eros arrivò a fine splinder a oltre 700k accessi. Ci vogliono contenuti e specialistici e forti e anche una certa dose di tessitura relazioni.
    Ma 'ste letture sono questioni di soddisfazione assai volatile dell'ego, in definitiva. Danno la soddisfazione di una mini pallina di aspartame quando sei affamato.
    Ultimamente ho scritto poco di personale: contatti con le diariste, alcuni potenzialmente sexy, il tango (anche perché per il catarrume persistente ho calato un po', ieri è andato bene, meglio del previsto da Flora, dei contatti residui con _ara, dei mini ritratti e paesaggi di vita tanghera).
    Richiedono tempo i diari ciccetti belli scaraffoni nostri. Molto.

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  20. DIOPORCOHOPERSOILCOMMENTO
    cmq dicevo, vorrei sottolineare che ogni volta che leggo i commenti si percepisce questa ossessione per la serenità (sbandierata quasi come se fosse segno di successo, di realizzazione, "ma guarda che ci amiamo, ma guarda che siamo sereni"), per la continuazione della coppia (come fosse un obiettivo ritenere per sempre quel povero cristo/a al tuo fianco, come se fossi una telecom per la quale è un obiettivo ritenere il cliente). In più c'è la demonizzazione della fine di una coppia: "ah! ti ha lasciato ah! ti sei fatto lasciare, hai sbagliato, non hai saputo...". Talvolta (mi riferisco ad esempio ad Alahambra, che io riconosco come rappresentante del demonio sul web) si rinfaccia ad Aman di aver fallito – che qui è quello che mette in piazza i suoi panni - o si rinfaccia che “la mia coppia ha resistito mentre già so che quelle altre coppie che si basano su quei valori sbagliati faranno una brutta fine, mentre io e il mio amato blah blah blah” “io lo avevo visto súbito, io lo avevo predetto”... ecco, volevo solo sottolineare che poi un giorno ti trovi tuo marito colle scarpe lucide che fa un pompino a un trans, e ci avresti messo la mano sul fuoco. Oppure vi scocciate serenamente l’uno/a dell’altra/o, oppure si vuole cambiare paese, avere un figlio e non puoi averlo con questo uomo e perciò si apre la crisi.
    io non chiamerei il cambio, il viver evite diverse nella stessa esistenza un falimento, altrimenti siamo avvocati di un modo di vivere único, standard: famiglia, tac. Compriamo la casa. Andiamo a trovare la zia. DIOPORCO IO TUA ZIA MI FA SCHIFO; LA INCULO TUA ZIA COME HO INCULATO LA MIA. Magari che ora si possa vivere sereni in coscienza lasciandosi, volendosi bene, prendendo un altro partner, facendo figli con più di un partner – allo stesso tempo rispettando il prossimo, rispettandosi. Con calma, in coscienza, riflettendo su quello che si fa, e seguendo dove la mostra inclinazione personale e le mille combinazioni e possiblità che la vita ci offre, no?
    O no? Altrimenti vigerebbe una personalità, un pensiero ed una inclinazione unica, perbacco.
    No? Ho le traveggole o è pacata e sensata la osservazione?

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    1. Trovo le bestemmie una cosa assai squallida, e già questo basterebbe per evitare di risponderti, visto che non dimostri la minima educazione, una volta di più.
      Detto questo, un secondo dopo aver postato il commento precedente mi son detta: toh, sembra proprio che la serenità di cui parlo sia sbandierata piuttosto che reale. Quindi, pur sapendo che non è così, capisco bene di aver dato questa impressione, e la tua obiezione ci sta tutta.
      E sì, per me rimanere al fianco della persona che amo e riuscire a non farlo allontanare è un obiettivo, altrimenti non lo avrei sposato. Mi stupisco quasi di doverlo dire, mi pare una cosa talmente ovvia...
      Quanto al fallimento, invece, proprio non riesco ad essere d'accordo. Ma è questione di italiano e di logica, senza farci tante pippe e senza girarci attorno. Se la tua speranza è quella di continuare a portare avanti una relazione e quella finisce perchè non hai saputo fare in modo di farla funzionare, è un fallimento. Se invece il tuo pensiero è di passare da una all'altra senza soluzione di continuità, allora no, non è fallimento, è presa per i fondelli verso quelle cui hai fatto credere di voler avere stabilità con loro. Se, ancora, vai qui e lì ma tutte lo sapevano prima, allora una volta di più niente da dire.
      Figlio: interessante che tu tiri fuori proprio questo argomento, visto che io ne vorrei, ma lui non ne vuol sapere di pezza. Di nuovo, è una cosa che sapevo di bel principio, e per quanto possa dispiacermi, ho fatto una scelta e l'ho sposato, ben sapendo di non poter recriminare niente poi, considerato che avevo tutti gli elementi in mano per agire diversamente.
      Ed è questo che si chiama rispetto, non le tante balle di cui si ciancia allegramente, per cui va bene tutto ed il contrario contemporaneamente.
      Quanto a me, questo è l'ultimo commento tuo al quale risponderò se esso comprenderà ulteriori bestemmie, con buona pace di quello che naturalmente interpreterai come stupida aderenza ad un fede che invece, una volta di più non c'entra nulla ma si limita alla buona educazione.

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  21. @alahambra domanda stupida per il quale puoi mandarmi a stendere. Ma come hai fatto a scegliere di non avere figli pur desiderandoli.? Ommiddio nei miei deliri di onnipotenza mai penserei la mia vita priva di quel desiderio di completezza che mi ha reso femmina madre donna sposa compagna . Ho generato per scelta e mai e poi mai avrei rinunciato. Ogni giorno quando li guardo divenire..... Mi sento piena di futuro.
    FG

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    1. Perchè mi sento completa anche senza, perchè non posso pensare di averne con qualcuno che non sia lui, perchè è con lui che so di voler passare il resto della mia vita. Non credere: è stata una scelta travagliata, probabilmente la più sofferta che abbia mai dovuto prendere.
      Ma ho considerato tutto ciò che potevo, ho preso il cervello, il cuore, la pancia, ho lasciato che ciascuno di essi dicesse fortemente la sua e alla fine la risposta è stata una sola: un figlio, per me, deve essere con lui. Se così non può essere, preferisco non averne.

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    2. @Alahambra se potessi ti regalerei questo libricino ino ino....
      Mi ha strappato lacrime e sorrisi ma dopo averlo letto mi sono sentita "PIU'... quello che volevo"

      «Io prima di te» di Jojo Moyes

      FG :-)

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  22. Emilio ha portato la sua dote di energia maxima e anche di saggezza. Insieme mi piacciono come l'arbitrio nell'uso dei registri linguistici.
    Non voglio aggiungere molto. In bici stamani sotto la pioggia scrosciante pensavo che è bene che ciascuno provi a seguire una propria linea, a prenderne i benefici e a pagarne le conseguenze.
    La conoscenza può diventare saggezza solo quando hai vissuto molto e quando hai un po' di distacco pure dalla tua linea che è solo una delle molte. La nostra parte razionale, oggettiva, che è solo la punta dell'ceberg vorrebbe che imparassi anche da scienza e conoscenza, dal vivere degli altri osservandoli, da un approccio critico e sperimentale, verificatore delle ns credenze.
    Ma l'esperienza diretta è incommensurabilmente più efficace nell'insegnarci a vivere.
    Ecco, infine la questione della maternità come completezza di una donna; peraltro anche su questo Elena e il marito Paolo (poi ex marito) non hanno figli. Questo lascia loro forse una presunta libertà in più perché come dice Emilio stiamo ritornando a modelli riproduttivi più aperti (o scappando aggiungo io dalla famiglia nucleare che ha moltissimi difetti ed è patogena, come tutti i modelli chiusi e a poca diversità).
    Anche la maternità rientra nella dimensione di una donna, anche se oggi (signori mezzi contraccettivi grazie!) non è che minimamente legata all'eros.

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  23. >Quanto al fallimento[...]allora una volta di più niente da dire.>
    come sempre il tentativo è di fare la donna spiccia e cazzuta ma poi si vede come la tua immaginazione è limitata ed egocêntrica. Colgo anche un poco di patético femminismo di província.
    Magari è possibile che esistano più opzioni di quelle che hai tu? Magari può essere nessuno abbia fatto credere a nessuno di volergli dare stabilità? E magari, guarda un poco, magari la controparte femminile in questione non è lì che sta sbavando per avere stabilità, la casa in província, la messa, i gattini, le zie di 95 anni da visitare? Magari può essere che una donna sia veramente independente e assuma che la vita è grande, che il suo punto di vista è di navigare questa vita e dedicare la própria vita all’assoluto? Non a un tabernacolo di peltro, ma all’Assoluto, quello che incontri ai bordi delle strade, un sacchetto di plástica in mano e nemmeno una carta di identità e ricordarti chi sei (non è un modo di dire). Può essere che questa stessa donna accetti un incarico a Sao Paulo, torni dopo un anno, riparta per Mosca, poi decida di andare a vivere nella fottuta isola di Java senza pensare alla maledetta stabilità? Può essere che dentro a tutto questo ci stia anche una relazione basata sull’amore e sul Desiderio di stare insieme attraverso lo spazio e il tempo? Altrimenti la relazione mi sembra un ricatto: io donna voglio stabilità, tu devi esserci per me seno non mi ami, tu mi devi sposare perchè il resto della famiglia sappia che io non sono una povera zitella, non mi tradire altrimenti sei bugiardo etc.etc. Ma questo è egoísmo, è insicurezza, è incapacita di concepirsi soli.
    La mia donna è un mistero, mi intimorisce e mi snerva, la mia donna mi infiamma e inorgoglisce, la mia donna fa quel cazzo che vuole. Io della mia donna sono solo una controparte col cazzo. Non molto più maschile di lei, solo quello col cazzo che molto si impegna a darle quello che mi chiede, qualsiasi cosa sia – sono devoto e presente se posso, ma il punto del rapporto non sta dentro al rapporto. Il punto è offrirsi nudi alla fiamma che ci consuma, fino alla dissoluzione.
    ...

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    1. ...
      Alahambra - mi rivolgo a te perchè rappresenti quelli che si affannano a mettere regole, a escludere quello che io credo non sapete comprendere e affrontare - consideri solo le opzioni che hai vicino e che dentro i tuoi limiti ti sei formata tu.
      Se fosse per questa mentalità non esisterebbero Frida Kahlo, se fosse così non esisterebbe Alison Lapper – non esisterebbero quelli che le regole le frantumano, che calpestano le linee. Alahambra, ogni volta che ti manifesti sembri Nurse Ratched come la dipinse Ken Kesey (One flew over the cuckoo's nest, 1962): la differenza esiste, che facciamo? Mettiamo le regole, la perseguiamo, la esasperiamo, poi la lobotomizziamo.
      Vabbè, ho detto la mia. Sempre perchè non lavoro e ieri sera ho passato troppo tempo al bar.
      PS la bestemmia è un divertente intercalare in molte regioni, come “diobestia” (la preferita di mio bisnonno buttero, da leggersi con una t dolce, símile alla c) o “porcamadona” (la preferita di mia nonna, chioggiotta, da leggere con con le due o chiuse), o il clássico veneto “diocan” (mia moglie è veneta, e nella mostra assenza oramai più che decennale dall’italia abbiamo lunghe conversazioni solo a base di diocan). Altrettanto, la bestemmia è presente massimamente in Italia e Germania/Austria (dove sviluppano imprecazioni cupe e sadiche). Spagna, paese fortemente cattolico, ha nondimeno una forma di imprecare contro dio più soft: è meno usata e meno volgare che altre imprecazioni. Rimangono sacche provinciali di forti bestemmiatori nelle zone più rurali catalane (come al bordo del brullo Aragon) dove dire “me cago en dios” è prima di tutto prendere posizione. O con Franco e coi preti, che nella guerra civile denunciavano sistematicamente i ribelli sulla base della confessione (cosa documentata, me cago en dios), perciò tradendo intimamente i propri figli, fratelli, il próprio popolo, o con noi, al bar, fuori dalla chiesa e tomando un vinito. Io sarò lì colle labbra porporine come una maschera antica, lontano dal sagrato.
      PPS oh, poi tutto questo detto con ironia, ma c'è anche del vero.

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    2. Ma che ricatto e ricatto! Si sceglie in libertà, sapendo quali siano le condizioni.
      Se a te piace il libertinaggio estremo, non fai per me. Se a me piace la stablità, non facico per te. E' talmente semplice!
      Secondo me è proprio il contrario: non sono io quella egocentrica, ma voi, che mettete al centro di ogni cosa la vostra esistenza che, perdonatemi, per quanto a voi possa sembrare fondamentale, al resto del mondo è assolutamente indifferente.
      Poi, una volta di più, ma chi ha mai detto che la stabilità deve essere una condizione privilegiata per tutti quanti? E soprattutto, ma che diamine c'entra con quello che ho scritto?
      Per il resto, continuo a sostenere che, osservando la realtà che mi circonda, noto che alcuni comportamenti portano nel 99% dei casi alla rottura. Lo noto, lo dico e lo propugno, e pazienza se passo per la Cassandra di turno Max.
      A me sa tanto che la visione univoca non sono io ad averla...

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    3. >Per il resto [...] Max.>
      So what? E adesso che pensi di avere la formula perfetta per stare insieme per sempre e sempre che ci fai? Lasci metà dei commentari a vantarti della stabilità e della serenità che hai ottenuto con la formula magica, e l'altra metà a predire amarezza per il resto degli amanti che si abbandonano, si struggono, che scopano, che tentano l'impossibile e l'irrazionale, che senza calcolo compongono il bello e non l'utile.
      Non ti dirò che lo trovo squallido e triste, perchè userei quegli aggettivi tipici di chi ha già deciso da che parte stare per non provare la vita, ma per qualificarla a priori.
      Solo esprimo un vigoroso dissenso e una sincera disapprovazione per chi parla da una posizione di (relativa) sicurezza e - come si dice qui in iberia - non si moja, non mette i piedi nella situazione. Fin dall'asilo li ho sempre odiati, è qualche cosa di primario in me. Ben diverso sarebbe chi ti dicesse: - been there, done that...sai che ti consiglio? Lascia stare perchè a me blah blah blah...
      Quella è comprensione, quella è virtù, come giustamente commentava anche Uomo poco fa.
      Il resto mi sa di fumo che esce dal turibolo.
      Giuro che agli oltranzisti a base cattolica, Alahambra, ecco vorrei dirvi che vi posso accettare solo se mi schiaffeggiate, legato su una sedia, o alternativamente se mi lasciate l’impronta del botafumeiro bollente sui testicoli, sulla pelle, un segno chiaro della vostra violenza, che voi chiamate amore.
      E siccome penso e non faccio un cazzo, come il personaggio di Albanese, adesso scendo al bar.
      PS come sempre dico tutto questo con l’ironia di sempre, sempre tra il serio e il faceto.
      PPS grazie per la compagnia che mi fate
      PPS Uomo, dai che riapro un blog (che già ho da anni, m ache uso come discarica) anche io

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    4. Max, appena tu ci metterai a conoscenza, io tornerò a leggerti e collegarti. Il tuo posto fin da subito fu uno dei migliori luoghi della diariosfera. Hai anche un "dovere etico" di condividere il tuo pensiero che è molto ecologico per me.

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    5. Ordunque, se l'unico sistema di comunicare deve essere la provocazione, magari c'è qualcosa che non va. Mi piacerebbe, così per cambiare, avere con te un dialogo civile.
      Mi chiedo chi abbia mai detto che non comprenda quello che dite. Lo comprendo perfettamente, ma non lo condivido affatto. E di seguito mi chiedo: perchè invece voi non fate il minimo sforzo per comprendere quello che sostengo io, trincerandovi dietro la convinzione (sbagliatissima, lo ribadisco) che non sia frutto della logica?
      Riflettevo anche su questo: mi tacciate di mettere regole ad igni cosa e di cercare di regolare ogni tipo di situazione. Niente di più falso. E' una vostra proiezione questa, che non mi appartiene affatto e che i fatti smentiscono alla grande. Mio marito fa quello che vuole quando vuole, ed io altrettanto. Il fatto che quello che vogliamo noi non coincida con quello che volete voi non rende me una fanatica della discplina.
      Oh, tanto per: anche noi abbiamo il culo immenso di poterci permettere di non lavorare.

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    6. >Mi piacerebbe, così per cambiare, avere con te un dialogo civile.>
      no, ma dai, se mi conoscessi sapresti che è tutta roba così, detta per difendere una posizione morale ma non importa mica tanto. l'importante è vivere questi mondi lontani e non incontrarsi mai.
      peraltro oltre le due battute ho appunto questo problema: scatta la lotta.
      Ah! ecco perchè anche te stai qui a non fare un cazzo e berciare roba inutile.
      Pensa se fossimo al bar: i bicchieri che volano. Appunto: meglio non incontrarsi mai. ciao!

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    7. Mmh.
      Io invece vi incontrerei molto volentieri e sono sicuro che nella compresenza dei corpi anima le menti lascerebbero da parte le loro ide(ologi)e.
      Il confronto è animato da differenze di potenziale e qui ci sono e pure elevate. Alahambraccia, tu mi sei molto simpatica e ti voglio bene. Pensa che ci fu un periodo quando scrivevo su aWaM che mi erano girate per la crapa delle cose sozzissime con te che poi alla fine godevi di brutto. Altro che finire a vino e tarallucci. Finire a leccate e inculatine. ahaahah ~:)
      In quanto al lavoro... può ammazzarlo l'eros oppure esserne una condizione necessaria. E' un motivo di autorealizzazione e se essa contribuisce al tuo buon-vivere allora contribuisce pure al sesso. :) Nulla che non si sapesse.
      Emilio, sei tornato in Catalogna?

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    8. Ussignur che botta ormonica mi ha dato la presentatrice. Me la sarei gauduta in piedi davanti al pubblico.... Sono una zorra... Lo so
      FG

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    9. La morette ha sconfinferato pure me.
      ziobonossì! :)

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    10. @uomo
      sì, son tornato a bcn. a casa, in qualche maniera...

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  24. Oh Emilio
    Quando tuo pensiero non andrà più a nascondersi e perdersi nelle pieghe commentarie di diari qui e là?
    La tua è una dichiarazione di amore grandissimo per la tua compagna. Oh, un po' ti invidio, diocan!
    La via del rischio è la via del cuore diceva lo zio.
    Ma quasi quasi me_mi garba di più come lo dici tu! :)

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  25. E stavo ascoltando El Hai degli Asura. Che coincidenza, eh!
    Supposto che essa sia solo tale.

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  26. x Alahambra:
    In ingegneria i sistemi sovravincolati sono destinati alla rottura.
    Quelli sottovincolati sono instabili. Interessante no!?
    Interessante sarebbe fare un'analisi critica delle ragioni per la stabilità e di quelle per l'instabilità.

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  27. @Pascutti appena apri il tuo tinello ti prego il primo rosolio affrilo a me.

    @Alahambra. A me ciò che dici appare molto chiaro. Quello che non comprendo , forse perchè talmente distante dalla mia bulimica ricerca di gaudenzia del qui ora e in terra, è il sentimento (anche la parola appare spesso) di rinuncia. RINUNCIA seppur consapevole.
    Ma proprio non riesco a collocare un sentimento gratuito come l'amore vicino al sentimento della rinuncia.
    Vivrei due ma anche tre vite di più per spenderle accanto al mioamoregrandealmiograndeamore ma non morirei neanche per un'ora per lui.

    @Uomo L'anello più forte della catena è quello debole.
    Cit. " Il profeta" (personaggio inventato)

    FG

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    1. Una volta di più ti dimostri estremamamente lucida FG, mi piace discutere con te.
      In effetti i termini "rinuncia" e "sacrificio" che qui uso spesso non fanno parte del mio comune vocabolario quotidiano. Li uso qui in risposta all'Uomo, che invece li marca spesso.
      Quello che penso è che ogni giorno si fanno delle scelte, che prevedono necessariamente di prendere una cosa e di scartarne un'altra. Per me, ci sono due modi per vedere la faccenda: o si rimungina in eterno su quello a cui si è dovuto rinunciare (appunto) macerandosi nella frustrazione, oppure si è convinti e lieti di quello che si è ottenuto.
      Ecco, per me vale la seconda linea di azione, per cui mi prendo tutto il tempo per valutare le questioni e poi scelgo in piena consapevolezza e son contenta di quello che ho fatto.
      Sono non una ma mille volte d'accordo con quello che dici del perdere pezzi di sè, ma proprio fino in fondo. Conservare la propria individualità è un presupposto imprescindibile, per ognuno di noi, soprattutto in coppia.
      Capisco bene come tu sia giunta alla conclusione che io invece lo faccia, visto il tenore dei discorsi, spesso estremi ed estremizzanti, che si fanno qui. Ma ti assicuro, non ho lasciato niente di quello che mi ha reso me stessa nel corso degli anni, nessuno dei miei principi, nessuno dei miei fondamenti, niente di quello che considero imprescindibile.

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  28. Femmina, codesta crapetta è sempre acuta. :)
    Sì, ecco, la parola che condensa tutto è rinuncia.
    Ma il problema non è la rinuncia se essa viene pure a tratti con l'ingordigia è una bella cosa, è gaudenziatrice della vita. E' un buon viaggio quello della sobrietà che viaggia alternandosi con la concupiscenza, se frugalità ed abbondanza si danno il cambio..
    Il problema è se essa rimane da sola e predominante.
    Non demonizzerei affatto la rinuncia.
    Ma neppure renderla valore a priori va bene.

    L'anello più forte è quello debole.
    E' molto femminile questo. Vero.

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    1. Non demonizzo la rinuncia semplicemente ritengo che uno stravolgimento delle mie attitudini, aspirazioni e desideri fa di me un altra me. E io mi amo. Se annovero tra le possibilità il divenire altro insieme non riesco proprio a fare mia l'idea di scelta consapevole in rinuncia di me o parte di me. Ne giusto ne sbagliato . Se a me piace ricevere fiori e cioccolatini perche amare l'imperatore dell'anti-romanticismo. Se desidero dodici bambini perche scegliere un compagno che non ne vuole neanche uno. Non e' la rinuncia durante, elemento credo imprescindibile , purché limitato ai fatti quotidiani e non dell'esistenza. L'amore e' scelta. L'unico amore che non prevede scelta e' quello per
      I figlioli. Belli o brutti, scemi
      O intelligenti, etcetc. Per il resto sono mica Fido.?
      FG

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    2. Beh, ci sono momenti nella vita in cui devi scegliere.
      In tali decisioni c'è sempre la rinuncia di ciò che non verrà scelto. E' frequente, eh!
      Forse tu ami pazzamente il tuo compagno anche se egli non ne vuol sapere di bipedi o di quadrupedi.
      Allora in quel momento metti su un piatto della bilancia delle cose in quello di destra, altre in quello di sinistra e poi vedi.
      Altre cose invece non sono a somma zero. Puoi scegliere più cose, puoi godertele, c'è un ampia libertà di mettere insieme ciò che spesso viene ritenuto incompatibile, inconciliabili. Non di rado anche per menti in cui il pensiero della rinuncia è troppo ingombrante, rilevante.

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