venerdì 15 settembre 2017

Uff

Ho raccattato il solito tot di plasticame delle merde e... ho perso il treno per  dodicipuntotre secondi.
Uff.

13 commenti:

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    1. Grazie Lorenzo, per la traduzione puntuale. La seconda parte era chiara, la questione delle plastiche no.
      Per come funzionano i mezzi pubblici a Roma non avrei mai sacrificato il mio treno, mai.

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    2. In sala di aspetto e in treno ho scritto due pagine, col furbofono.

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  2. Troppa plastica. Un modello di produzione, distribuzione, consumo assolutamente insulso.
    Man, non puoi star dietro a una roba del genere. Capisco e posso condividere che la somma di tanti piccoli gesti è comunque importante eccetera eccetera, ma qui siamo di fronte a un problema mondiale. Epocale.

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    2. Sono PATETICI quei dirigenti che fingono di affrontare la questione dei rifiuti agendo sul lato raccolta/riciclo. Intendiamoci, una raccolta accurata e un riciclo puntuale sono ottime cose, ma una riduzione dei rifiuti veramente rilevabile parte nelle fabbriche e procede nei negozi, con leggi vincolanti e sanzioni pesanti (anzi pesantissime, anche penali se occorre), nonché divieti di importazione e distribuzione di quel che non si vuole vedere nei cassonetti, nei fossi, nei fiumi, sulle spiagge. E il Mercato vada dove deve andare (evito il turpiloquio).

      Ancor più a monte e ancor più importante, smettere di fingere di non sapere che l'aspetto fondamentale della produzione di rifiuti sta nella pura e semplice quantità delle persone implicate nel processo produzione/distribuzione/utilizzo, ovvero la pura e semplice quantità delle persone. Punto. X% persone in più, a parità d'ogni altro fattore, danno come minimo X% rifiuti in più. Aprire gli occhi su questo dato di fatto sembra tanto, tanto difficile. In realtà, tutti sanno ma come non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire è altrettanto vero che non c'è peggior cieco di chi non vuol vedere. E' intollerabile il prenderci per i fondelli attualmente posto in essere da chi decide quei pannicelli caldi, quelle finte soluzioni che sono fin troppo evidentemente finalizzati ad altro rispetto all'affrontare la questione dei rifiuti.

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    3. > UCoso non è inventato la faccenda della plastica, gliel'hanno inoculata

      Devi perdere tempo ascrivere delle stupidaggini.
      E' da quando vado in montagna, praticamente trentacinque anni, che lotto contro la plastica e raccolgo rifiuti, dando il mio esempio e il mio contributo.
      Sono paziente e sopporto pure queste sciocchezze.

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    4. Messer Pigiatasti: avevamno gia' un problema di grave assenza di civismo nel centro e peggio nel sud Italia. Dopo anni di lento miglioramento ora catapultano milionate di persone che hanno reso i loro paesi discariche infinite a cielo aperto e che ci donano le loro barbarie, anche in questo.
      E' il progresso dei gamberi, il progresso verso l'aumento di una massa gia' mediocre con importanti apporti di masse peggiori se non pessime.
      Ah, il progresso!

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    5. La logica benaltrista che se hai 'na polmonite non è un problema perché hai già la cirrosi.

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    6. Lorenzo, hai trascurato giusto un paio delle osservazioni fondamentali del mio ultimo commento. Senza contare che se lo rileggi non ci trovi il lemma "plastica" neppure una volta (e comunque ci sarebbe stato benissimo, perché della plastica si abusa eccome).

      Sul notare o non notare le cose...
      Se non vedi i rifiuti quando esci di casa è probabilmente o perché non hai occhi per vedere o perché guardi dalla parte sbagliata o perché vai in posti falsi. Oppure vivi su Marte. O sei in malafede. Io di rifiuti ne vedo a valanghe. Ovunque. A volte anche se non li vedo li annuso. Altre volte ne colgo gli effetti (ad esempio nell'assenza di tricotteri sotto al pietrame, sul fondo dei fiumi).

      Non è che leggi molto (che è una bella cosa) ma sei assai meno osservatore "sul campo" (che non è una bella cosa)?

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    7. Ecco, bravo: impara a mettere in fila i pensierini.

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  3. C'è plastica, in frammenti sempre più piccoli, ovunque, sempre di più.
    Il problema è strutturale, l'USA&getta che si estende, cresce oltre ogni limite sensato.

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  4. Il fatto che uno dei luoghi più inquinati d'Italia sia la zona di via Milano a Brescia, zona ex Caffaro o che i cani che slappano le acque di scolo dai terrapieni della BreBemi fatti con scorie do fonderia schiattino non significa che il cromo esavalente messo nei fiumi bresciani o bergamaschi dalla fabbriche metallurgiche sia un toccasana.

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