mercoledì 28 agosto 2024

Acqua calda


Dunque Zuckerberg (cognome ebreo tedesco, pronuncia zuccherberg) ha ammesso la censura durante la pandemia del virus corona (in inglese indicata come covid).
Ecco la rivelazione dell'acqua calda.
Sintetizzo le mie conclusioni: prime varianti con tasso alto di letalità. Patologia nuova non si sa neppure come affrontarla, si passa a rimedi sbagliati come intubazioni a pressione o paracetamolo che inibisce il nonmiricirdoilsostanzone (si tratta della inibizione della produzione di glutatione, di cui era a conoscenza il geniale ed eroico medico Gerardo Torre, di Pagani) : siamo all'inizio, ci sta (chi non fa non falla).
Passa il tempo, si tenta di produrre un vaccino ma il virus è già alla variante omicron che ha la nocività di un raffreddore, come comunica la ministra della sanità del Sudafrica.
Scattano gli obblighi di inoculazione di prodotti non solo inutili (benefici scarsi o nulli) come ammette Bourla di Pfizer ma con importanti effetti collaterali su sistema cardiovascolare e immunodepressivi. Scatta la campagna capuccino e 34a dose. Tecnoteisti  talevax e zeloti del progresso (e coglioni con una ricerca_scientificah in mano che sone sempre coglioni)  senza se e senza ma continuano la loro campagna a martello pneumatico basata... su varie credenze ad iniziare da quella che un artefatto sia meglio del sistema immunitario (ricordo che la gravità era già quella di un raffreddore).
Censura, omissioni, falsi (ti vaccini o muori) continuano. Siamo alla intelligenza della importanza degli idranti... sulla cenere (sarebbero serviti a incendio attivo, non dopo).
Alzi la mano fai domande sei subito fascio-oscurantista (fascio è usato da ogni cretino, anche per fare il pesto alla genovese o lucidare le pinne).
Ora si scopre che il faccialibro ha partecipato alla censura.
La scoperta dell'acqua calda.

martedì 27 agosto 2024

Il raddoppio della robovia

  • Voli, Di Palma (Enac): «Cieli europei vicini al collasso, gli aeroporti non reggono più. Quando volare? Il martedì»
Prendo spunto da alcuni commenti critici sul turismo di massa. Ogni anno che passa mi rendo conto via via più che esso, come manifestazione di uno dei problemi del tumore demografico: è una vera e propria iattura (come i semivocalica o semiconsonantica la scriverei con la jota).
Ero in casa a lavorare in cucina, ascoltavo il giornale radio regionale del Trentino - Alto Adige: dalla redazione bolzanina servizio su una località (non ricordo il nome, il canale uditivo è assai scarso, per me) con i residenti pendolari esasperati dalle code causate dai turisti alla funivia / funicolare / robovia (non ricordo bene) che nonostante abbia già una capienza di molto superiore alla media risulta satura per gran parte della giornata causando lunghe code. Con spirito pragmatico che contraddistingue i "tedeschi" (sarebbero, per la precisione austriaci di cultura, o più precisamente, come tengono a distinguersi, tirolesi) "poiché dovranno essere costruiti altri alberghi", la provincia autonoma ha già avviato il progetto per il raddoppio di capienza dell'aggeggio. Tentativo folle di reagire razionalmente con una soluzione che è il problema.

Durante una camminata insieme, in questi giorni in montagna, un mio caro cugino lombardo mi racconta che, durante una loro visita nelle Dolomiti ladine, dove il sovraccarico turistico è un problema da anni, hanno introdotto  una Mobility Card (devo scrivere questo orrore inglesano perché realtà) con i turisti invitati ad usare i bus per i movimenti. Ad una fermata (dove organizzarsi in una coda è difficile, a prescindere dalla insofferenza italica per le code) egli ha assistito ad un principio di rissa tra questi e quelli che "voi siete arrivati dopo cazzo volete salire prima" etc. .

Potete leggere  da MaratonetaGiò dell'impatto del turismo per riccastri o di croceristico di massa  (neppure sotto tortura parteciperei ad una di esse) sulla città della lanterna. Cambiamo repubblica marinara: ho un collega (ex) veneziano che mi racconta di quanto fosse difficile vivere nella serenissima città. In alcuni giorni, semplicemente, egli sceglieva di evitare alcune parti di essa: meglio non avere mal di denti e il dentista da quelle parti.

Quando ero piccolo io la popolazione mondiale era di tre miliardi di persone, ora siamo a nove, una stima del tutto bonaria (che non considera l'innalzamento del tenore di vita in gran parte del mondo) ragionevolmente porta a conteggiare una triplicazione della pressione turistica sui luoghi.

Torno all'Alto Adige, sempre al GR regionale, intervistano l'esperto (di nome e cognome e lingua tedesca) a capo della commissione provinciale sulla riduzione della CO2. Con la sua erre tirolese, dice: ecco, in provincia abbiamo 2 tonnellate di CO2 per abitante dovute la turismo (+180 e rotti % rispetto a inizio anni 2000), se andiamo in Val Gardena, dove il turismo è internazionale e usa aerei ed elicotteri per arrivare in prossimità, arriviamo a 18t di CO2 in più per abitante locale.

Mi dispiace per i vari cultori della crescita, non è possibile triplicare il ponte di Rialto, il Sasso Piatto, lo spazio ormai conurbazione Lana - Merano - Lagundo.
Ci sarebbero gli aumenti folli degli affitti dovuti alle locande a breve (altro inglesano, b&b) nelle città italiane, degli aumenti spropositati dei prezzi del gelato nel capoluogo dell'Emilia Romagna dovuti... al turismo.

Il turismo di massa è economia povera, speculativa (in alberghi, trattorie, etc. sgobbano schiavi importati, immaginati che bontà le sarde in saor fatte da un pachistano con sarde congelate che arrivano dall'Angola) che funziona da pietra filosofale tocca-trasforma-in-merda.

Ogni tanto discuto con Rosa Canina sul fatto che non solo io non voglio usare arei se non ogni dieci anni, ma che sempre più tendo a non avere alcuna voglia di muovermi e a voler rimanere nei bei posti dove vivo (o dove viveva la mamma), posti nei quali  "non c'è nulla" ovvero dove c'è tutto!


lunedì 26 agosto 2024

Altopiano glaciale

Venerdì ultima uscita. Molto caldo: ho fatto fatica a raggiungere la malga di sopra, quella più in quota, caldo opprimente. Caldo opprimente e correnti termiche che portavano, da sud, l'afa in quota con tutte le vette e crinali avvolti da nubi.
Date la nebbia e le nuvole e conoscendo l'orografia di quella zona, abbiamo cambiato itinerario proprio alla malga di sopra e ci siamo mantenuti, gioco forza, a quote inferiori, al di là del crinale, dove i vapori spariscono, caso classico dei crinali sottovento, fino ad un passo dal quale abbiamo acceduto ad uno splendido piccolo altopiano glaciale con due laghi, ampi e popolati pascoli. Erano anni che non arrivavo a quel lago, ci siamo spinti a nord, fino al margine di un enorme, colossale gradino glaciale, a guardare le orride, selvagge e scoscese coste che calavano verso quella valle tirolese. Ho iniziato a studiare qualcosa sui gradini glaciali ma non ho trovato ancora delle spiegazioni soddisfacenti, esaustive (il fatto è che la conoscenza profonda NON è in rete).
Ho un debole per climi e paesaggi boreali e questi versanti nord più cupi, a larici e ontani montani, esercitano un grande fascino.

Rosa Canina ha camminato molto bene, ancora una volta. Anzi, decisamente più energicamente di me, nel tratto iniziale, in cui lesso bollito, ero arrivato, nell'afa, alla malga. Poi con un po' di ventilazione, molto meglio.

I due laghi e la soglia glaciale, in fondo

Ampio altipiano e bovini felici pasciuti e contenti come pasque.

domenica 25 agosto 2024

L'uomo che piantava gli alberi - 4

(L'uomo che piantava gli alberi - 3: ... e roverelle!)

Giovedì ho fatto un sopralluogo lungo una strada forestale lungo la quale avevo sparso delle ghiande: avevo valutato il rischio delle frese ma non così bene. Non solo frese lungo-strada che hanno operato molto in alto ma pure tagli a mano con decespugliatori: in quel tratto non si è salvata neppure una roverella. :(

Mi erano rimaste cinque roverelle in vasetto che ho deciso di impiantare inerpicandomi vari metri - fino ad una decina - sopra il limite delle fresature.
Versante a meridione con gli abeti rossi in sofferenza: è un ottimo posto per le roverelle.
Sperem!

(unuomoincammino)

mercoledì 21 agosto 2024

Tre simpatiche pecore

(unomoincammino)

Nell'escursione di ieri, in vetta, abbiamo trovato un "gregge" di capre e pecore. Su un poggio di una decina di metri più  in basso, pure il pastore che di tanto in tanto le richiamava con una sorta di grido. Date la distesa di bagole, direi che quelle capre e pecore rimangono in quota. Mi chiedo come facciano con i lupi, che ormai sono anche qui. Nell'erta cresta rocciosa che si dirama verso sud-sud-est, invece neppure un camoscio, in genere numerosi su di essa.

Quando abbiamo aperto lo zaino per qualche boccone di pane di segale con qualche pomodoro, le tre pecore bianche si sono avvicinate e una di esse è venuta tra le mie gambe, dava dei colpi di musetto, voleva sbaffare qualcosa. Rosa Canina ed io l'abbiamo accarezzata un po', ma niente cibo. Non si dà MAI cibo agli animali, neppure a quelli di allevamento.
Il contatto con il pelo, morbido e caldo, con lo sguardo vispo (sembra strano eppure.. anche le pecore possono avere uno sguardo vispo) e la chiara richiesta da parte di una di esse è stata una nota simpatica della bella giornata.

Scendendo abbiamo incrociato un vecchio signore i cui genitori veneti arrivarono in Alto Adige col fascismo (stava salendo colla moglie sudtirolese), che da quando è in pensione fa il pastore, d'estate. Stava salendo a controllare le vitelle e le giovenche (qui le chiamano manzette, immagine sotto, uno delle due piccole mandrie) al pascolo, sotto il passo e il versante sud della vetta. Ama la montagna e quel lavoro che ha imparato in questi anni. Ci ha raccontato qualcosa. Mi piace discorrere con questi montanari ed ascoltare i loro racconti, la loro esperienza.

Gli erbivori riescono a rendere fruttiferi (in forma di lipidi e proteine, di lana, alla fine anche in forma di materiali come il cuoio, le corna colle quali si facevano i bottoni e i porta cote) terreni marginali inutilizzabili come campi. La necessità aguzzò molto l'ingegno.

Ora esco con Rosa Canina, andiamo su per il sentiero a piantare le ultime (piante di) quercine che son rimaste.

Ingiallimento

(unomoincammino)

Ecco un esemplare di peccio alla quota margine superiore  ca. 2100 msldm, vallone esposto a sud-est, con la malattia che descrissi qualche giorno fa, ingiallimento degli aghi dei getti dell'anno corrente. Nelle forme più  gravi l'ingiallimento riguarda anche gli aghi dei getti degli anni precedenti. Ho visto qualche attacco della micosi, anche se in forma ridotta, anche a pini mughi e cembri.

"Chrysomyxa ledi var. rhododendri (de Bary) Savile, chiamata più semplicemente Ruggine dell'abete oppure: Agente della ruggine vescicolosa dell'abete.

Un fungo che svolge il suo ciclo tra il rododendro e l'abete, ed è proprio su quest'ultimo che attacca gli aghi più giovani e nel suo svilupparsi li fa ingiallire e quindi morire."

https://parcopan.org/la-ruggine-non-dorme-mai/#:~:text=rhododendri%20(de%20Bary)%20Savile%2C,fa%20ingiallire%20e%20quindi%20morire.

Ecco, in effetti ora mi rendo conto che è proprio la consociazione col rododendro, alle quote superiori, quella in cui la malattia degli abeti rossi è diffusa (rododendri e altri pecci ingialliti, in secondo piano, qui sopra).

martedì 20 agosto 2024

PGR

(unuomoincammino)

Ho appena acceso il fuoco e lo scaldaacqua ci sta preparando l'acqua per la doccia.
Per la gioia di oggi, la prima vetta  con Rosa Canina  che ha tenuto il passo CAI, su un sentiero con passaggi del 2° grado, raggiante per la forma fisica e mentale ripresa.
L'ho molto amata, vederla silenziosa, salire e discendere un passo dopo l'altro, tenace, volitiva, con un sorriso di tanto in tanto.
In vetta abbiamo ascoltato Signore delle Cime, piango e singhiozzo sempre quando il canto di Bepi de' Marzi mi taglia in due.
Ho ringraziato la Signora della Neve  per la grazie ricevute.
  o UnOrsone, venerdì 1 dicembre 2023
  o o Rosa Canina, martedì 3 ottobre 2023, sabato 24 febbraio 2024

Così scelgo, per oggi, la foto alla testata di una malga sudtirolese il giro di sabato 17, e la sua sinfonia di fiori. C'erano anche delle cocche (galline), scure come quel legno, dietro quei fiori, salite per una piccola scala, a lato, che cooo-cooo cooo-ccodè, allegre, per l'uovo appena fatto.

domenica 18 agosto 2024

L'uomo che piantava gli alberi - 3: ... e roverelle!

 (L'uomo che piantava gli alberi - 2)

Ero così felice quando, venerdì pomeriggio, ho visto che la semina delle ghiande (ne raccolsi alcuni chili) che "deposi" a getto a dicembre 2022 ebbe successo.
Lungo quell'ex sentiero ho trovato alcune piccole quercine, direi una ventina. Così la quercia grande (Quercus Pubescens, roverella) che mi fa felice ogni giorno, quando la vedo dalla finestra a nord, a casa, quando ci passo sotto, andando al lavoro, mi fa compagnia anche qui, ora.
Ho dovuto scegliere con attenzione i luoghi: terreni luminosi, marginali, evitando quelle fasce massacrate dalle frese a strascico oppure falciate fino all'ultimo centimetro (prati qui gestiti a tre tagli all'anno, con molta attenzione e pure molta efficienza, i bordi spesso a mano, fino all'ultimo centimetro utile).

I boschi artificiali, pressoché monocolturali (con presenza di qualche larice, qualche raro pino silvestre) alle quote montane basse e medie è una forzatura che ha dimostrato, con Vaia, i propri limiti. A quella tempesta equinoziale segue da qualche tempo il disastro del bostrico che si manifesta, sulle pendici dei monti, specie quelle rivolte a meridione, in orribile ampie chiazze grigiastre di pecci rinsecchiti.
La sparizione delle latifoglie è uno degli innumerevoli casi di "economia della estinzione": le latifoglie sparirono proprio perché assai più pregiate e quindi abbattute e vennero sostituite con il peccio che cresce molto più velocemente.
Come reazionario al progresso al peggio, devo dire che anche il conservatorismo forestale basato sulla monocultura del peccio, ha mostrato i suoi limiti, specie ora che le estati sono diventate spaventosamente africane, ovvero calde, lunghe, siccitose.

Noto che qui, molto ligi alle direttive delle province autonome (Bolzano e Trento) e rispettive istituzioni forestali, hanno finalmente lasciato crescere latifoglie: faggi, aceri, frassini e... betulle. Ho sempre invidiato la splendida e folta presenza delle mie amate betulle nei boschi delle Alpi centro - occidentali. Ieri, nei tagli forestali intorno ad una malga, ho visto che ri-finalmente, iniziano ad esserci delle betulle che NON sono state tagliate. Lungo il cammino dove ho trovato le mie quercine c'è anche uno splendido faggio e pure molti piccoli faggi nell'area intorno ad esso. Finalmente!

Ora c'è qualche piccola roverella che, su alcune coste aride, calde ed esposte a meridione, ha iniziato la sua crescita e contribuisce a rendere il bosco un po' più naturale.
Sono proprio felice.





venerdì 16 agosto 2024

Ripresa

(unuomoincammino)

Così, dopo la lunga pausa, Rosa Canina ed io abbiamo ripreso a camminare. Preparazione ed allenamento da rifare da zero, siamo partiti, mercoledì, con tre ore di cammino, a media quota, tra pascoli e malghe.
Rosa Canina era felice di essere tornata a camminare e a superare le micro difficoltà di un sentiero di montagna. Dopo una lunga assenza, tornare a vedere pini mughi, larici, ontani, achillee, strozzalupi, mirtilli, rododendri in un tripudio di verdi è una meraviglia che si disvela passo dopo passo. Il versante a nord coi pecci affetti da una malattia che ne rende gialli gli aghi dei nuovi getti,  quelli più in basso, specie a mezzogiorno, in grave sofferenza per il bostrico.
La primavera nevosa è il principio d'estate piovoso hanno arricchito le falde e la compagnia di molti ruscelli vivaci è stata gioia.

mercoledì 14 agosto 2024

Scronf

(unuomoincammino)

I porcelli a me_mi piacciono sempre. Trovo simpatico persino il loro grugnire.
Qui nella filiera alimentare  del cibo, che i contadini ottimizzano da sempre in modo eccellente, si nutrono del (pastone preparato col) siero dopo che è stata fatta la ri-cotta dopo che è stata fatta la cagliata. Anche prima del maiale non si buttava via nulla.
:)

martedì 13 agosto 2024

Quattro stagioni

Ieri sera, su invito di UnFiglio, un suo compagno di studi universitari era il contrabbassista, ce ne siamo andati qui, per un concerto di beneficenza (Vivaldi, Le Quattro Stagioni).
Pensavo all'opera per archi scritta dal Prete Rosso, per descrivere in musica la fantasmagoria dell'avvicendarsi delle stagioni, del loro manifestarsi in natura e nelle vicende umane. Johan Sebastian Bach, così caro al papà della mamma di mio figlio - RIP! - ammiratore del musicista veneziano, ne trascrisse alcune opere per organo. Era un segno dell'Europa, bella, colta, che sposava differenze e peculiarità ottenendo il meglio.
Ieri, in quel salone, di straordinario pregio austro-ungarico, che ogni volta mi stupisce, mi commuove, mi rende molle come un caki, pensavo a quanta bellezza ci fu.
Il passo della Mendola è un luogo che perse fascino, la nobiltà mitteleuropea smise di frequentarlo quando passò all'Italia. Così, accanto a Villa Imperiale, negli anni del turismo di massa, sorsero degli orrori - insuperabile il ciarpame lineare degli anni settanta/ottant a - ormai vuoti e ora a rischio di ammaloramento. Fosse per me demolizione e rimettere querce, prati, pecci.

Ascoltavo i movimenti del Vivaldi, chiudendo gli occhi, per escludere la bellezza del salone del Grand Hotel Penegal e fare tutta me stesso la musica
Dopo l'ubriacatura felice per il valzer, di quegli anni di Belle Epoque, quello "assenzio" fu rimpiazzato dal tango, ora sarebbe uno splendido posto per una milonga o per danze di corte e dell'ottocento, come qui.

lunedì 12 agosto 2024

Dal vitalizio al partito

 Dal carteggio amoroso tra Sibilla Aleramo e Salvatore Quasimodo, che sto leggendo, vengo a sapere, prefazione di Bruna Conti, p. 12, che la signora ricevette, prima, un vitalizio donatole da Benito Mussolini e, poi, nel 1946 (attenzione alla data) si iscrisse al P.C.I. .
Insomma, la disponibilità di mezzi culturali non prevenirono, neppure a quel tempo, una certa disonestà intellettuale e quindi pure morale. Il Franza o Spagna purché se magna, nient'affatto diffuso solo tra i povery (per usare il colorito termine gergale adottato da alcuni mostri de La Zanzara) ma verticale a tutta la società, in voga anche tra gli "intellettuali" (le virgolette dovrebbero essere in grassetto e in corpo milledodici).
In vari decenni non è cambiato nulla.

sabato 10 agosto 2024

Senza biglietto

Così alle sette e rotti mi trovo un imam barbuto con le sue due velate che viaggia senza biglietto e pure ha da ridire. Bus bloccato per mezz'ora. Sarei stato fermo pure un'ora per rendere la vita complicata alla merda.

Per me, dopo tre manganellate sarebbe, domani, su un aereo per il rimpatrio.

Ho ringraziato il controllore, prima di scendere e cambiare bus.

sabato 3 agosto 2024

Neoplasie


Leggendo Aspettando la Guerra non ho potuto che pensare, ancora una volta, che nuvole sempre più cupe si addensano sul Vicino Oriente.

Tento inutilmente di lasciare da parte la mia intolleranza per l'islam e la metastasi planetaria con cui si manifesta.

Ritorno a portare l'attenzione al fatto che in Israele si manifesta una realtà che è stata bandita, in questi lustri di ubriacatura e progressismo, crescitismo, politicamente corretto: i giochi a somma zero.

Israele è IL problema per il mondo islamico (al punto tale da riuscire temporaneamente a "rimuovere" la faglia - faida tra emisfera sunnita e quella sciita) perché è il primo caso in cui il tumore +2% islamico ha trovato una tenace, inaffrontabile resistenza che, paradossalmente, è della stessa natura, una incontenibile crescita numerica a danno dei tessuti, della popolazione, della terra ospite.

La condanna di Israele è che non può assolutamente modificare la propria strategia, proprio per la realtà dei giochi a somma zero: ciò che combatte la nazione israeliana non ha altra aspirazione che  annichilirla.

Il problema dello "Occidente" progressista  è che esso è in preda ad una senescenza autodistruttiva al punto tale di incistare decine di milioni di islamici nei propri organi vitali e di considerarne la neoplasia come segno di progresso, di civiltà.

Le tensioni in Vicino Oriente sono solo una delle manifestazioni di un problema molto più grande, profondo e vasto che è la sovrappolazione. Se consideriamo le motivazioni ideologiche, religiose, culturali come una vernice, sotto, il problema, è proprio il conflitto "mors tua vita mea" per la prima risorsa finita, non aumentabile, non importabile, squisitamente esclusiva che è il territorio.

(immagine: via tumorefegato.it)