Ci sono queste licenze dalla milonga; permettono alla tensione, alla voglia di tornare o di rifarsi robuste, prepotenti. Io cerco, come osservava Max, una qualche forma di eccellenza e il potere che l'eccellenza da, nelle mie buone o mediocri molteplici medietà. Forse siamo tutti alla ricerca di potere, di qualche potere e io con te.
Così tu un po' cercata da tutti, mi hai salutato quando sei arrivata. Come altre volte. Non hai ancora molto studio od esperienza, forse qualche passo è acerbo o incerto anche se i risultati arrivano promettenti. Ma sei bella - Bella o brava! si dice no!? - e stai diventando brava. Così siamo rimasti a volte al saluto iniziale, a quel sorriso del mutuo compiacersi del cercarsi. Io seduco te con qualche
firulete, con le mie improvvisazioni ancora goffe, tu seduci me , "sei bravo tu, non so se vorrai farmi ballare stasera" che sono solo un cerino acceso buttato nella paglia del mio ego.
Ti abbraccio e ritrovo quell'unione, ritrovo me in te, senza parole, senza quel parlare di parole, anche se mi parli di te, con me, so cosa mi dici, di respiri acoltati e percepiti o anche fatti per ammorbidirsi, per scacciare l'ansia della prestazion, di movimenti, non è simbiosi ma è percepire ogni tua trepidazione, ogni tuo angolo del corpo che si fa ballo o tentativo di stare con me, nella nostra danza, in due-che-sei-uno, ogni tua esitazione, stimolarti e assecondarti, aspettarti o invitarti. Ritrovare te, così un po' elevata, purificata, idealizzata dalle difficoltà della relazione, dell'eros, dei sentimenti, quelle cose ostiche e così reali delle relazioni reali. E' solo scappare in un mondo di amori subitanei, improvvisi, di parabole altissime e strette, di risate per i nostri errori e per il compiacersi per l'esprimerti, mia cara, di questa goduria che ridi quando lo dico e che hai ballato bene, sei stata fichissima, che è vero ma che poi ti chiedi se non sei pure tu che stai migliorando, piano piano in questo lungo cammino. Puoi diventare subito cinico e forse lo sai che fare i complimenti, a te Consuelo, a te Elena, a te Catia, a te Francesca, Paola, Elettra e Silvia che hai ballato bene e mi hai dato gioia perché ciò è avvenuto, che voi tutte portatrici di vagina e di occhi e di sorrisi e gioie siete state meravigliose e brave è anche un po' complimentarsi, non so neppure se abbia un senso.
Come se il nostro amore si consumasse, come una pira di paglia, come un fuoco violento e fatuo, una faglia di due anime in attrito e incastrate che poi si lascia andare a tre minuti di gioie telluriche, infinite e terribilmente estemporanee, a distrarti dall'amore che non c'è.
Nelle tue braccia, T, dispotiche, violente, implacabili nelle loro dolcezza, tu sadico e imprevedibile, a trovare rifugio e pena dai dolori della vita, dai suoi buchi, dalla vita che passa attimo per attimo, dall'amore che non c'è e forse ritrovarmi in te, nelle mie braccia.