martedì 6 novembre 2018

Non c'è altra via? - 2: come bambini

(Non c'è altra via?)

Abbiamo passato bene tre giorni in un angolo sperduto di Appennino. Abbiamo affittato una casa e siamo tornati in quel posto da sogno trovato l'anno scorso.
Splendido meteo autunnale, pioggia, nuvole basse, i fuochi che scoppiettavano allegri nella stufa e nella cucina economica. Eravamo in dieci, a cena, sabato, in dodici, arrivato _bio, caro amico alpinista-camminatore, colla morosa, in parte amici di Rosa Canica, in parte miei. In quelle permanenze "a lungo" ci si mette a nudo anche senza farlo. Così si osservano peculiarità (termine neutro, pregi e difetti) delle persone.
Sono riuscito a portar su _aceri, il mio amico ex tanghero che ebbe un ictus dal quale si è salvato, per un pelo sebbene uscendone malconcio (ha il braccio sinistro praticamente morto e anche la gamba sinistra messa malino): mi diceva che da quella disgrazia, gli amici, i conoscenti sono spariti. Non posso fare granché per lui e così ne ho approfittato. E' stato, spesso, il beniamino della combriccola e tutti lo hanno, in qualche modo coccolato. Ha passato il miglior fine settimana da mesi, fuori di casa, mi ha detto. Beh, sono felice per lui. Sono riuscito a camminare per lui, lentamente, a fargli fare una minuscola, lenta passeggiata nel bosco, tra i castagni, anche. Ci tenevo!

Dopo tre giorni io sono stato felice di tornare a casa. Per quanto allegra e piacevole la compagnia, io non riesco a convivere con le persone e con le loro "peculiarità". A volte mi sembrava di avere a che fare con dei bambini: alcuni entravano in cucina, facevano delle cose, lasciavano lì in mezzo (al già scarso spazio) attrezzi, bottiglie, oggetti, pane aperto, un piatto, colini, etc. tutto lasciato lì in mezzo. Ma chi te li dovrebbe mettere via zio cantante?!?! Salivano in camera, tornavano, lasciando scie di luci accese. Necessitano di un servitore al seguito, evidentemente, che spenga loro le luci.
Quando scattavano gli appetiti, ecco che alcuni si lanciano sul cibo: _rio aveva portato un salame dal piacentino, io non so se tutti ne hanno assaggiato una fetta, visto che chi c'era c'era e ha sbaffato e il pregiato cilindro di divin porcello è sparito velocemente. E chi non c'era? Beh, caxxi suoi.
Insomma, una incapacità di controllarsi, di capire che in una comunità le regole hanno un senso, l'autodisciplina diventa un rispetto dovuto per gli altri. Mah, io ero e sono abituato alla disciplina che si mangia insieme, a tavola, con un rito che ha anche un senso di rispetto, altrimenti arriviamo a "il primo che arriva arraffa gli astri s'arrangino". Il mangiare insieme, per me, non solo è edonistico e rispettoso, ma ha anche un valore simbolico. E poi se ti sbaffi tre cofanate di "antipasti" un'ora prima di cena è ovvio che poi a cena mangi poco o un tubo. Infatti...
Tizia inizia a cucinare, poi lascia lì sul fuoco, torna a giocare. Usa degli attrezzi, lascia tutto in mezzo. E chi ci pensa? Fai una cosa, arriva in fondo, zio peto!

Avevo chiesto di girare con calzature da casa (ciabatte, pantofole, ...) ma il primo giorno non è avvenuto. E' una casa antica, pavimenti di legno antichi, e poi fuori c'era acqua. fango... Ho visto un'amica freddolosa di Rosa Canica con degli anfibi leggeri , in sala, vicino al fuoco, su un cuscino antico ricamato. Certo, con una certa attenzione ma... si sa, muovi le zampe ti stiracchi etc. etc. e gli anfibi erano arrivati al tessuto. Cazzo, se bagoli dal freddo, mettiti su un paio di calze di lana e lascia 'sti anfibi all'entrata, no!?

Rosa Canina è teutonica, come me, e osservava stupita questo approccio talvolta anarcoide, da gazzarra. Io capisco perché le comuni diventavano luoghi di tortura, le caserme sudicie, etc. .Dio me ne scampi! Non c'è altra via a questo disordine anarcoide, a questa scaiatteria, a questo scarso non eccessivo rispetto, a queste incontinenze?
Comunque, bilancio positivo. Io spero sempre di avvicinare alcune persone, alla meraviglia della natura, del silenzio, dei boschi e che questo faccia bene.

Con queste splendide Muscaria non ci siamo fatti il risotto, direi.

Alla fotografessa Rosa Canina l'orsone fa un gestaccio mentre passeggia con _aceri.
(unuomoincammino, rosacanina)



20 commenti:

  1. Se vuoi qualche "gustosa" informazione sul ruolo e le potenzialità alimentari della muscaria cerca e leggi in merito alle ricerche condotte dal dott. Grassi nel Nord Italia di fine '800, in concomitanza con la crisi della produzione vinicola dovuta alle epidemie propagate dalla filossera. Poi decidi cosa pensare di quell'alimento nervoso e del giro della medicina "scientifica" di allora e di oggi. Conduci la lettura con mente aperta e spirito critico acceso, perché non passa inosservata sia che si decida di concederle fiducia, sia che si decida di non farlo.

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    1. Sentii in passato che in alcune zone d'Italia la cucinano in modo opportuno, la Muscaria (rimuovendo la cuticola rossa della cappella? ricordo bene?)
      Ahhaa. hai visto che allegria, osservava il Grassi, nelle persone alle quali somministrava alcuni milligrammi del fungo rosso bianco.
      Conoscevo delle persone che la cercavano per i suoi effetti psicotropi.

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    2. Non milligrammi, grammi. A peso secco (e se sei solito far seccare i funghi sai bene che la differenza tra peso secco e peso fresco è enorme). E' uno studio che dà parecchio da pensare, perché uno si chiede se quel medico fosse un mitomane psicopatico che ci teneva ad avvelenare la gente, o se i medici attuali siano degli spacciatori di menzogne nel classificare la muscaria tra i funghi pericolosi. Sia che si voglia far pendere la bilancia da una parte, sia che la si voglia far pendere dall'altra, la classe medica ne esce piuttosto livida.

      P.S. In una tesi universitaria regolarmente pubblicata che mi capitò di leggere da un "ritrovamento" di Google scholar si citava il lavoro di Grassi indicandolo come uno studio svolto su commissione dell'autorità sanitaria dello Stato di allora. Non so se prendere per buona quell'informazione, ma se buona fosse sarebbe un'altra bomba da ponderare con esiti imprevedibili.

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    3. Si', grammi, non milligrammi, giusto!
      Beh, la Muscaria era uno psicofarmaco ante litteram.
      Pericoloso o non pericoloso?
      Se leggi bene ci sono osservazioni di vomito, di stati molto alterati, etc. .
      Non e' che ti fai un risotto di quelle e poi ti metti a lavorare con la ruspa, in auto o con la motosega, no!?

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    4. Lorenzo, resta in tema: l'hai letto lo studio di Grassi? Anche "tra le righe", con i corollari che si porta dietro, particolarmente se inquadrato nella crisi vitivinicola di quegli anni e nelle indicazioni (ammesso che siano vere) da parte delle autorità sanitarie statali dell'epoca?

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    5. Ti rispondo con una sola parola: "appunto". Come ne esce la classe medica e, con essa, la "testa" rappresentata dalle "autorità sanitarie" dello Stato (e non)? Hai presente la storiella dell'apprendista stregone? Ecco. Solo che in questo caso gli obbiettivi non sono solo sbrigare un po' più in fretta un lavoro tedioso, in questo caso ci sono motivazioni ben più basse, mire perseguite con freddo cinismo.

      E ancora: in questo "clima", siamo sicuri che il fungo sia effettivamente così mortifero come sta scritto nei manuali "moderni"? O magari un fungo che trovi ovunque a costo zero deve essere tolto dalla circolazione perché crea concorrenza al florido mercato di certi farmaci?

      Ad esempio, è interessante venire a sapere che l'eroina è stata immessa sul mercato dalla Bayer come farmaco sedativo della tosse, in particolare per curare la tubercolosi (e fin lì... se sei moribondo per via della tubercolosi, viva l'eroina, che almeno schiatti senza patire come un cane). La cosa che fa specie è che il farmaco venisse commercializzato dichiarandone la assoluta innocuità (e per forza, se no chi se la comprava?). Facciamo finta di credere che davvero la casa produttrice fosse convinta di quell'innocuità? E coloro (medici) che la consigliavano anche a chi non era in fin di vita o comunque tormentato da malanni atroci? Anche loro erano ingenuamente in buona fede? E noi dovremmo essere altrettanto ingenui da credere a tante intenzioni limpide?

      Trent'anni ci sono voluti, prima che si cominciasse a ragionare sulla pericolosità dell'eroina. Magari perchè nel frattempo s'era trovato qualche sostituto commercialmente più valido?

      Un caso più recente: il nimesulide. Non so quanto nimesulide abbiamo usato in famiglia nell'arco di decenni. Si trattava di un principio attivo sotto brevetto, che andava via come l'acqua sul ricettario di tutti i medici d'Italia. Scade il brevetto e (oh, sorpresona!) ci si accorge in massa che il nimesulide nuoce gravemente alla salute. Non un giorno prima. La sequenza è scade il brevetto e poi ci si accorge. Sì. Ci credo. Ovviamente ora si prescrivono altri farmaci migliori (ci credo), ovviamente sotto brevetto.

      Suvvia.

      Alla larga. Quando sarò in fin di vita per il mio bel tumorino d'ordinanza, vedrò di contattare qualcuno di quei nigeriani che vendono i palliativi che avrò bisogno. Il livello è lo stesso o, quantomeno, assai simile.

      Per fortuna, il mio medico di famiglia è abbastanza onesto da aver capito il mio intendimento e, se non è più che essenziale, mi impartisce buoni consigli anziché prescrivermi farmaci come fossero acqua fresca. Lui stesso, però, ha ammesso in una conversazione che troppe volte si ritrova a rilasciare ricette perché i "pazienti" si sentono non curati in assenza di prescrizioni di farmaci, quali che siano. Ha altresì ammesso che spesso, in quei casi, prescrive integratori e simili, che al di là del prezzo "di fantasia" sono praticamente dei placebo. Ho trovato molto interessante la conversazione.

      Bel mondo.

      La muscaria sarà più o meno pericolosa del valium o del tavor? Sicuramente è più economica -- puoi perfino raccogliertela da te, il che è intollerabile perché non genera PIL.

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    6. L'uso "ricreativo" (sai che divertimento) delle droghe risale a millenni fa, non a cinquant'anni fa.

      Il dosaggio preciso dei principi attivi (in generale, non solo quello delle sostanze psicoattive) si può ottenere anche con pratiche a bassa tecnologia, non necessariamente per sintesi. Il problema è che le tecniche a bassa tecnologia sono potenzialmente nelle mani di (quasi) tutti, mentre quelle basate sull'apparato industriale sono nelle mani di pochi affaristi.

      Una cosa ti concedo: ci sono sostanze di sintesi che non hanno un corrispettivo naturale. Talora possono essere necessarie anche quelle. Talora. Ciò non giustifica l'impostazione monopolistica di "cartello" alla quale è sottoposto il (finto) mercato dei farmaci -- non è un mercato, è un taglieggiamento.

      La qualità e l'efficacia dei farmaci è troppo spesso una millanteria mirata a forzare psicologicamente gli acquisti facendo leva sulle normali paure e sui sensi di colpa di chi ha la disgrazia di incappare in malanni propri o dei famigliari.

      Il perno del discorso non è l'opportunità o meno di curarsi e di curare, è invece sulla tipologia e sulle metodologie delle zozzerie di contorno che infestano l'ambiente che dovrebbe essere deputato quanto meno a minimizzare i danni dovuti alle patologie e che ha invece abbracciato obbiettivi troppo smaccatamente "altri".

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    7. Fai bene a moderarti, perché non avrebbe senso fare altrimenti. Apprezzo.

      In quel che scrivi riconosco cose che accetto senza remore, altre che mi risulta siano false. Mi soffermo su quelle, perché sulle altre siamo d'accordo.

      1. Non è vero che le droghe si usassero solo per finalità cerimoniali. Quello era magari l'uso nobile che se ne faceva, quello documentato. Sempre e da sempre esistono e sono esistite pratiche che non vengono né venivano documentate perché ritenute irrilevanti dagli "addetti" alla documentazione, oppure sconvenienti e quindi da celare il meglio possibile, figuriamoci scriverne diffusamente. Senza contare che la documentazione sul passato remoto è per forza di cose lacunosa.

      A titolo di esempio, riporto un passo che ritengo significativo della voce "eroina", da Wikipedia: "L'eroinomania divenne rapidamente una emergenza sanitaria: nel 1905 la città di New York consumava circa due tonnellate di eroina all'anno. In Cina, sotto forma di compresse da fumare, iniziò a sostituire l'oppio. L'Europa e il vecchio mondo non rimasero immuni e il consumo si diffuse rapidamente. In Egitto nel 1930 il fenomeno aveva assunto proporzioni drammatiche: si calcola che su 14 milioni di abitanti vi fossero 500.000 eroinomani."

      Non sono in grado di sostenere l'autenticità e l'affidabilità di quei dati, però così si legge. Nella pagina dedicata all'oppio, invece, compare: "Nel XIX secolo l'oppio conosce in Europa il suo periodo di massima diffusione: molti poeti e scrittori ne facevano uso, fra cui Coleridge, Baudelaire, De Quincey [...] e altri. Tuttavia il suo uso rimase per lo più circoscritto agli ambienti letterari e non si diffuse mai veramente, per la concorrenza sul piano dell'uso "ricreativo" del suo principio attivo, la morfina [...]"

      E' nota la tendenza all'uso dell'oppio tra l'aristocrazia settecentesca veneziana (e non solo), per non parlare di quello che combinò l'abuso d'oppio in Cina ("Verso il XVII secolo in Cina l'uso di oppio esplose quando l'imperatore vietò l'uso del tabacco da fumo, che i cinesi usavano mescolare all'oppio, e si iniziò perciò a fumare oppio puro. Il consumo di oppio aumentò tanto che all'inizio dell'Ottocento i fumatori di oppio in Cina erano circa 10 milioni", sempre Wikipedia).

      Anni fa ebbi occasione di seguire un documentario sulle abitudini degli Yanomami brasiliani, che sicuramente conosci. Ebbene, si strafacevano di non-ho-capito-bene-cosa (comunque roba potente, a giudicare dalle facce e dai comportamenti), a sentire il documentarista, con insistente regolarità. Tra l'altro, con un metodo buffo: soffiandosi a vicenda dosi di polvere su dal naso per mezzo di una specie di cerbottana. Sbavavano come San Bernardo in calore, dopo, con tanto di occhi incrociati e incapacità di stare in piedi.

      Giustamente citi la diffusione dell'alcolismo praticamente in ogni tempo storico.

      E così via.

      Sui dosaggi, è ovvio che le difficoltà aumentano con l'incremento del livello di raffinazione e, conseguentemente, di potenza. I dosaggi "diluiti" sono più gestibili degli altri. Ho letto, in ogni caso, di come nei secoli passati ci fossero persone molto abili nel gestire il sottile limite che passa tra la dose di stramonio che genera deliri e quella che porta alla morte. Stessa cosa in merito alla belladonna, che è un'altra piantina con la quale è bene non scherzare più di tanto.

      Ovvio che tutto quello che riporto non è basato su esperienza diretta, bensì su letture. Non escludo che gli scritti possano essere "inquinati" da leggende, distorsioni, mistificazioni (che non dipendono da me).

      Concordo sulle tue osservazioni circa la variabilità delle concentrazioni di principio attivo nelle fonti naturali, e per quello, da tanto sono palesi, non ho certo bisogno di rifarmi a letture -- basta l'osservazione empirica.

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    8. > dispostissimo al pensiero critico ma una certa posa anti-modernista

      La mancanza di discernimento è equa e ben distribuita e i "senza se e senza ma" abbondano ovunque, anche tra i modernisti/progressisti/crescitisti e zeloti di ismi vari, senza se e senza ma, appunto, come evidenziato nella pagina odierna.

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    9. Messer Pigiatasti, le osservazioni corrette sul fatto che la Muscaria sia un interessante antidepressivo e che ciò comporti una notevole depressione e preoccupazioni per gli industriali del Prozac, del Serenase o del Tiramisux, è ovvia.
      E' lo stesso motivo per cui lo yogurt fatto in casa è un problema per la Mueller, per l'industria dei TIR che scorazzano per il Brennero a importarlo, per quella degli inceneritori che ti illudono di far sparire magicamente la plastica.
      Insomma, il fai date, pur con i limiti evidenziati da Lorenzo, è un problema massimo per il paradigma crescita/ & consumismo.

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    10. A proposito dei limiti, tolleranze: certo che i principi attivi industriali sono stabili e dosabili.
      Ciò che invece manca alle molecole di sintesi è la sinergia con altre sostanze.
      Classico esempio quello del carotene. Gli statunitensi (sempre quelli dei dentifrici radioattivi, il cretino modernista, nuovista, perde il pelo ma non il vizio) intuirono che la zucca e le carote fanno bene. Taadaaa, ecco che ti fanno le capsule di carotene e relativi iperdosaggi di "non-breve" durata e patologie relative.
      Mangiare zucca o carote non è la stessa cosa che mangiare del carotene.

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  2. > Le persone adulte sono come bambini perché dagli anni Settanta si lavora in questa direzione.

    Mmh.
    Alloora: le persone sono state deresponsabilizzate da una parte e rese piu' potenti (e nefaste) dalla disponibilita' di tecnologia ed energia.
    Se una volta uno era cialtrone, andava in montagna con le ciabatte, non c'era l'elicotterino e il soccorso alpino e ci crepava. Il suo esempio serviva ad altri a ricordare che e' necessxario comportarsi in modo adeguato.

    In quanto a disordine e sciatteria, mah, non so. Io penso che l'ordine, l'attenzione, la cura, la precisione non siano mai state merci abbondanti.

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  3. > Ovvio, visto che nessuno ci aveva detto di pulire.

    E' cio' che io intendo.
    Non e' che qualcuno ti deve dire di fare la pipi' o di lavarti il culo.
    Se stai in ujnh mabinete e' ovvio che lo debba tenere ordinato e pulito.
    No, ... non e' ovvvio.

    Mi ricorda quei tuguri schifosi, erci e sudici di "accoglienza" resi tali dagli invasori oppure il degrado massimo dei campi rom Le risorse i gitani che non riescono a mantenere in ordine e decorosi gli ambienti che abitano, che vivono.
    _mlero mi diceva che in uno di questi "centri di accoglienza" in Friuli i volontari (idioti) italiani sgobbavano a ordinare e pulire e gli invasori magrebini stavano seduti a guardarli.
    Ora non scrivo cosa farei, vista (il pericolo del)la censura che vige.

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  4. Sulla naja ho sentito innumerevoli racconti e aneddoti di fancazzismo esasperato, una sorta di apologia un po' grulla e cialtrona dell'essere il piu' lavativi possibile.
    Non tutti i reparti saranno uguali...

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  5. Vuopi salire sul pulpito e pontificare e lo fai bene.
    Allora, io non sto facendo un'analisi etnostoriografico archeoantropologica dell'alpinismo o, piu' sempllicemente, dello andare in montagna.
    Io mi riferisco al buon senso comune che mi ha educato quando ero piccolo, di montanari che la rispettavano e ci andavano per lavoro (invece che per diporto) con le opportune precauzioni.
    Ora ci sono le funivie che scaricano i cretini urbani artificializzati sui ghiacciai.

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  6. Uomo la gente maleducata mandala a spigolare. La tipa degli anfibi su cuscino poi!

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    1. A me piace tanto suonare il rock. Dopo un paio di decenni di tentativi di trovare frequentazioni adatte a farlo senza quelle che secondo me sono distorsioni nelle relazioni tra persone (con i soliti furbetti che fanno di tutto per imporsi sugli altri, e più sei disponibile e cortese più amplificano le loro caratteristiche di egocentrismo tracotante) ho deciso che la musica la pratico da solo, sostituendo con un PC tutti quei musicisti in carne ed ossa coi quali ho invano tentato di trovare compromessi per ottenere un (a questo punto, dichiaratamente inarrivabile) risultato comune.

      Il potere della rinuncia. Che gli egocentrici tracotanti suonino da sè le tastiere, attività della quale si può senz'altro fare a meno -- la musica è un intrattenimento, mica è come il pane, eh! se non diverte, tanto vale lasciar perdere, o praticarla in forme alternative.

      Il tutto si traduce, secondo saggezza popolare, nel classico "meglio soli che male accompagnati".

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    2. > La tipa degli anfibi su cuscino poi!

      Sara, non posso dire che fosse direttamente cogli anfibi sul cuscino. Si rendeva conto e aveva appoggiato i suoi piedi su quel sostegno in modo che gli anfibi NON fossero sul cuscino ma al limite.
      Solo che dopo un po', nuoviti qui, stirati là, ecco che il bordo degli anfibi era arrivato ad appoggiarsi sul cuscino.
      Sono quelle situazioni limite di tentare di rendere decente ciò che è bacato, come quelli che apoggiano i loro piedi su angoli di plastica, sui bordi di alluminio, al limnite dei sedili.
      Un tentativo di rendere passabili gesti grezzi e noncuranti.

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    3. Lorenzo, io cerco di mediare tra la mia tendenza alla solitudine e il fatto che per una vita sana ed equilibrata è bene avere anche della socialità, convivio, momenti di vita con altre persone.
      Questo ha, come tutto, dei contro, che ho osservato e scritto in questa pagina.
      Con alcune di queste persone (la tanghera fiorentina si vanta sempre delle sue origini popolari, io non riesco a capire come si possano attribuire apriositicamente valori positivi ad una certa classe piuttosto che un altra) vado/andavo in montagna.
      Però, una volta arrivati nel rifugio/casa/bivacco, scattano comportamento bambineschi. _mgoli si era proposta di cucinare per tutti (atto generoso e attento) ma poi, presa da raptus, lascia lì le cose suo fuoco, lascia lì in mezzo gli attrezzi, le bucce di zucca, etc. Fai una cosa, falla fino in fondo.
      Ecco, bisogna ripetere le cose come alle elementari.
      Mah.

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