Da estraneo al mondo del calcio mi arriva da esso, saltuariamente, qualche clangore. La Juventus ha vinto il campionato. Che notizia è? Appunto!
Ho un collega che lavora per la Ferrari. Anche la Formula Uno mi è estranea se non per qualche notizia, per me quasi folcloristica, che da essa mi giunge. Gli chiedevo delle batoste recenti. La Mercedes mette nella competizione, mi diceva, quantità di denari inimmaginabili per quelli di Maranello e si prende, dalla Ferrari, i migliori tecnici. Peraltro la Ferrari, a differenza della Mercedes che ha delegato parte consistente di progettazione e realizzazione al distretto motoristico del Regno Unito, si fa in casa tutto.
Vabbè, anche qui, nulla di nuovo, chi ha denari vince.
Prima domanda: le masse che vengono tosate per tutto ciò, perché continuano ad interessarsi a competizioni nelle quali tutto è deciso in partenza? Come andare al cinema sapendo già tutto su come finisce la storia.
Seconda domanda: perché tutta questa finzione viene chiamata sport? Uno dei principi generali dello sport è che si parte dalla stessa linea di partenza, non che chi ha più quattrini parte cinquanta metri avanti.
Terza domanda: la scala è compatibile con sport e merito? La F1 che è una delle espressioni della globalizzazione ne rimane vittima, un'altra nemesi che si compie.
Gran parte di tutto ciò è marcio, finto, ipocrita. Da me non prenderanno neppure un centesimo.
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