martedì 26 settembre 2023

Storia e chincaglia

Venerdì sera ho visto "Il mestiere delle armi", di Ermanno Olmi. Rigoroso in ambientazioni, costumi, atmosfere. Nelle lotte tra interessi contrastanti tra aristocratici italici (Gonzaga, Este, Medici, Montefeltro, etc.) si avvantaggia l'invasore straniero. Nulla cambia, passano i secoli e la storia si ripete.

Sabato sera, con Rosa Canina, Lady Hawke, un coacervo raffazzonato di incongruenze.

Colla giustificazione del fantasy si è cacciato dentro di tutto, dalla colonna sonora rock scadente a luoghi (Dolomiti e Appennino centrale) a casaccio, colori sgargianti e goffaggini goliardiche (avrebbero dovuto far ridere?). Un miscuglione adolescenziale. Mi ricorda il marcato scadere nella mediocrità tra la trilogia de "Il signore degli anelli" e la trilogia, seguente, de "Gli hobbit". Soprattutto il fatto di ficcare delle patetiche goliardate negli episodi "drammatici".

Non avevo certo bisogno di incremenentare il mio scarso apprezzamento (eufemismo) per il cinema statunitense. Questo LadyHawke parrebbe essere un cult. Sì, un cult del ciarpame.


17 commenti:

  1. Mi dispiace essermi persa il film di Olmi.

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    1. Signora Saressa
      Una settimana fa (era proprio ven sera) lo.guardai qui, sul tubo:

      https://youtu.be/wVly1HDYocg?si=t3VmV-9DFfVzrCFl

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  2. Ah! ah! è molto severo con “Lady Hawk”!
    È il film preferito di un mio amico (o almeno lo era quando aveva sui 16 anni!) che se sapesse di questa sua recensione la denuncerebbe per oltraggio: adesso è avvocato… :-)

    Comunque anche a me non dispiace (magari le passerò la lista dei miei film preferiti cosa potrà giudicare i miei gusti). È un film di fantasia che non ha pretese di essere storico: è il medioevo immaginato da uno sceneggiatore americano ma a tinte bianche e nere. In effetti il suo giudizio di “manichesimo” presente anche nel “signore degli anelli” è corretto. Ma vuole essere un film di intrattenimento, appena un po’ romantico che non stucchi un adolescente. Gli occhioni della Pfiffer e il cipiglio di Rutger Hauer sono un buon abbinamento. Certo oggi, lui o lei, o forse entrambi, non sarebbero biondi ma apparterrebbero a una qualche minoranza. E il coprotagonista spalla sarebbe omosessuale…
    Probabilmente il vescovo invece sarebbe diventato biondo e con gli occhi azzurri!

    Ma allora i tempi erano più semplici e un film come quello si preoccupava solo di intrattenere senza pretendere di insegnare qualcosa o di formare una coscienza diversa. Questo aspetto dovrebbe averlo apprezzato! :-)

    Anche la musica, che certo può non piacere, mi sembra adatta al film e si sposa bene con le scene di azione.

    Nel complesso è un altro genere rispetto al film di Olmi: è come paragonare mele e pere insieme, anzi mele e ananas!

    Insomma un buon film a cui darei un bel 7+ abbondante… ecco adeso mi è venuto voglia di rivederlo...

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    1. Ah! e n un rifacimento moderno le comparse sarebbero al 66% nere e orientali!
      In più ci sarebbero dei rozzi effetti di CGI per le trasformazioni o, magari, un inutile drago o strano mostro completamente inutile per la trama ma fine a se stesso.
      E già che ci sono in un rifacimento moderno: il persanaggio forte sarebbe la donna, non certo l'uomo! :-D

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    2. Io cercavo un film su medioevo / primo rinascimento.
      Finii in quella roba che assai fantasia e poca storia. I vari tipi avevano dei panni rossi psico-fotonico sotto le maglie/armature. Cazz di colori così non esistevano a quei tempi.
      Mah.

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    3. La roba merikana è ulteriormente peggiorata: mettono una ciaina a fare la regina di Tebe, un negro come re Carlo V, etc. .
      Hanno potenziato lo scarsume di un tempo colla cacca del politicamente corretto intersezionale.

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    4. Eh! eh! Un po' come successe a mio zio quando gli feci vedere "300" dicendogli che era un'opera storica! :-D

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    5. Mi state dicendo :- "La chiave di lettura di Lady Hawke è fantasy, non storica".
      Allora, assumo la chiave della interpretazione fantasiosa: ritorno alle due trilogia tolkeniane, SdA e GH, e dico che a mio avviso, la seconda trilogia fantasiosa è mediocre rispetto alla prima, in quanto, poco realistica, con goffaggini e tentativi di far ridere in mezzo ad azioni che, nella prima, erano drammatiche e "paurose", nella seconda grottesche, patetiche.
      Personalmente ritengo che una allegoria sia efficace se il più realistica possibile.
      Qui si arriva al noto ovvero che è piu facile trovare un accorso sulla politica o sul calcio che... sul cinema.

      Buondì messer Vapore Sodo.

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    6. Allora: io in genere sono per i libri e gli adattamenti cinematografici raramente mi piacciono.
      Diversamente dalla maggioranza degli appassionati a me la triologia del SdA pare da 6: un po' di più quando segue il libro un po' meno quando se ne discosta.
      La trilogia dell'Hobbit è un disastro totale: da un libro pensato per un pubblico di bambini hanno voluto trarre tre film che inevitabilmente finiscono per annoiare. Il tentativo di dare più spessore a personaggi di secondo piano fallisce miseramente. Voto... bo... forse 3 o 4 in base al mio umore!

      Sul concetto generale della metafora non saprei: secondo me è importante che ricalchi bene i meccanismi centrali che si vogliono evidenziare, ovviamente senza forzature altrimenti se ne annulla l'utilità. Ecco: se per "realismo" intende questa assenza di forzature dei singoli passaggi della metafora allora siamo d'accordo...

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    7. Qual'è la superiore potenza del libro? Che esso lascia spazio a immaginazione, partecipazione e costruzione del lettore.

      Mio figlio ha letto molti libri di Tolkien (cubatura... elevata!) sospinto dal SdA. Anch'egli rimase deluso da GH.

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    8. Beh, sono due mezzi espressivi diversi con le proprie limitazioni: passando da libro a pellicola il regista deve inevitabilmente cambiare qualcosa (anche solo per motivi di durata del film) e molto spesso questo cambiamento è deleterio per la qualità complessiva del film che va a perdere nei confronti del libro.

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  3. Per un mero fattore anagrafico non riesco più a seguire un film dall'inizio alla fine: dopo dieci minuti già ne prevedo la maggior parte, perché dovrei proseguire nella visione? Pure i film nuovi non fanno altro che scimmiottare situazioni, personaggi e trame già percorsi e ripercorsi infinite volte. In ben pochi casi riesco a provare quel senso di stupore e meraviglia che è il motore che porta a sentirsi coinvolti in un racconto cinematografico.

    Anche questo è invecchiare.

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    1. Egregio messere Pigiatasti, io non sarei così pessimistico. L'umanita' e' com'e' e le trasformazioni dell'etologia sono impercettibili sulla dimensione temporale della nostra vita.
      Raccontare una storia e' raccontare i pregi e i difetti dell'umanita'. Ecco, diciamo che puo' essere fatto bene o male.
      Nell'opera di Olmi si vedono molte cose tipiche del potere, della nostra storia, la tecnologia che rende mediocri le persone e questo avviene in un lavoro filologicamente ben fatto. Fondamentalmente nulla di nuovo,
      "Il mestiere delle armi" e' del 2021, quando Olmi aveva 70 anni: la dimostrazione di come si possano fare cose eccellenti anche passata la maturita' , in anzianita'.

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  4. Il solito inutile snobismo, per altro del tutto ingiustificato.

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    1. Non ha alcuna rilevanza, in questo mondo, il fatto che io sia snob o non snob.
      Direi che se quella roba di Ledi Ouchi che mi fa cacare e' essere snbo, io non sono snob sono stra-snob! :)

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