giovedì 11 ottobre 2012

Scarso preavviso - 2

Gladiatore





(Scarso preavviso)
  • Il re ordinò: «Portatemi una spada!» E portarono una spada davanti al re.
    Quindi il re aggiunse: "Tagliate in due il figlio vivo e datene una metà all'una e una metà all'altra".
    La madre del bimbo vivo si rivolse al re, poiché le sue viscere si erano commosse per il suo figlio, e disse: "Signore, date a lei il bambino vivo; non uccidetelo affatto!". L'altra disse: "Non sia né mio né tuo; dividetelo in due!".
    Presa la parola, il re disse: "Date alla prima il bambino vivo; non uccidetelo. Quella è sua madre".
    Libro dei Re 3,24 - 3,27
Questa notte il sonno si è interrotto alle quattro e venti circa. Stavo pensando a quanto accaduto. Questa faccenda ha toccato un punto sensibile, un nervo scoperto. Perché questa cosa del non tirare fuori le palle è un mio limite ora; ovvero la mia parte aggressiva, maschile non è granché messa bene. Mi sono addormentato più tardi.
Se penso anche questo è uno scarso preavviso. Da una parte c'è un'allenamento all'introspezione osservare i propri limiti prima di attaccare (a sproposito) l'altr*. La consulente alla quale mi affidai nei momenti critici della separazione mi invitò sempre a fare un passo indietro per evitare di dilaniare mio figlio, viste le cazzate egoiche e possessive della madre: se fossi stato come lei UnBambino si sarebbe trovato tra due trattori a cingoli che lo avrebbero tirato in direzioni opposte.
Il confine tra riflessione introspettiva, un approccio razionale sul fatto che prima di accusare e attaccare devo avere dati oggettivi sufficienti e il fatto di farsi mettere i piedi in testa può essere labile. Penso che questo riguardi anche i rapporti con il gentil sesso: il fatto di essere coinvolto in dinamiche che temo di non controllare mi impedisce di buttarmicisi. La selezione brutale si è mossa dal piano della lotta fisica a quello della rissa di potere nella quale degli ego ingombranti, straripanti (spesso di persone mediocri) si azzuffano da mane a sera.
Ora c'è da pensare cosa fare. Sto pensando se non sia il caso di tornare all'associazione dove il lavoro sulle arti marziali era di grande beneficio su radicamento e aggressività. Mi ha sempre affascinato e commosso l'epica del gladiatore.

P.S.
Stamani mi sono preso la briga di passare all'indirizzo che quell'azienda mi aveva indicato, è sulla strada tra stazione e lavoro. Non c'è alcuna agenzia _ibo a quell'indirizzo.

13 commenti:

  1. A proposito di dilaniare i figli...
    Apparsa sui quotidiani la notizia di un bambino prelevato a forza dagli agenti della Polizia.

    Poiché conosco benissimo le subdole tecniche che molte madri usano per negare la frequentazione ai padri e il plagio relativo sui minori, e letto che le disposizioni dei giudici sono state ripetutamente disattese e violate (conosco bene anche questo problema) non posso certo aderire alle lagne italiche della mamma e della mamma_mia che leggo tra i commenti.

    In molti casi la responsabilità (gravissima) è di molte madri poracce che projettano il proprio ego sui piccoli e li usano contro i padri.
    Ecco, a proposito di dilaniare i figli.

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  2. Se fosse stato figlio di un operaio, con il cavolo che c'era questo spiegamento di forze a favore del padre, questore in primis.
    Poi chi è questo padre che può partecipare alle operazioni di polizia e addirittura salire sull'auto della polizia?
    Poi a me non interessa sapere chi è sua madre, ho già ben capito chi è il padre.
    Siamo in Itala!

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  3. La gente fa schifo, e nei casi di separazione di solito dà il peggio di sè. E' accertato, almeno nel Nord Italia, che la figura dell'uomo padre-padrone è in forte diminuzione, mentre quella della madre-padrona è dilagante. La colpa maggiore è dei giudici che favoriscono le madri in modo inaccettabile. Ho amici ridotti sul lastrico per questo motivo. Il risultato di questa genialità è che molti uomini pittosto che mettersi con la solita donna italica modello se-litighiamo-ti-rovino-e-ti-porto-via-tutto, se ne stanno da soli con storie passeggere e nemmeno convivono più. Oppure, come una buona metà dei miei amici, sposano e convivono con donne rigorosamente straniere (francesi, iberiche, tedesche, marocchine, rumene o slave). Giusto o sbagliato che sia, certo è che a vedere i risultati la situazione sembra diversa. Forse è una questione di cultura del buonsenso, cosa che qui da noi sembra essere assente. Sta di fatto che anch'io ho una partner straniera, lusitana e tutt'altro che remissiva. La differenza che noto è che molte donne straniere (mi vengono in mente soprattutto francesi e iberiche), non straparlano di eguaglianza o di indipendenza. SONO veramente indipendenti. Quando sarà nata mia figlia, non la educheremo sicuramente all'italiana, se i risultati sono quelli che si vedono qui. O almeno ci proveremo :)

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  4. Italia, Francia, Germania, Olanda o Spagna, quello che ci vuole è il buon senso, accompagnato da quello delle conseguenze.
    Ho visto il video, ho visto quelli con le comunicazioni della Questura, ho letto articoli in cui si parlava di quello che è accaduto, precedenti compresi.
    Informo Sara che non si trattava di "un'operazione di polizia" ma del terzo tentativo di attuazione di una sentenza del giudice. Terzo, perchè i primi due han trovato l'impossibilità di agire causa la mamma, la zia, i nonno e chi assieme a loro. La stessa mamma che non faceva più vedere il figlio al padre da due anni, la stessa che il giorno dopo era dalla D'Urso. E non si tratta di essere avvocati e di stare sull'auto della polizia, ma del fatto che è stato messa in opera quanto stabilito da un tribunale. Se la famiglia materna avesse avuto davvero a cuore il benessere del bambino non si sarebbero messi a strillare come indemoniati scatenando la reazione altrettanto violenta, isterica e spaventata del bambino.
    Ho sentito tante insulsaggini su questa storia, in prima linea la levata di scudi contro il padre, senza minimamente fermarsi un secondo a rilfettere su quali fossereo i precedenti, stabilendo a priori che essendo un avvocato ha manipolato le cose per ottenere qualcosa. E' dal 2005 che la storia di quella famiglia va avanti così, non da ieri.
    Però sono molto, molto, molto contenta che zia, nonno e una terza persona di cui non si sa l'identità sian stati segnalati alla magistratura dopo l'evento.

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  5. x Sara:
    Qualcosa ho già scritto a casa tua.
    Pare che ci sia stato un clan che ha sottratto per anni il piccolo a suo padre. Questo si chiama rapimento.
    E ci sono stati molteplici tentativi di interrompere questa violenza.
    Ora, mi spiegate come si sarebbe potuto fare? Ecco, cosa avreste fatto in questo caso: supponi che tu abbia un figlio con uno, poi vi separate e per anni il padre di tuo figlio te lo nega, sparisce, non lo vedi più nonostante sentenze, e disposizioni.
    Questi hanno impedito agli assistenti sociali di ristabilire in qualche modo i rapporti tra bambino e padre.
    Cos'è una ndrina a delinquere contro bambino e padre?
    Vorrei sapere con quali mezzi alternativi si sarebbe potutto intervenire dopo che sono falliti tutti i tentativi precedenti?
    Qui mi pare che ci sia una violenza straordinariamente grave di una madre e il suo clan contro il padre e contro il figlio usato come arma contro il padre.
    Io com-prendo l'agire del padre e ajnche a livello razionale vedo i danni colossali che madri così screllerate fanno, con questa incultura italica della mamma_mia che ha spinto molte sciagurate a condiderare la prole come una estensione del proprio utero.
    Potete intervistare centinaia di psichiatri e psicoterapeuti sui danni irreversibili che ciò crea in molti maschi poi bamboccioni mai uomini.
    Io penso di aver capito chi è la madre eil disegno a delinquere organizzato del suo clan.

    Può essere che ci siano state imperfezioni. Ma io non vedo com-passione, un giudizio che comprenda anche la storia di come si è arrivati a questo, non vedo saggezza di capire che le guarigioni devono a volte passare per interventi impegnativi, a volte dolorosi.


    x AntiBoscevico:
    I giudici sono a loro volta figli di una incultura della _mamma_mia.
    Tre anni fa feci una vacanza in campeggio in Calabria in cui c'era una donna svedese che si stava separando.
    Era del tutto ovvio per lei che i figli sarebbero stati metà del tempo con il padre: In Svezia i figli stanno a settimane intere alterne presso uno dei due genitori.
    E'del tutto ovvio, non arrivano neppure a queste cose grottesche e kafkiane, allora dalle 17:22 alle 19:22 dal padre il giovedì a settimane alterne se sta su un piede e quella settimana è pari e se il Cesena ha vinto in casa.
    I bambini stanno una settimana 24h al giorno dal papà e la settimana successiva dalla madre, senza tutti 'sti sballottamenti del cazzo per frequentazioni a volte millesimali del padre.
    I giudici questa cultura non ce l'hanno perché a loro volta sono figli e attori si questa incultura.
    E anche il diritto ha recepito a fatica che l'a normalità è l'affidamento congiunto.

    Strai aspettando una figlia? :)

    x Alahambra:
    100% d'accordo.
    Andare oltre ai sintomi e capire quali sono le cause di questo disastro.
    I mali profondi non si possono guarire con le garze alla valeriana, con l'invito n. 247 alla madre di rispettare la sedicemsime sentenza etc.

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  6. Siamo d'accordo? Usti, domani comincia l'apocalisse :P

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  7. Mi dispiace che si continui a leggere in termini unilaterali questo episodio, che resta oggettivamente una violenza inferta a un bambino.
    Francamente avverto troppo maschilsmo diffuso, probabilmente sarò il contraltare per l'impostazione "mammifera" evidenziata in questi commenti. Per me già il fatto che si parli di "patria potestà" quando i figli li partoriscono le donne, è un sintomo che a strada ancora molto lunga da percorrere.

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  8. Non posso credere di aver letto davvero quello che ho letto. Ma Sara, in termini unilaterali de che? Siete partiti tutti quanti a spron battuto contro la polizia prima e contro il padre poi nell'esatto momento in cui avete saputo che è un avvocato. Non vi siete fermati nemmeno per un secondo a chiedervi il perchè di tutto quello, nè quali gravissimi motivi devono aver portato un tribunale a disporre l'allontanamento dalla madre.
    Tu senti maschilismo diffuso? Io sento invece un sacco di rumore che, evidentemente, impedisce di pensare lucidamente. Maschlismo vs femminismo in una vicenda del genere? Siamo alla frutta sul serio. E siamo all'ammazza caffè se citi il termine "patria potestà" come esempio. I maschilisti nello stesso modo potrebbero prendersela con "lingua madre". Assurdo, grottesco e paradossale.

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  9. Si, Alhambra l'unica che pensa con lucidità sei tu.

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  10. > Stai aspettando una figlia? :)

    Io no, ma la mia partner sì :PPP

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  11. x Sara:
    Sì, il piccolo è oggettivamente in una situazione di violenza.
    Ora, si tratta di capire (o si è trattato di capire) come farla cessare, quali interventi eseguire, con quali effetti, pro e contro.
    Insomma, la situazione era comunque drammatica, su questo concordiamo?
    Come uscire da quella situazione?

    La nostra società ha sviluppato da una parte un maschilismo patriarcale becero, d'altra parte una sorta di femminismo matriarcale antagonista altrettanto pernicioso.
    La domanda a cui non ho avuto risposta è: quali azioni, quale piano avresti proposto, in quali modalità, quali strategie per risolvere eventuali ulteriori azioni del clan della madre, etc.
    per per evitare che la situazione attuale incancrenita da anni continuasse?

    x Alahambra:
    Sì sì, siamo d'accordo. :)
    Proprio così!

    x AntiBolscevico:
    Öllapepa. :)

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  12. Io credo maschilismo e femminilismo (non femminismo) matriarcale non siano poi molto distanti.
    Non essendo un esperto di problematiche connesse all' infanzia, ho difficoltà nel risponderti: avrei coinvolto sicuramente il tessuto sociale sano che è comunque intorno al bambino, per sbloccare la situazione. La scuola, il catechismo, i compagni di classe, chi comunque con il supporto degli assistenti sociali, degli psicologi poteva in questi anni collaborare, magari passo dopo passo, costruire un rapporto tra il bambino e il padre.

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  13. Il rapporto tra bambini e padre.
    Come costruirlo?
    E' elementare.
    Pulire il sedere del piccolo quando ha fatto la cacca, uscire dopo cena per la passeggiata fino al vicino così vediamo i nuovi cagnolini, fare colazione assieme, mettere a letto i piccoli, andiamo a trovare lo zio Franco? ora ti cambio i pantaloni e la prossima volta non mettere gli spaghetti al pomodoro sulla sedia prima di sederti :), ti porto alla festa di compleanno della tua amichettta Ines.
    Il rapporto tra piccolo e padre si costruisce con le attività quotidiane.
    Non servono papà superstar, attori, clown, giocolieri, esperti di psicopedagogia, master in educazione minorile.

    Infatti quando si vuole troncare il rapporto con i padri si nega loro proprio il tempo per queste quotidiane frequentazioni, si eliminano i momenti di vita famigliare.
    Mi sembra che nel caso del minore pavovano questo sia proprio stato il disegno criminoso premeditato.
    Poi scatta anche il falso ideologico: poiché il/la bambin* NON è abituata al padre, prova disagio, non gli/le piace, da segni inquietudinem signor giudice, è opportuno non aumentare o diminuire i tempi di frequentazione.
    Ecco che la pseudo soluzione altro non è che un aggravare la malattia.

    E' urgente e molto importante arrivare ad una cultura demammamiaizzata nella quale
    1) i padri siano rigorosi nel rispettare i propri doveri (precisione negli orari, nel versamento degli assegni)
    2) si arrivi all'ovvio ovvero che i figli beneficiano ed hanno diritto di frequentare abbondantemente (fino ad arrivare alla soluzione svedese, una settimana completa a testa alternate) entrambi i genitori e i rispettivi parenti (altro punto critico).

    La soluzione attuale che non di rado millesima i tempi di frequentazione con il genitore "non residente" è il primo passo sbagliato e grave che poi porta un clan di scellerati a questi estremi, quello di negare per anni la frequentazione ad un padre e a costruire una cortina impenetrabile che impedisca ogni contatto fisico tra bambino e padre.
    Sara, guarda che questa è una violenza spaventosa, è un rapimento di un figlio ad un padre, la sevizia sostanzialmente sadica a minore ed ex partner di allevare un figlio orfano di padre vivente.
    Altro che nazisti o khmer rossi.

    Ecco, io non riesco a capire come non riusciate a capire la gravità della violenza estrema e la sua durata di anni di questa madre.

    Se eticamente non si prende distanza da ciò (anche intervenendo energicamente quando tutti i tentativi precedenti sono falliti per boicottaggio) non si potrà risolvere né questo caso né i simili e questo è molto grave, ritengo, perché non migliora e quindi peggiora questo che è già un problema.

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