martedì 5 febbraio 2013

Vendere problemi - 2

(Vendere problemi

Sono giorni intensi al lavoro, tanto intensi da essere pesanti. Gli strumenti che usiamo e che ci hanno venduto  sono spesso pieni di limiti, risultato di una non-analisi, di una non-progettazione, caratterizzati da una non-qualità.
La tecnologia  accelera i tempi per produrre più velocemente tecnologie mediocri e ancora più scadenti, con le quali risolvere alcuni problemi introdotti dalle precedenti per introdurne di nuovi peggiori. Ecco il JIT, il susseguirsi di mode estemporanee, di vezzi e capricci determinati da masse ondivaghe del mercato sospinte qui e là da coloro che devono vender loro questa_e_quella novità inutile. I fornitori di finte soluzioni e i complicatori di affari semplici a loro volta seguono gregariamente i moti caotici dovuti ad altre forze irrazionali, assurde. La società liquida e liquidificante ha ottenuto ed è causa di questa accelerazione di prodotti scadenti a veloce obsolescenza e, molto spesso, assolutamente inutili. Come le onde corte in rada, si aumentano caoticamente l'un l'altra.
Il risultato? I sistemi complessi hanno costi spropositati, complessità autorigenerantisi, qualità sempre più bassa. Si prendono dei problemi e se ne vendono ad altri. Progetti ad alta problematicità aggiunta.
La qualità della vita è mediamente sempre più bassa, tu diventi funzionale al sistema, tu lo servi e Gaia viene sistematicamente distrutta, reso morta in parti sempre più ampie per produrre rifiuti. Anche la tua vita che passa veloce consumata dal tempo produttivo che sgobbiamo quaranta ore e più come negli anni 70 senza alcuna riduzione del tempo dedicato al lavoro. Sono questi i risultati?
Come osservava Claudio Risè in Il maschio selvatico questa accellerazione velocizzante della vita crea quantità enormi di problemi alla vita delle persone e ciò emerge nella sua pratica terapeutica.
Così c'è questa stanchezza intellettuale a sera che mi piace poco.
Ho finito sereno al lavoro, oggi. Sono incappato in un altro limite dell'alta (?) tecnologia rozza, non ero io.
D'altra parte il lavoro da sempre ha questa componente di fatica che è anche ciò che nobilita. Anche se alcune persone tecnofile, tecnoteiste credono ancora che la ultima nuova tecnologia risolverà problemi e renderà più bella la vita (in alcuni casi avrà il solo effetto di aumentare temporaneamente la produttività di ciarpame spesso inutile).
Non era un limite mio e sono andato fino in fondo, era un limite dello strumento.



7 commenti:

  1. Beh, si può prendere il buono lasciando il resto.
    Un po' di tempo fa era più animista, pagano meno cattolico, mi garbava di più.

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  2. Devo anche dire che poi sono arrivato a casa e ho cucinato per UnRagazzo e il suo amico. E' tornare alla sensualità della cucina.
    Se non ci fosse stato il duro lavoro forse non sarebbe stato così piacevole.
    Il fine settimana mi aspettano poi altri piaceri: arte delle carni lussuriose e dei passi argentini.
    Bello bello.

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  3. Mi hai fatto venire in mente quei vestiti che ostano poco o tanto, ma in ogni caso non tengono abbastanza caldo. Vestiti per finta.
    Si compra e si vende il simulacro.

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  4. Vestiti per finta. Che si pagano con soldi per vero. Siamo oltre la new economy ormai. Oltre.
    FG

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  5. x Sara:
    Quello dei vestiti di qualità scarsa, sostanzialmente USA&getta, è uno dei casi più paradigmatici.
    La mia tesi che cerco di praticare è la seguente: comprare dei capi di qualità e riparabili che siano il tuo stile. Anche se costano 3, 4 o 6 o 7 volte tanto. Buoni tessuti, buona qualità, il TUO stile.
    Se necessario anche fatti artigianalmente, diamo del lavoro in filiera corta che è bene.
    Supponiamo che il tuo capo costi 7 volte tanto. Esso durerà sicuramente un numero n di volte con n >= 7 rispetti a capi a basso prezzo (o non così basso, la madre di mio figlio era sarta e stilista e mi faceva vedere vari dettagli di qualità scarsa anche in capi "firmati" fatti alla culo, alcuni stilisti come D&G e pure Valentino se ricordo bene erano casi limite per prezzi elevati e qualità bassa (per il secondo il pret-a-porter, non l'alta moda).
    Allora il tuo capo può costare alcune volte un capo a basso prezzo e forse costare anche meno di un capo firmato a bassa qualità.
    E avrai il tuo stile che ti contraddistingue dalla quantità di omologati alla moda del momento.
    Rispamierai denaro, quindi potresti lavorare di meno. Meno cotone, meno pelle, meno bottoni, meno cucitura, meno distruzione di risorse naturali. Meno rifiuti, meno discariche aree (inceneritori) e meno discariche...
    Forse alcuni conoscono i disastri ecologici della coltivazione del cotone in Asia centrale, ad esempio.

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  6. x Femmina Gaudente:
    Ogni euro è associato ad un piccola quantità di risorse naturali.
    La maggior parte delle quali non riproducibili.
    Questo lo dimenticano o lo omettono regolarmente i tromboni della crescita e pure gli sciocchi (di sx e di dx, Berlusconi, Paolo Barnard e in qualche misura Grillo, anche se questi pone il problema della democrazia nella scelta della moneta e della sovranità monetaria più che uno schierarsi a favore contro euro/lira) che pensano stupidamente che si possa stampare la ricchezza.
    I soldi veri sono associati al consumo di risorse naturali vere e al vero inquinamento, ai veri rifiuti, la maggior parte dei quali non biodegradabili.
    E bistecche e cotone e macchine per la TAC, legname, stock ittici non si possono stampare su carta.
    Il modernismo e il tecnoteismo hanno allontanato molto homo da ritmi e ambiente che li disseta, nutre, accoglie.
    I risultati sono queste stupidate tecnoteiste, accrescitive, di economia neoclassica che riempono la crapa dei più.

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