giovedì 30 gennaio 2014

Tutta colpa di Freud

Devo dire che sabato scorso quando abbiamo consultato la lista della programmazione dei cinema a Bologna e provincia, _rio ed io eravamo piuttosto scocciati. Quasi tutta l'offerta era relativa alla cinematografia in lingua inglese. Ma luridamiserialadra, possibile che con tutte le meravigliose opere cinematografiche del mondo dobbiamo subirci solo della roba americana (sì, perché poi l'80% della cinematografia in lingua inglese è poi roba americana, non di rado ciarpame)!? Un po' come per la musica, il 95% della programmazione del 95% dei canali radio trasmette lo 0.1‰ della produzione. Che squallore! Sarebbero questi i vantaggi "del mercato"? Un cinema che scimmiotta l'altro a programmare le stessa pellicole negli stessi orari. Mah. C'erano solo tre o quattro titoli "non anglofoni" su una ventina? trentina? di programmazioni: abbiamo deciso per... una cosa leggera, per una volta.
Molto piacevole 'sto intreccio di storie di un padre amorevolississimo e delle tre (tutt'altro che) scarrafone sue. Ben recitato, si lavora sui siparietti  ma anche su quattro modi di vivere le relazioni, per quattro età diverse o anche solo per quattro persone diverse (figlie e padre).
L'intreccio delle storie è su vari piani e conduce a situazioni spassose. Buone le recitazioni, ma la qualità è nello spirito delle situazioni e dei contraddittori. Una pellicola deliziosa, italiana. Non c'è alcun bisogno di importare della roba sempre da Hollywood. Proprio non capisco questo appiattimento commerciale su opere della cinematografia in lingua inglese (ovvero quasi solo statunitense).

Alcune note estetiche.
Un po' patinato-modaioli alcuni interni.
Trovo veramente orribili queste barbe e zazzere di cinquantenni (Marco Giallini, il papà, Alessando Gassman, l'amante suo coetaneo della figlia) artificiosamente e orribilmente tinte di nero. Volti e rughe ed età in contrasto con le tinture di barba e capelli da ventenni, non un filo grigio. Il travisarsi del monto delle spettacolo è spesso di una bruttezza indicibile.
Vittoria Puccini, la figlia libraia, è, nella storia, una bellissima donna, con uno stile piuttosto fresco, leggermente alternativo, un po' radical-chic. Ecco, così fresca e informale è mille mila volte più bella di quando è tirata "elegantemente". Avevo già osservato (The freak the chic) del fatto che molte donne si orribilizzano in una sorta di matrone pseudoeleganti in occasioni "importanti".




20 commenti:

  1. Il mondo è bello..... perchè è vario.
    Non amo il cinema italiano (questo è un fil leggero che potrei anche vedere), perchè quasi sempre troppo impegnato, serioso e terribilmente realistico.
    Preferisco di gran lunga la valanga di milioni di dollari spesi in effetti speciali (ed in questo se la giocano giapponesi e americani) o animazioni. Vedo il cinema come uno svago, non posso svgarmi se mi propponi sempre la realtà (la Nostra realtà).
    Gusti ;)

    Ed invece gran stretta di mano per la considerazione sulle "matrone pseudoeleganti in occasioni "importanti"." ;)

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  2. Dormo come un bebé in sala.
    Potrebbero mettere su di tutto, nel frattempo io ronfo con la bavetta alla bocca.

    Sì occhei, è da stolti pagare biglietto per dormire, lo so, ma adoro essere lo zimbello della compagnia :-)

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  3. x Boh:
    > non posso svgarmi se mi propponi sempre la realtà (la Nostra realtà)
    Attenzione: io non avevo scritto che vorrei solo pellicole italiane
    Avevo scritto "possibile che con tutte le meravigliose opere cinematografiche del mondo dobbiamo subirci solo della roba americana

    Ci sono 204 stati, non 1 (gli USA). Poi possiamo paragonare anche generi simili, ad esempio sit-com USA e commedie francesi, storie d'amore di Hollywood con una storia d'amore del cinema cileno...
    Ci sono generi nei quali, per le risorse richieste, solo pochi nazioni possono produrre.
    Ho visto alcune foto di Vittoria Puccini "tirato-elegante" e perde mille mila punti.

    x En Joy:
    Il cine ti fa ronfare?
    A me in genere no. Diciamo che forse solo Woody Allen c'è riuscito a farmi ronfare.
    Ti zimbellano perché paghi per ronfare?

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    1. Nu, perché collasso appena si spengono le luci in sala :-)

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    2. Se a te_ti piace, qual'è il problema?

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    3. Mica ho detto che è un problema :-)

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    4. Ehm.. non ci resisto, scusami, ma qual è è un troncamento... non ci va l'apostrofo :-)

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    5. Ma grandissima En Joy,
      Un altro regalo cruscantico.
      "Qual è", senza apostrofo, perché si tratta di troncamento e non di elisione (dice, ad esempio, la Treccani).
      Bacetto ciccio e grazie per il... piccolo kaizen linguistico! :)

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    6. Il bacetto me lo prendo di gusto, consapevole che sarà l'ultimo, ché io e la grammatica... eheheh... mai finito di imparare :)

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    7. In questo momento starai prendendo altri baci e sono felice per te.
      Oh, imparo più ora d'italiano di quando ero a scuola. Purtroppo, a quell'età non ti appassiona, non ti interessa.

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  4. questo è un film che vorrei vedere, ma sarà difficile che lo vedrò

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  5. dallas' buyers club è un vero film; il migliore di questo anno credo, e non solo.

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  6. x Francesco:
    Troppo impegnato? Il problema e' anche che le pellicole spariscono dalle sale abbastanza velocemente.

    x Francesco:
    Ho visto il promo, letto qualcosa, penso che sia una pellicola interessante. Grazie per la segnalazione. Vediamo se riuscirò ad acchiapparlo.

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  7. Almeno parlano in italiano o è il solito mix romanapolesiculitano? Mi riferisco anche alle cadenze, ormai troppo invasive e che non reggo più. Squalificano anche le cose più pregevoli, a quel modo. Ma le scuole di dizione non esistono più?

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    1. Dimenticavo, tra le cadenze più invasive della gramigna, quella toscana.

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    2. La storia e' ambientata a Roma e la cadenza e' quella romanesca.
      Insomma, il settore cinema in Italia e' in prevalenza a Roma con qualcosa a Milano (infatti, c'e' pure un filone di opere piu' o meno "milanesche").
      Beh, ti puoi sempre salvare con la cinematografia non commerciale, quella che descrive la vita della provincia italiana. Ci sono molti ottimi registi e relativi lavori
      Diritti, Olmi, Segre ...

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  8. UUIC: "La storia e' ambientata a Roma e la cadenza e' quella romanesca."

    Il discorso reggerebbe se quando le storie sono ambientate, che so, a Asti la cadenza fosse quella astigiana, a Genova quella genovese, e così via. Non mi risulta. Ho subìto quantità industriali di filmacci (in particolare cosiddette fiction) ambientati in ogni dove, estero incluso, e la cadenza era sempre la stessa. C'è qualcosa di intenzionalmente losco, una sorta di colonizzazione culturale in atto. Oppure siamo di fronte a un dilagare incontrollato dell'ignoranza nel campo della professione d'attore (e altre professioni correlate, ché l'attore in sè esegue quel che altri decidono). In un caso come nell'altro, sarebbe abbondantemente ora di finirla.

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    1. Nell'ultimo lavoro di Segre, La prima neve, la protagonista, Anita Caprioli, e' piemontese se ricordo bene. Dicono che abbia a volte incespicato con la cadenza trentina, anche se mi e' sembrato che abbia lavorato bene, tutto sommato.
      Considera che il cinema commerciale si rivolge ad un pubblico che non va molto per il sottile. E il cinema e', spesso, non piu' arte ma attivita' economica, come le televisioni commerciali, che risponde a logiche di profitto nel mercato, non di qualita'.
      Io cerco di evitarlo e di sostenere la cinematografia minore.

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    2. Mks scrive - mi sembra - anche di un progetto nazionale naufragato, della deriva del particolarismo linguistico-dialettale numericamente maggioritario e caciottaro, che orbita attorno alle maggiori città del centro-sud, del tirare a campare la "jurnata", in sé il fallimento mentale di qualsivoglia progettazione di un futuro prossimo o remoto ...
      Si campa alla giornata.
      Tanto, poi, arriva prontissimo il decreto salva-Roma di Renzie : perché mettersi dei problemi ?

      ^_____^

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