Nel tentativo di provare a descriverlo a un amico, gli facevo l'esempio di quella domenica sera, alla fine degli Imboscati del 2015. Demonizzare la fine, esorcizzare una piccola morte.
Uno degli aspetti di eventi di successo è una sorta di... consapevolezza entusiasta di eccellente comunanza: questo termine è un po' articolato, me ne rendo conto.
L'entusiasmo viene portato in quota e ci sono vari fattori che contribuiscono; essere in un luogo di bellezza e armonia, di bellezza italiana, toscana, romanica di pietre di secoli, di ulivi, rurale, essere in un luogo lontano e lontano è anche lontano dalla quotidianità. Essere lì con dei complici (in questo caso _lcino e due tangheri ferraresi di un gruppo più ampio che già ci conosciamo per la frequentazione della Milonga Sì). Poi la novità del ballare con anime e corpi sconosciuti. Poi il vento della TJ (domenica, Chiara Malena) che ha soffiato sulle onde di anime tanghere, fino a portarle alla spuma.
Penso, che ciò che accomuna donne e uomini, che si incontrano, sia è anche una certa compiacenza: sapere di essere ad un buon livello, di essere stati scelti e di di cimentarsi, sfidarsi in una sfida, che per quanto armoniosa, sulle ali della musica, con il sorriso e gli occhi della seduzione sempre presente, come un profumo di fieno sui prati di giugno segati per il primo fieno, è una sfida tra guappità: donne che sanno di essere brave o anche eccellenti nell'arte dei passi argentini e uomini che sanno di essere bravi o eccellenti, nella stessa arte.
Allora, quando due anime così si incontrano, ogni cosa può succedere. Anche che le onde tornino ad essere alte, spumeggianti, fino alla della milonga, dopo ore di tango. Succede che stanchezze, posto angusto, incomprensioni, tutto viene travalicato dal potersi intendere e essere un anima, un vortice sul bandoneon, sui giri di piano. Trovare, per abbracci di qualche minuto, il batticuore dell'altra che è tuo e insieme l'unione fantastica del maschile e femminile da cui nasce una piccola, sontuosa, per quanto aleatoria, opera.
_bio parlava che la capacità di emozionare del tango è diminuita dopo anni: sarà così? Ieri avvertivo la stanchezza, dopo l'ebbrezza di domenica.
Una sorta di hybris tanghera che ti porta a voler superare i limiti, a raggiungere le infinite possibilità, uno dei nomi del tango.
Durante il viaggio, prima, poi, sgorgavano curiosità, analisi, emozioni, battute, desideri da questo innamoramento coreutico che ci attanaglia e che non dà segni di affievolimento; ci sono solo alcune pause, per il tango quotidiano, per l'impegno, lo studio, la pratica umile foriera di eccellenze, e poi di grandi, sontuosi banchetti.
(_lcino)
Va beh Uomo se parliamo di anime esse hanno un linguaggio speciale, elle posso incontrarsi dovunque e allo stesso modo tutto potrebbe succedere, al di la del tango e di certe location.
RispondiEliminaMagnolia, i luoghi importanti per cose importanti devono essere belli (e funzionali ma io idealmente crucco sono "fermo" al concetto Bauhaus che bellezza e funzione non possono non coincidere - una cosa non funzionale è volgare, kitsch, finta).
EliminaOrganizzare una milonga in un merdonald o negli spazi di un ipermercato o in un'altro non-luogo dell'orribile sarebbe come organizzare una cena sui ripiani di una delle corsie di un casello trafficato.. Hai voglia che il cibo sia squisito...
Lorenzo, non ho capito il tuo commento: state proseguendo qui una vostra discussione iniziata altrove?!
Uomo io credo che due anime si possono incontrare davvero nell'ovunque e quindi attrarsi anche in un luogo fatiscente. L'anima va oltre i luoghi, in verità è così certo poi abbiamo il lato umano che non disdice la bellezza.
EliminaLorenzo non crede alle anime Uomo, per lui siamo solo corpo, fatto di cellule che nascono e muoiono.io non credo ad una cosa solo cosi semplicistica e quindi discutiamo poiché non abbiamo le stesse idee.
EliminaBellezza e ricchezza sono dimensioni ortogonali.
EliminaCi possono essere case povere splendire e case povere orribili. Ci possono essere case ricche splendide e case ricche orribili.
Ecco, se penso alla ricchitudine orribile mi viene in mente la paccottiglia stile Versace.
Quando andai l'estate scorsa sul Sebimo con _mlero, vidi dall'esterno una di queste case ricche orribili,
Diciamo che generalmente i riccastri hanno qualche possibilita' economica in piu' Ma con quella possibilita' economica possono fare anche piu' danni, piu' brutture.
> i "tangheri" non sono e sopratutto non furono tutti ricchi, ergo ballano e ballarono dove possono e poterono
EliminaOsservazione corretta.
Diciamo che sono passati diciamo centoventi anni (facciamo un numero tondo) dall'apparizione del tango.
E circa cento annui (scarsi) quando, negli anni Venti il tango fece... il ballo dei debuttanti a Parigi, facendo impazzire ricca borghesia e nobilta'.
Da quel momento nacque il tango - come definirlo? borghese? intellettuale" artistico? combinazione di questi elementi? - fino a quello attuale dei giorni nostri.
C'e' tutt'ora questa distinzione tra Argentina e Uruguay (diciamo le citta' rioplatensi) dove il tango e' cultura popolare, nativa, al resto del mondo dove il tango tende in qualche modo ad essere di nicchia, passione scelta in eta' meno acerba.
Io non amo il tango povero, minimale, sociale.
Scrissi in passato che trovai sgrdevole l'esibizione di due (volgari) cantanti di tango portegne in una milonga estiva del martedi'. Mi era sembrato di (ri)piombare in una balera nostrana nazional popolare del liscio, una di quelle che conobbi in Lombardia.
Non e' questione di censo ma di molteplici fattori.
A me schivo e riservato, il lato sociale del tango (che puo' diventare caciarone, come visto talvolta in alcune "milonghe per tutti") importa poco. Quindi mi rimane il lato artistico, quello seduttivo e quello estetico.
In questi il censo non ha alcuna dimensione.
Come scritto in passato, la milonga e' estremamente severa, antiegalitaria, discriminatoria: proseguendo coi livelli o sai ballare e con un certo stile anche nel comportamento, prima che tecnico, o, semplicemente, vieni buttato fuori.
Essere ricco o povero, avvocato o inserviente, biologa o cassiere conta veramente poco.
E dopo questa Uomo si butta dal ponte - riducendo così il teratoma umano e concludendo con unico atto coerente -
EliminaDove ho scritto che essere poveri sia splendido?
EliminaDovremmo percorrere la storia del tango, dai bordelli ai ricchi e sfarzosi saloni "di gala" europei.
EliminaConsiderate che anche il valzer subi' un'evoluzione simile: da danza lasciva a danza della corte viennese e di altre.
Si', e' stato tutto molto dilatato e trasformato. Le trasformazioni dal 1920 hanno avuto la setssa accelerazione con modulo con la curva esponeonziale della popolazione.
C'e' piu' diferenza tra il 1916 e ora, probabilmente che tra il 1916 e 1016 o il 516 a.C. .
Sorrido perche' la vostra ironia o sarcasmo sono sagaci.
Infatti Lorenzo, ero sarcastica. Al limite secondo lui dovremmo buttarci tu ed io così non solo gli facciamo spazio ma smettiamo di rompergli.
Elimina> "Ci possono essere case povere splendire"
Elimina> No, non ci possono essere.
Dovrei fare qualche foto della meravigliosa casa recuperata in medio Appennino da un gasista.
_imo è povero di denari ma ricco di mani, di saperci fare e di attenzioni e se l'è tirata su da solo. Pensare che quando si è separato lasciò quella meraviglia a sua moglie, andando via senza chiedere nulla. Povero e distaccato dai denari.
Raramente ho visto un restauro di tale qualità.
Tempo addietro mi infilai, sempre in medio Appennino, in una casa simile, altra zona, sede di una associazione artistica: la proprietaria è una artistoide squattrinata ma, con il proprio lavoro, aveva realizzato la più fantastica cucina "gaudiana" mai vista. Forse ne avevo scritto anche qui, dovrei cercare la pagina, al volo mi viene un 2012. Tutti materiali naturali, di recupero e una grazia, un'armonia rari.
Bisogna intendersi con ricco e povero.
Diciamo che una casa bella richiede MOLTO lavoro (anche per togliere, per recuperare materiali naturali, per "giardinare" la bellezza). Molto lavoro, la maggior parte delle volte, richiede MOLTO denaro. Ma se il denaro non l'hai ma hai le conoscenze, le mani, la testa, le capacità, il tempo e ce li metti tu, allora escono dei capolavori. Poveri? ricchi?
ma che è 'st'anima?
RispondiEliminac'è del vero in quel che scrivi, m non voglio andare oltre, perchè poi Lorenzo tocca litigà perche' tu vuoi sempre la ragione.
EliminaPerò dai, io ho imparato un sacco di cose leggendo i commenti di Lorenzo... da sola non avrei avuto la pazienza/il tempo/la ragione di approfondirle. In un certo senso Lorenzo (per ragioni sue) fa la fatica di presentare cose in modo ragionato e accessibile a tutti. Mi sento un po' ladra a fruire del tutto (tante volte sono discussioni con altri utenti) senza nemmeno ringraziarlo... quindi: grazie!
Elimina(intervento estemporaneo)
Bulutn Lorenzo è solo un po prolisso, ma per il resto presenta i suoi commenti con una certa preparazione che gli riconosco, certo che si impegna anche se a volta esce fuori discorso ai post in oggetto. È molto preparato per carità, ma ha un difetto per me enorme: non rispetta le opinioni altrui a meno che non siano in linea con le sue. Ognuno fa esperienze nella vita che lo indirizzano ad in certo modo di pensare e credere, io rispetto questo e se pur non condivido a volte, non mi riscaldo per farmi valere poiché non è detto che la mia sia la verità universale.
EliminaE guarda che io a volte litigò con Lorenzo più per il suo atteggiamento che per quello che scrive.
:-) buona giornata
Scritto dal cell...un po con i piedi mi scuso.
EliminaGuardate che Lorenzo mica se la prende per opinioni divergenti. Se la prende per l'assenza di logica, per la mancanza di razionalità. E ha ragione. Ma ragione da vendere!
EliminaScambio molto interessante.
Elimina> La "verità" è universale nel senso che è la tesi che funziona meglio di tutte le precedenti.
> Ovviamente è TEMPORANEA, dato che in ogni momento può proporsi una tesi alternativa.
Ecco, qui leggo la definizione di etica (forse manca il relativismo spaziale oltre che temporale) ovvero la contestualizzazione, nello spazio, nel tempo, del giusto e dello sbagliato.
Gli anacronismi culturali, morali sono uno dei cinque fattori fondamentali di fine di una cultura, di collasso della relativa società.