martedì 17 giugno 2014

L'insostenibile realtà della realtà - 4



(L'insostenibile realtà della realtà - 3)

Tempo addietro alcuni compagni anarcomunisti del GAS si erano scagliati contro il progetto di stato di realizzare una base dati di DNA per criminali. In effetti, considerato che la tecnologia viene abusata quasi sempre, usata antiecologicamente, per risolvere i problemi introdotti dalle tecnologie introducendone di più gravi, dispositivo alienante, di iniquità, regressivo, di controllo e sfruttamento, non è che possa proprio dare loro tutti i torti. Ma io ritengo che essi, a sinistra, siano massimamente contrari a questo strumento anche perché può inchiodare alcune persone alle loro responsabilità. Esso demolisce l'alibi culturale, il dogma strutturalista della sola (o quasi sola) responsabilità collettiva, di classe. Questa realtà, a sinistra, è massimamente indigesto. Quindi come agnostico io alzo le spalle: banche dati criminologiche di DNA? Sì? No? Perché sì? Perché no!? Vediamo come vengono usate, per quali fini. Sperimentare, osservare e misurare, eventualmente cambiare/abolire/potenziare.

Oltre alla notizia dell'aver individuato la persona il cui DNA fu ritrovato sul corpo di Yara Gambirasio, c'è l'altra notizia che ha scosso molte coscienze: un bello e simpatico giovane marito per bene che uccide moglie e due figli e poi va a vedere la partita del mondiale di pedata.

Tempo addietro, riportai alcune note sulla patologia della (percezione di) sicurezza. La casina famiglia del Mulino Bianco, la stessa vita di coppia in molto casi, sono ambienti asfittici, patologici, criminogeni. Infatti è noto che una quantità straordinaria di violenze vengono compiute tra le pareti domestiche. Cosa succede? Su persone deboli di mente questo ha effetti amplificati: gente che va fuori di melone e commette crimini tanto efferati quanto assurdi.
Ma i pezzi guasti, bacati, sono parte della realtà e anche della nostra specie.
Diciamo che questa notizia scuote così profondamente anche per il fatto che ci riporta alla realtà, al fatto che la credenza che il male sia sconfiggibile è una sciocchezza (alla cui origine c'è lo stupidame monoteistico). Come tutti gli aspetti della realtà che non vogliamo, esso ci risulta particolarmente indigesto, odioso.
Una persona di scienza e conoscenza, preso atto di questa realtà, si chiederebbe se sia possibile fare qualcosa e se sì cosa e come.
Questo da una parte va a smuovere anche il feticcio famiglia_mononucleare_per_bene_esclusiva_imperitura. Ma anche smantellare il feticcio della "gabbia dorata" avrebbe conseguenze, come tutto: ci sono anche gli agorafobici oltre ai claustrofobici.

22 commenti:

  1. da me (dove il dibattito continua) ho scritto che sono d'accordo con te al 101%, qui da te dico che sul dna lo sono anche al 102%. aggiungo che queste sono storie di provincia, e il male alberga più in provincia che in città.

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  2. Meglio/peggio la città? la provincia?
    Non so.
    In città c'è il degrado dell'artificiale, del brutto, della alienazione, dell'innaturale.
    In provincia c'è il degrado dell'asfissia, della chiusura.
    Non ho alcun dato sulla caratterizzazione topologica del crimine. E' una questione interessante.
    A naso direi che in città c'è molta più criminalità ma so che anche questa è una sensazione, visto che i crimini devono essere rapportati alla densità di homo.
    Veramente non saprei.

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  3. Hai detto bene, Uomo, un debole. Ogni altra parola è superflua.

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    1. Quanto al dilemma città vs provincia sono due realtà non paragonabili.

      Nel mio pesino pittoresco sul mare corri il rischio di drogarti per la noia, per il contesto poco stimolante e per la chiusura della mentalità della gente. Ma posso dormire tranquilla quando so che mio padre deve stare tutta la notte in strada di pattuglia.

      Nella mia città universitaria, che comunque non è una grande metropoli, ci sono più stimoli e più occasioni "di vita", ma per contro ci sono certe zone delle quali ormai, hanno preso possesso persone di varie nazionalità e senza una collocazione precisa. Zone in cui non andrei sola, neppure in pieno giorno.

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    2. (abbiate pietà, da smartphone non troppo smart non mi riesce un commento senza errori)

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  4. Il fatto di essere deboli non è una giustificazione per il crimine. Altrimenti dovrebbero essere criminali la maggioranza delle persone deboli il che è ovviamente falso.
    Alcuno potrebbero affermare che sono i forti a essere in grado di fare soprusi, ma anche questo non è vero.

    Pensa che le culture variano molto nel valutare i crimini da parte di incapaci/minorati/deboli/mentecatti/pazzi.
    Il fatto che questo c'abbia problemi di crapa non lo rende meno criminale.

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    2. Decisamente. Ma avesse avuto maggior forza, avrebbe scelto di cambiare la sua vita in meglio, non massacrando tre persone.

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  5. Si pensa che l'"orco" sia una persona riconoscibile, brutta e cattiva ma non e' cosi' purtroppo. Sfortunatamente conosco bene la tipologia. Molti miei ex clienti erano cosi': persone dall'aspetto irreprensibile, spesso "bellocci", con lavori e attivita' "per bene", a Messa la domenica. Povera Yara.

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  6. Vorressere Nagnocca, ma a commentare col furbofono sei un'eroina. E' pesantissimo.

    Città - provincia... ma, anche a te dico che non ho numeri e dati sulla distribuzione da un punto di vista topologico, del crimine. Oltretutto il crimine dovrebbe essere rapportato alla popolazione residente, per capire se l'urbanità o la ruralità abbiano incidenza.
    Poi, diciamocelo: la costipazione padana è "rurale"? quella brianzola? quella del tumore urbano PT-PO-FI lo è? la costipazione casertano-partenopea è "provincia"?

    Se avesse avuto maggior forza... non so, Wannabe, sono supposizioni. Se avesse avuto maggior forza avrebbe forse potuto dissimulare meglio il reato oppure uccidere anche dei vicini testimoni.

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  7. Avrei voluto intitolare questa pagina Il male c'è! per scimmiottare e pure dileggiare quei citrulli che sul posteriore dell'auto hanno gli adesivi "Dio c'è!" (se lo devono ripetere sempre altrimenti la loro credenza si annacqua).
    Direi che il male si annida ancora meglio dove ci sono i tempietti del bene e, uno di questi, è la "famiglia per bene" che io non ho mai capito cosa significhi, un po' come dire ad un bambino "Fai il bravo!".

    Però, 'spetta.
    Essere fruitori di sesso a pagamento NON è criminale, il paragone con con i due criminali dalle vicende dei quali prende spunto questa pagina è improprio.
    Tu sai che ho sempre detto che la prostituzione è un'attività degna e nobile e massimamente ecologica.
    Se queste due persone avessero avuto un rapporto meno morboso con l'eros, magari se avessero pure vissuto una dimensione ludica, amorale, edonistica dell'eros, anche solo mercenaria, forse libertina se non libertaria, avrebbero commesso quei crimini?

    Insomma, 'sto male esiste e ci da proprio fastidio sapere che non è stato debellato.
    Sarebbe importante capire se sia possibile governarlo, anche ridurlo, ma si arriverebbe a situazioni in cui esso semplicemente si riformulerebbe nel manifestarsi.

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  8. A volte penso al mondo classico e alle tragedie che così bene hanno raccontato le crisi famigliari, le morti di bambini per mano di madri o padri. L'uccisione delle donne.
    A volte, nella mia banalità di pensiero, credo che fondamentalmente nulla sia cambiato perché la base dell'essere umano rimane sempre la stessa. Le fondamenta dell'odio, della paura, della ricerca della via più facile, della follia che oscura il raziocinio non possono essere modificate.

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  9. sono arrivata qui per caso. E' un blog particolare, continuo a sbirciarlo. Ti aspetto da me.

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  10. secondo me se fanno la banca del dna, poi fa la fine di tutte le banche...

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  11. x Mareva:
    Le tragedie del mondo classico ellenico hanno raccontato già tutto dell'umanità. Woitila la smenava tanto con le radici giudaico-cristiane delle nostra cultura, ma le radici erano politeistiche, greche, animiste.
    Nulla è cambiato nella vita degli homo. Nulla di profondo e di sostanziale. I comportamenti culturali sono modifiche ancora superficiali.
    Però vorrei porre l'attenzione ancora sulla natura duale della realtà. C'è il bene solo perché c'è il male.
    Da questo punto di vista alcune religioni come l'induismo e il pensiero orientale in genere, non hanno questa visione "solo bene" dei monoteismi che è, ovviamente falsa. Comprendere il male aiuta a vivere meglio, paradossalmente direi.

    x Stefania Q:
    Benvenuta.
    Casa tua, Odore intenso di carta ha molte pagine relative al mondo dei libri. Non amo i luoghi "librari" però ho notato che tra le molte pagine ce ne sono alcune con spunti di riflessione interessanti. :)

    x Sara:
    Le banche che ... fine fanno?

    x nottebuia:
    Diciamo che nella tua interpretazione, abbastanza precisa, le banche sono connotate anche per il loro carattere se non ladresco... quasi. ;)

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  12. Il male esiste, ed è insito nell'uomo. Purtroppo, la falsa teoria di Rousseau sul..."buon selvaggio".. ha fatto enormi danni. L'uomo non è "naturalmente" buono. E' grazie alla cultura che l'uomo inibisce i propri istinti aggressivi, violenti, negativi, ecc... Poi, certo, l'ambiente conta, contribuendo ad inibire o amplificare certi istinti aggressivi. Ma non nasciamo..."buoni"...

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  13. A mo' di provocazione direi che l'uomo è... innaturalmente buono. Infatti la cultura e parte di alcune religioni, non sono altro che il tentativo di mediare i conflitti, le prevaricazioni, e di manterere "vivibili" le società complesso-costipate.
    A Rousseau preferisco il cinismo di Jean Paul Sartre: l'inferno sono gli altri!

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