- Ci avete rubato tutto.
Capo pellerossa
Iñarritu si occupa di una storia drammatica e splendida. La narrazione è asciutta e attenta, osservazione della realtà, storica e sempre contemporanea, un omaggio alla Nazione pellerossa, al suo rapporto sacro reale (non certo edulcorato, waltdisneyzzato) con la Madre (asperrima e soave, madre di vita e madre di morte).
Ambientazione in luoghi di bellezza, ampiezza, integrità straordinarie.
Se Into the Wild ha una connotazione di fuga, di tensione ascetica, nel finale quasi francescana, Redivivo rimane fedele alla realtà (dio è uno scoiattolo nel cespuglio, da sbaffare per sopravvivere). La tinteggiatura degli europei, francesi e britannici, con uno strato finissimo di discutibile morale (monoteistica nella citazione delle rovine surrealiste di una chiesa e di qualche accenno di preghiera in momenti drammatici) evapora come fiato nel freddo, rispetto a brutalità, rozzezza e corruzione dell'agire e, non di rado, di lotta per la sopravvivenza. Il protagonista si integra nella cultura Pawnee e ne viene redento, con un nitore che supera ogni difficoltà, fino alla ecologica, etica e - si trascende l'eterno conflitto - morale eliminazione, soppressione del peggio invasore.
Le comunità umane, quando sottoposte a stravolgimenti (migratori) qualitativi e quantitativi del genere perdono, per dirla alla Renaud Camus, la in-nocenza. Il nuocere quotidiano diviene via via più grave, frammenta ulteriormente e rafforza il processo di perdita di fiducia e disgregazione.
Personalmente mi trovo combattuto: da una parte la selezione competitiva tra culture (così ben affrontata da Jared Diamond in "Armi, acciaio e malattie") e riconoscerne l'aspetto scientifico, oggettivo, storico. Dall'altra osservare che questa evoluzione è spesso una involuzione. Le culture native in America erano assai meno tecnologiche e assai più fini, olistiche, sostenibili ed etiche, sostanzialmente, per i miei canoni, superiori. Filtro passamerda anche nella competizione tra culture?
Poi: esiste una "giustizia" tra popoli? Osservo la Grande Catastrofe per dirla alla palestinese ma osservo, contro utopia di "giustizia" e morale, la superiorità degli ebrei ai quali sono assai vicino come cultura e così non posso non osservare questa mia frattura interna tra istinto, simpatie o antipatie e morale. La giustizia è nel mondo della morale, assai meno in quello dell'etica.
Ora siamo noi, europei, cavie e protagonisti. Masosadismo autoantagonista come segno di demenza degenerativa primaria dei sistemi umani complessi (detti "culture")? siamo cotti, bolliti? come osserva Michel Onfray? Oggetto e soggetto di ciò che Renaud Camus indica con Grande Sostituzione.
Nel 2048 ci sarà qualche regista che narrerà il soccombere della koinè europea?
ci stiamo dando al cinema ultimamente vedo.... :-)
RispondiEliminaMi sono imposto da tempo la disciplina di mantenermi spazi liberi dal tango.
EliminaIn questo orribile e infinito autunno non sono uscito, domenica, per pioviggine tanto stitica quanto fastidiosa.
Allora sabato me ne sono andato (da solo) al cinema: purtroppo amici etc. erano già tutti impegnati.
anche io sono più le volte che vado da solo che in compagnia al cinema.
Eliminainsomma, pioggia invernale più che autunnale. la corsa (corsona!) fatta ieri mattina sotto la pioggi è stata fatta con 3,9 gradi, così dice il mio garmin.....
Io sono andata al cinema da sola una volta, ma penso lo farò più spesso quando ci sarà il film che mi ispira): all'inizio può fare strano essere da soli, ma poi va a finire che il film lo si gode di più (e poi ho scoperto che non sono rarità coloro che vanno da soli al cinema, per un motivo o l'altro).
RispondiEliminaVenendo al tema del post, ho adorato letteralmene Into the Wild (con tanto di occhi lucidi alla fine) ed ho apprezzato Il Redivivo. Penso siano casi in cui il cinema americano dia veramente il meglio di sé, ben al di là dei soliti "effetti spciali" che solo negli USA ci si può permettere.
A me piace un mondo.
EliminaIl cinema da sola.
E questo film mi ha così sconvolta da avermi regalato una notte in bianco... :)
Se la produzione è statunitense, Iñarritu è messicano. Mi chiedo quanto ruolo abbia avuto questo in una storia che quasi agli antipodi della mistica yankee dei bovari buoni e superiori e dei nativi cattivi selvaggi e inferiori.
EliminaDal punto di vista logico andare il cinema lo si vive da soli, non è come il tango o come il basket che devi essere in alcuni per "farlo".
Diciamo che una cosa che mi piace dell'andarci da solo è che
o - mi godo in silenzio introspettivo il dopo projezionie e tutto il sobollire di emozioni, riflessioni, considerazioni, etc.
o - riesco a vedermi i titoli di coda fino in fondo, senza dover aver qualcuno che vuole andare via prima.
Gioia, io ho lasciato decantare oltre una giornata prima di scrivere (ieri mentre andavo e tornavno in treno alla/dalla milonga e ancora stamani in treno).
Sì, è una storia che dissesta. :)
> Il "Mito del Buon Selvaggio" te l'hanno ficcato in testa
RispondiEliminaMi sa che i fantasmi ce li hai tu in testa.
Dove ho scritto del buon selvaggio? dei "buoni" pellerossa?
Per ironia della sorta non ho scritto dell'episodio per cui una squaw che stava venendo stuprata da un francese (ammazzato da Hugh Glass (L. Di Caprio) a rischio della propria vita, qui c'è l'etica della solidarietà, antiutilitaristica con quel mondo in cui Glass si era integrato e dei valori nobili del quale aveva appreso, ne era stato imbevuto) prende il coltello datole da Glasse ed evira lo stupratore.
Realizza, con fierezza, la giustizia (rimando ai miei pensieri a proposito, altrimenti Lorenzo, rischierei che ti mi dicessi che sono speculativo).
I pellerossa sono fieri, sono spartani.
Paradossalmente appaiono come brutali selvaggi ma è solo una finzione, la brutalità è quella della feccia (spesso veri e propri avanzi di galera) degli invasori europei.
La mistica propaganda yankee per citrulli yankee dei buoni bovari e dei cattivi pellerossa eccetera eccetera.
Il lavoro presenta e le guerre tra invasori europei e l'inimicizia e le guerre tra nazioni pellerossa (i Sioux mi hanno ammazzato la moglie dice un Pawnee (?) salvatore di Glass prima di essere impiccato dai francesi).
> La razzia era praticata dai barbari americani
Con una differenza, quelli erano in casa loro.
Qui torno però al mio cruccio: casa loro è morale? oppure la legge è solo quella del più forte?
> "olistici"
Glass morente viene curato dal Pawnee e salvato dalla tempesta di neve.
E' nota la capacità di utilizzo delle erbe nelle culture native (mia nonna era ostetrica ed erborista e durante una recente vacanza in Adamello, _alo mi raccontava che le donne locali erboriste erano considerate "selvagge", delle poco di buono da tecnoteisti allopati).
Per erano "tecnologici".
Ho eliminato un doppione del commento qui sopra. Blogspot quindi, a volte, raddoppia i commenti indipendentemente dal fatto che siano scritti da furbofono/dispositivo mobile.
RispondiEliminaHo letto i commenti e commento a mia volta. Forse nutriamo troppe aspettative in merito all'animale umano, probabilmente perché siamo coinvolti in prima persona. Epperò la chiave sta tutta lì: l'animale umano, nel bene e nel male, è un animale. Punto. Non c'è nulla di "superiore" in esso, nulla di "divino". Ipotizzo che le martore, nel loro modo specifico da martore, pensino che essere quel che sono le pone al di sopra d'ogni altro essere circostante, fino alle distanze più o meno siderali che riescono a concepire nella loro testa da martore. Sostituire "martore" con, "capidoglio", o con "koala" o con "umani" probabilmente cambia ben poco a livello soggettivo. Ipotizzo che ogni individuo, indipendentemente dalla specie di "appartenenza", immagini invariabilmente sè stesso come "il centro dell'universo". Del resto è un autoinganno più che comprensibile, no?
RispondiEliminaSu tutto ciò si innestano quelle forme di perversione chiamate "sensi di colpa", sulle quali ci sarebbe tanto da dire ma sulle quali è preferibile coltivare un più sano silenzio.
I moralisti tentano di usare "bestia" come massimo insulto.
EliminaSi potrebbe aprire un po' di considerazioni su questa idiozia.
Aì, ciascuno di noi crede ed è anche il centro dell'universo. L'ego esiste, non si può demonizzarlo. Diciamo che lo osserviamo, MKS, eh!?
Certo. In definitiva anche quello fa parte della natura d'ogni animale (o, a voler essere prudenti, d'ogni animale con un sistema nervoso funzionante, anche se non escluderei forme di percezione e autocoscienza che possono fare a meno d'un sistema nervoso "alla nostra maniera").
EliminaQuesta non l'ho capita, ma fa lo stesso.
EliminaMio padre mi spiegò, a suo tempo, il pensiero di Rosseau sul "buon selvaggio".
RispondiEliminaA scuola non lo studiai e io non sono un tuttologo, non posso sapere tutto, socraticamente so di essere ignorante.
Allora, le parole "buon selvaggio" parlano e dicono molto. Non ho scritto di alcun "buon" pellerossa.
Gli europei conoscono tante cose. Un conto è conoscerlo, un conto è agirle. Siamo pieni di persone "conoscenti" (mah) che fanno il contrario di quanto la "conoscenza" vorrebbe.
In quanto alla medicina allopata, tecnica, nessuno discute che sia efficace in certi contesti.
Se hai uan polmonite gli antibiotici sono salvavita e curativi.
La questione è che questo approccio
o - quasi sempre non va alle cause della polmonite
o - finisce col fatto che se hai un brufolo o prurito al gomito o vuoi una maggior resa nel tuo bovinificio intensivo userai antibiotici a raglio.
Per quanto mi riguarda, conosco di vari casi di malattie croniche sulle quali la medicina allopata è stata fallimentare e che sono stati curati solo da approcci "olistici".
Ma non vorrei divagare troppo.
Lo spartano cui mi riferivo era relativo a stili di vita necessariamente austeri e nei quali c'erano fierezza, addestramento alla caccia, alla guerra, etc. come parti di una cultura calata nel mondo, nella realtà.
Vedere 2a accezione qui.
L`ho visto la settinana scorsa. Una pellicola imponente per ambientazione, recitazione e musica. Il grande Morricone con piche note ha saputo descrivere quella bellezza e quell`asprezza dibquei luoghi. Il mio unico dubbio é che dal puntobdi vista medico un uomo nn sarebbe maibriuscito a sopravvuvere senza cure adeguate all`attacco di quell`orso. Ferite esposte alla nuda terra. ..non so. É l`unico aspetto del film che mi lascia perplessa, per il resto. ... da togliere il fiato. Una delle nature più belle mai viste.
RispondiElimina> un uomo nn sarebbe maibriuscito a sopravvuvere senza cure adeguate all`attacco di quell`orso
EliminaOrsa, Spirita.
Glass si mette della polvere da sparo nelle ferita al collo e la incendia, immagino come tentativo di cauterizzarla.
L'indiano Pawnee che lo salva, poi impiccato dai francesi, raccoglie delle erbe )o così sembra) e le applica sulle ferite purulente. La scheda di wikipedia indica una "terapia larvale".
Per me che sto vivendo questo autunno caldo e arido, vedere quei luoghi in inverno è stato un grande piacere e anche frustrante.
Morricone ha fatto la colonna sonora ed è candidato all'Oscar per The Hateful Eight di Tarantino.
Elimina> Non si contano gli episodi di sopravvivenze improbabili.
EliminaC'è un dettaglio tanto trascurato quanto importante: i deboli soccombevano prima: la mortalità infantile era molto alta. Quindi gli adulti erano non solo più forti ma anche il risultato di una selezione naturale assai efficace: semplicemente i deboli che non superavano infanzia e adolescenza non si riproducevano.
Io ricordo, quando ero piccolo, che gli abitanti di alcune zone rurali in cui osservavi il consumo di volti, di mani, di arti dalla fatica di lavori pesanti.
EliminaE' la stessa fatica che vedo nel corpo di alcuni immigrati (ad esempio alcuni cinesi poracci che sono oggettivamente brutti, storti, piccoli, etc., li si confronti con i cinesi e le cinesi nate qui, sembrano popoli diversi).
Si stava peggio quanto di stava peggio?
Ora abbiamo nuovi classi di patologie, si pensi solo a quelle dell'anzianità "elevata".
Spartano...
RispondiEliminaUn aneddoto sciocco, tanto per farsi due ghignate.
Per la passeggiata dell'altro giorno mi son portato dietro una birra, ma non l'apribottiglie né un coltello, tanto era un percorso semplice e pluricollaudato. Guardo la bottiglia e mi dico "bravo, e ora come la apri?". Provo con una chiave. Tutto quel che ottengo è sbucciarmi un dito. Cerco una roccia a spigolo per far leva sul tappo e faccio leva. La roccia si sbreccia più volte, ma il tappo non si muove. "Porca miseria, mi ci vorrebbe un coltello o, al limite... un chiodo! Ecco, cerchiamo un chiodo!". Ero in un bosco di faggi e castagni ma... incredibile!... in un paio di minuti ho trovato un chiodo lungo una decina di centimetri (?!!?) e per la birra nella bottiglia non c'è più stata storia. Ma quanto sono stato spartano? (e anche un poco brillo, dopo) :)
Lorenzo: "non avresti mai avuto una bottiglia" (ecc.)
RispondiEliminaMiiiiiiii', come sei pedaaaaante!!! :)
Immagina piuttosto la scena e vedi se non ti sembra una roba paradossale. A me ha fatto molto ridere, perché si è trattato di una situazione inattesa e inusuale. Lo so benissimo che non c'è niente di "spartano" nell'aprire una bottiglia di birra con un chiodo!
Comunque sia, nel tuo scenario non avrei avuto neppure la birra (che nell'otre in questione sarebbe stata svaporata oltre ogni dire, col classico gusto di piscio irrancidito). Del resto non ne avrei avuto bisogno, perché in zona (in questa stagione) ci sono tanti di quei ruscelli che ti fai venire una panza come una damigiana, dal gran bere che potresti fare senza alcun recipiente al seguito. Invece, nel mio scenario, la birra me la sono pippata tutta con grande giovamento per lo stato d'animo successivo. :)
Suggerisco "la conquista dell'America" di Todorov
RispondiEliminaAlla fine, non ho capito quale sia la tesi di Lorenzo.
RispondiElimina> "natura" che in Italia non esiste da nessuna parte
Anche questo è falso (quantificatore nessuna).
E' del tutto ovvio che tra le selve dell'Appennino, ad esempio e parcheggi degli ipermercati della costipazione conurbata padana c'è qualche impercettibile e lieve differenza.
Vogliamo ugualizzare anche i luoghi?