Sono passati quarant'anni da quella sera. Ricordo che la mamma portò mia sorella e me, scendendo a rotta di collo per le scale, in cortile in _rl _lf Straße 1.
Sebbene fossimo a circa duecento chilometri in linea d'aria, la scossa fu violenta e lunga, terribile. Che paura, noi, che disastro là.
I Furlan furono esemplari, onorevoli! Gente dignitosa, austera, con le palle. Hanno avuto a cuore le loro radici e le hanno ricostruite. Fossero tutti così in Italia.
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1 ora fa
Senza parole. Ma se vuoi, racconta ancora.
RispondiEliminaIo non ho molto da raccontare. Quello che ricordo è già stato scritto. Vivevo in Alto Adige, a quel tempo, non in Carnia.
EliminaSiamo gente ostica...dura...attaccata alla Terra, ai Muri. Il friulano É la sua casa: ricostruire era questione di vita.
RispondiElimina"Furlan" singolare "furlans" plurale :)
Mi hai preceduta :)
EliminaBiele che frute...
EliminaOsservavo le immagini, cultura contadina, rurale della Carnia, non dico identica ma quasi rispetto a quella trentina della famiglia di mia madre: usi, edilizia, costumi, simili.
EliminaE anche la lingua, la lingua ladino - friulana che capisco in parte come il ladino e il dialetto trentino (occidentale).
Sì, hai ragione, il plurale di furlan è (latino) ovvero furlans.
Anche frute è bellissimo, per indicare una ragazza, un frutto del paradiso (per me maschio :).
Ho un amico contadino che mi è caro, qui sopra, che ha preso un podere 200m qui sopra, ci alleva capre, udinese, studiò agronomia a Bologna e poi si fermò.
Di poche parole, mi saluta con Mandi mandi, perché egli sa che io tengo molto alle lingue locali, alle culture contadine, compresa quella friulana. Spesso gli chiedo come si dice questo e quello in Friulano, ci pensa, poi mi risponde.
Grazie gioia e Alahambra per la vostra crusca. :)
L'immagine è splendida.
RispondiEliminaE' come se vedessi mia nonna in quella foto.
EliminaE' come se fossi nei monti della nonna.
Le donne avevano spesso un velo, ancora.
Ricamato per andare in chiesa, alla messa, di stoffa leggera per la vita di tutti i giorni.
Pensa, donne velate, 40 anni fa, come le donne degli invasori islamici.
La foto è bellissima, non ne conosco l'autore.
Sento tutto il dolore, composto per quell'uomo, espresso anche solo un poco, da parte di quella donna. Noi uomini abbiamo questa condanna di essere piu' compassati rispetto alle emozioni ma non è che non ci sono.
E pure gente così dignitosa, silenziosa, austera anche.
Penso che sia un Italia di altissima morale, di civismo, di sapienza e saperi contadini, rurali, che è scomparsa, maciullata da modernismo, urbanizzazione, globalizzazione, tecnoprogressismo.
Penso che sia un'Italia che non ci sarà mai più.