giovedì 16 maggio 2019

Miglior Soldato, Gemma Pura

Sono un po' rintronato dal rumore, dal vocio di questi giorni di incontri, di seminari, non sono abituato a questa intensita' umana nella mia vita.
Non ricordo i suoni dei nomi di questi due colleghi taiwanesi, ma il loro significato. Anche Cielo Elegante. Sorrido per questi nomi di questo collega e di queste due colleghe della Cina Nazionalista.
Provate ad indovinare quale e' il nome maschile e quali i due femminili. Poi Damir, David, Peter, Osvaldo, Stephanie, Lola, Hagen, Steve, Amish, Fetu, Osamu.
Osservo attentamente questo salotto cosmopolita di matematici, ingegneri, fisici. Il tentativo, ben riuscito, per il momento, di tessere una squadra mondiale vincente, ortogonale a culture e nazioni.
Lo osservo anche con sgomento. Osservo che questa nuova Alhambra e', per disponibilita' di risorse fisiche, mentali, culturali, lontana anche dalle popolazionie e le culture (diffuse o popolari temo siano aggettivi ridondante) di questi cavalieri della conoscenza, della tecnica, dell'economia.
C'e' uno jato con i rispettivi corpi popolari che non puo' che accentuarsi, a mio avviso, col tempo. E' come se le chiome degli alberi avessero deciso di staccarsi, di allontanarsi  da fusti e radici. Come puo' funzionare tutto questo se le rispettive nazioni competono tra di loro in modo via via piu' intenso, duro?
Osservo i fondatori, tedeschi, con il loro spirito benevolo e magnanimo, la loro volonta' di tenere insieme al meglio questo crogiuolo, di motivarlo, di gratificarlo (ci hanno regalato due giorni di ferie in piu' per ringraziamento dei risultati), il loro impegno gravoso nel radunare tutti i collaboratori nel globo, sospinto da uno spirito pragmatico che anela ad una collaborazione interculturale animata da non so se nobili intenti ma dalla buona intenzione di essere nel progresso e di contribuire ad esso nei migliori modi possibili.
Come possono questi distacchi divenire sempre piu' rilevanti? Come e' possibile che questo mondo sempre piu' carico di persone che vogliono avere energia, tecnica, consumi, possibilita' possa ignorare che le risorse, gli spazi sono finiti, cosa puo' succedere quando si arrivera' alla resa dei conti, che la torta e' quella, che non ci sono piu' fette piu' grandi per piu' tutti?
Non mi piace che le chiome vogliano separarsi, allontanarsi da fusto e radici. Mi inquieta.
Penso ai nomi pagani che mi sussurrano, ora che sono in camera e il vocio frastornante e' cessato, quanto siano profondi e nella storia dell'Uomo i loro significati. Miglior Soldato, Marte, e la Pura Gemma, Venere. Non e' mai cessato l'amore e il conflitto, attrazioni e odi, tra loro.
Quanti piani di rottura, quante faglie in questo mondo. L'energia continua ad accumularsi.


21 commenti:

  1. Cosa posso risponderti, Lorenzo?
    Io cerco di osservare la realta', quella che vivo in questi giorni in Germania. Le conclusioni mi inquietano, come ho scritto.
    Un bosco nel quale le chiome cercano di allontanarsi da fusti e radici, come potra' finire?

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  2. In un altrove, scrissi: "Hai mai pensato che se Leonardo ha dipinto la Gioconda è perché da qualche parte ci sono stati degli anonimi bifolchi che, zozzi e rozzi, oltre che ignoranti come degli sgabelli, si sono spaccati la schiena zappando il terreno per fornire al 'grande' Leonardo di che mangiare intanto che giocherellava coi suoi pennelli? Senza l'apporto (coatto, tra l'altro) di quei bifolchi ignoranti, il 'grande' Leonardo con lo stomaco in subbuglio avrebbe dipinto o si sarebbe dedicato a piantar patate e raccoglier funghi?

    Non può esistere arte fuori da un contesto. Mai."


    Ecco, lì vedi la chioma e le radici. Nell'essere coscienti (quanti lo sono davvero? quanti, in un modo o nell'altro lo negano?) di questo stato di cose vedi la consapevolezza o l'inconsapevolezza della chioma del suo dipendere dalle radici. Ma no. La monumentalità. Le grandi opere. L'arte. Sì. E le cipolle. E, alla base di tutto, terra e merda.

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    1. Messer Pigiatasti
      Sull'arte antidemocratica, a connotazione verticale, scrissi in passato.
      Direi che e' come un albero sano, robusto, rigoglioso: le radici non sono sufficienti, poi bisogna andare verso l'alto. I licheni sono importanti ma non attirano le mie attenzioni, le mie simpatie.

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    2. L'arte non e' nulla senza la scienza.
      Infatti per l'arte ci vuole maestria artigiana.
      E la maestria, l'eccellenza, la competenza, e' pleonasticamente antidemocratica, disegualitaria.
      Poi noi abbiamo i nuovi "artisti" che prendono una tela, la tagliano, oppure mettono della merda in una scatola, gettano delle bolle di colori su una tela.
      Sono provocazioni, stimolazioni che gli intellettualoidi spacciano come arte.

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    3. > "arte" di una persona che scrive un componimento per clavicembalo (devi sapere scrivere musica, devi sapere suonare il clavicembalo, devi avere la capacità di comporre)
      > contro la "arte" di un cosiddetto "rapper" che parla sopra una "base" fatta con un computer che taglia e assembla musica tagliata e incollata da altri.

      Se invece che verticale e antidemocratica la vuoi descriver cosi', operativamente, va bene lo stesso.

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  3. Lorenzo, son tutte cose risapute. Resta il fatto che senza l'ignorante che zappa le cipolle, lo specializzato non ha modo di specializzarsi, perché deve zappare cipolle per poter sopravvivere. Inoltre "costruire un formidabile 'talismano'" si configura come sprecare mezzi ed energie per correre dietro a delle sonore cazzate: indubbiamente un grande esercizio di sapere e saggezza.

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    1. Io penso che ci possa essere una collaborazione, alla complementarieta'
      Io sono bravo a portare le pecore e le mucche e a fare il formaggio, i nuovi algoritmi per l'analisi cromatologica ma che sono impedito con la musica, ho piacere che ci sia il liutaio e il musicista che mi danno piacere ed emozioni con la loro musica.
      Io che sono violoncellista o liutaio non saprei neppure da quale parte iniziare per il movimento di precisione dei robot per la lavorazione delle turbine o su come fare quei salami e sono grato e felice di poter avere la luce in casa generata dalla centrale idrolettrica o di poter portare quella salsiccia a mio papa' che ne va matto.
      Perche' non potrebbe andare cosi'?

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    2. > una collaborazione, alla complementarieta'
      -> una collaborazione, della complementarieta'.

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    3. Lorenzo, credi di aver scritto qualcosa di originale?

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    4. Cooperazione evangelica...
      Che sciocchezza!
      In una societa' che non sia rudimentale, come tu stesso descrivi sopra, le competenze si differenziano e oltre allo zappatore e al fornaio devi avere anche il soldato e il comandante e l'armaiolo altrimenti arrivano i saraceni e le loro carezze.
      Di nuovo, se l'armaiolo si deve concentrare sulla nuova lega e pure mangiare la sera oppure avere la bronchite curata, dovranno esserci il casaro, il pastore e il dottore.
      E viceversa.
      Eccettera eccetera.

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    5. Tutto questo discorso mi dà la stessa impressione che mi darebbe colui che sostenesse che siccome c'è il cervello, non serve il fegato. Per non parlare poi di quel lurido intestino zuppo di merda, che schifo!

      Quel che sottintende questo tipo di ragionamento (fallace) è che esisterebbe una gerarchia, nella quale il cervello sarebbe l'organo più importante -- dopo di lui, l'abisso. Dunque, tutti a osannare quell'organo, e gli altri si adeguino.

      Un bell'ideale transumano.

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    6. Le gerarchie esistono, sono esistite, esisteranno. Grazie al cielo.
      Sono ciò che sta alla base di un gruppo che funziona e vuole funzionare. Negarlo è stupido e cieco.
      E no, antamila contadini non valgono come un singolo Leonardo, con buona pace dell'ingiustificato orgoglio del contadino che so sente sminuito da una ovvia evidenza.

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    7. > Le gerarchie esistono, sono esistite, esisteranno. Grazie al cielo.

      Beh, io non posso che sottoscrivere ogni affermazione che vada nel senso della discriminazione, delle diversita' (o, per dirla alla sinistrante, delle diseguaglianze). Quindi evviva Alahmbra che ce lo ricorda!

      E' anche vero che negli organismi complessi ogni parte dell'insieme e' importante.
      Altrimenti si arriva a dover riprendere la semplice storiellina di Menenio Agrippa, a dover sottolineare l'importanza dello stomaco (o, in versioni piu' impertinenti, del buco del culo).

      Poi arrivano le scuolone di economia come la London School of Economics che scoprono l'acqua calda che nel "capitalismo", se i capi prendono piu' di tot volte quelli che stanno sotto tutto va a ramengo (come se il "capitalismo" tedesco non fosse mai esistito ma quello e' sempre caccadiavolobruttocrucchidiavolonazi).

      Allora, ancora una volta, e' la scala che gioca un ruolo importante.
      Il globalismo mondialista e' proprio il tentativo di liquefare le realta' locali per creare dei super vertici alla Jeff Bezos plurimiliardari che rastrellano 0.50€ a transazione da tutto il mondo, distruggono la bottega del paese che non sopravvive se fa un ricarico da 2€ e che distruggono tutto quanto rimane locale, a partire da cultura, lingua, tradizioni fino ad arrivare all'economia.
      Le gerarchie, come ogni cosa, hanno un dominio in cui sono funzionali e al di fuori del quale sono problemi.
      Non cambia molto se siano i neosoviet liberal-progressisti (turbocapitalisti/neoliberisti direbbero i marxisti) o quelli comunisti di qualche lustro fa.

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    8. Ad Alahambra ha già risposto in modo più che pertinente UUIC. Concordo sul valore della diversità e, in una certa misura, riconosco anche il ruolo di forme MODERATE e RESPONSABILI di gerarchizzazione. Occorre però chiedersi che relazione ci possa essere, in un sistema interconnesso, tra riconoscere la diversità e sottintendere ad essa una discrepanza di valore che sia appena più che marginale. Proprio da quel sottinteso nascono le tirannidi nelle mille forme che la perversa fantasia umana ha saputo escogitare.
      Son cose che si capiscono quando ci si ritrova col "piatto vuoto".

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    9. Infatti Lorenzo, per questo ho scritto gruppo e non società. Ho evitato branco perché non sufficiente altrimenti avrei dovuto aggiungere manstia gregge e via via tutti altri e non ho né tempo né voglia.
      Qui si continua a far finta di credere che coltivare l'orto sia una passione più nobile che, esempio a caso, far vasi di creta o progettare strutture complesse. Questo mi irrita per l'irragionevolezza e la cecità.
      Per tacere dell'egocentrismo dilagante che ottunde e quindi via alla pletora di "compromessi" tra il detto ed il fatto, accompagnati dalla discesa agli inferi dell'insegnante per cui il mondo avrebbe dovuto fermarsi 5 secoli fa e che inneggia ad una vita chiusa nei 10 km quadrati attorno a casa.

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    10. Ah, dimenticavo che no, non siamo tutti uguali e che qualcuno è migliore di altri, ha più potenzialità. Questo singolo individuo vale più degli altri, perché non sostituibile.
      Da cui Leonardo vale assai più che i contadini di cui si possono produrre infinite schiere prima di produrre un altro Leonardo.

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    11. Se vi fa piacere, chi sono io per negarvi la soddisfazione di stare in una "gerarchia"... (spallucce)

      Ah, curiosità: qual è il vostro posto?

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    12. Più probabilmente faresti quella gita per conto tuo, perché io prenderei un'altra strada. Non che sia chissà quale dramma. A me, ad esempio, piace un sacco starmene per conto mio. Trovo la mia compagnia particolarmente soddisfacente, anche se gli altri non sempre sono d'accordo (pazienza, a me sta bene così).

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    13. Ma piantala lì, Rambo della domenica!

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