lunedì 10 agosto 2020

I fiori e il covo

Percepii per alcune settimane il rallegrarsi dei miei veci. Mi avevano chiesto di accompagnarli nel paese natio di mia madre e di stare con loro, un poco per aiutarli ma, soprattutto, per essere lì con la mia auto in caso essi avessero avuto bisogno (mia madre soffre di sbalzi repentini di pressione sanguigna e la montagna, in passato, la fece peggiorare, da questo punto di vista). Sono già più di trent'anni che mio padre vendette la sua ultima auto una Renault 16 TX. Per i cittadini è facile, a volte molto  più facile, vivere senza aver bisogno di alcuna auto (per altre cose suppliscono mia sorella e mio fratello con la loro, quando necessario).

Sorridevo perché ella mi aveva chiesto più volte di portare in Trentino i fiori che ho a casa: ha sempre avuto il pollice verde (“ereditato” da sua madre) e mi ero già organizzato in questo senso. Non sono ancora molte le estati che essi vivranno, così avevo accondisceso volentieri: due settimane su,  la seconda  con Rosa Canina (sarebbe arrivato, finalmente, il momento della presentazione!). Anche papà si era rallegrato di tornare su: là ha il suo covo, una piccola officina nel cantinone a volta, dove si ritira per ore a riparare, a fare alcuni oggetti, a lavorare il legno, a sistemare l'officina stessa. Mi dispiace forse più per il vecio che per mia madre: anche in questa coppia, da sempre, il maschio è stato più incline al rurale, la femmina ha anelato alla città. Giovedì la mamma mi ha chiamato: non se la sentiva. Mia madre ha sempre sofferto di ansia per i più disparati motivi, ansia che spesso, si avvita su sé stessa senza alcuna ragionevole spiegazione. Così è stato anche questa volta. A ottantasette anni, capisco, anche un semplice cambio del posto in cui si vive, può essere percepito come una grande difficoltà. Mi ha raccontato che appena ha deciso di rinunciare all'agognata vacanza al paese natio, tutta 'sti nuvoloni cupi di ansia si sono dissolti e, via con essi, se ne sono andati agitazione, mal di pancia, tachicardia. Potere della crapa, nel bene e nel male!

Così sto facendo tre giorni con loro, qui in città, in Lombardia, e poi partirò verso i monti.

Il passare dalla prospettiva di stare con loro in montagna, felici nella bella vecchia casa della mamma  tra i monti e i larici e i pecci delle Alpi Retiche, allo stare in città, è stato un po' pesante. Ma ho digerito anche questo.


6 commenti:

  1. È giusto fare sacrifici per coloro che, a loro tempo, li fecero per noi.

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    1. Ritornano bambini e noi li accudiamo, poi noi invecchieremo e ...

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  2. e sarà quel che sarà....
    mia mamma insistette per la terza volta per avere la femmina e fu accontentata Che ai suoi tempi la femmina garantiva una vecchiaia serena ai propri genitori, poi venne l'era moderna.
    (speriamo di non averne bisogno)

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    1. Penso che l'accudimento in vecchiaia sia una delle cause che contribuiscono, in Africa e in parte d'Ansia, al tumore demografico.
      Faccio otto figli o undici cosicché qualcuno di essi mi accudisce quando sarò vecchio/a.

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    2. Il furbofono ha distorto 'accudisca' in 'accudisce'.

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