martedì 25 agosto 2020

Futa e confutare

 Domenica 2 agosto

Nel nostro peregrinare verso altre mete ci siamo fermati al Cimitero di Guerra dei caduti Tedeschi presso il passo della Futa. In questo mondo storto alcuni luoghi, come i cimiteri, sono diventati tabù e altri, orribili, non-luoghi, le nuove chiese della bruttezza, della stupidità, dell'appiattimento consumistico, sono diventati la normalità. Ecco, allora, che bisogna invertire quanto è storto, malato, marcio e tornare neo luoghi ora tabù.

Osservavamo le età: 19, 35, 22, 21, 20, 23, 21, 19...
Che mattanza. Morire così,  lontano da casa, sotto le bombe, dilaniati, in una terra di ex alleati che poi avevano voltato la gabbana. Io penso che la storia non possa prescindere da quella degli sconfitti e guardare con (eufemismo) sospetto a quella dei vincitori.

Nella narrazione ideologica, menzognera dei vincitori non si accenna mai alle cause della seconda guerra mondiale, da una parte, come in ogni guerra, ecologiche, rivestite di ideologia. Si omette che le potenze atlantiche si accaparravano le risorse energetiche e quelle continentali strette da questo blocco e sovrappopolate erano soffocate. Alla fine che differenza c'è tra il morire in una impresa con qualche speranza oppure di inedia, di stenti?

La storia si ripete e la hybris che nega le cause  trova sempre nuova forza per imporre le sue follie rivestite coi pani luccicanti del progresso (sì, verso il peggio) e del politicamente corretto, con la preparazione di catastrofi, in una menzognera, dolciastra, ipocrita e viscida narrazione per creduloni coglioni. Questa volta la mattanza te la mettono sotto le vie di casa, nei teatri, nelle stazioni, sui treni e giù, fino ai diritti dei nuovi che tu, piccolo essere autoctono meschino, ignorante e razzista, dovrai sostenere colla tua fatica, col tuo sudore, non solo col tuo sangue.



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