venerdì 29 gennaio 2021

Frustr

Dai, dieci minuti e poi inizio a lavorare, sistemo la carta...
Quaranta  minuti su menu tastiera con digitazioni di decine di cifre tra menù, numero della carta, data di nascita,  sbaglio dei menù, attese di minuti, fino a 6' ad ogni giro, in attesa mi si blocca il furbofono, di là hanno il microfono che non funziona, telefonate che cadono, non funziona.
Vado sul sito, descrivo il problema e voglio 'sto cazzo di numero di telefono (c'e' il canale mail, usa quello visto che siamo in rete!), compilo tutto, clic invia, pagina web non trovata. *&@~{xx!@pork\merd¡¿‰±
Non ho cavato un ragno dal buco.
Estremamente frustrante.
Carta di debito ancora non va (l'altro giorno hanno riparato la macchina bigliettattrice in stazione, meno male).

P.S.
Ho letto, per una volta, una cosa che mi ha fatto piacere, un'azione collettiva contro uno di questi parassiti della finanza parassita.

21 commenti:

  1. L'azione collettiva finirà con Game stop fallito e decine di persone sul lastrico, questo perché come a solito l'azione collettiva parte da ignoranza, si declina con ignoranza e finisce con ignoranza.

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  2. ma anche chi vende allo scoperto, poi non deve chiudere i conti ogni sera?

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    1. Lo sai che la Terra gira e che quando qui è sera da un'altra parte è mattina? In più, le transazioni oggi sono eseguite da "sistemi esperti" in automatico. Chi ha i soldi ha gli strumenti per fare soldi.

      Alacosa, la Finanza rovina qualcuno e fa la fortuna di qualcun altro, perché nulla si crea e nulla si distrugge, come si dice. La "rivoluzione" in questo caso dipende dalla possibilità che gli aggeggi elettronici consentano di automatizzare i meccanismi sottesi alle speculazioni per cui le stesse speculazioni diventino impossibili, in una specie di "equilibrio del terrore", cioè se io ne comincio una, qualcuno possiede lo strumento per controbattere con una speculazione contraria alla mia. In altre parole, la "democratizzazione" della Finanza, dove il "Parco Buoi" delega ad una AI di fare i suoi interessi.

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    2. La finanza si basa sulla finzione per cui essa crea valore (farina del diavolo) dal nulla.
      Se io e te e poi altri mille mila ci mettiamo d'accordo e compriamo e ci scambiamo azioni e compriamo, anche se non cambia un tubo fuori, le azioni aumentano di "valore". Facciamo il gioco per mesi, "creati" centinaia di miliardi di euri.
      Poi tu ed io ci mettiamo d'accordo vendiamo qui e la', noi facciamo i quattrini veri, gli altri vendono tutto, si "bruciano" centinaia di miliardi di euri.
      Tutta roba fasulla, valori fasulli considerati tali solo per convenzione per quel che dura.
      Le "scommesse sullo scoperto" sfruttano questa follia collettiva.
      Pochi fanno soldi a palate, aziende e altri vengono distrutti.
      La borsa e la finanza sono pieni di psicopatici.
      Basta vedere il numero uno di questa genia, Soris, e capisci la corruzione morale, etica e psicologica di questi figuri.

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    3. Fracatz, anche i giocatori allo scoperto l'hanno bisogno di un piatto di minestra e un pezzo di pane, poveri che lì fuori è freddo. Facciamo una colletta così possanonpagare la bolletta del gas e scaldarsi un poco.
      Ahah

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    4. Ma certo, infatti non contesto il fatto che alcuni si arricchiscano conoscendo le regole del gioco e traendone profitto.
      Il problema è che nello specifico tutta questa bella manovra non ha altro risultato che far definitivamente fallire Game stop, perché le azioni sono cresciute di valore in modo fittizio, non sono comunque supportate (in soldoni) e crolleranno a picco vittima di quelle stesse speculazioni originarie. Questo perché? Perché la gente si comporta da tale: non sa un accidenti ed è convinta di avere la sapienza universale e la verità in tasca.

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  3. Il fatto che una moltitudine di piccoli investitori, attraverso una piattaforma (Robin Hood) possano rovinare i piani speculativi di un "hedge fund" lavorante a scoperto è molto interessante.
    Interessante questo "terrore" per cui le speculazioni inizino a diventare via via meno possibili.

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    1. La parte che non funziona, al solito, è quella neoromantica di Coso che vede i "piccoli investitori" ribelli.

      Il resto invece è puramente meccanico. Chiunque abbia i capitali e sia in grado di identificare una speculazione quando comincia, se vuoi "predire" la speculazione, altro non deve fare che comprare nel momento in cui lo speculatore vende. La vendita punta ad abbassare il valore delle azioni su cui si vuole speculare, l'acquisto punta ad alzare questo valore. Dato che, come dicevo, uno dei segreti di Pulcinella dei nostri tempi è che i "mercati" sono dominati dalle macchine, cioè dei sistemi esperti che operano milioni di transazioni nel tempo in cui le persone ne farebbero due o tre, il nocciolo della faccenda si riduce alla disponibilità dei capitali e delle macchine. Sul lungo termine, mettere macchina contro macchina porta, come insegna il gioco del "tris" ma vale anche per gli scacchi, alla somma zero, al pareggio. Il pareggio vanifica lo scopo della speculazione finanziaria, che in fondo è una truffa perché devi prendere soldi dalle tasche di uno e metterli nelle tasche di un altro con un gioco. Che, ripeto, è fattibile con le persone, molto meno con le macchine.

      Le azioni di "XYZ" come l'entità che opera la contro-speculazione, non sono rilevanti. Tale entità può esistere solo per il tempo necessario a completare una operazione o dieci. La cosa che conta, per l'eventuale investitore, è che alla fine ti restituiscano il capitale più un utile. Nessuno ha ragione di rimanere "socio". La volta dopo si ricrea una altra entità "KWJ" e il giro ricomincia.

      E' come Facebook contro Mediaset. Facebook è solo un nome, una scatola vuota. L'unica cosa che "possiede" per dare valore alle azioni è la voglia della gente di buttarci dentro gli affari prori e di ciucciare la pubblicità. Mediaset invece ha uffici, magazzini (veramente fa tutto con fornitori esterni ma ci capiamo), ha studi di produzione coi macchinari, ha le frequenze in concessione dallo Stato (cioè un posizionamento topologico), ha un archivio di contenuti prodotti in proprio, ha i contratti con certi personaggi e i diritti dei prodotti di intrattenimento di varia natura. Facebook ne puoi creare una al giorno, fisicamente.

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    2. Piuttosto, quello che io mi aspetto è che chi al momento ha le mani in pasta trovi un modo per mettere delle barriere di ingresso da un punto di vista "legale". Nel caso di Facebook la barriera è nel "cartello" formato dalle aziende che assorbono, trattano e rivendono i dati sulla gente o della "pubblicità". Se io domani creo un altro Facebook semplicemente non trovo nessuno disposto a pagare i miei servizi al rischio di inimicarsi il succitato "cartello". Questa è la ragione per cui il "cartello" può permettersi qualsiasi cosa, con un potere sovra-governativo e sovra-istituzionale.

      Nel caso in oggetto degli speculatori e contro-speculatori mi sembra semplice, basta ammettere alle transazioni solo gli "amici", ovvero richiedere una sorta di "patente". Mi si dirà perché mai l'Inghilterra dovrebbe dare la "patente" di speculatore a Soros che poi affossa la Sterlina. Semplice, l'Inghilterra NON ESISTE, è un concetto astratto. Quello che esiste è il signor John Pinckpall che partecipa alle sorti di Soros. Potremmo chiederci perché gli Inglesi mettano il signo John Pinckpall in una posizione che gli consente di truffarli in complicità con Soros. Semplice, nessuno gli chiede se sono d'accordo, perché anche la "democrazia" in fondo è una truffa operata dai "gruppi di interesse" e va d'accordissimo con la speculazione finanziaria. Chi occupa certe posizioni cade sempre in piedi e cade sempre in piedi perché occupa certe posizioni.

      La "rivoluzione" è illusoria. L'unica cosa che ha una qualche utilità concreta è rendersi il più possibile indipendenti dai ricatti su cui si fonda tutto il meccanismo. Se tu "hai bisogno" di qualcosa, sei ricattabile.

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    3. Quello che non funziona è che gli speculatori stavano investendo sul crollo. Adesso che sono stati riversati (una tantum) fiumi di soldi, il valore crollerà in tempo zero e gli stessi speculatori che investivano sul collasso lo sanno, perché è il loro lavoro. Indovina come finirà?
      Ma la gente è ignorante, non pensa, non si informa. Chi ha contratto prestiti per finanziare GameStop finirà sul lastrico, come è giusto che sia, ma la colpa non è dei cattivi della finanza quanto della loro cretineria.

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    4. Ma scusa, questo vale non per Gamestop ma per qualsiasi investimento in cui si entra con l'idea di un guadagno considerevole. Le possibilità di guadagno sono proporzionali al rischio, ovviamente a meno di situazioni truffaldine. Se uno investe tutti i suoi averi o peggio si indebita per scommettere su una speculazione, è un pirla, a prescindere dalla situazione contingente. Non a caso la gente come Soros di solito investe i soldi degli altri, non i suoi. Anche questo è uno dei segreti di Pulcinella, se i "maghi della Finanza" avessero la famosa palla di vetro, non esisterebbe nemmeno l'idea dell'investimento perché non ci sarebbe nessun margine di incertezza. Come dicevo, quando Soros investe del suo? Quando ha determinato una situazione truffaldina in cui è certo dell'esito finale.

      Torniamo a bomba. Qui le componenti della "pseudo-novità" sono una roba tipo il "crowdfounding" cioè mettere insieme il contributo di migliaia o milioni di micro-investitori a formare il capitale, poi l'uso di un qualche sistema "predittivo" che localizza una speculazione sulla vendita allo scoperto che comincia e la controbatte con l'acquisto in modo da ribaltare il gioco cioè determinare un rialzo del valore del bene venduto e costringere lo speculatore iniziale a pagarlo più del valore nell'istante zero, invece che meno come vorrebbe.

      La cosa rilevante non è se la "piattaforma" che innesca il gioco viva o muoia, la cosa rilevante è che questo meccanismo è facilmente ripetibile perché in fondo è una scatola vuota. Mentre di Soros non ce ne sono tanti al mondo.

      La contemporaneità ma se vuoi anche la modernità si basano su questo, sulla ripetibilità dei gesti tramite la macchina. Un bicchiere di carta costa meno di un bicchiere di vetro di Murano perché una macchina te ne sforna migliaia in un minuto e tu puoi costruire "n" macchine. Macchine che producono altre macchine. Non c'è limite. Rimuovendo il fattore umano rimuovi la maggior parte dei vincoli.

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    5. Appunto, ma qui si festeggia e ci si compiace perchè il popolo ha vinto sui cattivi lupi della finanza.
      Sto dicendo che è una delle mille mila fuffe, perchè il popolo non ha salvato proprio nulla. Game Stop era destinata al fallimento prima e con la rapidità di una slavina ci arriva adesso dopo che il popolo si compiace del bel nulla che ha ottenuto.
      Questo era il punto.

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    6. Come osserva Uriel Fanelli ė stata creata una piccola breccia rispetto allo accesso alla "ricchezza" stampata, quella della cricca che "cade sempre in piedi".
      La farina del diavolo finisce sempre in crusca.
      Ora c'è qualche diavolo in più in giro.

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    7. Ancora. Non è stata aperta alcuna breccia e sarebbe bene che fosse molto chiaro per tutti.

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    8. Coso, interpreto il pensiero di AlaCosa qui.
      Il passaggio che tutti fanno finta di ignorare è che la "contro-speculazione" al rialzo invece che al ribasso prevede che la gente compri le azioni. Certo, l'idea è che i venditori allo scoperto le ricomprino, andando a rimetterci e su quello fare utile. Però c'è un ovvio problema.

      Il sistema continua all'infinito a crescere oppure ad un certo punto rallenta, si ferma e inverte il giro. A quel punto chi ha in mano le azioni finisce come in quel gioco dove suona la musica, si corre attorno alle sedie e quando la musica si interrompe tutti si devono sedere e chi non riesce rimane in piedi. In altre parole, cosi come il valore è stato gonfiato dalla contro-speculazione, allo stesso modo si può sgonfiare e quindi imporre delle perdite agli azionisti.

      Certo, bisogna sempre vedere quale è il "reale valore" delle azioni Gamespot (in questo caso ma vale come regola generale). Potrebbe essere poco meno di quello attuale, potrebbe essere la metà, potrebbe essere un decimo.

      Qui casca l'asino, nel senso che i fautori di questo gioco, un po' come il bisnonno Marx, non dicono come si fa ad uscire una volta dentro.

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    9. Da una parte abbiamo le speculazioni "allo scoperto" al ribasso da parte di un hedge fund, dall'altro le speculazioni al rialzo di un gruppo di piccoli speculatori.
      Il piano e' lo stesso: da una parte 1 grosso che specula 100, dall'altro 100 piccoli che speculano 1.
      Interessante, invece, il fatto che i 100 piccoli si siano messi insieme e "snasando" la speculazione ribassista in corso abbiano reagito con la loro speculazione rialzista.
      Astraendo da dettagli tecnici dovrebbe essere avvenuto qualcosa del genere.

      Da una parte lo hedge fund ci smena (20G€) in caso di mancato ribasso, dall'altra i piccoli si troveranno con della carta in mano (o opportune sequenze di bit da qualche parte su qualche server) se il rialzo sara' eccessivo e quindi sara' seguito da un netto calo.

      La cosa interessante e' la novita': una speculazione supportata da "fino ad ora insignificanti", il fatto che siano riusciti ad organizzarsi repentinamente in rete e che questo ha sparigliato i piani degli speculatori "tradizionali".

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  4. Se ne vogliamo fare una questione filosofica la prima cosa da dire è che la Finanza non appartiene alla nostra tradizione per via della morale cattolica e poi catto-comunista per cui il "successo" è un crimine che deve essere perseguito e una colpa che deve essere espiata.

    Quindi da noi da sempre esiste il "capitalismo familiare" che si giustifica con la "responsabilità sociale", da cui le famiglie dei ricchi di un certo territorio finanziano la costruzione di cattedrali o ospedali. Il "capitalismo familiare" da sempre diventa "bancario" e le banche finanziano i Re o le guerre. Non esiste invece il "venture capital", cioè l'idea che un singolo possa finanziare una impresa avventurosa, che siano tre caravelle o uno spinoff universitario, con una buona probabilità di fallire, alla voce "uno su mille ce la fa".

    I "wolves of Wall Street" è una cosa culturalmente estranea che esiste nella tradizione della frontiera americana, cioè della Bibbia in una mano e la spingarda nell'altra e sostenuta dalla cultura protestante in cui il "successo" è il segno della Grazia, non un crimine e una colpa.

    Il vero motivo per cui la storiella di Gamestop non sta in piedi è che da noi i compagni non pensano di usare gli strumenti della Finanza per espropriare i Finanzieri, pensano che lo Stato impersonato dal Partito debba chiudere tutto e mandargli a casa le Guardie Rosse. Invece negli USA i "ribelli" in realtà ambiscono a diventare Finanzieri e per questo dicevo del gioco a somma zero, cioè di due speculazioni analoghe di segno opposto.

    La cosa fondamentale da capire è che negli USA il Capitalismo per sua natura non ha nessuna morale, non è tecnicamente anti-morale. Inoltre, negli USA il fallimento è considerato un passaggio inevitabile e anche salutare di chi vuole fare impresa, perché la impresa è "venture". Dato che il Capitalismo non è ne familiare ne bancario, un fallimento non si porta dietro nessuna conseguenza se non che la gente si può trovare senza tetto da un giorno all'altro. Le cose vanno e vengono. Con molta più facilità che da noi.

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    1. In un certo senso due lati della stessa me(r)daglia: fare i froci col culo degli altri, ano o denari cambia poco.
      Non per nulla coloro che cadono sempre in piedi sono anche i magnati del progressismo gambrino, verso la barbarie.

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