lunedì 12 luglio 2021

Non un grammo

Ieri mattina Rosa Canina ha controllato i melari delle due arnie: non un grammo di miele. Attraverso i canali dell'associazione aveva già letto gli sconsolati sfoghi degli apicoltori della valle. Primavera ventosa, in più con una dura gelata, estate siccitosa, risultato: niente miele. Sconcerta che sia un problema (localmente) così diffuso! Anche se _mozzi l'aveva già allertata è rimasta stupita lo stesso.
Oggi si vedranno e faranno il blocco di covata.
Per noi nessun danno ma per coloro che hanno tentato la via professionale sarà durissima, le annate cattive si susseguono. L'Italia importa circa il 50% del miele che consuma. Non contribuiremo, quest'anno, neppure ad un grammo di autonomia nazionale in più.

20 commenti:

  1. Ma di cosa vivono le api se non producono miele?

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    1. Gentile Io!
      Avevo scritto

      > ha controllato i melari delle due arnie

      I melari sono estensioni delle arnie applicati sopra di esse nei quali le api, una volta riempiti di miele i telaietti (delle arnie, come provviste per la famiglia) depositano il miele "in eccesso".
      Dunque la famiglia ha le proprie riserve di miele nelle arnie. Ma entrambe non hanno fatto alcunché nei melari.
      Prima di sera Rosa Canina e _mozzi faranno una visita alle arnie (principalmente per il blocco di covata contro la varroa), certamente controlleranno lo stato di salute delle due famiglie (poco probabile ma non eslcuso che ci possano essere parassitosi o malattie in corso).

      Mi scuso per eventuali errori, sono ancora piuttosto ignorante.

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    2. Grazie per la spiegazione!

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    3. Coso ha omesso un particolare ovvio: il miele è in sostanza acqua zuccherata con degli aromi aggiunti, che poi le api de-umidificano progressivamente fino a renderlo semi-solido. Tanto che se togli il telaio appena le api hanno messo il miele, ti cade tutto in terra perché è liquido quasi come l'acqua. Ragione per cui viene fatto "maturare" nell'arnia. Quando non he hanno abbastanza e capita spesso nei luoghi dove la fioritura è scarsa e/o ridotta nel tempo, l'allevatore nutre le api con acqua zuccherata che replica il miele, in varie forme, da quella totalmente liquida a quella solida del cosiddetto "candito". La forma più banale consiste nel buttare un paio di chili di zucchero in una pentola con un litro d'acqua, fare sciogliere lo zucchero, si forma uno sciroppo che si può aromatizzare con il succo di qualche frutto e poi si versa lo sciroppo in un piattino. In sostanza non si fa altro che mettere dello zucchero sopra l'arnia e le api passano da un buco e vanno a succhiare lo zucchero. Difficilmente le api allevate muoiono di fame perché vengono nutrite, possono morire di freddo oppure perché muore la regina, non riescono a produrne un'altra (mi risulta che le operaie in caso di emergenza possono deporre uova per fare una regina) oppure questa nasce e si invola ma non torna o non trova dei fuchi e quindi si estinguono semplicemnte perché non ne nascono di nuove.

      Altro dettaglio che Coso ha omesso: le api costruiscono la griglia di celle esagonali ovunque riescono ad entrare. Poi la regina le usa per deporci le uova da cui si sviluppano le larve e le celle non usate per le larve vengono usate come deposito per il miele e il polline. Il trucco del "melario" consiste nel mettere una griglia sopra l'arnia con dei buchi da cui passano le api operaie ma non passa la regina perché è pù grossa. Cosi facendo le api entrano nel melario, fanno le cellette ma poi le possono usare solo come deposito per il miele. Dato che sono api ma non sono sceme, le prime celle riempite sono quelle vicine alle larve e mano a mano riempono quelle più lontane. Da cui riempono quelle del "melario" solo dopo avere usato tutte quelle accessibili alla regina, di solito site al "piano inferiore" dell'arnia vera e propria, sotto la succitata griglia e sotto i piani sovrastanti del "melario". L'apicoltore non fa altro che togliere i ripiani aggiuntivi senza toccare il miele all'interno della zona accessibile alla regina. Poi ovviamente si regola col nutrimento aggiuntivo se serve.

      Il "blocco di covata" che dice Coso consite nel mettere la regina dentro una scatoletta coi buchi piccoli in modo che le operaie la nutrano ma lei non possa deporre le uova. Questa operazione si compie nel momento in cui vengono deposte le uova per fare i "fuchi", cioè le api maschio. La ragione è che le femmina di Varroa prediligono le cellette dei fuchi per deporre le uova, quindi non producendo queste celle in un dato periodo, si riduce la proliferazione del parassita. Si aggiungono i trattamenti con vari composti, io ne conosco due, acido ossalico e acido formico, che si spruzzano sopra le api o si disperdono nell'arnia come gas. Il "blocco di covata" non è innocuo per la vita dell'arnia, la cosa peggiore che può capitare è che la regina muoia. La Varroa non c'era prima degli Anni Ottanta, incidentalmente.

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    4. Non mi risultava che la varroa deponesse solo nelle celle dei fuchi (che sono una parte minoritaria).
      Bisogna stare attenti con lo zucchero perche' esso e' privo di nutrienti anche per le api.
      Grazie, Nessuno, spiegazione precisa e chiara.

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    5. Mi sono spiegato male, quindi:
      LINK.
      Gli acari della Varroa infestano le api adulte e anche altri insetti ma si riproducono solo a spese delle larve di ape e in particolare delle larve di fuco, con una percentuale di 10-1. Pare dipenda dal fatto che i fuchi maturano in 24 giorni mentre le operaie in 21. Comunque, eliminando solo la covata di fuchi si danneggia meno la colonia, dato che il fuco collabora a mantenere la temperatura interna dell'arnia, collabora al nutrimento delle api ma poi si invola per cercare una regina e addio. Il problema vero mi sembra sia che le api poverine non hanno la capacità di togliersi di dosso l'acaro (femmina) e non so quanto siano capaci di pulire le celle (dove abita il maschio della varroa e le larve). Mi sembra di avere letto da qualche parte che stanno provando a selezionare delle varietà di ape che reagisca attivamente alla infestazione della Varroa.

      Per il nutrimento, ovviamente le cose si possono complicare a piacimento.
      LINK.

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    6. Molte grazie per il collegamento alla pagina sulla biologia della varroa che mi sono letto ora! (dovrei studiarlo invece che limitarmi a leggerlo).

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  2. Poi c'è chi per coltivare due gerani si piglia l'insetticida al supermercato, quasi non ci fossero abbastanza sventure!

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    1. Molte persone sono ancora infatuate di vari veleni che si trovano in commercio e li usano allegramente.

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    2. Anche nei luoghi dove tali persone vivono.

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    3. Quante volte nei vari gruppi di giardinaggio compaiono domande tipo:o H questo bruco sul basilico, Che trattamento devo fare? E gli rispondono anche, suggerendo il veleno più in voga. Prendi il bruco e lo togli, no?

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    4. I minorati sono ossessionati dal Male, di volta in volta rappresentato dal Sistema in entità materiali risolvibili con metodi semplici e tossici : la maggica Tecnologia, stigmata della Modernità.

      E allora, ecco – ad esempio – la vaccinazione di massa con le brodaglie sperimentali inutili se non dannose.

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    5. x Claudia:
      E' la facilita' d'uso della chimica. Le cose facili quasi sempre si rivelano pessime col passare del tempo.

      x Marco:
      'spetta: i problemi esistono. Uso "problemi" invece che il termine "male" che attiene più alla metafisica.
      Se hai problemi, specie se gravim, e vuoi vivere meglio, ti tocca risolverli. A volte c'e' un bilancio costi - benefici ma NON esiste solo questo (Marx sbagliava) esistono altri punti di vista che portano a valutazioni e scelte diverse da quello economico.

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  3. purtroppo la stagione non è stata favorevole!

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  4. potrebbe trattarsi di scarsa voglia di lavorare

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    1. Dici che bisognerebbe importare un tot di api forestiere? Per fare i lavori che le api italiane non vogliono più fare e per pagare loro la pensione, magari?

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    2. L'altro ieri avevamo fatto una battuta simile pure Rosa Canina e io: anche le api, ormai, avranno deciso che e' meglio non fare un cazzo e prendersi, comodamente, un reddito di cittadinanza.

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    3. E' stato fatto esattamente questo. Si sono importate api di altri continenti per cercare di migliorare il rendimento e questo ha causato ogni tipo di devastazione, dall'aumento della aggressività delle api (Africa) alla infestazione della Varroa (Asia). Incidentalmente le api italiane sono/erano ricercate in tutto il mondo perché particolarmente docili e produttive. Quando si dice tagliare il ramo su cui si è seduti.

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    4. Sì, ho letto ora in Wikipedia la storia della diffusione della Varroa Destructor, originariamente affliggeva le sole api mellifere asiatiche.
      Ailanto, la cosiddetta "vespa del castagno", gambero della Lousiana, varroa, scoiattolo grigio, islamici, ... il grave problema delle xenospecie, aggressive, prolifiche, fanno fuori quelle autoctone.

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