martedì 13 luglio 2021

Sardìnnia: Carbonia, Serbariu - 15

(Sardìnnia: Porto Flavia - 14)

  • "... disponibilità di un appartamento, circa 50mq per gli operai, con luce, acqua corrente, 250mq di orto famigliare, salario del 30% superiore a quello medio di tecnici od operai equivalenti, ..."
    Guida, durante la visita
  • Coloro che io preferisco sono quelli che lavorano, duro, secco, sodo in obbedienza e possibilmente in silenzio.
    B. Mussolini
Dopo la visita mattutina all'ingegneria mineraria, siamo passati ad una visita alla... mineraria vera e propria: a Carbonia, Serbariu, la più grande miniera di carbone, in Italia, per alcuni lustri (si estraevano fino 1.6Mt di carbone, 5.1kt al giorno, 6 giorni lavorativi alla settimana, leggo ora che venne estratto solamente l'1% del giacimento).
Condizioni che oggi definiremmo da inferno dantesco. Non ha senso giudicare da una poltrona quando l'alternativa era la miseria. Ecco, quindi, le condizioni assai allettanti, specie considerando l'epoca: un'abitazione da signori! con acqua e luce corrente e.. spazio (le famiglie numerose vivevano in spazi assai ridotti, all'epoca, senza acqua, senza energia elettrica)!
Se si osservano e le condizioni dell'epoca e le condizioni di altri paesi, ad esempio leggendo storie come questa, emerge che la tanto precotta e scadente quanto ripetitiva retorica antifascista è storicamente rozza, malposta, considerando quanto succedeva, a quel tempo, in altre miniere in stati connotati diversamente ("liberisti", sotto regimi comunisti), una retorica che, volutamente, ignora l'essenza totalitaria industrialistica a cavallo tra XIX e XX secolo.
Con Rosa Canina osservavamo che, la frase di Mussolini, ha piuttosto senso: al lavoro noi siamo di poche parole, cerchiamo di lavorare sodo e bene. Cosa ci sarebbe di sbagliato? Io sarò tonto, non riesco a capirlo. Si può fare un gioco interessante e riformularla con gli opposti: 

Coloro che io preferisco sono quelli che lavorano, mollemente, umidamente, in antagonismo e possibilmente parlando molto.

Ora farei un gioco e, ai molti cretini falsipocriti compagneschi, direi di assumere e pagare, con i propri denari, degli artigiani, ad esempio per i lavori in casa e vorrei contare, personalmente, quanti di essi accetterebbero quelle condizioni e quanti, dei convinti, continuerebbero "gli ho detto di imbiancarmi la sala, mi ha spostato la tramezza!", già, l'obbedienza non va bene, no!?).
A me sembra di vivere via via più in un mondo di dissociati schizofrenici. Qui la visione della questione da un altro punto di vista che, in molti passi, è non so se sconcertante, bislacca, favolistica.
Il cottimo era una condizione di chiarezza e pulizia etica nel contratto tra le due parti.

Comunque, lavoro durissimo e infernale in squadre di quattro (demolitore, asportatore, montatore, smontatore): per un attimo la guida ha mosso una "marra" e dal mucchietto di ghiaietto di carbone sub-bituminoso si è alzata una brutta nuvola di polvere: 8h al giorno, 6 giorni alla settimana, ca. 2700 morti (vado a memoria, così disse la guida) di malattia professionale, famiglia delle pneumo-coniosi. L'inferno dantesco era qui. Molto dello sviluppo d'Italia fu grazie anche ai sacrifici di quelle persone che letteralmente, persero la vita o, se nn la vita, una condizione di vita salubre.

Sala degli argani.
Questi luoghi a dimensioni di ingegneria di potenza hanno dimensioni di una bellezza strepitosa.

Un castello, movimentazione verticale di minatori e carbone estratto.


Mostri meccanici nelle viscere della terra.



Uno strato alto basso tra i 70 e gli 80 cm, destinato ai minatori topi (chiamati letteralmente così).
 Condizioni così dure che il cottimo calava drasticamente; utilizzato anche come lavoro punitivo.

Coloro che io preferisco sono quelli che lavorano, duro, secco, sodo in obbedienza e possibilmente in silenzio.
Facciata dello stabile all'ingresso.

7 commenti:

  1. Noi ci lamentiamo. Non so quanto potremmo resistere, in quelle condizioni.

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    1. Sempllicemente non abbiamo idea (emotiva) di quell'inferno di lavoro. Il fatto che esso fosse scelto da moltitudini di persone (cfr. l'andamento demografico di Carbonia) ci puo' far capire che la miseria fosse ancora peggio.

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    2. Farei presente che sulle isole Svalbard ci sono relativamente grandi miniere di carbone. La foto non è una miniera a caso, è proprio delle Svalbard, cioè le miniere sono tutte abbastanza uguali. Adesso però fate il rapporto il minatore che vive in Sardegna e il minatore che vive alle Svalbard.

      Non cadiamo nella retorica neoromantica. Ci sono miniere di vari metalli sulle montagne tra Lecco e Bergamo, scavate almeno dall'epoca romana. Erano miniere in cui i montanari grattavano il minerale praticamente con le unghie e poi lo portavano a valle per rivenderlo e cosi integrare il reddito quasi inesistente di una economia di sussistenza dove le galline erano censite dal fisco e le castagne facevano la differenza. Queste miniere alimentavano una produzione manifatturiera locale e regionale, che abbiamo ereditato. Senza considerare le spade e le armature esportate dal Milanese in tutta Europa, ancora oggi il paese di Premana in Valsassina è noto per la coltelleria, sotto le case ci sono officine che forgiano il ferro.

      Il minatore non è uno schiavo, è una persona che fa quel lavoro perché è pagato meglio di un altro lavoro. Le miniere hanno una loro economia, che bilancia il rendimento con gli investimenti in macchinari che sollevano i dipendenti dalle incombenze manuali e incrementano la sicurezza, esattamente come qualsiasi altra attività industriale. Lavorare in una miniera contemporanea è abbastanza simile a lavorare in una fonderia. Una fonderia europea di oggi è abbastanza diversa da una fonderia cinese o da una fonderia di cent'anni fa.

      Invece di compatire il "povevo pvoletavio", pensate che se non ci fosse qualcuno che lavora in miniera, in fonderia, che accudisce il tornio, eccetera, l'intera nostra società non potrebbe esistere. Stakanov diventò eroe dell'Unione Sovietica perché aumentò a dismisura la quantità di carbone cavato, non perché andò nello spazio con un razzo. Il problema nostro non è che fare il minatore fa schifo ma che disprezziamo chi fa il minatore. Lo disprezziamo perché ormai è "ingranato" nelle nostre menti che tutte le cose "brutte" possano essere rimosse. Rimosse in maniera onirica semplicemente smettendo di pensarci, puff, sparite e rimosse nei fatti ricollocandole il più lontano possibile.

      Tanto che, come dico e ridico, qui farnetichiamo di "ecologia" solo e soltanto perché l'inquinamento viene prodotto altrove. Non solo l'inquinamento, anche tutti i circuiti elettronici montati dagli schiavi strappati ai campi nei mega-fabbriconi dell'Asia inaccessibile da cui poi li importiamo insieme alla Peste.

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    3. Nessuno, molta parte delle vostre osservazioni sono riformulazioni, con vostre parole, di quanto scritto sopra.
      Grazie.

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    4. Non direi.
      La differenza tra noi due è sempre il famoso "paradosso della motosega" che dicevo a proposito del pur nobile intento di Lupolibero di ripristinare la sua tenuta.

      Tu vendi con una confezione diversa ogni volta la stessa merce, cioè l'idea grillesca della "decrescita felice". La "decrescita" sarebbe "felice" perché la gente invece di vivere nei palazzoni delle città, invece di formicolare in giro sulle strade, invece di schiantarsi nelle fabbriche e nelle miniere, vivrebbe di un qualche tipo di "reddito universale" nella tranquillità di ville in campagna.

      Allora io ti ripropongo il quesito. Benissimo, siamo in campagna. Ignoriamo la faccenda del "reddito", diciamo che siamo tutti scienziati e lavoriamo "smartcoso". Nella mia villa in campagna devo tagliare delle piante. Posso fabbricarmi una ascia andando a cercare della selce o dell'ossidiana, scheggiando la pietra, montandola su un manico con delle corde ottenute intrecciando corteccia, oppure posso usare un macchinario, tipo la succitata motosega.

      Dove la trovo la motosega? La trovo nel negozio di motoseghe, insieme alle parti di ricambio e alla assistenza. Potrei anche comprarla su Amazon se fossi capace di ripararmela da solo o se ne comprassi una nuova appena quella vecchia si guasta.

      Come appare dal nulla il negozio di motoseghe? Come ci arrivano nel negozio di motoseghe le motoseghe? Da qualche parte di devono essere le fabbriche che producono tutti i pezzi della motosega e almeno una fabbrica che assembla i pezzi e spedisce poi la motosega al negozio di motoseghe. Come appaiono dal nulla le fabbriche di pezzi di motosega? E via via, si arriva alle miniere da cui si estraggono i materiali per fare i pezzi di qualsiasi cosa, incluse le motoseghe. Miniere che per funzionare però richiedono altri macchinari e quindi riavviano il ciclo di "come appare dal nulla X?" all'infinito.

      Non è ovviamente un ciclo chiuso, sarebbe paradossale. E' un ciclo aperto perché i pezzi che servono per lo "adesso" sono stati fabbricati nel "prima". Quindi per potere usare la motosega nella tua tenuta in campagna hai bisogno non solo del contesto "moderno" tutto attorno col negozio di motoseghe, hai bisogno che sia mantenuta la continuità causa-effetto col "prima", risalendo fino alla invenzione del fuoco.

      Da cui si ricava che la faccenda della "pseudo-ecologia" nelle varie declinazioni post-moderne, decrescitiste, deindustrializzanti, transitorie energeticamente, può solo muoversi in avanti. Appena si muove all'indietro denuncia la sua vera natura e il suo vero scopo, cioè cancellare l'esistente, rimuovere il passato, introdurre la discontinuità che consente il famoso Mondo Nuovo. Il Mondo Nuovo non potrà essere quello neoromantico-immaginario del Conte di Montecoso, sarà qualcosa di simile ad una megalopoli del Terzo Mondo, con il "meticciato", cioè al divisione in caste, dalle torri delle Elite alle distese di baracche dei servi.

      Incidentalmente, ho ascoltato i semidei della "Europa" che spiegavano come sarà finanziata la "transizione".
      Semplice, con le imposte e tutti i meccanismi di coercizione che stiamo sperimentando con la scusa del "covid".
      Saranno aggiunte imposte su tutto, qualsiasi cosa, in modo da fare pagare ad ogni singolo europeo, nel momento che compra il pane o scalda la casa, qualsiasi cosa, i costi per spostare lo stesso problema da A a B. Del resto, in passato il signor Prodi ha svenduto (ridendo) il nostro culo perché era necessario cancellare gli Stati nazionali e addivenire al super-Stato europeo e poi al Governo Mondiale. Come diceva mio nonno, fare e disfare è tutto un lavorare.

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    5. Nessuno, wqui non c'e' alcuna decrescita. C'e' solo una crescita del peggio.

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