(unuomoincammino)
Domenica 29 siamo andati a farci una piccola cima, dovrei dire in invernale ma... era così caldo al sole e secco che ad un certo punto mi son tolto la parte inferiore delle braghe e sono rimasto a gambe scoperte. Senza ciaspole, ghette, i ramponi nello zaino, in un paio di passaggi in neve di accumulo ho avuto la piacevole sensazione della neve su stinchi e polpacci.
Non una nuvola, traccia di umidità all'orizzonte. Come si vede dalla foto dalla cima, verso nord, nord-est, veramente poco bianco.
Allenamento prossimo allo zero, devo dire che ieri, nonostante la sgambata di un tre ore circa, alla sera sono stato assalito dai litrate di acido lattico in corpo, sembrava che avessi l'influenza. Quest'estate con non-allenamento analogo, dislivelli e lunghezze molto più impegnativi, zero problemi. Mah.
Rosa Canina ha camminato come una stambecchina e sono molto felice che sia tornata camminatrice e alpinista. Scherziamo sempre, vado all'assalto per baci, bacini e sbaciucchi, ella fa la brontolona, poi ridiamo tanto.
La montagna rimane una palestra e di vita e spirituale formidabile. Essa richiede la capacità di stringere i denti, di superare difficoltà e imprevisti, la capacità di rinunciare, di conoscere i propri limiti, di sapere che c'è un rischio e c'è un premio. La gioia della cima, del paesaggio, essere un po' più vicini al Signore delle Cime, di aver vinto la fatica e la resistenza della mente, danno una grande gioia.
Ecco, l'acido lattico oggi mi ha fatto rimanere a casa per ritmi un po' più lenti e sbrigare alcune faccende, annullata l'ascensione odierna, decisamente più impegnativa, causa stanchezza.
Ecco, potrei augurare a me, a Rosa Canina, a coloro che leggono, buone camminate e ascensioni, in montagna e nella vita, nel silenzio, con la felicità di essersi sacri-ficati per una cima, per un buon risultato che aiuti a migliorare questo mondo, a lasciarlo anche solo un poco meglio.