lunedì 26 febbraio 2024

Fragilità

Eravamo saliti al campo di Rosa Canina, per ritirare tre cassette di legna fine preparate in precedenza, controllare i piccoli alberi piantati l'anno scorso, tagliare un po' di ginestra e rovi infestanti. In poco tempo ce la siamo sbrigata. Poi, data la bella giornata, abbiamo deciso di fare qualche passo al sole, del quale abbiamo bisogno.
Ci siamo avviati verso un paio di borghetti, relitti di piccole comunità umane scomparse in pochi decenni, forse non più di quattro (diciamo 1960 - 2000). In pochi lustri dissoltasi la presenza umana di secoli. La cultura del castagno, anche, regredisce: castagni secolari, non più coltivati, seccatisi in piedi, scheletri lignei verso l'alto. Nutrirono generazioni, non sono più curati, se ne vanno (il castagno sta soffrendo le estati sempre più lunghe e secche, oltre che ondate di vari attacchi, dal mal d'inchiostro alla cosiddetta vespa cinese - non è affatto un imenottero).
Osservando le case con le molte finestre, ognuna era stanza, ricca di donne, uomini, bambini, stipati e anche in situazioni che oggi riteniamo promiscue (mi ricordo, la mia infanzia, dalla nonna materna, eravamo così tanti, i nipoti, che nelle allegre riunioni di famiglia, i bambini, i ragazzi, dormivano due per letto, le due teste ai lati opposti dello stesso letto) mi chiedo come diavolo potessero, così numerosi, con così poco!
Riflessione inevitabile: la presenza di così tante persone in territori avari di risorse è stata certezza di miseria più che di povertà, per secoli. L'emigrazione di massa, una vera e propria fuga lo ha testimoniato meglio di mille libri. Ora osservo, da troppi a nulla.
Così, la fugacità dell'essenza, la fragilità umana, non è stata solo il risultato di un esercizio spirituale camminato per un paio di quarti d'ora. Lungo un minuscola viottolo in discesa, Rosa Canina, è scivolata su una pietra bagnata (dalla pioggia della notte precedente) e si è accartocciata, di nuovo: ha appoggiato il braccio sinistro e ... patatrac, frattura a radio e ulna (avambraccio sx). La sua grave osteoporosi, dopo la frattura del femore, le ha imposto una presa di coscienza sulla fragilità. Personale, oltre che quella delle comunità umane montanare. 

La superfetazione a destra ha il tetto sfondato e se ne sta andando. Un castagno vigila il passare del tempo.

Quante finestre, passaggi, usci si affacciano su questa corte, un tempo assai vivace, ora silenziosa.

Stampella

Le stalle erano vicine al resto. Le finestre erano piccole, il vetro non c'era o era troppo costoso.

Sopra a tutto, un castagno secolare. Nutrì coloro che fecero e poi puntellarono.

Sul davanzale della finestra, cresce erba, ormai. Ma non è un buon segno.

Sopra all'uscio ormai sgangherato, una piccola inferriata in ferro battuto.
C'era comunque un anelito alla bellezza, anche in queste povere case.

(unuomoincammino)

51 commenti:

  1. Accidenti! Mi dispiace molto per la tua Rosa Canina...

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  2. Le condizioni di vita di solo cent'anni fa per noi sono inconcepibili.
    La considerazione che mi sembra interessante è che c'era meno distanza tra i ricchi e i poveri, nel senso che l'unico elemento che potevi cambiare era che potevi fare faticare altri al posto tuo, per dire volevi fare il bagno, pagavi uno che spaccasse la legna, un altro per portarla e un altro per scaldare l'acqua sulla stufa. Però alla fine anche se eri il re dovevi fare il bagno nel mastello e l'acqua te la tiravi in testa col secchio. I palazzi dei ricchi erano costruiti meglio ma più o meno erano fatti allo stesso modo, con gli stessi materiali, delle povere case dei contadini. Gli stucchi e i marmi non rendevano i palazzi più caldi, anzi, le grandi stanze erano più difficili da riscaldare bruciando la legna. Che tu fossi ricco o povero, il mangiare poteva cambiare in quantità ma non in qualità perché le cose disponibili in tutti i casi venivano dagli orti e dai pollai circostanti. Se poi ti ammalavi, non è che il medico del ricco potesse fare molto.

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    1. Poi una cosa da considerare è che abitare in un eremo era più sicuro perché meno probabile che venisse qualcuno a fare razzia e più igenico perché da una parte c'era meno via vai di stranieri, dall'altra meno gente appiccicata. Abitare in città o in un villaggio significava essere sulla strada degli eserciti in marcia, che si sostentavano facendo razzia e sulla strada dei viaggiatori, pellegrini, eccetera, che portavano notizie, merci e malattie. Nell'eremo eri sempre pezzente uguale, non c'erano picchi nel bene o nel male.

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    2. > Le condizioni di vita di solo cent'anni fa per noi sono inconcepibili.

      Secondo me molte delle cose fino agli settanta ora sono semplicemente inconcepibili.
      Io andavo a scuola da piedi, alle medie inferiori, a ca. 2km di distanza, in città. Ora penso sia semplicemente vietato, i pargoli devono essere accompagnati.
      Caso uno di un mille mila.

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  3. Le condizioni di vita di un tempo, se intendiamo il tempo dei nostri genitori o anche dei nostri nonni, erano senza dubbio più impegnative, richiedevano più attenzioni ed energie, ma non erano certo intollerabili come ad alcuni piace dipingerle. Certo, i concetti di tollerabile e intollerabile dipendono anche molto dalle aspettative, e io so di avere un animo piuttosto... "monastico".

    Quanto alla speranza di vita, tra le famiglie agiate la vita media (salvo malanni irrimediabili, le classiche "fatalità") si aggirava tra i 70 e gli 80 anni. A morire prematuramente erano i poveracci, sfiancati dal troppo lavoro, dal cibo scadente, da case con sbalzi di temperatura di tutto rispetto e dall'igiene precaria; oltre ai bambini entro l'anno di età o giù di lì.

    Chi non mi credesse, provi a verificare osservando le date di nascita-morte nei cimiteri che ancora conservano vecchie tombe o, meglio, visitando qualche palazzo nobiliare nel quale siano esposti ritratti e busti che permettano di risalire alla durata della vita del personaggio rappresentato.

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    1. A riprova che questo blog è collegato solo a scemi e pazzi.
      Cito:
      Nel 1872 l’aspettativa di vita a livello italiano era pari a 29.7 anni, quasi 3 volte in meno rispetto al dato attuale.
      Nel corso degli anni l’aspettativa ha conosciuto anni positivi e anni negativi. Nel 1877, quindi 5 anni dopo il 1872, il dato era cresciuto di quasi 5 anni con 34.9 anni. Ma già nel 1880 il dato era nuovamente calato. Il picco in alto negli anni prima della prima guerra mondiale è del 1914. Nel 1914 l’aspettativa di vita era infatti arrivata quasi a 50 anni.

      Con l’entrata dell’Italia nella prima guerra mondiale assistiamo con il passare del tempo ad una drastica diminuzione dell’aspettativa della vita. Se nel 1914 l’aspettativa di vita era quasi arrivata a 50 anni, nel 1918 il dato era dimezzato a 25,8 anni. Dato che, con il terminare della guerra tornò a crescere – tranne qualche anno di decrescita fino a raggiungere un nuovo picco nel 1939 con 57,6 anni. Anche in questo caso, grazie all’entrata nella seconda guerra mondiale l’aspettativa di vita crollò nuovamente a 49,4 anni – meno del 1914 -. Terminata la seconda guerra mondiale il dato è tornato a crescere e dal 1943 abbiamo assistito ad una crescita costante. Per tutti gli anni tranne nel 2020 dove vi è stato un calo di 1,2 punti e un ritorno a 82 anni.
      Fine citazione.

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    2. Quando ero piccolo mi ricordavo, al paesino della mamma, in Trentino, i funerali dei contadini e di persone "usurate dalla fatica": 59, 75, 68, ... uno arrivava a 80 ed era considerato matusalemme.
      Viceversa, nel camposanto di un borghetto non lontano da quelli raffigurati qui sopra (ho una pagina in questo diario) mi ero stupito delle eta' lette sulle vecchie tombe.
      A cavallo tra XIX e XX secolo, molte tombe riportavano et' superiori agli ottant'anni.
      Mah.
      Clima assai piu' severo in Trentino?
      Alimentazione (olio di oliva, castagne) piu' sana in quell'angolo di montagna toscana?
      Mi stupii della longevita' in esso.
      A Mantova, all-estwerno di Palazzo Te, c'e' una palina con l'elencoi dei duchi di Mantova: pochi di loro hanno raggiunto i 40, molti di essi se ne sono andati prima.

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    3. Le tombe non sono un parametro affidabile.
      Molti anni fa andai a visitare un cimitero monumentale in Crespi d'Adda, dove si trova il mausoleo del proprietario di una grande azienda e le sepolture di tutti i suoi dipendenti attorno, disposte in ordine di importanza, quindi i mausolei dei dirigenti, le cappelle degli impiegati, le lapidi degli operai.
      Si capisce che il faraone è ricordato ancora oggi perché l'avevano messo dentro la piramide, mentre le migliaia di servi che hanno fatto la piramide sono stati sepolti in una fossa per terra e buonanotte. Quelli più furbi o ammanicati si facevano mettere di nascosto in qualche angolo delle sepolture dei ricchi. D'altra parte non è pensabile di conservare le sepolture di tutti indefinitamente, dopo un po' ci sarebbe spazio solo per quelle. Ogni tanto salta fuori qualche scheletro ma è uno su un milione. Gli altri sono andati dispersi sotto i campi e le case.

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    4. Mi sa che non è risultato ben chiaro quel che ho scritto. Tra le risposte, trovo affermazioni che riprendono le mie osservazioni marcandole come contraddittorio.

      Per pura pignoleria e senza finalità alcuna, aggiungo: in troppi testi quando trovate scritto aspettativa di vita è perché c'è qualche autore mal informato o tendenzioso che confonde, per minorità o per mala fede, l'aspettativa di vita con la durata media della vita, lasciando intendere che si tratti della stessa cosa. In realtà non è così: se muoiono due neonati e un ottantenne, la durata media della vita è di circa 27 anni, mentre l'aspettativa di vita è di... 80 anni!

      Comunque sia, non importa -- quel che scrivo io cambia le cose tanto quanto quel che scrive chiunque altro su questa pagina: niente. Bello, brutto... non so, però è così.

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    5. Bla bla commediola passivo-aggressiva.
      Invece di fare una ricerchina su Wikipedia.
      Certo, nell'oceano di scemenza e follia in cui tocca navigare, una più una meno...

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    6. Certo che prendere Wikipedia come fonte di riferimento è un grande passo! :)

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    7. I cimiteri potrebbero essere affidabili ma... bisogna considerare che in quelli grandi, passato un certo lasso di tempo, viene fatto posto ai ..."nuovi arrivati".
      Inoltre le mie osservazioni non hanno alcuna base numerica statisticamente sufficiente.

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    8. Ma si, facciamo tutti finta di essere grandi "scienziati" alla Orsini.
      Meglio non citare Wikipedia e scrivere cazzate cosi, a capocchia, contando sul fatto che le opinioni sono come il buco del culo, tutti ne hanno uno.

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    9. Coso ti devi svegliare, in questo ospizio degli invalidi.

      Cito uno dei millemila esempi, la "influenza spagnola" al tempo mio nonno paterno andava a scuola, il nonno materno invece fini al fronte coi "Ragazzi del '99". Erano gli anni tra il 1918 e il 1920.

      "La malattia ridusse notevolmente l'aspettativa di vita dell'inizio del XX secolo che, nel primo anno dal diffondersi della pandemia, risultava diminuita di circa 12 anni. La maggior parte delle epidemie influenzali uccide quasi esclusivamente pazienti anziani o già indeboliti; al contrario, la pandemia del 1918 stroncò prevalentemente giovani adulti precedentemente sani.

      Faccio un altro esempio: è passato alle cronache un evento bellico in cui il re di Inghilterra, avendo alzato la celata dell'elmo, fu colpito al volto da una freccia che si conficcò profondamente nella mandibola. Erano ancora i tempi in cui i re dovevano guidare l'esercito se non dalla prima fila almeno abbastanza vicino da prendersi una freccia. Siccome era il re, i chirurghi fecero costruire un arnese tipo una pinza lobata che entrasse nella ferita ed estraesse la punta della freccia dall'osso mandibolare. L'operazione ebbe successo e il re, nonostante la mancanza di anestesia ed antibiotici, sopravvisse, seppure sfregiato. Epperò quello era il re, tutti gli altri, conti, duchi, baroni, uomini d'arme, quando prendevano una freccia in faccia morivano di infezione qualche giorno dopo, allo stesso modo di un fantaccino strappato al suo campo. Le contesse, duchesse e baronesse morivano di parto come le contadine. I medici somministravano intrugli velenosi e salassi e i chirurghi potevano ricucire tagli e poco più, le operazioni erano sempre disperate e nella maggior parte dei casi di esito infausto.

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  4. le castagne si son nobilitate
    da cibo per poveri ad 1 euro l'una oggi

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    1. Per essere precisi gli alimenti "per poveri" una volta erano quelli destinati alla lunga conservazione, quindi che si potevano immagazzinare e trasportare.
      Viceversa, gli alimenti dei "ricchi" erano quelli deperibili, che dovevano essere "di stagione" e venire consumati immediatamente.
      Le robe "secche" o "salate" erano dei poveri, quelle fresche dei ricchi.
      Se vogliamo è ancora cosi, infatti è noto che negli USA i poveri subiscono le conseguenze di una dieta a base di alimenti industriali perché nel supermercato costano meno degli alimenti freschi.
      Tempo fa c'era un programma televisivo in cui andavano a proporre una dieta sana agli studenti delle scuole americane che mangiano nelle mense scolastiche e si scopriva come i ragazzi non sapessero che aspetto hanno gli ingredienti come le patate o le melanzane, dato che in vita loro vedono solo già "cucinati". Oltre ovviamente non avere idea del sapore dei cibi non addizionati, fritti, eccetera.

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    2. Cio' che ha cambiato radicalmentre la vita e' stato il frigorifero e il suo impatto sulla filiera alimentare.
      Ora abbiamo una nuova distinzione ed e' la quantita' di manodopera / lavoro necessario per preparare un piatto.
      Nella ristorazione, piatti poveri (con costi degli alimenti quasi nulli) e lunga lavorazione sono costosi.
      In ogni caso, anche oggi, la filiera del fresco e' estremamente complessa e difficile.
      (su questo il nostro GAS ha ceduto da tempo, siamo in pochi e non riusciamo a garantire un volume di acquisto minimo che compensi lo "sbattimento" per il fresco).

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    3. Ci sono tante variabili.
      Per esempio se vai alla coop e compri pesce surgelato scopri che viene tutto da altri continenti.
      Le vongole dal Vietnam, il merluzzo dal SudAfrica, eccetera.
      Questa poi è la "roba buona".
      Il mangiare dei "poveri" di oggi è tipicamente lo "hamburger" o lo "hotdog", cioè una polpetta fatta con una pasta in cui finiscono tutti gli scarti di lavorazione, addizionata con aromi e conservanti, surgelata e riscaldata al consumo. Prodotta in quantità illimitate per la vendita "globale", ha un costo unitario irrisorio. Un domani potrebbero benissimo farla con "carne" coltivata o con la pasta di insetti, devono solo perfezionare la procedura e la combinazione di additivi. Tutto il menu di MacDonalds si presta alla produzione industriale a partire da ingredienti qualsiasi. Le patate saranno patate solo fino a che non si trova un ingrediente più economico e il "gusto" non è un problema perché si può replicare, più o meno.
      Sentivo ieri una intervista all'ambasciatore americano in Cina, diceva che le industrie americane hanno investito a più non posso per vendere in Cina, a partire dalle catene di grande distribuzione come, appunto, MacDonalds. Questo mette il "governo" americano in una posizione difficile perché di fatto sono costretti a regolare la "politica" sugli interessi di questi gruppi industriali. Senza contare ovviamente le produzioni, per esempio la ditta che produce l'hardware più adoperato per i "sistemi esperti" altrimenti noti come "intelligenza artificiale", cioè NVIDIA, ha sede negli USA ma non ha nessuno stabilimento, tutta la produzione è affidata a terzisti. Con tutte le conseguenze sia in termini di rubinetto che si apre o si chiude, sia in termini di "proprietà intellettuale".

      Quindi, riassumendo, direi che il "povero" di oggi è lo Uomo Unico di domani, l'agognato meticciato della Massoneria e della "sinistra".
      Lo Uomo Unico deve mangiare cose tipo MacDonalds, dentro un regime che lo indebita abbastanza da asservirlo.
      La Classe Dirigente mangerà bistecche di mucca allevata a birra e soia e massaggiata ogni giorno, il pane fatto coi grani medievali recuperati e le verdurine dell'orto-serra appena colte.

      Per qualche strana ragione ogni singolo impiegato italiano è convinto che lui e i suoi figli saranno Classe Dirigente.

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    4. Il commento anonimo delle 10:33 del 27/02, per qualche ragione, mi richiama alla mente questo. Direi che un impianto del genere (isolato, blindato e stra-difeso, quindi fuori portata per chiunque tra noi comuni mortali) pare dargli abbondantemente ragione.

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    5. > Le vongole dal Vietnam, il merluzzo dal SudAfrica, eccetera.

      L'Italia importa ca. i 3/4 di pressoché tutto di ciò che ha bisogno.
      Dalla legna al pescato, cereali o creta/argilla, etc.
      La roba buona nostrana tende ad essere poca quindi cara quindi di appannaggio di persone con reddito alto.

      Messer Pigiatasti
      C'è una vecchia questione sui semi: quelli resilienza, che producono piante che fanno semi, etc. sono stati "buttati fuori" dal mercato.
      Quindi sono in sparizione.
      Pessima cosa.

      UUiC

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    6. Il deposito dei semi risale all'epoca del "catastrofismo" in cui si temeva una apocalisse che avrebbe spazzato via tutto. L'idea non è sbagliata ma è una cosa un po' velleitaria perché presumibilmente i superstiti di una apocalisse non avrebbero modo di viaggiare fino al deposito e comunque priorità più stringenti che recuperare dei semi per ripopolare la Terra. Ci sono millemila racconti di fantascienza sul tema pre-post apocalittico e non a caso è un genere letterario dimenticato. Secondo me in futuro è più probabile una situazione tipo Matrix, con gli esseri umani trasformati in batterie collegati alle macchine e asserviti tramite una "realtà" illusoria. Un altro tipo di apocalisse.

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    7. x MrKeySmasher:
      x Nessuno:
      Era da tempo che pensavo alla questione di efficacia ed efficienza incompatibili, i vostri commenti mi hanno dato impulso a scrivere la pagina odierna.

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  5. Mi dispiace per Rosa.. vitamina D e molta accortezza nei movimenti.. spero in prontissima guarigione! ;)

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    1. In ospedale ci hanno ricordato che il maggior numero di incidenti avviene in casa.
      Purtroppo banali cadute (una semplice scivolata su un pietra del selciato bagnata) hanno gravi conseguenze se così fragili e la accortezza non è sufficiente (Rosa Canjna camminava con una certa attenzione).
      Grazie per il pensiero, signor Battaglia.
      Buondì
      UUiC

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    2. Mio zio andando al lavoro in vespa ha avuto un incidente e si è rotto entrambe le braccia, le hanno ingessate e per oltre un mese ha dovuto chiamare la moglie per aprire la patta e fare la pipi, farsi imboccare, eccetera. Mio zio lavorava in fonderia e come secondo lavoro faceva il muratore, di quelli che al quinto piano stanno con un piede su un davanzale e un piede sull'altro davanzale. Vedi te se ha senso la storia del farsi male stando in casa. Ovviamente riguarda le persone che stanno in casa a fare i mestieri e ad una certa età farebbero meglio a chiamare qualcuno per salire sulla scala a prendere le lenzuola dallo scaffale in alto e i bambini come me da piccolo che prendevo sempre la scossa perché nessuno mi spiegava come diavolo funzionasse la corrente elettrica e mi toccava fare gli esperimenti.

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    3. Ha senso dal punto di vista statistico, visto che passiamo, in casa, almeno le ore che passiamo al lavoro. Considerato che esiste una parte di popolazione che
      o - non è attiva o
      o - lavora a casa (lavori domestici oppure ufficio a casa / telelavoro)
      la parte di ore che la popolazione passa a casa è forse anche superiore a quella che si passa nei luoghi di lavoro.

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    4. Tutti i momenti e tutte le occasioni sono buone per lasciarci la pelle. Personalmente ho rischiato seriamente almeno in quattro occasioni semplicemente... mangiando! Non più tardi di un paio di mesi fa, un rigurgito acido nel sonno non mi ha ammazzato non so bene per quale fortuita combinazione di eventi (tra l'altro, se mia moglie non è morta di infarto in quell'occasione, significa che è più immortale di Odino).

      Come diceva quel tale a proposito delle foglie autunnali che rischiano di cadere dall'albero da un momento all'altro?

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    5. Prima o poi dovremo crepare, messer Pigiatasti.
      UUiC

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  6. Fuori tema (ma non troppo):
    https://www.ilgiornale.it/news/politica/sette-giovani-su-10-non-vogliono-fare-figli-2289180.html

    Cosa ne pensate? Si può rimediare? Secondo me no. Anche gli antichi Romani dediti alla dolce vita non volevano la scocciatura dei figli. Augusto impose una tassa per chi avesse solo tre figli (Mussolini non inventò nulla con la tassa sul celibato).
    L'imperativo oggi è consumare, consumare, consumare. Se non si consuma è crisi nera - dice il grassone fondatore del Foglio (gran cinofilo e chiavatore senza figli). Be', per consumare ci vogliono soldi e i figli sono davvero un intralcio. Ormai siamo come gli antichi Romani: dolce vita e San Remo, i figli non servono.

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    1. Commento mio qui sopra, io firmo sempre, qualcosa è andato storto.

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    2. Non si fanno figli ma in compenso si delira..

      "L'ultimo libro che ha divorato è quello di Michela Murgia, Dare la vita . Lì la scrittrice da poco scomparsa si domanda: «Si può costruire una famiglia senza vincoli di sangue?». E la risposta che si dà è che sì, si può fare. E dopo il voto di ieri suona un po' anche come una metafora dell'alleanza messa in piedi con tanti, ma soprattutto tra Cinque Stelle e Partito democratico che, nel suo pensiero, «hanno differenze significative, ma che possono essere vissute come un arricchimento, per un'intesa da portare comunque avanti». "

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    3. I Romani non c'entrano nulla, la loro civiltà era fondata sull'apparato militare e le epidemie ricorrenti portarono al collasso.
      L'Europa contemporanea, nonostante continue mode neoclassiche, non viene dai Romani ma dal Medio Evo.
      Bisognerebbe approfondire le ragioni antropologiche per cui da secoli periodicamente salta fuori un pazzoide o un gruppo di pazzoidi che vogliono rifondare l'Impero Romano e per farlo cercano di cancellare l'Europa, come un reset o una macchina del tempo.

      La natalità è una delle conseguenze del progetto della Massoneria per re-ingegnerizzare l'Umanità.
      Un progetto che parte appunto dal Medio Evo e prosegue lentamente per accelerare con l'industrializzazione e accelerare ancora negli Anni Settanta, a partire dai quali diventa parossistico.
      Per creare lo Uomo Nuovo bisogna cancellare la memoria e i riferimenti, quindi fare saltare tutti i ruoli.
      Non ci sono più adulti, solo eterni adolescenti e questi, a parte essere tutti narcisisti, possono avere figli solo per accidente e poi non sanno cosa farne perché in una società di tutti adolescenti non c'è posto ne per i vecchi ne per i bambini.
      Sto ancora ridendo al Grillo che fa il discorso su come liberare la creatività e il talento degli Italiani dando a tutti il "Reddito di Cittadinanza" cosi non saranno obbligati a rinunciare ai propri sogni e ambizioni e propensioni solo per la necessità di lavorare.
      Poi certo meglio la riserva naturale invece di una acciaieria.
      Eppure, come dicevo altrove, milioni di scemi e di pazzi lo trovano geniale, profetico.

      La faccenda della famiglia senza legami di sangue è una contraddizione in termini ma nel mondo attuale gli scemi e i pazzi non riconoscono paradossi e contraddizioni. Notare che tutte queste idee sono distruttive perché non creano qualcosa di nuovo, diciamo il "piripicchio" che è una certa associazione riconosciuta per legge tra certe persone, prendono qualcosa di esistente come "famiglia" o "matrimonio" e ne fanno la parodia in modo da togliergli ogni significato.

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    4. Aggiungo alcuni fattori
      o - aver figli comporta piani di vita con tempi molto maggiori rispetto a quelli delle coppie "liquide";
      o - investimento economico, educativo elevato, considerando gli stili di vita signorili di massa incompatibili con un numero elevato di figli (se le fette di torta sono grosse, non possono che essere in numero inferiore);
      o - donne autonome non vogliono fare solamente madri (gli islamici, nei loro piani di conquista demografiche, sono granitici nel tenere in casa a mo' di fattrici, senza reddito, cultura, in modo che il proprietario le controlli bene);
      o - si è persa la percezione la dimensione del futuro (abolito, di fatto, il tempo futuro, nella lingua);
      o - nei paesi poveri la prole numerosa è anche una scelta previdenziale, non così necessaria nei paesi con in sistema previdenziale e assistenziale.

      Mi stava venendo in mente il noto esperimento "fogna del comportamento" ma... direi che il tasso di fertilità per donna è basso anche in alcuni paesi poco popolati.

      Egregio Sergio, infine c'è una senescenza (Nessuno la indicherebbe con decadenza) dei sistemi sociali: benessere e agio sono incompatibili con impegno e sacrifici richiesti dalla prole.
      UUiC

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    5. Lo so che non siete abituati a guardare il mondo.
      La società ideale che viene proposta alla gente è quella degli USA. Il film "Karate Kid" è della metà degli anni Ottanta, i due protagonisti sono due ragazzini senza padre, uno figlio di una ex modella o cheerleader che ha sposato in seconde nozze un ricco bastardo che ignora il ragazzino e l'altro arriva in auto in California dal New Jersey con la madre single e va a vivere in un residence, poi anche lui è da solo tutto il giorno. Il primo cercherà un ruolo paterno del maestro terribile della scuola Cobra Kai, l'altro nel signore che fa la manutenzione nel residence, l'immigrato giapponese Myagi. Quando non vagano alla ricerca di un padre questi ragazzini sono parcheggiati a scuola, dove non solo c'è il "tempo pieno" ma ci sono millemila sport, club e attività extracurriculari, perché tutti quei ragazzi sono di fatto in carico allo Stato e non hanno una casa. Si sottointende sempre e comunque che quando ci sono i soldi i ragazzini diventano ricchi bastardi cocainomani mentre se i soldi mancano i ragazzini diventano criminali di strada e in entrambi i casi a loro volta faranno figli che ignoreranno o che butteranno per strada.

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    6. Società liquida che, tolto il consumismo, è una società frantumata del 3o mondo.
      No grazie.
      UUiC

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    7. Il Terzo Mondo è "tradizionale".
      La società USA contemporanea è il primo esito del progetto Massonico. Il guaio è che la parte preparatoria di questo piano fa in modo che non ci sia la percezione, la comprensione e meno che meno la capacità di resistere e opporsi al succitato progetto. L'espediente è relativamente banale, convincere che lo scopo della vita sia godere (tramite il consumo) e di conseguenza che lo scopo della vita sia lavorare e guadagnare (per consumare). Questo fa in modo che quelli che avrebbero le risorse materiali e intellettuali per capire ed opporsi in realtà diventano i primi agenti del progetto perché intimamente convinti che non ci sia nessuna morale. Come diceva Fusaro in un momento di lucidità, una volta la "Borghesia" viveva con l'imperativo "tu devi", il piano massonico l'ha travolta sostituendolo con l'imperativo "tu devi godere". Notare che dopo l'industrializzazione di fatto la "Borghesia" ha inglobato la antica "Aristocrazia", che aveva imperativo "tu devi" ancora più stringente perché l'aristocratico non aveva altro da fare nella vita che incarnare gli ideali della sua classe. Quindi addiveniamo ai film di questi anni in cui Artu nasce in un bordello e i cavalieri della Tavola Rotonda sono immigrati di tutte le etnie che abitano l'angiporto.

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  7. @unuomoincammino

    Credo si sia invertito il senso di ricchezza e povertà sul piano spirituale e materiale.
    Un tempo si facevano più figli in povertà e con maggiore spiritualità,oggi in ricchezza non si fanno più figli e si è sempre meno spirituali!

    Mi dispiace per la fragilità della tua Rosa,:)

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    1. La dimensione spirituale è quella del tempo.
      Non fare figli è l'equivalente di negarsi una discendenza, qualcosa che rimarrà di te dopo la morte.
      Sì, quindi, direi, poco "spirituale".
      UUiC

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  8. Perbacco ... mi dispiace per Rosa Canina !
    Mandale un in bocca al lupo ! da parte mia !

    ===

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    1. @Marco Poli...ma quanti ne siete?:))
      Mannaggia dopo un viaggio durato così a lungo ancora con sta storia dell'in bocca al lupo?

      Mo si dice viva il lupo,anche per dare voce alla leggenda della "lupa"che salvò due gemelli dalle acque del Tevere e li allevò con il suo latte: Romolo e Remo.
      Mo chi dei due divenne il fondatore di Roma?

      Raccontiamola la storia,rimettiamo in sesto le fragilità,i ruderi ,il senso della famiglia che non ha nulla a che fare con l' 🌈... perché in un batti baleno si tira all'arco.Invece ci vuole passione ,sacrificio e chissà cos'altro.

      Alla prossima


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    2. Viva il lupo a me_mi pare un'altra orribile roba politicamente corretta.

      Il lupo è metafora di gravi difficoltà: quindi l'augurio è che tu vinca le difficoltà e queste soccombano.
      Quindi: che il lupo crepi!
      UUiC

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    3. Marco, diciamo che non ho mai parlato a Rosa Canina di questo diario che tengo riservato.
      Quindi, grazie per il pensiero ma... non le porterò nessun saluto dei lettori né altro da questo luogo.
      UUiC

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    4. Pensare che c'è gente che quando intrattiene una relazione deve tenere nascosto che oltre ad impersonare il riccastro proprietario delle Wayne Industries e frequentatore del bel mondo, nottetempo scende nella bat-caverna, indossa il bat-costume, salta sulla bat-mobile e va in giro per Gotham a combattere il crimine.

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    5. Diciamo che, tradizionalmente, affinche' si possa mantenere un minimo di liberta' di scrittura, e' opportuno che un diario non sia accessibile/noto alle persone piu' vicine.
      Anche se i tempi nei quali vissi alcune cose non cosi' ordinarie (v. A-Woman, A-Man) sono lontani, ormai.

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  9. La fragilità arriva quando meno te lo aspetti e a qualsiasi età. L'importante e non arrendersi. Si deve trovare il modo di svolgere la propria vita con alcuni accorgimenti. Io non sono nemmeno l'ombra della donna che ero ma poiché questa è l'unica vita che ho a disposizione cerco di andare avanti senza tanti rimpianti. Anche quelle case una volta risplendevano con tutto il loro fascino. Salutami Rosa Canina.

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    1. Rosa Canina si e' gia' in buona parte ripresa, in spirito, in questi giorni.
      Tuttavia, entrambi, non possiamo evitare di pensare al fatto che escursionismo, alpinismo insieme, come prima, per il momento, sono esclusi, considerati i danni che cadute anche banali le causano.
      Pensavamo ad una ciclo vacanza, quest'estate, visto che la mia anca e' tornata in buono stato: ma cosa potrebbe succedere in una semplice caduta in bicicletta?
      Ecco, sono pensieri cosi'.

      Alcune di quelle case ebbero certamente, almeno in alcune loro parti, anche una poco di bellezza, per quanto povera.
      Tutto a ramengo, ora.

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  10. Mi dispiace per Rosa Canina, auguri di pronta ripresa!

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  11. Una signora di Succiso( credo che tu lo conosca) mi raccontava di un'erba buonissima che mangiava da bambina.
    Certo, facevano la fame e tutto ciò che era extra era buonissimo!

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    1. Mi sa che non ho ancora bazzicato l'Alpe di Succiso, Sara.
      Mi è venuta in mente la borragine ma... nell'erbazzone non dovrebbe esserci.

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