venerdì 13 novembre 2015

Il guoco delle perle di vetro

Da quando studio tango il mio tempo libero si è notevolmente ridotto. Anche considerando questo fatto oggettivo non posso non notare che ho impiegato quindici mesi a leggere l'opera (segnalata da Franco Battaglia) che portò Hesse al Nobel. A differenza di altri lavori hessiani non mi ha mai catturato e, molto spesso, la lettura di quelle pagine saltò, avendo preferito altro.
Originalità del soggetto, la personalità disadeguante, saggia, anarcoide e nobile di Knecht, la ricorrenza di relazioni dipolari, le citazioni delle culture orientali, il senso del passare del tempo nelle persone e per le istituzioni, non mancano certo i migliori ingredienti.
Ma in questa fase della  mia vita in cui mi accorgo, ancora una volta, della colossale finzione della morale e del nefasto inquinamento che da essa deriva, ho sopportato con fatica l'asettico e artificiale luogo della Castalia e il suo sradicamento autoreferenziale, parassitaceo, moralistico dalla realtà. Sono riuscito ad appassionarmi alla narrazione solo quando Knecht sfancula l'asfissiante e ingessata Castalia e torna, libero, a vivere la realtà.

Riporto, tra i molti passaggi (qui e qui altri frammenti citati) che mi ero annotato, un passaggio etico sul potere e la sua genealogia. Hesse anarcoide di fatto aggiunge il proprio contributo alla osservazione critica dei sistemi passamerda.


Nella storia di ogni aggruppamento sociale si punta sempre sulla formazione di una nobiltà che ne è il culmine e il coronamento e, a quanto pare, lo scopo vero e proprio anche se non confessato.
L'ideale di ogni tentativo di formare una società  è una qualche forma di dominio dei migliori. Il potere [...] è sempre stato pronto a concedere protezioni e privilegi a una nobiltà nascente [...] il posto al sole e la condizione di privilegio la portarono sempre, dopo un cero livello, alla tentazione e alla corruzione.
P. 361


Insomma, il protagonista inizia a vivere quando si distacca dagli schemi morali, rassicuranti e opprimenti. Ho apprezzato le novelle in appendice a mo' di opere a corona in questo polittico letterario, ma, anche qui sono stato intollerante a "Il Confessore" e il contesto protocristiano. Miei limiti, sicuramente.

Il giuoco delle perle di vetro
Hermann Hesse
Oscar Mondadori



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