giovedì 30 novembre 2017

Centottanta gradi

Non so come ci sia finito dentro (forse da ambiti gasistico) da alcuni anni ero iscritto ad una lista di distribuzione di anarchici - non saprei come definire - diciamo di impostazione marxista (la galassia dell'anarchismo ha anche anime di tutt'altro pensiero, ad esempio queste). Insomma, qualche giorno fa mi arriva una mail in cui si proclama l'ennesima giornata "antifa" con la solita tiritera sui poveri migranti, sulle politiche  neoliberiste che impoveriscono blablablabla e alimentano "i fascismi", le xenofobie, blablablabla. Insomma, la solita pila di scelleratezze che più sono cazzate e lontane dalla realtà e più questi si ripetono acriticamente, pedissequamente.
Ho risposto all'autore riportando alcuni semplici fatti:
  • Le risorse e i servizi sono in quantità e qualità finite e limitate e l'afflusso di milioni di persone dall'esterno che competono con i locali, non può che sottrarli a questi ultimi (li impoverisce).
  • Gli anti sono il duale di ciò che proclamano di combattere, semplicemente non possono esistere senza di esso e ne assumono quasi tutte le caratteristiche; gli antifascisti sono il duale dei fascisti e peggio di questi perché dissimulati.
  • Karl Marx è riuscito a riempire la testa di molte persone di ciò che egli chiamava oppio dei popoli, insieme di credenze tanto più lontane dalla realtà tanto più martellate.
Il kapò mi ha buttato fuori dalla lista.

Intanto vedo che qualche accenno di resistenza alla distruzione sociale implementata con la guerra migratoria, inizia a manifestarsi. I resistenti sono andati proprio da quella parte della società - fanatici con pulsioni masosadiche e criminali dissimulate dalla bassa tensione -  che lavora alla frantumazione, alla sirianizzazione, alla balcanizzazione, all'immiserimento, all'imbarbarimento di questo povero paese.
La cosa grottesca, paradossale, che i ruoli si sono proprio invertiti: la sinistra si sta rivelando sempre più ostile a ciò che essa chiama classi subalterne, è guerrafondaia, sta implementando un colossale accumulo di violenza, perché più gli innesti di elementi ostili nell'organismo si protrarranno più la reazione immunitaria, per la sopravvivenza sarà violenta.
Un gruppo di neofascisti diventa un nucleo di  resistenza a questa invasione decisamente apologizzata, propagandata e implementata dalle oligarchie e realizzata dagli squadristi, dai fanatici rossastri, utili idioti abilmente manipolati. E' sorprendente come anche l'iconografia, l'estetica, si sia invertita (si veda la foto a corredo). Tutto indica, urla, manifesta - tutto è! - una chiara inversione.

Le parole del capo del PD rimbombano nella loro demenzialità, sembra di assistere ad un grottesco teatrino kafkiano in cui, artatamente, si invertono i ruoli causa - effetto, si deprecano violenze inesistenti, i "senza se e senza ma" della stupidità acritica e dogmatica tornano a essere trombonati, si ignorano violenze e coercizioni reali, si scambiano vittime e carnefici. I rossi si sono sostituiti ai neri, prossimi alle elite più antidemocratiche e lontane, sono diventati complici di sfruttamenti sempre più intensi, fini, diffusi, organizzati, industrializzati e ingegnerizzati, a violenze e criminalità sempre più intense e sistematiche, diffuse socialmente, i neofascisti stanno iniziando una qualche resistenza a questo abominio,a questa catastrofe dolosa.

Io sono alquanto pessimista, arriveremo alla guerra civile e più in là e peggio, più violenta e cruenta essa sarà: o schiattano gli europei oppure schiattano gli invasori e i violenti, criminali, collaborazionisti e squadristi sinistranti che li stanno usando contro le genti europee.
La ruota della storia procede e continua a ruotare, siamo vicini ai centoottanta gradi.


61 commenti:

  1. Premessa: non ho visitato le pagine collegate. Indipendentemente da esse, faccio notare che qualsiasi persona affigliata a qualsivoglia organizzazione corredata di qualsivoglia sfumatura cromatica e caratterizzata da qualsivoglia connotazione ideologica non può, per definizione, essere anarchica. L'anarchico è un eclettico, un cane sciolto, uno che decide volta per volta quel che meglio crede secondo scienza e coscienza personalissima e giammai inquadrabile. In caso anche in minima parte contrario, molto semplicemente, non è un anarchico.

    L'anarchico è l'eremita sui monti. L'anarchico è il sociopatico nel sottopasso. L'anarchico è l'imprenditore selvaggiamente arrivista. L'anarchico è l'operaio oppresso e senza alternative, che morde il freno suo malgrado. L'anarchico è, letteralmente, qualsiasi cosa voglia essere, qui ed ora, salvo cambiare idea domani e divenire tutt'altra cosa, se lo ritiene.

    Non hai avuto a che fare con anarchici.

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    1. Questi sono degli omologati appartenenti ad una setta, incapaci di discernimento.

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  2. Corollario a commento della foto: giammai vedrai un anarchico sfilare in gruppo portando una bandiera, rossa, nera o a strisce che sia.

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    1. Se vai ad osservare lo stile dei gruppi neonazisti e neofascisti, questi ultimi sono, paradossalmente, meno squadristici, nello stile. L'inversione è già avvenuta anche nei codici stilistici, comportamentali, estetici.

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    2. Resta il fatto che usurpare una parola non significa modificarne il significato. Anarchico è un termine che non ha nulla a che fare con costoro. Penso che in molti, tra i veri anarchici, si sentirebbero offesi nell'essere accostati a questi "intruppati".

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  3. OT: l unica cosa che sempre mi son fatto mandare dall Italia è il parmigiano della ghiacciaia. È un caseifico piccolo. Il latte è nostro, non è ucraino. È gente che fa il mestiere di buona lena. Se andate alle 4.00 del mattino vedete quando gli entra il latte.

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  4. Lorenzo, già uno che chiama "Eataly" un'azienda di prodotti tipici presunti italiani ha qualche problemino nel mettere nella sequenza corretta i concetti. Probabilmente trarrebbe vantaggio dall'intrattenersi una mezz'ora al giorno con La settimana enigmistica, per migliorare almeno un po' la sua capacità di ragionamento.

    Emilio, cosa danno da mangiare a quelle vacche affinché facciano il presunto "latte nostro"?

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  5. > anarchici - non saprei come definire - diciamo di impostazione marxista" in realtà intende i soliti comunisti

    No no, sono due cose molto diverse, gli anarchici e i comunisti, sebbene questi anarchici e i comunisti siano intrisi di religione marxista.
    _rio, il mio amico anarchico marxista, è al vetriolo con i comunisti (diciamo che condivide, quasi letteralmente, un due terzi dei tuoi pensieri).
    Ah, MKS, _rio è un mezzo eremita, mezzo selvatico, che se ne sta metà del tempo per i fattacci suoi.

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  6. > a pestargli i calli dei dogmi di fede

    Repetita iuvant!
    Pensi che il martellamento funziona solo per i sinistranti per riempire la testa delle persone di bagole e cretinate? il martellamento serve anche per toglierle.

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  7. Già "anarchico marxista" è un'espressione ossimorica, una contraddizione in termini. L'anarchico, tutt'al più, il libro se lo scrive di testa sua. Per poi bruciarlo la mattina dopo, se ritiene d'aver cambiato idea.

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  8. Emilio, le eccellenze italiane rimangono in provincia.
    Infatti è lì che c'è una retroguardia di valori assoluti, un resto di Grande Bellezza per la quale venivano intellettuali e persone intelligenti da tutto il mondo, per i loro Grand Tour formativi.
    Le città ormai sono, in gran parte, un coacervo di miscuglioni, spesso orribili, di fusion di peggi, assolutamente indistinguibili da Washingtjon DC, Frankfurt, Bristol, Sant'Etienne, Kreuzberg.
    Se scatassi foto per le strade o o fotografassi le vetrine senza scritte, non sapresti riconoscerle, differenziarle.
    In questa entropia si fonde tutto perdendo peculiarità, qualità, in una poltiglia indistinguibile, involtini primavera con currywurst e pizza con ananas in ciascuno di questi pentoloni penosi, alienanti.

    Del Parmigiano fatto col latte ucraino da un operaio del Punjab.
    Ma anche molto peggio.
    Appunto.

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  9. MKS, considera che questi sono antagonisti pure a se stessi, come ho scritto più volte.
    C'è un grado di omologazione incredibile in quei gruppi settari.
    L'etichetta anarchica segue molte mode, come la fagiolizzazione delle lenticchie, il capoluogo emiliano romagnolo che da città più fascista d'Italia divenne, in poche mezze giornate la più comunista d'Italia.
    C'erano i seguaci di Osho che avevano sostituito le loro dipendenze da altro con quella dello zio.
    Gli anarchici di Parma che stuprano una compagna e poi, in maniera mafiosa, occultano tutto, dando dei fassisti a coloro che mettono luce su questo "glorioso" atto, cosa pensi che siano? Vedere l'immagine, prego.
    Sono massimamente degradati e degradanti, sono peggio, molto peggio, di ciò che essi proclamano di combattere.

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  10. Scusate se mi ripeto, ma "anarco-comunismo" è una boiata ossimorica nella quale una parola contraddice l'altra, il che è segno di... ehm... diciamo confusione. Un anarchico può essere quel che vuole, tutto e il contrario di tutto. Un anarchico non riconosce potere e dunque non riconosce il valore di regole che non siano quelle che volta per volta decide di darsi. Un anarchico ti tira una roncolata (fosse ben in senso figurato) se cerchi di inquadrarlo nei termini di un'etichetta, di costringerlo entro un qualsiasi recinto. Oppure ti gratifica con un sorriso, ti volta le spalle e se ne va per i fatti suoi. O ti ignora bellamente perché non rientri nel suo intendimento. Se non è così, semplicemente, non è un anarchico. Non è difficile.

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  13. Allora, per due volte stavo per mandarti a cagare, MA ti rispondo KSM: In senso lato dico nostro perche dan da mangiare foraggio (molta come sai è erba di lino) che non viene dalla Romania, ma scelgono foraggio della zona, ed è Reggiolo. In più sono vacche Reggiane. E siccome io sono emiliano, in senso lato dico nostro.
    Economicamente il parmigiano a giorno d'oggi è un suicidio, e infatti hanno virtualmente giá chiuso. Ma il Parmigiano ha giá chiuso in tutti i sensi, se pensi che una forma va a 8 al kg e ai grandissimi investimenti strutturali per aprire un caseificio. Se li sai bene, senò te li posso dettagliare: ci son cresciuto in mezzo, in termini fisici e anche di impresa. Poi se lo vogliono salvare, il parmigiano, apriranno il capitolato del latte e allora vabè, non sará più nostro. Ma giá non è nostro, se parliamo dei grandi caseifici. D'altra parte il parmigiano è anche espressione del paesaggio delle marcite, che aveva un suo senso economico (da cui il cooperativismo), che ovviamente è stato predato dalla degradazione delle coop rosse. A questo punto per entrare nel business del parmigiano cominci mettendo giù tanti soldi e firmando un capitolato per il latte tale per cui si arrichisce la banca del parmigiano e le cooperative rosse, e l agricoltore ce lo ha nel culo. Poi un giorno apriranno brutalmente il capitolato del latte e inculeremo il consumatore. In questo momento posso dire conoscendo prodotto, processi e imprese che ci son dietro, che è più fregato l impresario che il consumatore. E che ancora il parmigiano è un prodotto degno, diciamo un pochino meglio che quello del prosciutto italiano, per dire.

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    1. Sì, in generale, d'accordo. Ma NON sono d'accordo con te quando parli degli indiani/paquistani/bangladeshi (?si scrive così?) nelle stalle. E di stalle ne ho girate, in bicicletta da bambino siam caduti tante di quelle volte nella vsca dei vitelloni...anni '80, l'Italia si faceva ricca (sempre ricordando il pollo di Trilussa) e non c era uno che volesse più lavorare nella merda tutto il giorno per quel salario. Ma avere tori/vacche da latte non significava nemmeno potersi permettere di pagare stipendi da rivaleggiare col denaro di un commerciale/geometra, non parliam di un laureato. Allora le imprese agricole hanno cominciato ad attingere al serbatoio di immigrati. I primi? Dal Maghreb. Fu un disastro. Non sapevan nemmeno dove era la coda. Poi più di uno proprio le faceva del male alla vacca, la trattavano a staffilate perchè non avevano confidenza coll animale. Nei 90 son comparsi gli indiani/paquistani/bangladeshi. Bhe, ti assicuro che gli agricoltori si son trovati incantati con quella gente: dormivano nella stalla colle vacche (robe da ridere, pero era la loro vita nel paese da dove venivano), gli parlavano, la adoravano in una maniera che non hanno piu voluto un italiano. Poi vabe, suppongo che ora un indiano viene qui come ingegnere, ma 30 anni fa era cosi come ti racconto...

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    2. Sisì, ma sono anche d accordo in termini generali. Ripeto, nel tenere dietro alle vacche (che non significa fare parmigiano, occhio, il caseificatore è un altro) non sono d accordo.
      Peraltro vivo in un posto dove la maggior parte dei miei amici coltiva un 50% del suo cibo e intercambia. È anche vero che siamo gente coi soldini e abbiamo terra davanti a un parco naturale.
      Io stesso racconto tutte ste storie di agricoltura perchè vengo da quell ambiente e sono cresciuto mangiando solo carne di vitelli garonnesi. Conoscevamo il nome del vitello, e lo stesso vale per i maiali. Peraltro, se vai a leggere che razza è, il garonnese, leggi che è una razza estinta, in wikipedia. Bha. Ti posso assicurare che a Castel S. Pietro ce ne erano abbastanza da macellare, e che anche se erano una razza francese si erano adattati benissimo al territorio bolognese.
      Ma era così perchè potevamo pagare.

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    3. Mi dispiace dire che quello che dici (prodotti a costo d'oro etc.) è giá in atto.
      Ma era in atto negli anni 80. Noi mangiavam garonnese mentre i miei compagni di classe mangiavan la carne della coop. Io sapevo come erano gli allevamenti della coop (che comprava a Cremonini) e mio babbo ci faceva mangiare pasta in bianco piuttosto. Evabè. Paso e chiudo.

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    4. Emilio: "per due volte stavo per mandarti a cagare, MA ti rispondo KSM"

      Buon segno, vuol dire che stai imparando l'educazione.

      Aggiungo una piccola cosa. Il fratello d'una mia collega è proprietario di un allevamento di maiali di una certa entità (maiali "di batteria", non quelli semibradi o chissà che altro -- nascono, crescono e muoiono nevroticamente stipati in alcuni capannoni). Ebbene, anch'egli ha tutto personale indiano. Sarà che appartengono a una setta che idolatra i maiali...

      Sempre sullo stesso tema, un mio (purtroppo) compaesano ha tre allevamenti di vacche da latte da un paio di centinaia di capi l'uno. Il suo personale è composto interamente da Albanesi che vivono in alcuni suoi cascinali sparsi qua e là. Per quelli posso dirti come mai ricorre a quella manodopera: ufficialmente uno su dieci è assunto in regime di part time e lavora dieci ore al giorno, gli altri figurano come familiari ricongiunti e ufficialmente non lavorano, vivono lì. Poi, ovviamente per caso, passi e li vedi tutti quanti indaffarati da mane a sera. Ma non è che lavorano, sono semplicemente parenti che stanno lì per affetto.

      E' evidente che nessun nativo del nostro sobborgo vorrebbe mai fare quel lavoro, eh! E quelli che han chiesto si son visti chiudere la porta in faccia perché quel "signore" è un tipetto "accogliente". Come è tipico dei latifondisti (la sua azienda sfiora i 300 ettari, giusto per gradire).

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    5. 1. Eh, vabè, e ci sono indiani che tengono dietro alle scrofe, quale è il problema? Lo ho negato? Ti ho suggerito che negli anni 80 la prova di utilizzare personale marocchino non ha funzionato. Cosa devo evincere dalla tua prova del 9? Credo anzi sia un prova di più che il personale (in senso molto lato) indiano (saranno poi della afferente alla penisola/subcontinente, che io credo che ci siano piu indiani ingegneri che porcari, ma sicuro mi sbaglio) è efficace colle bestie. Devo intendere altro?
      2. Mi pareva non mancasse un pieno riferimento ai costi della manodopera, quando spiegavo che nessun italiano voleva avvicinarsi e spalare la merda di toro o anche solo fare la stagione della frutta. Io ho fatto la stagione della frutta in Romagna da quando sono alto abbastanza da arrivare all ultimo piano di melo/pero/pesco. In una azienda che era ancora più grande: parte di Generali, aveva 100.000 tori a suo tempo. In più immaginati quanto frutteto. Ho visto a poco a poco scemare le generazioni di donne che facevano la frutta e che accettavano 9.000 lire all ora. Le ultime furono quelle di comacchio, che tra una pera e l altra si mettevano a gambe aperte e prendevano una miseria. Senza goldone. Stiam parlando di metá 90. Gli unici altri italiani che si avvicinavano a fare i giornalieri erano tossici (quante crisi di astinenza/epilettiche sotto il sole cocente). Ecco, cosa succede: a partir da lì son stati solo pachistani. Ora, tu mi vuoi forse suggerire che questo solo parte dalla speculazione del cattivo latifondista? In parte. Pero ricordo bene che c era un ferrarese accanto a me, grasso, stupido pero simpaticissimo. Le pere le violentava. Diocane, le strappava dall albero con tutto il ramo. Giustamente l agricoltore e venuto e lo ha preso a calci. Davanti al suo filare rami rotti e le migliori pere a terra. Perche era cretino? In parte, anche. Ma sopratutto perche non aveva mai fatto la frutta: si impara da quando sei piccolo che il picciolo si gira e si accompagna con tutto l indice: il frutto rimane intero e quindi dura, la pianta ne gode, e vai avanti. Sta routine cominciava alle 7.00 sul campo. Fino alle 9.00 faceva un freddo becco, robe da tremare, colle mani umide che dolevano. Per noi giovani di cittá era una roba impensabile. Magati io conoscevo la routine perchè tutti i fine settimana li passavo all azienda agricola. Per te più vecchio forse era la normalitá. Ma chiaro che uno sbarbato della mia etá (un amico mio che un anno mi ha seguito) impazziva di fronte a sta storia: ma cos e, la carcere? Qui ci vogliono i sindacati, fa troppo freddo, e un lavoro disumano! gridava il mio amico...

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    6. E quindi l agricoltore prendeva i pachistani. Lavoravano che era un piacere, erano anche simpatici, devo dire. L unico, vedevano una figa in pantaloni corti (alle 10.30 del mattino c era un caldo che ti volevi togliere la pelle) e si lanciavano addosso che facevano paura. Veramente le saltavano addosso. Ci son stati problemi non da poco: gli abbiam tolto delle ragazze (la Miriam, una bellissima ragazza col vizio dell eroina) da sotto, per un pelo, in qualche occasione.
      Ora, passiamo al tema del fattore. La pera si metteva in un magazzino di stoccaggio, ci stava solo qualche giorno e poi si batteva il prezzo colla grande distribuzione. E li c era il quid. Scusa se non ricordo il prezzo, ma diciamo se paghi la tua conference a 4 euro al kg, la grande distribuzione comprava a 50 centesimi il quintale. Adesso posso esagerare, sicuro, ma la proporzione era assurda. Giustamente l agricoltore che era comunque un perito agronomo coi coglioni, le dava via le pere. Rispettando una marginalitá minima peraltro. Alla fine Generali ha chiuso l azienda, ovviamente. Le pere conference romagnole gia non ci son più. I figli dell agricoltore sono rispettivamente country manager di una mutinazionale biotecnologica innitalia, nella stretagy di Generali corporate a Londra, CEO di una marca giapponese di auto in USA. Son dei ragazzi questi, che cavalcavamo i maiali insieme, da bambino, o ci sfidavamo a entrare nello stalletto col TORO.
      Ecco, me "a voi dir" poi che la modernitá pasoliniana (o lorenziana, se vuoi, essendo i due radicali) ha spazzato via tutto: le vecchie che facevan la frutta e il sistema che vigeva in Romagna. Ma chi è il cattivo? L agricoltore, che difendeva il margine di Generali e che col suo salario voleva pagare il master al BostonC ollege del figlio? Il pachistano che, figlio di una famiglia di 9 figli veniva a fare la frutta? Cosa avrebbe dovuto fare l Italia? Non permettere di uccidere Gardini agli USA e quindi diventare una superpotenza agricola (di agricoltura moderna) come si prevedeva ai suoi tempi (i fantastici 80) quando si passeggiava sulle banchine del porto di Ravenna? Me lo domando sul serio? Che cosa avresti voluto che succedesse? Non so mica io, guarda che siam tutti a lamentarci della stessa roba, facendo sofismi sul significato del come e del ma e del forse, come se ci fosse da far qualcosa. MA non c e un cazzo da fare. C e solo da fare soldi, abbastanza da comprarsi una vita decente. E niente altro.
      Poi mi incazzo, perche io posso avere ampia cultura ed anche esperienze (perche son nato coi soldini, anche) cosa che peraltro ravviso anche in te e in lorenzo, e mi incazzo prche dico che dovrei avere voce in capitolo. Ma tanto arriva uno stronzo che e un ignorante che ha i soldi e te la mette al culo, a me e te e lorenzo. Con tutti i calzoni. Chissa anche per quello che ho imparato a farmi piacere quando me lo metton dietro? (Lo dico ironicamente)

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    7. Ps. Che non ti sorgan dubbi: io sono razzista. E classista. La esperienza , e soprattutto il fatto di essere stato cittadino di molti paesi molto differenti, mi ha insegnato a esserlo. Poi pero, per inclinazione personale, son curioso, non mi chiudo, anzi, vado e ci metto il naso, come quel santo porcone tommaso.

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    8. Sarò lapidario: esiste il contadino ed esiste l'imprenditore agricolo. Non sono la stessa cosa. Si è dato e sempre più si dà troppo spazio all'imprenditore agricolo, negandolo al contadino.

      Le pere (ma potrebbe essere anche il latte, o i cavolfiori, non cambia niente) vendute a un prezzo venti volte inferiore a quello del dettagliante sono una sconceria, ma anche fa riflettere il comportamento di quei contadini che, se fanno vendita diretta, pretendono di spillarti per quell'identica merce un prezzo "sul campo" superiore a quello che trovi praticato nei negozi. Uno spaccio che proponesse la vendita ai compaesani di merce a prezzo dimezzato rispetto a quello dei negozi (e comunque almeno quattro o cinque volte superiore a quello ricevuto dagli acquirenti all'ingrosso) avrebbe la fila davanti al cancello.

      Tra l'altro, e lo scrivo a tutela di chi ci legge, un mio zio defunto quattro anni fa, contadino di vecchissima data, era solito acquistare verdura ai mercati generali della città prospiciente, farci la cresta, e venderla a spizzichi su una panchina messa lungo la strada, di fronte al cancello, con un bel cartello disegnato a mano: "Produzione propria, appena colta e genuina".

      Con questo non voglio dire che i contadini siano tutti uguali, ma l'esperienza diretta mi porta a vedere le cose che ti ho raccontato.

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    9. Amen, tutto vero. Allora cosa facciamo, l'emporio sociale a prezzi calmierati/imposti? Eh, li sta il dilemma. Facciamo l intervento sui prezzi? È una domanda.

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    10. Facciamo che anche i contadini la smettono di credersi furbi e di comportarsi da persone senza intelletto? Modo di fare peraltro molto, ma molto diffuso in tutte le categorie.

      Ribadisco: prezzi ben superiori a quelli all'ingrosso ma comunque ben inferiori a quella al dettaglio sarebbero nell'interesse di tutti. Invece... siccome fregano me, io voglio fregare te. Così chi ha il coltello più grosso frega tutti quanti e bene che si sta.

      P.S. Una cosa che non so (davvero, non sono tendenzioso): ai contadini che praticano la vendita diretta sono riconosciuti sgravi fiscali o pagano le stesse tasse che paga il dettagliante "di bottega"?

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    11. Nono, gli sgravi fiscali non esistono. Ci sono maniere diverse di proporre una azienda, quello sì. Lo sgravio che fanno questi contadini è non pagarci sopra le tasse, e basta. E non ci trovo nulla di amorale, dico io: il fisco cerca di fottermi, io che ho una impresa lo so. Le legge della reciprocitá vuole che io tenti l opposto.

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    12. D'accordo, allora a maggior ragione "trovarsi a metà strada" sarebbe un'opzione intelligente. Invece, nisba.

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    13. No, voglio dire che se consideri che il grossista ti taglieggia volendo comprare le angurie a 5 eurocent al kg mentre in negozio vanno a 1 euro al kg (ed è vero che è un taglieggiamento), è una mossa intelligente venderle direttamente al dettaglio, tramite spaccio (magari pure in nero, se vuoi anche "sul campo", non importa se mi sporco le scarpe), a 50 eurocent al kg. Invece la prassi è tirarsela con il classico "eh, ma questa è roba fresca e genuina... è una varietà tradizionale... poi non ci sto dentro... le spese... bla, bla... fanno 2 euro al kg". Risposta: t'attacchi, pirata! vendile a 5 eurocent alla Esselunga, allora, che poi passo in negozio e le compro a 1 kg, così sei più contento.

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    14. No, non mi serve. So fin troppo bene che la dimensione coatta è un obiettivo, non una casualità. Per inciso: più la tua stia è stipata di gente, più è semplice per l'allevatore implementare metodi coercitivi. Ma questo lo sai meglio di me, perché vivi in una stia che te la raccomando...

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  14. Ma appunto. La pera italiana è giá fuori dal mercato.
    Esattamente da quell epoca che sto indicando. Abbiamo anche provato - ripeto, con Gardini, morto assassinato - ma non c e stata maniera di farlo.

    Ho lavorato con le aziende italiane dai 250 milioni di euro di fatturazione in su per 10 anni. Facevo l ir-responsabile di un prodotto informatico tedesco (ma non vivevo in italia) fino all epoca della crisi inoltrata (2010/11).
    Ho visto lavorare con previsione a 4 mesi aziende che avevan anche un certo capitale intelletuale/marca (oltre che 2000 impiegati). La banche gli toglievano il fido. Avevano le commissioni di produzione. Ma le banche gli chiedevano di rientrare. Domani. Cosa impossibile per qualsiasi impresa.

    Quindi, la unica critica che posso muovere a te e KSM (a parte quando si parla di patacca, dove credo, quello si, di aver ragione) è: quel che dici/dite è qualcosa declinato al passato. Parlate di ora, ma state parlando di dieci anni fa.
    I giochi sono fatti.
    Tutto quello che vaticini/iamo è giá successo. Renzi (ammetto che non so bene chi sia) è uno che è stato messo lì perchè accetta di indorare la pillola agli italiani. In UK, dove ho vissuto abbastanza tempo da prendere un passaporto, questo di avere un fantoccio li a gestire la cosa con fregnacce, è valido dagli anni 80.
    Perchè seno mettono un cinese/pachistano/congolese/thailandese che spiega cosa fará coi nostri monumenti, colle nostre terre, colle nostre vite future (ovvero dei nostri figli/nipoti) e la gente si spaventa e magari fa un casino. Il massimo casino che farebbe sarebbe correre nudi per la strada. Come bovini, consumate le forze e montato l appetito, tornerebbero allo stalletto in fretta.
    Ma non è che ci sia una opzione - triste dirlo - per tuo nipote o per il figlio di UnUomo. Non c e. Io, che ho parlato tutti i giorni per dieci anni coi cosiddetti managing director/CeO delle famose Upper Middle Enterprises italiane, ce lo ho molto chiaro. Poi, oh, mi sbaglierò, cosa vuoi te. Io nel frattempo non ho fatto figli, giusto per non vederlo star anche peggio di me. Sono una persona responsabile.

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    1. Ma è quel che dico io. Oh, se hai letto Curcio, non è che dicesse qualcosa di differente pero.

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    2. Bha, i miei avi venivano dal fango delle paludi maremmane, e dai luoghi che frequenta UnUomo (in termini di castagneto).
      L'esercizio intellettuale di riconoscere una etnia o una nazione, è appunto, un esercizio intellettuale e non pratico.
      Se consultassimo la genetica dell italiano medio o dell europeo medio, si vede un continuum genetico. Sono dati confermati in Spagna. Le differenze tra quartili statistici è così limitata che non si diatingue un basco da un catalano.
      Basterebbe esercitare la logica e leggere tutti i testi che rimandano a questo esercizio intellettuale della creazione della etnia/nazione che tu indichi per rendersi conto che anche quello è un prodotto inventato a tavolino. In questo caso lo abbiamo inventato Noi Massoni, che da nazione/stato siamo passati a Europa, e abbiamo giocato una parte essenziale in questi capitoli.
      Se poi mi vuoi dire che in qualche maniera, in senso etnologico, si forma una nazione intorno alla comunitá ristretta e si agglutinano certe credenze intorno a specifici confini geografici, bhe, posso anche essere d accordo. Ma a questo punto, se ti butto dentro un negro dentro questi confini e ce lo faccio crescere, forse anche questo può integrarsi. Ovvio che - come KSM sosteneva in un caso - le dimensioni contano. Un negro è un negro, un milione di negri è un altra questione.
      Ma infatti io sto in un paese che riconosco come mio nonostante nonnabbia il passaporto: di negri ne arrivano qualche centinaio all anno. Per inciso, qui c e allarme perche, appunto, quest anno gli arrivi son stati 800 e non 350 come l anno scorso.
      Quindi: son bolognese, la mia famiglia da qui e indietro fino al 1830 circa è toscana/emiliana/romagnola della montagna appenninica (con una goccia di sangue chioggioto per parte di una nonna a barbarizzare il tutto). Questa era un comunitá, ma lo era. Adesso non è più. E non tornerá a essere, anche se tu si scervelli a prendere sul serio i proclami della destra estrema di recuperare l etnia. Cosa recuperate? I cocci recuperate. Poi se vuoi parliamo della destra che fa sti proclami in difesa della razza italiana, essendo gli italiani un branco di bastardi. Basta parlare di quanti secoli di occupazione straniera ha avuto la Lombardia in tempi recenti. Per inciso, quante famiglie patrizie milanesi portano cognomi spagnoli? Ho lavorato con diversi di questi personaggi della Milano patrizia. I loro avi erano dei bastardi catalani spiantati che son andati li a fare i guappi con le forze di occupazione.
      Concludendo: se il tuo discorso si basa solo su idee ottocentesche di patria e bellezza del luogo nativo o sul culto degli avi (o se ti piace dei lares, parliamo pure in latino) e senza nessuna presa pratica/statistica, il rischio è che il tuo discorso sia sterile. Il rischio, che anzi è un fatto, è che il vostro discorso faccia presa solo su: esaltati che han voglia di menare le mani e cercano una giustificazione qualsiasi; persone deluse dall evoluzione della gestione pubblica che vorrebbero ma non possono (e ti ci includo per quel che leggo, mi spiace); persone senza sufficiente raziocinio o indipendenza mentale da potersi costruire un sentimento di appartenenza.
      Avete un bel percorso da fare per convincere delle persone davvero pensanti a scendere in piazza per seguire la patria. Io, che sono piu o meno pensante, me ne son andato e torno in Italia perche ogni tanto mia madre ha un cancro. Ogni due o tre anni.

      Che sia chiaro: non ho parlato della sinistra, perche mio fratello ha un ragazza terrona e del PD. Quando mi vengon a trovare d estate fa i discorsi che tu additi come da idiocracy di sinistra. L ultima volta, ovvero quest estate, li ho buttati fuori casa due giorni prima della data di partenza. Non è uno scherzo. Mia moglie ha usato questo argomento contro di me in mille occasioni per disciplinare la mia focositá. Si, pero non è che mi abbia fermato, la fetente: mia moglie è fascista, suo nonno era il gerarca del paese ed è morto a 97 anni, figurati in che ambiente è cresciuta.

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  15. Ma guarda anche qui non ti do torto. Pero, vai te per strada coi fucili. Nel frattempo organizza i contadini per produrre. Poi educa le generazioni seguenti alla rinuncia. Ci vorrebbe un dittatore. Ma il demiurgo perchè dovrebbe farlo? Potrebbe non avere nemmeno un interesse personale? Se lo avesse, in questo caso sarebbe corruttibile. Mmmh, la vedi difficile...pensi di adottare un sistema di rete per organizzare il popolo? Ma se stiam a discutere noi che alla fin fine la vediamo anche in maniera simile? Non so eh, poi, come sempre dico, mi sbagliero. Sperem ban, dicono a Bologna.

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  16. Nonono, io ho detto "alla fin fine la vediamo anche in maniera simile".
    Mica che siam simili.
    Poi, guarda, ti dico, io alla figa resisto anche. Anche allo champagne.
    Ma sono un codardo. E un drogato. Vedo i miei limiti. Passo e chiudo.

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  17. Emilio: "Poi educa le generazioni seguenti alla rinuncia."

    Entro i limiti di una rinuncia ragionevole, è possibile. Nel mio piccolo, con un contatto d'un paio d'ore a settimana per 33 settimane l'anno riesco a far passare alcuni messaggi che diventano comportamenti. Piccole cose, perché piccola è la mia possibilità d'incidere dovuta alla frammentarietà del "contatto" (peraltro istituzionalmente finalizzato ad altro, il che significa che opero per forza di cose nei "ritagli" e in modo molto "obliquo"). Se in famiglia si volesse, si potrebbe, senza se e senza ma -- i bambini sono spugne, assorbono ciò in cui sono immersi. La domanda è: perché in famiglia non si vuole? Ovvio che su questo punto la risposta si fa complessa e sicuramente poco incoraggiante. Se poi si passa a chiedersi perché chi gestisce l'organizzazione sociale non vuole... ecco... lì c'è un dramma di proporzioni ancora maggiori.

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  18. Lorenzo, quei fanti sapevano fin troppo bene che se avessero rifiutato di lanciarsi rischiando la morte sotto le mitragliate e i colpi di mortaio nemici, ci sarebbe stata la morte certa per mano dell'ufficiale deputato a sparargli per abbatterli dalla patria trincea. Quando si parla di incudini e martelli... probabilmente anch'io avrei pianto, per un misto di rabbia impotente e di disperazione.

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  19. Quote: La domanda è: perché in famiglia non si vuole? Ovvio che su questo punto la risposta si fa complessa e sicuramente poco incoraggiante.

    Domanda che va alla base di tutto. Il sistema economico è alla base di tutto questo? I miei amici ricchi, qui, mandano i figli a una scuola francese dove i figli studiano cme io studiavo anni fa, col metodo gesuita. Metodo mnemonico, nozionistico, pesante. Pero i miei amici guadagnano 300.000 euro in due e tornano a casa alle 18.00 per terminare la educazione dei due piccoli. Quindi i ragazzi hanno molte ore extra di educazione di qualita, come la daresti tu. Sviluppano senso critico.

    Se di euro ne prendi 30.000 e oltretutto fai dei turni non concordi agli orari dei piccoli, non gli potrai spiegare nulla, suppongo.
    Ohi, qui bisogna fabbricare delle classi sociali di consumatori acritici, perbacco, seno io rischio che non mi comprino gli innecessari prodotti della mia innecessaria impresa.
    In piu io ho una passione per la testa di cernia infarinata e alla griglia. Ma quella e roba che solo pochi possono mangiare: una cernia di 25/30 kg ha una testa che serve 6 persone.
    Ergo...meglio fabbricare dei dementi che non sanno nemmeno cosa e la cernia. Suppongo anche questo entri nell equazione.

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  20. Emilio: "Se di euro ne prendi 30.000 e oltretutto fai dei turni non concordi agli orari dei piccoli, non gli potrai spiegare nulla, suppongo."

    Questo costituisce sicuramente parte delle ragioni per il non-intervento o peggio per l'intervento maldestro, ma ritengo non sia la sola né, con ogni probabilità, la principale.

    Senza andare troppo sullo specifico, che sarei pedante oltre misura, mi limito ad affermare che i comportamenti deleteri e quelli virtuosi sono soggetti a processi di "autoamplificazione", processi che non si interrompono se non in conseguenza di eventi traumatici (eventi, peraltro, che possono avere effetti positivi o negativi, a seconda dei casi). Un nucleo famigliare avviato "al ribasso" tende "al ribasso" di generazione in generazione, precipitando a vite. Un nucleo famigliare avviato nella direzione opposta tende in quella direzione. Direi che è un po' come nel moto dei corpi, ci sono leggi fisiche che parlano proprio di questo... se non erro sono le leggi della dinamica di Newton, ma non ci scommetterei.

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  21. Giá. Come in " brutti, sporchi e cattivi "

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  22. 1. Come in altri casi la tua visione provinciale ti impedisce di apprezzare il punto di vista altrui. Dai per scontato che io creda solo nella destra violenta. Ho fisicamente vissuto e sono stato in "comitati direttivi" di centri sociali italiani. Dei terroni, sboccati, ignoranti, violenti, che si arricchivano coi rave e colla vendita di droga per comprarsi la masia in Puglia, paese di origine. Posti dove si ritrovavano le BR nei 90. La polizia sapendolo. Che assurdita.
    2. Ho vissuto, un po per caso e un po cercandomelo, in posti dove bambini di dodici anni sgozzavano per gioco bambini di 8. The Damilola incident succese in un estate dove vivevo. Quindi anche lì ho visto quote di violenza che in Italia esisteranno solo tra, diciamo una generazione o tre massimo.
    Quindi sono d accordo quando mi dici che quelli di casa pound/affini non sono violenti. Si, ma non sanno nemmeno argomentare un linguaggio, proporsi, lavorare sull obiettivo. E quindi, appena si muovono le mani, non si parla di ricerca della liberta seno di maneschi. Che e quello che sono, li, nella dx, nella sx.
    vabe mi son rotto i maroni, scusate, ciao

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    1. No, ma poi mi fai incazzare anche te, porcodio.
      Io non ho mai votato in Italia, anche perche me ne son andato che appena avevo preso il diritto di voto.
      E mi vieni a dire a me delle aggressioni della sinistra? Che mi han distrutto 4 volte le sedi aziendali (in 2 anni solari) per essere dichiaratamente non proindipendenza in catalunya? La rivoluzione dei sorrisi? E la polizia mi fa: che cazzo denunci, tanto la sinistra è al potere (un partito che si chiama CUP, che oltre a distruggermi le sedi, lascia anche il manifesto e le scritte sui cristalli impunemente). Poi, siccome qui davvero la polizia è chiara, mi aggiungono: con la voglia che avremmo noi di spaccargli la testa, a questi che stanno al governo.
      Pero anche qui la sinistra ha la capacita di articolare il messagio di pace, speranza, sorrisi, e controlla i mezzi di comunicazione. E anche qui la destra risulta cattiva e fascista.
      Allora, diodundio, se vuoi piangerti addosso, piangiti addosso. E racconta che la sinistra ti opprime.
      Se invece vuoi avere maturita potresti dire: non siam capaci di articolare, veicolare e dimostrare un messaggio che abbia qualita/vendibilita per i piu, e men che meno di trovare appoggi nella societa che ci aiutino con denaro e professionalita per farlo.
      No, ti lamenti e basta, perdio. Magari avro anche un pizzico di ragione? Vabe davvero, le discussioni con te comincian che hanno un minimo di senso poi non van da nessuna parte. Come la destra, dell etnia, della nazione. Ma dove vai? Vediam mo se fate una offerta intelligente e sensata, e io volo in italia a votare, con mia moglie. E mio fratello. E tanti altri, dico io.

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    2. > non siam capaci di articolare, veicolare e dimostrare un messaggio che abbia qualita/vendibilita per i piu,
      > e men che meno di trovare appoggi nella societa che ci aiutino con denaro e professionalita per farlo.

      Marco Poli (e altra persona, a noi nota) mi riportavano la questione importante: il dovere di dare un contributo intellettuale a quella parte della società che si oppone al pensiero unico ortodosso e marxista e alla finzione di intellettualismo che lo ammanta.

      Osservo, qui, ancora una volta, un limite: la militanza di sinistranti è animata da zelo religioso e da varie pulsioni moralizzatrici, persino autodistruttive.
      Questa benzina manca a coloro... che non l'hanno.
      Ecco perché i non-marxisti sono in svantaggio, da questo punto di vista.
      Avete presente gli zeloti islamici che si fanno esplodere per le vergini in paradiso eccetera eccetera? Ecco, i sinistranti hanno un approccio simile per realizzare il Mondo Nuovo infernale.

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    3. Sì, vabene, ti seguo su questo discorso. E allora arriviamo all'ora del lupo di Michael Haneke. Sono grande fan di quella pellicola, ovvero del livello 0 dell umanitá. Ma allora non ci sará più un livello politico, giacchè politica - ma anche senso morale, che a sua volta discende o corre parallela a un accordo politico/consensuale in una comunitá - nasce dove ci sono risorse e capacitá di gestirle. Come ti pitturi tu in quel caso? Protagonista in un governo giusto (che non sarebbe giusto ma solo necessario al più)? O sarai un outsider anche lì? Non so dove vogliamo arrivare.

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    4. Su certi scarti logici si potrebbe dibattere. Ma non voglio nemmebo darti torto.
      Sulla affermazione riguardante la comunitå hai preso le definizioni direttamente dai testi di scuola del liceo classico che studiavo qualche anno fa. Ma è una falsitá.
      "La politica, cioè la partecipazione alla cose che riguardano la "polis", non discende dalle risorse ma discende dall'appartenenza ad una comunità, all'interno della quale si hanno gli onori e gli oneri della piena cittadinanza."
      La comunitá si costruisce intorno alle risorse. Qualsiasi forma di governo è formato e definito dalle risorse del territorio e dall evoluzione delle stesse.

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    5. Perdon, proseguo...in conseguenza di quello, sempre c e una possibilita di aggiungere un cittadino in piu, posto che ne rispetti onori e oneri. Differente è la gestione ristretta e diretta del potere, ovvero giocarsi gli oiklos nella democrazia ateniese periclea.

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    6. 1. mi correggo, chiedo scusa. grave errore: giocarsi gli ostrakoi, volevo dire.
      2. i meticci, ovvero meteci, ovvero quello che avevano cambiato casa, si schieravano in formazione oplita, anche perche' Atene aveva un sistema economico tanto sviluppato che i meteci potevano permettersi l'armatura (costosa). non si registrano `- che io abbia studiato - casi di meticci che guidassero triremi, ovvero l'unita d'eite dell'esercito greco.
      3. i meticci, ovvero meteci, erano cosi' importanti da essere protagonisti della vita sociale e giuridica di Atena stessa. guarda Lisia, del quale ho dovuto faticosamente tradurre passi ai miei tristi, mediocri tempi degli studi (eccellevo in latino a livello cittadino, in greco facevo schifo). Lisia, che ce l'aveva con Eratostene, tiranno, tu guarda un meticcio... etc. https://es.wikipedia.org/wiki/Lisias
      4. Una comunita' mai si e' conformata attraverso delle idee. Ma fammi un piacere. Ma te davvero pensi che Roma si sia formata dietro a delle idee? Dei pastori dati all'assassinio? O Atene? Una citta' di mercanti, di famiglie poche, in guerra continua tra loro e dati allo scambio continuo col nemico turco? La comunita', semmai ,si conferma ed e' costretta a farlo continuamente per sostenere lo status quo - e quindi il sistema economico, aho bisogna mangiare. A seconda dei periodi, e' costretta a stringersi intorno a idee, per fame, per guerra, per necessita'.

      Non e' che hai creduto troppo ai manuali del liceo, sempre che tu lo abbia fatto?
      Non trovare giustificazioni maltrattando la storia e dimostrando la tua ignoranza della cultura greca.
      Dillo che non vuoi dei negri in casa, perdio.
      Io non li voglio, ho delle ragioni pratiche e della prove basate sulla mia esperienza. Non è che vengo e scomodare Aristide per quello.

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    7. > Vero che i popoli migrarono e migrano, vero che le nazioni si sono costituite attraverso dei processi e non in un big bang istantaneo.

      Questa parte è martellata per bene dalla mistica filomassmigrazionista.
      Come ogni religione...


      > Però quando la gente sbarcava e sbarca da una nave sulla terra di qualcun altro, lo faceva con un'ascia in mano e con l'intenzione di rubare e/o sottomettere.

      ... nasconde la metà scomoda della verità, ovvero che le migrazioni (di massa è pleonastico) sono SEMPRE stati processi estremamente cruenti.
      Ora ti martellano a mane a sera che devi aprirti, accogliere (altrimenti arriva il prefetto che, pagato coi tuoi soldi, ti insulta, ti manganella e ti dice che se i doni e le risorse non ti vanno bene devi Tu emigrare e andare in Ungheria - sostituzione più chiara di così...).

      Infatti la religione progressista-marxista è estremamente connottata e, come tutti gli oppi, nasconde accuratamente le parti della realtà che ostacolano la realizzazione dei propri obiettivi.

      Al posto del rosario, ecco le nuove litanie, al posto di "amen", i "senza se e senza ma".

      Mio Dio, che orribile regressione tutta questa cacca rossastrognola.

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    8. > Una comunita' mai si e' conformata attraverso delle idee.

      Max, ritornerò sul tuo intervento, molto interessante.
      Ora scappo, vado con mio fratello in un angolo ameno residuale della costipazione lombarda.
      A dopo.

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    9. Ma sei scimunito Lorenzo?
      Nella riga seguente il tuo wikipedia cita "come logografo acquistò una certa fama tanto che, ad un certo punto, Trasibulo gli attribuì la cittadinanza ateniese." Ma prendi in giro solo te stesso, andiamo.
      Se vuoi possiamo anche citare quanta influenza ebbe Lisia sui processi giuridici ateniesi nello stesso wikipedia? Vogliamo anche dire (dallo stesso wikipedia) che la cittadinanza gli fu negata dai Trenta che lui aveva tanto avversato, difendendo la democrazia contro la tirannia? Ma leggi o sei scimunito?
      Ora, ripeto, a me i negri stanno sul cazzo, e non li vorrei dietro a casa dei miei, anche perche ho delle propriets e non voglio vada tutto in fumo.
      Io me ne sono anche andato dall Italia perche e un posto che non mi dava sicurezza, perche si dibatte tra persone mediocri come te e qualcosa di ancora peggio, che vabè, è quel che citate a diario. Però non mi venire a raccontare dettagli dalla storia greca, per favore, e perdio.
      Andiamo, ignorante, su informati!

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    10. Poi, per reciprocitá diplomatica, dovrestinanche pensare alla tua regione, che ha dato i natali a tua madre che spigolava, te che sei un ignorante di provincia, e Berlusconi, uno che fatto i patti coi siciliani per mandare avanti l'aziendina...vediamo un po chi si classifica meglio?

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    11. Ihih
      Vedo del sano campanilismo tra Lombardia ed Emilia. :)
      E passione.
      Ai maschi piace la politica, le belle femmine, la lotta.
      Mi piace.

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    12. > A seconda dei periodi, e' costretta a stringersi intorno a idee, per fame, per guerra, per necessita'

      C'è un aneddoto, che io ascoltai ad un corso di gestione dei progetti (project management) alla Cattolica: non è sufficiente dire, a coloro che lo devono fare, che bisogna fare dei buchi (citazione di Keynes): dite loro che stiamo cercando un tesoro...

      La motivazione...

      E' molto fine la propaganda del pensiero unico: ha imposto un proprio sistema di credenze (che essi chiamano valori) e condizionato le persone a pensare che non esistano altri sistemi, paradigmi valoriali possibili o, che essi, siano il male.

      Beh, riescono a far credere a miliardi di persone che galeotti, bovari e balordi europei che massacrarono le popolazioni pellerossa erano i buoni e che i nativi erano civili, malvagi, cattivi.
      Manipolazione e valori e la loro narrazione costituiscono e supportano la politica.
      Non necessariamente nel bene.
      Si osservi, appunto, la liquefazione anche della cultura e le mode più disparate che vorrebbero sostituire scienza e conoscenza e le stupidaggini, grottesche, paradossali, incredibili che derivano da questo "sistema di nuova ortodossia".

      Vorrei rimandare a La genealogia della Morale.
      Uno lo legge e capisce perché stia diventando tutto storto-
      Poi avevamo un Papa polacco che vaneggiava sulle radici ebraico - cristiane dell'Europa, annullando, nel tempo di qualche parola, tutta la scienza e conoscenza politeistiche, animiste della nostra storia.
      Prendi le persone, le riempi di idee e queste andranno a farsi esplodere in un teatro di infedeli e di troie europee per avere vergini e fiumi di latte in paradiso.
      Non è che i sinistranti utili idioti strumenti in mano alle nuove oligarchie siano diversi da altri, eh!?

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    13. Mortadella, bresaola, coppa di testa e "osso di stomaco", culatello e salame di Milano, etc. direi che la competizione tra Emilia e Lombardia è ricca di buone motivazioni ambo i lati.

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    14. > abolire le prerogative/privilegi dei cittadini PER NASCITA

      Nietzsche osserva proprio un punto fondante della genealogia della morale ovvero il culto degli avi che diventa loro celebrazione e quindi res-ligere, religione, legame alla cosa.
      Del resto, lo stesso Nietszche osserva che l'aristocrazia è la nobiltà dell'onore, dell'aver prevalso, in un certo dell'eccellenza (nell'ambito delle armi e della conquista del potere, delle terra, più in generale di un uomo che è superiore) e che distrugge la morale degli avi con l'azione.
      Nietzsche rinfocola e alimenta, in questo senso, il conflitto tra etica e morale, tra il qui e ora e il sempre e ovunque.

      Nell'azienda in cui lavoro osservo un paio di parenti dei proprietari che ... beh, lasciamo perdere.
      Ora, se il clan si chiude si passa al familismo e poi al familismo amorale. Le società non sono molto dissimili, sono dei clan molto più grandi ma hanno le stesse dinamiche e un conflitto tra merito, ad esempio, e merito.
      Non si può essere senza identità e completamente aperti, come martella la mistica del pensiero unico progressista attuale e neppure chiusi, asfittici, incestuosi.
      Ora, cosa serve? Esattamente il contrario di quanto propinato dal politicamnte corretto, dalla propaganda, dall'ortodossia.
      Poi? Vedremo.

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    15. Lo Ius Soli.
      Da che parte lo guardiamo?
      DA quelli che lo subiscono o da quelli che se ne servono?
      L'innesto a forza di competitori e il disegno di società a scoppio si basa anche sull'omologazione forzata degli sfruttati: io stabilisco che ciò che è diverso da te e che compete per te, contro di te, è uguale a te (anzi, poi creo un sistema di leggi razzist anti per cui saranno meglio di te, con stratagemmi neppure così fini, per i quali i tuoi competitori prevarranno, ti sostituiranno, ti dileggeranno, ti dirò che sei rozzo, retrogrado, populista, che essi sono più funky, sono più belli, colorati, sono più musicali, butterò fuori te e la tua cenciosa famiglia di inferiori locali e ci metteremo, nelle case popolari, i tuoi nuovi eguali...

      Insomma, lo Ius Soli è un meccanismo di inggnerizzazione delle società utilizzato dalle oligarchie ai vertici come "Dividi et impera" interno, per aumentare la capacità di uso e sfruttamento del corpo sociale e di frammentarla ulteriormente.
      Dalla rivoluzione del 1917 è stati un tentativo unico per sostituire allo sfruttamento dei nobili e del clero, poi a quello dei capitalisti, lo sfruttamento dei soviet. Lenin, con la ramazza, voleva eliminarli per sostituirli a loro. Prego notare che i nuovi soviet incarnano e una presunta nobiltà (tutte le menate di superiorità intellettuale) e il potere clericale con le loro nuove liturgie.

      Come osservava, cinicamente, Massimo Fini, il condizionamento del popolo per metterglielo in culo e pure col consenso.
      La dittatura soft è molto più pericolosa perché non permette di percepirla e di quindi di iniziare a lottare contro di essa.

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    16. Scusate, ma a me pare che l'abominio sia antico.
      Io, da piccolo, non capivo che cazzo ci fosse di giusto e bello nella parabola del figliol prodigo.
      La follia è antica e ben innestata.

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    17. Tempo fa sul quotidiano progressista, sì global, marxista al caviale noto come Corriere della Sera, appare un filmato di una tipa che a NYC, guarda la telecamera e per sfida ruba l'incasso all'autista Huber.
      Presa e schiaffata in galera.

      Ora, come dicevo, Tiziano Terzani osservava che quella statunitense è una società a scoppio che riesce a funzionare perché c'è il coperchio, la testata della repressione.

      Ora i post comunisti (anima PD e sinistra cavialista, non quella radicale) sono diventati da filo sovietici filo statunitensi e scimmiottano l'ingegneria della società a scoppio.
      Importano milioni di alloctoni da una parte e dall'altra hanno un disegno lievista (già, l'Italia migiore secondo le credenze di Sara, io proprio non capisco, ma nelle espressioni di fede non c'è raziocinio) per cui non solo la criminialità diffusa NON viene repessa, come negli SUA, ma viene addirittura incentivata col meccanismo della certezza dell'impunità (e con i riti da teatrino del riconoscimento in Questura, delle reprimende camomillesco-predicose dei carabinieri, etc.).
      Scimmiottano metà dell'approccio degli SUA.
      Perché non sono statunitensi e la loro erica calvinista delle responsabilità, sono cattocomunisti con il perdono su preghierina e il loro rancore, profondo, marxista, antiborghese, per cui qualsiasi cosa nuoccia alla borghesia è, automaticamente, bene, positiva, encomiabile, da sostenere.

      L'innesto di milioni di xeno in un corpo già intriso da meccanismi distruttivi, autoimmuni, di intolleranza alla responsabilità è un disegno ancora più folle.
      Cosa mi aspetto?
      Mi aspetto, proprio per questo, ciò che è avvenuto in Siria, una guerra civile, un collasso sociale terribile, di tutto contro tutti, con l'aggravante di milioni di xeno ostili, come gli islamici. Già, i Balcani, terra di sangue.
      A me fanno diventare simpatici i croati e i serbi che, conocendo il problema, tentarono di eliminarlo prima di essere eliminati da esso, come avvenuto in Kosovo.

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  23. Eh, vabè, allora stiamo parlando di niente. Sei venuto qua a prendere la ragione, sai tutto te.
    Sará per quello che vieni qui a dire che nessuno ti capisce. Sembrani i discorsi che facevo io a 16 anni. Oh, guarda te, nessuno mi capiva.
    Sai cosa si duce a Bologna a uno con discorsi del tuo spessore, che dan tanti giri ma poi non arrivano a un tubo? Mo soc'mel bàn! Dai va là!

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  24. Letto (fino a ieri) solo alcuni (pochi) interventi. la discussione mi sembra interessante.

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