Eravamo per vette e crinali, un cammino lungo, in quattro, sabato e domenica.
Ore e ore di cammino, oltre nove, senza interruzioni, di fatto, per limiti di tempo: per vette, passi e laghi e vento e spazi. Fatica, gioia, dolore, scoramento, ancora panorami pazzeschi e fatica.
Fino al tramonto, poi nell'oscurità.
E' stato un pellegrinaggio; non esistono solo i cammini di Santiago o quelli francigeni.
I nostri passi ormai stanchi, anime felici e muscoli e giunture rotti, esausti, proprio là, all'Orsigna, in cima sabato e poi giù, domenica, la piccola Himalaia di Tiziano. La dove ci sono gli alberi con gli occhi, perché i bambini capiscano che siamo parte di quell'anima, lì dentro scorre il succo della Terra, sono il Tutto vivente al quale apparteniamo anche noi.
La parte più bella è stata l'autunno, tramontato il sole, fino all'oscurità (arrivati al rifugio poco prima delle 21 proprio all'iniziare dell'inverno). Il silenzio, le brume del tramonto, i caprioli. Il silenzio, il corpo templare esausto che sprizzava la felicità in noi, il vuoto, la luce morbida che calava, si spegneva nella sera per diventare notte.
Ci si accorge di tante cose, in autunno.
L'autunno fa bene all'anima, allo spirito.
Un caso che siamo finiti per passare all'Orsigna? Non era previsto nei nostri piani. No, non era affatto previsto.
lunedì 6 settembre 2010
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I percorsi piu' belli sono sempre quelli che non sono stati programmati...hai mai notato Aman come le gite, le vacanze piu' belle sono quelle in cui si "parte" senza aver deciso niente prima, semplicemente con la voglia di andare nel mondo e scoprirlo? Viviamo purtroppo una vita molto codificata...orari, doveri, file da fare per tutto...quando si puo' staccare e prendere le distanze da tutto cio' e' davvero un toccasana, per tutto. B.
RispondiEliminaUno dei quattro alpinisti era una donna milanese che non è potuto arrivare alla stazione di Modena prima delle 9. Poi il trasferimento.
RispondiEliminaInsomma, rispetto all'ideale abbiamo iniziato l'ascensione con buone 3h di ritardo.
Abbiamo tagliato una vetta, la prima. Abbiamo di fatto annullato pause e riposi. Ho sbagliato di 1h in difetto la stima del tempo complessivo.
Ci siamo trovati a fare tutto di fretta, per 9h.
Alla sera siamo arrivati cotti.
No ritorno, allora, ma prosecuzione fino all'Orsigna, poi abbiamo preso il treno per tornare più altro ambaradan per recuperare l'auto.
E' la giornata di domenica che è stata diversa dal previsto.
Il trek a ritmi forzati ci ha veramente provati.
Penso che una delle cose più belle sia stato arrivare ai limiti della nostra resistenza e pure oltrepassarli un po'.
E il cut-off sensoriale per cui l'ultima ora l'abbiamo camminata a sole giù tramontato, praticamente dal crepuscolo giù scuro fino al buio.
Eppure in quei momenti, nel silenzio ed in un angolo di wilderness così aspra come raramente si trova ormai, nel buio, ci siamo seniti su un altro pianeta. Eravamo 4 anime ben affiatate in un abbraccio con Natura e con i limiti dei nostri corpi e anime e spirito.
Eh, esplorare i limiti, oltrepassarli.... :)
La via del rischio è quella del cuore, osservava Osho.
RispondiEliminaL'autunno....caleiodoscopio impazzito di silenzi parlanti
Emocaledoscopio. Già
RispondiEliminaEppure ha un fascino pazzesco.
Non potrei stare senza autunno. E neppure senza inverno, senza primavera o senza estate.
Non potrei stare senza le stagioni dell'anima.