mercoledì 29 gennaio 2014

Parmigiana di melanzane

La questione dell'Electrolux e della riduzione drastica dei salari che la multinazionale impone ai lavoratori italiani è paradigmatica. Una delle grandi inculate (io che adoro il sesso anale mi trovo sempre in difficoltà ad utilizzare questo termine che per me e le mie amore fu delizia e gaudio magno, ma mi adeguo per convenzione linguistica) di questo sistema. Gli  italiani continuano a pagare a prezzi italiani prodotti il cui costo, a produzione delocalizzata, è alcune volte inferiore.

Aggiungiamo questo dettag.lio : l'aggravamento continuo della disparità nella distribuzione delle risorse, a partire dal reddito.

Ora, vediamo di spiegare alla zia Emma di novantadue anni e al tuo nipotino Adriano ottenne le cose in modo che possano capire le puttanate e le stronzate che non solo regolano e danno vita a questo sistema, ma che sono assunte dai più come fondamenti intoccabili di questo sistema.

Il capitalismo è diventato una religione: sviluppatosi in altri contesti completamente diversi, dal punto di vista geobiofisico e politico, ora è cresciuto al punto tale da essersi divorato le risorse da cui dipende. Il sistema è cotto e bollito semplicemente perché non ha più risorse.
Rimando all'analisi interessante di Mauro Bonaiuti, sui sussulti forsennati del capitalismo (accrescitivo) ora che il  barile vuoto e si raschia il fondo (l'accrescitivo lo attribuisce ma è questione (in)culturale più che economica) e del pensiero di due economisti, Larry Summers e Paul Krugman.
Gli economisti, fondamentalmente non capiscono un cazzo, in quanto pensano che l'economia sia un mondo a sé, completamente slegato dalle risorse. Sono appunto degli idioti. Un po' come se tu Emma, o tu Adriano iniziaste a pensare ad un rilancio del ristorante, o ad una cena con gli amici, ecco... con una bella celebrazione a base di parmigiana di melanzane che vi piace tanto.
Dunque ne preparariamo … Quante? Dai, cinquanta porzioni! Congetture, studio e finanziamento della ricerca sulle migliori ricette, convegni, battage, disegni di legge, intervengono tutti i tromboni che più dicono stupidate più sono importanti etc. etc.
C'è solo un trascurabile dettaglio: oggi abbiamo due melanzane e domani una sola, dopo che una ce la siamo mangiati oggi a pranzo.
Dopo mille salti mortali, riusciamo ad organizzarci, mandiamo Ermes a rapinare altrove i 30 kg di melanzane (ad esempio da altri paesi che magari bombardiamo di democrazia) e...
Altra geniale idea.
Attenzione, Emma e Adriano. Dei cinquanta vostri amici che saranno commensali,  uno solo arraffa 29kg dei 30 kg di melanzane e vuole solo per sé la parmigianona buonona di melanzane, con 29 kg di melanzane. Solo per sé.

Prego.
Ora Emma e Adriano, preparate pure il pasto.
Buona soluzione del problema.


P.S.
Ah, dimenticavo.
Nel frattempo continuate pure a dire agli amici di portare altri amici, ad invitare altre persone e fate entrare nella sala più gente possibile.


31 commenti:

  1. Precisazione: gli economisti non capiscono un cazzo perché sono espressione di una massa che non capisce un cazzo.
    Ovvero, persone che ignorano il concetto di limite.
    Insomma, se uno sale su una macchina e si lancia su una strada ghiacciata in forte discesa, piena di curve anche strette, come lo definireste?
    Un idiota pericoloso che non capisce un cazzo.
    Appunto.

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  2. MIT, Cluib di Roma sono quaranta anni e rotti che indicano chiaramente piani assolutamente realistici e razionali.
    Essi non sono stati cagati neppure di striscio.
    Perché le soluzioni che propongono intaccano alcune religioni, quella del capitalismo, della crescita (anche demografica) etc. .

    Insomma è come se il tuo medico ti avesse raccomandato per anni attività fisica e alimentazione corretta e poi un giorno, a furia di sbaffare ciccioli e lardo etc. ingrassato come un tricheco, hai un principio d'infarto.
    La soluzione qual'è?

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  3. Titolo del post ingannevole: alle 12.25 è una vera maledizione.
    Un colpo basso.

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  4. Ehehe, anche io devo ogni tanto essere un po' subdolamente bastardoide, eh!' :)

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    1. Mi hai levato le parole di bocca!! :-)
      E sappi che sbavo per la parmigiana.
      Ecco.

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    2. Quella l'è bbona, eh!?
      E' un tot che non la faccio.

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  5. > Gli italiani continuano a pagare a prezzi italiani prodotti il cui costo, a produzione delocalizzata, è alcune volte inferiore.

    Questo non è completamente vero. Vale per alcuni settori come il fashion, ma su elettrodomestici ed elettronica, in generale, i costi sono sensibilmente diminuiti nel tempo. Anche la qualità purtroppo, ma non si può dire che la globalizzazione/delocalizzazione non abbia introdotto anche un ribasso dei prezzi di molte cose.

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  6. a me non dispiace comunque la parmigiana di melanzane, l'ho mangiata ieri sera

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  7. Ho appena finito di leggere un libro sulla storia della filosofia e della scienza, dalla preistoria al medioevo.
    Riguardo l'impero romano cita come una delle cause della suo collasso la seguente:
    l'interruzione della conquista di nuovi territori (leggi espansione, crescita) ha annullato l'afflusso di nuove risorse e ricchezze nella casse dell'impero. Per alimentare la macchina imperiale con la difesa dei suoi confini sempre più sotto assedio (leggi benessere, welfare, privilegi) si è dovuto ricorrere all'aumento della tassazione, privilegiando le classi più abbienti (esattamente quanto accade ora con rendite finanziarie, monopoli, etc) e scatenando di conseguenza una rivolta interna.
    Ecco, come dire, in 2000 anni non è cambiato niente e non abbiamo capito un cazzo! Come gli imperi del passato cercavano un'espansione continua, conquistando terre e risorse militarmente, ora lo stesso avviene con la finanza, la globalizzazione.
    Con l'aggravante che i mezzi tecnologi moderni hanno amplificato a dismisura l'ampiezza gli effetti collaterali quali il consumo di risorse, la distruzione della bio-sfera, etc

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  8. Non c'è LA Soluzione, ma è evidente che è necessario un brusco cambio di mentalità.
    La crescita esponenziale (economica, demografica, etc) non è attuabile all'infinito, ha avuto "un senso" x qualche 10ina di anni, ma ora non fa altro che aggravare pericolosamente la situazione di degrado in cui ci troviamo avvicinandoci al collasso a grandi falcate.
    Equilibrio, resilienza, risparmio, parsimonia, riposo, calma, staticità sono le linee guida da seguire, ma sono le stesse che da anni aborriamo come la peste!
    https://www.youtube.com/watch?v=PJcFrWx76IE#t=142

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  9. Io stesso ho sempre pensato, ad esempio nel lavoro, che dovevo crescere. Un'azienda e il suo lavoro mi deve far crescere, in esperienza, soddisfazione, economicamente.
    Essere soddisfatti finché si cresce è facile, ma purtroppo non è sempre possibile.

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  10. Certo caro AMan, pensavo, che alcuni tratti del tuo essere vanno un po' in contrasto con questa filosofia. Tu stesso riconosci di amare la vita sulle "montagne russe", grandi salite e grandi discese e non apprezzi la staticità.
    Ma e' lo stesso per la maggior parte di noi, cerchiamo continuamente nuovi stimoli, nuove emozioni.

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    1. Fai bene a scrivere "per la maggior parte di noi" (voi), perché io nutro una forte attitudine per la stasi, per l'equilibrio che ne deriva, per il tempo ritagliato per l'osservazione e la riflessione. Anche cose che sembrano non portare a nulla, alla fin fine pagano. Solo che la moneta è un'altra.

      P.S. Sai qual è il paesaggio che prediligo? La pianura, con spazi ampi ed acque lente e sane. La nebbia, che restringe per gli occhi quello spazio che continui a percepire in altri modi (eppure, anche la nebbia ci viene negata ogni anno un po' di più). Il caldo umido, che sale dalle risaie e che puoi contrastare solo con tanta, tanta calma e, magari, qualche roggia amica (dove sono le mie rogge? le ricordo, ma non son più lì: al loro posto, un cadavere si presta ai miei occhi e al mio naso in forma di luride fogne). Gli alberi che poltrivano acquattati con le loro foglie larghe sotto al sole che li opprimeva eppur li nutriva (dove avete messo i miei alberi? solo i loro fantasmi sopravvivono sotto forma d'arbusti sparsi tra strade e rifiuti).

      La marea. Umana. Ha sommerso. TUTTO. Facendone. putredine.

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  11. Ecco un interessante risultato di questa crescita.
    http://www.repubblica.it/economia/finanza/2014/01/29/news/banchieri_londra_banche_stress-77190871/?ref=HRLV-5
    Anche i livelli molto in alto della piramide ne subiscono le conseguenze

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  12. x anonimodel72:
    >vale per alcuni settori come il fashion,
    > ma su elettrodomestici ed elettronica, in generale,
    >i costi sono sensibilmente diminuiti nel tempo

    Non ho dati.
    Ma un telefono cellulare per cui tutti smaniano a 600euri (più o meno) ovvero unmilioneeduecentomilalire, non mi sembra un buon risultato, no!?
    Non acquisto elettrodomestici da un po', ma immagino che essi costino più di prima, ovvero il doppio di quanto non costassero ai tempi della liretta bunga bunga.
    Anche se ora sono fatti in Cina, probabilmente ad un decimo del costo.
    La grande inculata è che
    o - tu perdi il lavoro per deindustrializzazione
    o - riduci il reddito ma
    ... le cose continuano a costare quanto prima ovvero più di prima ovvero non certo un quarto o un quinto, ad esempio, come dovrebbe essere.

    Ecco, Taranto, dagli ulivi agli altiforni. Lessi uno studio accurato del bilancio fallimentare di quel tentativo di progressista industrializzazione, fallimentare per i posti di lavoro distrutti e per la distruzione delle fonti di ricchezza e conoscenze che essa ha comportato.

    Pensare di crescere sempre è sbagliato filosoficamente, oltre che oggettivamente.
    Tu puoi migliorare, evolvere, non puoi crescere sempre. Solo i tumori crescono sempre.

    Le montagne russe, una vita emotiva e vispa e passionale non c'entra nulla con la crescita, il consumismo. Anzi, una vita che considera anche la semplicità del movimento fisico, intellettuale, artistico e non il degrado ad un becero materialismo, al consumismo compulsivo, è una vita che ha buoni ingredienti per un vivere felice.
    Nuovi stimoli e nuove emozioni si trovano in scenari in cui Tu sei protagonista di una vita intelligente, non certo di avere il sedicesimo miliardo di euro in conto oppure di esserti fatto la seconda nuova Jaguar in due anni etc.

    x Francesco:
    Ahahah, che bischero!

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    1. >>>UUIC ... prepara la parmigiana per i tuoi fanzi allora!!! che arriviamo ;-)

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  13. Beh, pensa ai pc, ti cito esempi che conosco:
    - Amiga 500: prezzo di lancio di 1.121.000 lire. Macchina entry level da gioco, paragonabile ad una PlayStation (400 euro).
    - Amiga 4000: prezzo di lancio 3.800.000 lire!!! Ora un pc paragonabile, un buon Mac, lo trovi a circa 1300 euro, monitor compreso che a quei tempi penso costassero almeno 500mila lire se non di più!

    Le stampanti le trovi a meno di 100 euro. Una volta si parlava sempre di diverse 100 di migliaia di lire.

    L'iPhone che tu citi guarda caso lo definirei + un oggetto fashion che tecnologico. Puoi trovare ottimi smartphone, nuovi, che costano meno di 150 euro.

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    1. A casa ho un PC preso di seconda mano dall'azienda, pagato 50€ che andrebbe benissimo se non fosse per i sw sempre più infarciti si stronzate inutili, di interfacce dinamiche per notificarmi che cazzotiziominchia mi ha messo nelle sue cercahi di amici (eh!?), per pubblicità di roba inutile e dannosa.

      Quanta parte del tuo reddito destini ai gingilli elettronici? quanto per gli altri beni?

      Leggi l'articolo di Bonaiuti sulla tecnocrazia dell'inutile devastante, una " revisione in salsa tecnocratica dei tradizionali incentivi keynesiani".


      L'articolo di Mauro Bonaiuti contiene un esempio molto chiaro: risollevare il PIL con acquisti di massa di occhiali Google, (una follia priva di alcun senso e di controllo di massa sempre più tecnorincoglionite) come sussulto del capitalismo parassitario e distruttivo.

      Insomma, il problema è che le persone tecnofashion rincoglionite risparmiano su pasta, pelati, cure mediche, cultura per comprarsi iPhone, auto, Play Staion e altre cose di cui non c'è alcuna necessità.

      Il problema sono anche le calze, le torce elettriche, i relais, i sistemi di illuminazione, i ricambi della bici, le auto, i pelati, le centraline elettroniche, la bresaola, tutto fatto fuori ad una frazione del costo di produzione locale e importato in Italia e venduto al doppio del prezzo pre euro.

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    2. Una passeggiata in campagna, che potevi fare sotto casa senza neppure prendere l'auto, ora la puoi raggiungere solo sciroppandoti almeno una ventina di km immerso in una immonda conurbazione che distrugge il morale oltre ai polmoni. Raggiunta la campagna, potevi camminare tra campi ed erba godendoti pure canali almeno in parte guardabili quando non addirittura balneabili. Ora cammini tra i rifiuti, facendo lo slalom tra le tangenziali respirando i miasmi delle fogne.

      Bel passo avanti. Ridatemi i PC non a 3.800.000 lire, ma a 10.000.000!

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    3. Tu hai la fortuna di vivere con una tua parte artistica, estetica, spirituale ancora viva, non sepolta da pinguedine ingorda, ottusa e materialista più becera. In altre parole hai la sfiga di avere la sensibilità di osservare degrado, devastazione e abbruttimento democratici dell'ambiente e l'abbrutimento delle masse che ne è causa e conseguenza.
      In altre parole sei ancora sano a sufficienza per accorgerti del problema.
      Segnalo

      Psico(pato)logia del Paesaggio. Disagio psicologico e degrado ambientale
      Roberto Mazza e Silvia Minozzi
      Erreci Edizioni

      Poi ci sarebbe un bel passaggio in Dove si sta bene, a pag. 130, in cui l'autrice descrive il piacere delle protagonista per i paesaggi rurali residuali e l'orrore per la devastazione edilizia che li sta distruggendo.

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  14. http://leganerd.com/2013/04/18/sfatare-il-mito-quanto-costa-vivere-oggi-a-confronto-con-gli-anni-80/

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    1. Cose nerde a parte (e telecomunicazioni) lessi un articolo in cui tutto il resto è straordinariamente aumentato dall'avvento euro.
      Inoltre, sempre Mauro Bonaiuti e altri economisti intelligenti (pare un ossimoro e lo è), sono concordi che il massimo del potere di acquisto venne raggiunto nella seconda metà degli anni '70.
      Dovrei ravanare in rete per recuperarli

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  15. Si, ma tu parli di delocalizzazione, non di avvento dell'euro.
    A proposito del caso ElettroLux che citi
    "L'ad della società, Ernesto Ferrario, avrebbe anche mostrato anche alcuni volantini di megastore che vendono lavatrici a 199 euro, a dimostrazione dei costi della concorrenza esistente nel settore."
    http://www.repubblica.it/economia/2014/01/29/news/electrolux_crisi_zanonato-77183571/
    E' vero, ormai è normale trovare lavatrici tra i 200 e 250 euro. Probabilmente sono tarate per durare non + di 2 anni, ma costano molto poco, in assoluto (non parlo di rapporto prezzo/qualità).
    La de-localizzazione unita alla concorrenza ha effettivamente abbassato i prezzi di molte cose, elettronica in primis. Gli acquisti on-line permettono di risparmiare ancora di più.
    Si trovano tablet con la potenza paragonabile ad un pc a 150 euro.
    Poi possiamo discutere a che pro, ma di fatto alcune cose sono calate di prezzo.
    Molte altre invece il margine costo -> prezzo se lo sono assorbiti produttori, distributori, speculatori, dettaglianti, etc

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  16. Sai bene che su molte cose sono assolutamente in linea con te, ma su discorso prezzi secondo me, almeno sull'elettronica, c'è il problema opposto. Vendita di massa di oggetti scadenti a basso prezzo, prezzo tenuto basso con delocalizzazione, mancanza di gestione dei rifiuti generati, etc.
    Quando ero ragazzo comprarsi 1 pc (C64, Amiga, non partiamo degli IBM compatibili) era un investimento gravoso e meditato per una famiglia media. Oggi invece in media una famiglia ha + di un pc, + smartphone, + tablet, etc. Anche perché costano relativamente poco.
    Non dico che sia bene, dico che è così.

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    1. Ho percepito benissimo il fatto che la merce in vendita è immondizia, per di più progettata in modo da essere difficilmente riparabile anche in caso di guasti da niente. Per questo da almeno otto anni non sto acquistando nulla al di fuori di quel che serve per il quotidiano (sostanzialmente, alimentari e combustibili). Per il resto, vivo di scorte e riparando ripetutamente e anche con mezzi di fortuna, quel che ho. Oppure abituandomi ai difetti non riparabili fintanto che non rendono inutilizzabile l'oggetto.

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    2. Un esempio per intendersi: mi si ruppe il paracoppa dell'auto, in resina. L'officina mi chiese 80.000 lire per il pezzo, più almeno altre 50.000 per la manodopera. Risposi che ci avrei pensato e, tornato a casa, aggiustai il tutto con sei bulloni di recupero, due lastrine d'alluminio ricavate schiacciando col martello delle lattine da bibita (cercate in un fosso, fai un po' te) e un po' di silicone. Non essendo pratico e non disponendo di attrezzi "specialistici" mi ci vollero circa due ore. Il risultato fu OTTIMO E DURATURO, considerato anche che era sotto all'auto e quindi non visibile.

      Mi tolsi la soddisfazione di tornare in officina e far vedere la riparazione, con ovvio intento polemico. Ne ricavai un'esclamazione: "Ma... se tutti facessero come lei!!!" (sottinteso "noi come faremmo?"). La mia risposta, acida, fu: Abbassereste i prezzi". Fine della scena.

      Avrei altri episodi simili da raccontare. Un'economia diversa è possibile. E, incredibile dictu, è potenzialmente soddisfacente.

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    3. Grande!
      Si, quanto descrivi ha un senso.
      Le grandi multinazionali cercano di trasformarci in ebeti super-specializzati dipendenti dalle loro meraviglie tecnologiche: navigatori, cellulari, occhiali sempre più smart e connessi perché l'utente finale possa sconnettere il cervello.
      L'unica economia che conosco equilibrata e resiliente è quella locale, dove ognuno si auto-produce il più possibile, rivolgendosi ai prossimi per quello che non riesce a fare da solo, cioè il modello contadino delle piccole fattorie.

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    4. Io volevo una fascia porta cellulare da usare quando vado a correre, prezzo da negozio 30 euro.
      Mia madre l'ha realizzata in stoffa, costo 3 euro :-)

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    5. x anonimodel72:
      Grazie _zzz per i tuoi contributi.
      Penso che tu abbia scritto e ti sia anche risposto da solo.

      "Le grandi multinazionali cercano di trasformarci in ebeti super-specializzati dipendenti dalle loro meraviglie tecnologiche: navigatori, cellulari, occhiali sempre più smart e connessi perché l'utente finale possa sconnettere il cervello."

      Queste furono le parole di mio cugino _ano quando, in montagna, prima che arrivaste voi, lo andammo a trovare.
      Estrarre conoscenza e intelligenza, atrofizzarli, rendere le masse delle moltitudini di ebeti ancora più facilmente manipolabli e sfruttabili.

      Elettrodomestici (lavatrici) da 200€: durano 3 anni invece di 21. Alla fine costano 1400€ invece degli 800€ di una buona lavatrice di qualità e riparabile.
      Sicuri che costino di meno?
      Per non parlare dell'immane spreco di risorse nel gettare il 99% di tre lavatrici a fronte dell'1% del guasto unico per ciascuna di esse.
      Follia.
      No grazie.
      I consumatori hanno il 50% di responsabilità in questo sfascio, andando a comprare la robazza che costa meno, proprio annientando l'economia che da loro lavoro.

      x MrKeySmasher:
      Io penso che il fatto che tu ti abbia fatto da solo sia molto più soddisfacente!
      Quindi non solo il risparmio ma tutto il valore aggiunto che NON è quantificabile monetariamente.
      Dovrei raccontare di come mi sono riuscito a riparare l'asciugacapelli a fronte di un minuscolissimo problema.
      Se avessi buttato via tutto e ricomprato avrei speso forse di meno (considerando il tempo impiegato per la riparazione).
      Ma non funziona così, la decrescita e la vita.
      Un orgasmo non è monetizzabile.
      La soddisfazione del fare da sé per tre non è monetizzabile.
      La soddisfazione di averla messa nel culo a quegli stonzi che fanno oggetti tendenzialmente non riparabili (ovvero quasi USA&getta) non è monetizzabile.
      La soddisfazione di farsi in casa una fascia portaoggetti e rendendo pure felice la mamma_tua ad un decimo del prezzo non è monetizzabile.

      Produci, consuma krepa!?
      Fottiti!

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