In questo fine settimana spezzatino in cui mio figlio ha preso tutti i suoi impegni, ora sono in un angolo di Appennino (meraviglioso e solo qualche centinaio di metri più in là asperrimo e selvaggio) . Fungo da accompagnatore al calcio attivo, più tardi a quello passivo della finale. Ormai sono diventati giovani uomini, il mio tra loro. Non ho mai speso molte parole per lui. Detesto le attenzioni patologiche dei genitori per i loro prodotti.
Così lo vedo nella bellezza dei suoi anni, del potenziale ancora pressoché completo.
Sento il torrente alle spalle, seduto su un macigno. Il sole leonino, feroce in questa giornata tersa, picchia sul campo e sulle loro divise in plastica, io me lo scampo all'ombra di questa quercia.
Osservo.
Osservo il fluire della vita con un velo di malinconia. Come è sottile questo sentimento. Posso scrivere che me lo godo e ora le campane lontane, lo rafforzano. Strano connubbio, torrente, campane, trilli dell'arbitro, il canto degli uccelli, le grida in campo.
Ha voluto farsi quasi rapare ai lati stamani. Un po' come gli altri scarrafoni calciomaniaci.
Agli occhi miei è bello e quasi non mi va di scriverlo.
sabato 6 giugno 2015
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Invece lo hai scritto e hai fatto bene!
RispondiEliminaEh..sti figlioli ci rubano il cuore..
RispondiEliminaAnche io parlo poco del mio, in po' per privacy un po' per timore di sbrodolare fuori. :)
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RispondiEliminaCapisco che a volte non si riesce a scrivere qualcosa per paura di sporcarla.
RispondiEliminaCuore di papà, che tenerezza :)
La questione e' che ... io devo talvolta governare due tendenze contrapposte: che ci sono mie parti che mi accomunano ad altri e il fatto di volermi distinguere.
RispondiEliminaCosi' provare un po' di ammirazione per il mio prodotto e non voler cadere nell'adorazioni degl scarrafoni miei, cosi' comune.
Io il mio scarrafone non lo adoro affatto!
RispondiEliminaVolersi distinguere PER FORZA è una forzatura, una cosa non autentica, insensata.