Le serata del tango sono come la maionese (*), possono spesso impazzire anche se hai scelto buoni ingredienti e il TJ è uno dei più importanti. La scelta di brani, orchestre e le loro combinazioni, la dinamica, il fatto di riuscire a tirar su la pista quando essa cala o di calmare la pista quando troppo vivace (e magari affollata) fanno parte di quelle cose che non sono affatto definibili con precisione o con algoritmi. Un po' come l'innamoramento: capita (ma non a tutti) ma non ha algoritmi, non ha ricette, tutti gli ingredienti importanti sono necessari ma nessuno è sufficiente, non c'è alcun approccio deterministico.
Approcciare la serata con scarse aspettative è certamente uno di questi ingredienti proficui, necessari al suo successo ma, ancora, non sufficienti.
E' riapparsa, quest'estate e ieri sera, _ara, la mia compagna di studi di tango di un tempo.
Un po' fragile/problematica, era sparita da due o tre anni, crisi di rigetto, di saturazione (troppo e solo tango, troppe aspettative su di esso)? crisi personale? Non so (io sono una persona riservata e non vado a fare domande, se le persone voglioni dirmi (e io ascoltare) bene, altrimenti meglio).
Io continuo ad adorare 'sto tango, ad esserne innamorato perché non ho alcuna aspettativa verso di esso (ora pure una notevole ambizione dei primi anni è scemata, il gioco della seduzione pure è pressoché sparito): tango, solo tango, l'Art pour l'Art.
A proposito di maionese: nel mio (purtroppo) saltuario e insufficiente studio della cucina italiana, ho deciso di iniziare a farmela in casa. Già alcune volte: lunedì è uscita benino: con Rosa Canina ho preparato una discreta Kartoffelsalat con tutti i limiti del caso secondo la ricetta della mia ex-suocera (che la preparava la mattina per consumarla la sera insieme in un qualche Biergarten del capoluogo bavarese) accompagnata da due coppie di Frankfurter acquistati in Alto Adige (*). Anche se la maionese è venuta benino, sono ancora lontano dal livello della Kartoffelsalat della ex-suocera.
I pseudo wuerstel italiani delle marche "industriali" sono roba orrenda, immangiabile: combinazioni improbabili e certamente mediocri di carni alternative tacchino, pollo etc. (sarà per il politicamente corretto degli invasori islamici che non possono mangiare il divin porcello?) senza pelle, mollicci, in una parola... orribili!
RispondiEliminaNoi critichiamo gli stranieri per i loro spaghetti di grano tenero con polpette e ketchup ma i wuerstel di produzione italiana non sono certo meno raccapriccianti.