lunedì 16 dicembre 2019

Algide e timido

Dopo molto tempo, ieri, siamo tornati a camminare, Rosa Canina, con altri due amici. Un po' di viaggio e siamo arrivato in un angolo di Appennino che ha la flora (e la geologia - arenarie con emergenze di conchiglie) del Mediterraneo.
Obiettivo principale, oltre al contatto con la natura, proprio quello di prendere del sole. Inizialmente piuttosto uggioso e nuvoloso, poi è arrivato sia pur con la timidezza dei giorni che precedono il solstizio invernale.
Adoro queste giornate corte, "algide" (solo metaforicamente) e con il sole così basso.



(rosacanina)

20 commenti:

  1. Come sono organizzate queste camminate? Vi fermate a mangiare all'aperto?

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    1. Lupo, sono assai poco organizzate, ultimamente.
      E' la prima uscita un poco seria da agosto.
      Purtroppo, con i ritmi di lavoro che ho e per il fatto che alcune cinghialodromi da tango infrasettimanalil non mi vanno piu' bene, impegni, incombenze e tango si spostano il fine settimana sottraendo tempo alle camminate.
      Giro di mail ad alcune persone, durante la settimana, gli ultimi contatti via SMS.
      Comunque, se non avvisi le persone con tempo opportuno (che, a naso, direi, essere di un paio di settimane in anticipo e la giornata NON e' cosi' spettacolare da schiodare le persone) le adesioni sono scarse.

      Abbiamo mangiato al sole, seduti sulle rocce , pranzo (per Rosa Canina e me assai frugale, avcevamo fatto colazione robusta e avevano intenzione di dilettarci in cucina per la cena).

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    2. Premesso che ognuno vive come crede.
      O come può ma questo ci porterebbe lontano.

      Spero ti renderai conto, UCoso, che descrivi la vita che ti viene imposta dal "contesto della contemporaneità" e che la maggior parte della gente non mette in discussione assumendola come "dato di fatto" oppure come "la realtà". Mi capita spesso di sentirmi dire da conoscenti che non hanno tempo per se stessi, tempo per fare nulla. Sono come macchine umane che lavorano a ciclo continuo all'interno di una catena di montaggio senza fine, sono criceti sulla ruota che non possono fermare.

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    3. Ringrazio i miei che mi hanno dato una ottima educazione che tra le cose sottolinea il dovere [e il piacere, aggigungo] di lavorare bene e di mantenersi.
      Quindi prima il dovere, poi il piacere.
      Io mantengo del tempo libero ma non posso fare tutto in esso, scelgo cosa fare. Ora c'e' Rosa Canina e adoro fare delle cose con lei, ad esempio cucinare, andar per mercati contadini, trombare, sistemare la legna, aiutarla in alcune incombenze (nel suo campo sui monti lassu' oppure, prossimamente, con le api).
      Per altre cose rimane meno tempo o nessun tempo.
      E' una scelta.

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    4. Ecco, qui cadde UCoso la prima volta, come nelle vie crucis dei paesi di una volta.
      Ti inviterei a riflettere sul concetto di "dovere". Un conto è il "dovere" che è l'immagine speculare del "diritto" e che costituisce, insieme al suo opposto, il tuo essere "cittadino" o "uomo libero". Un altro conto è il "dovere" come quello degli operai dei falansteri che dovevano accudire la macchina 12 ore al giorno per ottenere in cambio la mera sussistenza per se e per i figli, con l'alternativa di morire di stenti ai margini della strada. Un altro ancora è il "dovere" come quello di chi ha comprato casa, auto, tv, scemofono, vacanze, chi più ne ha più ne metta e adesso deve pagare le rate dei vari finanziamenti, che poi sono prestiti a strozzo legalizzati, con l'alternativa di non fare quello che fanno tutti. Potrei continuare con altri esempi sul concetto del "dovere".

      Inoltre, il "dovere" si usa spesso nella vulgata come sinonimo di "volere". Qui veniamo alle scelte. Ci siamo detti altre volte che la libertà è funzione della possibilità di scelta e la scelta è funzione della responsabilità. Il concetto di "dovere" è esattamente il contrario, implica che qualcuno faccia le scelte al posto nostro e ne porti la responsabilità. Si può leggere in diversi modi, ne cito uno lieve ma anche un po' fastidioso, visto che parliamo dello scopare, le donne spesso e volentieri scopano ma cercano di vendere il concetto che non lo fanno perché gli va, lo fanno perché devono, come se qualcuno gli facesse fare delle cose che loro altrimenti non farebbero. Gli uomini maiali trogloditi e le donne sante e spirituali. Da questo paragrafo possiamo ricavare il concetto che quando uno fa delle scelte che sono un "devo" in realtà oltre a mentire spesso e volentieri perché il devo è un "voglio", sta anche dicendo che non è libero ma è "soggetto a" o "dipende da". Collegandomi al paragrafo precedente, puoi dipendere dalla macchina che ti da il pane o puoi dipendere dalla fica di cui non sai/vuoi/puoi fare a meno.

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    5. > o puoi dipendere dalla fica

      Io stetti cinque anni senza portatrici di vagina perche' avevo in testa il tango. Quindi si puo' benissimo stare anche senza trombare. Io potei passare dall'astinenza alle orge e viceversa e quindi non posso che confermare che si puo' essere indipendenti dalla fica.

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    6. Eppure c'è gente che per la fica si rovina. Uno dei racconti più antichi ci riporta la storia di un principe che si invaghisce della moglie del re che lo ospita e fugge con lei (la versione femminile è "la rapisce"), il marito si incazza, chiama parenti e amici e sbarca sulla spiaggia davanti la città del principe, deciso ad ammazzare tutti.

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    7. Signor Connor, come vedete le caratteristiche e i problemi dell'umanita' sono note da molto tempo. I Greci avevao capito tutto.
      Quando, con l'eta', cala il testosterone noi maschi dovremmo diventare se non piu' saggi diciamo... meno volubili. :)

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    8. Si, come il Silvione nazionale, il quale, non contento di avere speso una fortuna in divorzi, passerà ai posteri per non avere avuto la furbizia di incontrarsi con le zoccole diciottenni in un contesto riservato ma avere preferito organizzare festicciole orgiastiche coi suoi famigli, tirapiedi e faccendieri. Vogliamo parlare di tale Clinton che ha dovuto dimettersi da Presidente degli USA per un pompino della stagista? Nei vostri paesi, quanti anziani devolvono i loro averi a disponibili badanti? Di recente ne hanno trovato uno cadavere nella sua auto in fondo al lago. Magari cala l'ormone ma una delle grandi balle è che gli anziani siano saggi e simpatici. Al contrario, sono scemi e incarogniti, come ha sperimentato chiunque partecipi a riunioni condominiali.

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  2. Che brutte sono, quelle montagne...

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    1. Certamente non sono "montagne giardino". Il bello dei luoghi di quel tipo è il senso di "remoto" che riescono a comunicarti, proprio per il fatto che essendo "brutte" sono pochissimo battute. Alla larga dai luoghi troppo convenzionalmente "belli" -- sono come il miele per le formiche, che ci si fiondano in massa rovinando tutto. Un modo di rovinare tutto, e non certo il più lieve, è lo stimolare l'installazione delle cosiddette "strutture ricettive" -- ovvero, la costruzione di succursali vacanziere delle città dalle quali i turisti (paganti) partono in massa.

      MrKeySmasher

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    2. > che brutte

      Purtroppo la giornata era pallida, con cielo velato (e inizalmente grigio) e quindi anche le foto sono mosce.
      Quel pezzo di Appennino ha una geologia piuttosto inusuale e una flora proprio da macchia mediterranea: elicriso, ginestra, ginestraccio, pino nero, roverella, frassino, ginepro.
      Se si trascura che sono pini neri e non marittimi, sembra di essere in mezzo ad una duna, proprio con la sabbia sotto.
      La qualita' delle foto e la giornata "aquerello" (era tutto moscio, sole, sereno, persino il freddo che era un fresco autunnale piu' che freddo) bolliscono, lessano il tutto.

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    3. Messe Pigiatasti, grazie per aver sottolineato la bellezza assai poco appariscente del sempre piu' desolato Appennino.
      Purtroppo i luoghi belli delle Alpi sono ormai massacrati dal turismo di massa (anche se relativa, minore ad altri posti aberranto come molti luoghi marini, sempre troppa).
      Quest'estate sono incappato nella val di Pejo e mi resi conto di quel tumore turistico. Che disastro! Che squallore!

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  3. Pure noi siamo stati a pejo di passaggio ma era fine settembre. Mi è piaciuto Pejo, ho fatto compere nell'unico negozio del paese, gestito da due simpatici vecchietti, ho comprato il formaggio nel caseificio e sono andata a bere l'acqua ferrosa.
    Bello.

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    1. Considerato quello che vidi in val di Pejo, posso ritenere con relativa ragionevole certezza, che l'agricoltura e la zootecnia siano diventati, in quella valle, del tutto residuali se non addirittura marginali.
      Il turismo e' la piu' efficace arma di distruzione delle economie tradizionali e di omologazione all'appiattimento standard globale.

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    2. Ho fatto una ricerca web riguardo il caseificio, non credo sia come dici tu.
      Credo sia un'isola felice.

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    3. Campi e lavoro contadini sono residuali o completamente spariti. In alcune valli non lontane mamma Provincia paga i locali affinché [sic!] falcino i prati per tenerli [turisticamente] tali.
      Non capisco cosa possa dimostrare la rete, rispetto alla realtà.
      Silvia, hai visto qualche foto della val di Pejo diciamo fino alla prima metà del secolo scorso? Se si le hai paragonate colla realtà odierna?
      Sono il primo a sperare che le retroguardia resistano.

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  4. L'ultimo caseificio turnario del Trentino! Casolet ottimo!

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