sabato 4 gennaio 2020

Fossa Clodia - 3: Pellestrina

(Fossa Clodia - 2: la laguna dell'orribile)

A San Silvestro siamo stati fortunati: freddo e nebbia ci hanno accompagnati per ore negli otto chilometri di tombolo, da nord, Santa Maria del Mare fino all'attracco del vaporetto per Chioggia, nei pressi del cimitero, a sud.
La laguna era così bella, silenziosa, il rumore sommesso di qualche rara barca a rompere il silenzio esaltandolo, il canto lontano delle sirene di alcune grandi navi nella nebbia, le goccioline di umidità che si condensava sulle tamerici resistenti al sale, il suono sommesso dello sciabordio delle onde placide sugli scafi, il suono delle campane, di tanto in tanto. Poi silenzio, dissolvenze, ancora silenzio, spazi.
Nei tratti che abbiamo percorso accanto o al di là dei murazzi, potevamo percepire la precarietà di questa sottile lingua di sabbia rispetto alla possente ferocia del mare, vedere i rinforzi e i sopralzi costruiti dopo la distruttiva mareggiata "alta" del 4 novembre 1966. A levante il mare e i muraglioni, la diga che celano l'ampiezza, l'infinito, a ponente la laguna placida, le piccole case a schiera, le piccole calli, le chiese per votarsi a qualche santo. Questo contrasto contribuisce alla bellezza di Pellestrina.
Siamo stati fortunati, con il freddo e la nebbia perché essi ci hanno permesso di vivere la malinconia della laguna, il suo essere fine, inizio, dissolvenza nel nulla. Forse per questo, perché ti ricorda la terra, l'acqua dalle quali vieni e alle quali tornerai, la vita, la morte, l'amore e l'odio, la piccola finitezza e l'infinito in cui dissolversi, la laguna d'inverno è il regno della bellezza e della malinconia che la incorona.


San Domenico, a Chioggia.

A nordi dell'isolotto di Ca' Rioman fino a Pellestrina solo i murazzi separano mare e laguna.



Attracco meridionale, tra il cimitero e il nucleo abitato capoluogo, Pellestrina.

Sul traghetto si era imbarcato l'autobus dal quale eravamo appena scesi a Santa Maria del Mare.

Traghetto e autobus partiti verso il Lido...

e poi, nulla più.






 





Oltre, il nulla.


Così pacifico, basso, quasi infimo, ora, il mare al di là del murazzo.

Splendida ammonite su un masso di Rosso di Verona su una delle scogliere a pettine.






12 commenti:

  1. caroman è una delle nostre mete preferite l'estate

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    1. E' un angolo di biodiversita' assai importante.
      Mi sono letto velocemente la scheda LIPU.
      Un po' tagliata fuori da tutto il resto (la fermata del vsaporetto deve essere prenotata in anticipo) ha il fascino di tutti i posti... difficilmente o meno facilmente raggiungibili.
      Anche dal vaporetto aveva un fascino, Ca' Roman, un po' in disparte, nel silenzio.

      Buon 2020, Baffus!

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    2. è uno dei posti in cui la baffina si sente libera, decisamente libera e ... ...

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    3. Stai dicendo che la Baffina a Ca' Roman fa la birbina@?
      Ohpersancrisostomo! :)

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  2. Gran Bellezza e poesia vissute in luoghi a me cari per esserci passato in bici nel 2015 diretto al Piave e poi a Kobarid.
    Burano mi regalò emozioni forti.
    La foto dal titolo "oltre, il nulla" è la più interessante.

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    1. E' una poesia intima, introspettiva, quella della laguna e delle sue estremita' orientiali meridionali che vivemmo Rosa Canina ed io anche grazie alla combinazione freddo&nebbia.

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    1. Non mi ricordo se era Osho che indicava le religioni col termine di insieme di superstizioni: a leggere questo resoconto tra il folkloristico e l'assurdo non si puo' che dargli ragione!

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    2. Io non so chi sia questo Osho, ho anzi timore ad indagare perché sospetto che farebbe ulteriormente scendere la stima nei tuoi confronti, però Marx diceva che la religione era l'oppio del Popolo.

      Ancora, Coso, tu non riesci a distinguere la religione, che si occupa del trascendente ("aldilà" per i compagni e i meridionali), dalle sue conseguenze nell'immanente ("aldiqua"). Secondo te Yaveh, quando dettava le Tavole delle Lagge a Mose sul monte, gli ha detto di tirare un cavo d'acciaio attorno a Manhattan? Cosi come, tornando al video che dicevo, secondo te Yeoshua detto Gesu ha detto ai discepoli di andare in giro col cappuccio a cono dietro ad una statua di lui crocifisso? Adesso che sai del cavo che consente agli Ebrei osservanti di seguire le regole di casa invece che le regole di fuori-casa per il Sabato, ripensa al concetto del "ghetto ebraico", parola veneta che indicava il quartiere degli ebrei. Il ghetto, oltre ad essere auto-definito, è anche come un guanto, il dentro diventa il fuori se lo rovesci.

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    3. Siete ancora preda del. vs. antagonismo pavloviano. Sapevo che avreste certamente risposto come i cani salivavano all'accensione della luce :- "Osho bruttocacca le elite il sessantotto i compagni..." e avete risposto in modo automatico come prevedibile.
      Se invece delle superstizioni di Osho volete utilizzare l'oppio di Marx va bene lo stesso, dentro le due scatole c'è la stessa roba.
      La virtualizzazione in insiemi di regole sempre più assurde appartiene all'etologia più che allo spazio delle religioni.
      Si cerca di automatizzare, di rendere ripetitivo e semplice ogni cosa e lo si fa grottescamente anche per ciò che riguarda/dovrebbe riguardare la questione della morte e su come assicurarsi un "buon" trapasso, una "buona" continuazione dopo la morte.
      Poi c'è il pastore che inventa regole via via più cervellotiche in modo che le pecore possano continuare a decorare giulive. Questo gli attribuisce potere e il processo si amplia e si perpetua.
      Buondì

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    4. ... possano continuare a pecorare giulive.

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    5. Mettiamola cosi.

      Esistono quattro Vangeli canonici che raccontano della vita e della predicazione del Figlio di Dio.
      Se non ricordo male l'opera omnia di Marx è raccolta in una sessantina di volumi.
      Tra le tante cose tragiche, comiche e assurde che leggo su Wikipedia, pare che esistano seicentocinquanta libri che raccolgono i discorsi di tale Osho, tutti utilissimi visto che in un discorso diceva il contrario di un discorso precedente.
      Mi devo informare sulle opere di Ron Hubbard.

      Resta da stabilire se questo sia un mondo di ciechi che citano Osho e io sono il guercio che non l'ha mai sentito nominare, oppure il sono il cieco e chi cita Osho è un illuminato.

      Ah, le risate. Ma cosa ci vengo a fare in questo blog? Non mi funziona qualche rotella.

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