mercoledì 22 settembre 2021

Gente pazza (Kreutzfeld-Disney)

Leggevo da Gaia amare considerazioni su un'altra moda, una delle molteplici che percorrono i gangli della società, pulsioni, fissazioni psicotiche collettive via via più gravi e incontrollabili:  vietato vietare, uguaglianze, accoglienze no-border, i gioiosi fratelli dell'islam religione di pace, genitori 1, 2 e pigreco, zacchete, ora abbiamo il referendum contro la caccia.

Animalisti,  vegani, sono il risultato di malattie della contemporaneità come l'artificializzazione indotta dall'urbanismo, l'ugualismo, e la waltdisneyzzazione delle menti. Purtroppo è gente (volutamente uso questo termine collettivo che ha l'accezione dell'indistinto) che crede di essere una mucca, erbivorizzandosi. I disequilibri nella sfera dell'alimentazione sono sintomi di scompensi più gravi e generali. Dopo mucca pazza, risultante dalla onnivorizzazione degli erbivori, ora abbiamo gente pazza, il risultato della erbivorizzazione degli onnivori.
Sempre più persone si stipano in formicai umani sempre più grandi e numerosi, la malattia è in grave espansione.

Il fatto che questi poveretti possano decidere sulla caccia è allo stesso livello di un adolescente brufoloso che ha visto Heidi tre volte e che decide come si tenga una malga oppure come si vada su un ghiacciaio.

Sono segni di una senescenza generale, di una demenza senile sociale.
Un mio maestro portegno di tango citò questo motto :- "Tempi difficili portano persone in gamba che preparano tempi facili che  portano genti mediocri che portano a tempi difficili".
La nemesi della società urbanizzata, artificializzata è evidente nel video a corredo.


39 commenti:

  1. Eeh, non proprio.
    I fondamenti della odierna "moda" sono sempre quelli dello Anti-Umanesimo della fine dei Sessanta e inizio dei Settanta.

    Cito:
    "SPECISMO - Il termine fu coniato nel 1970 dallo psicologo britannico Richard Ryder, pioniere del movimento di liberazione animale, per calco da razzismo e sessismo, con l'intento di descrivere in particolare gli atteggiamenti umani che coinvolgono una discriminazione degli animali, inclusa la concezione degli animali come oggetti o proprietà."

    C'è una differenza, maturata nel frattempo.
    Negli Anni Settanta la "militanza" si ispirava all'epica rivoluzionaria socialista-comunista, quindi l'idea che "il fine giustifica i mezzi" e questi "mezzi" potessero e dovessero includere anche la violenza, con la conseguenza che anche la repressione anti-rivoluzionaria sarebbe stata ugualmente violenta.

    Oggi invece la "militanza" è solo una posa decadente, come un passatempo, che non può e non deve dare nessun incomodo, ne a chi la pratica ne a chi la avversa. Non vale ovviamente solo per lo "specismo" ma per tutti gli "ismi", che sono sempre e comunque subordinati al godimento individuale. La subordinazione al godimento significa che il "militante" arriva solo fino al punto in cui il suo godimento viene diminuito, allo stesso modo la repressione non ha bisogno di fare altro che minacciare la dimunuzione del godimento.

    Questa è la ragione per cui gli "ismi" oggi sono ISTITUZIONALIZZATI. Alle "autorità" conviene usarli, assecondare la "moda", piuttosto che avversarli, perché alla fine la massa viene controllata aumentando o diminuendo il godimento. Dato che la premessa del godimento è il distacco dalla realtà, bisogna spostare gli aspetti pratici dell'esistenza in un "altrove" ed eccoci ai "Paesi Emergenti" che sono collocati in un altra dimensione, un altro universo. Non è un problema, perché essendo tutti fuori dalla realtà, a nessuno viene in mente di toccare con mano cosa succede fuori dalla "bolla - fedez".

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    1. Mi ricordo a piccolo la 'TV dei Ragazzi' (fine anni '60, primi anni '70') dove, per i più piccoli, tra gli altri programmi c'era quello di un gruppo di pupazzi "animaliformi" (gli 'Animatti') il cui Jingle era: "siamo tutti fratelli animali e vegetali, siam tutti uguali, siam tutti ugual".

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    2. La ugualizzazione come paradigma viene inculcato anche in questi modi, con dei pupazzi. Ogni tecnica per il lavaggio del cervello è utile, se simpatica, suadente, tanto meglio.
      Agnello e lince ugualizzati, ad esempio, come invasi e invasori.

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  2. e poi ci sono i nullatenenti agli occhi del fisco che se ne frecano di leggi e contravvenzioni e possono incularti se poco poco ti chini, in appoggio alla legge sovrana, la legge der menga garantita dalla mejo carta ar monno

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  3. Uomo te l'ho già detto: i miei nonni erano macellai da generazioni. Si compravano le bestie e le ammazzavano e la carne era buona. La gente la comprava una o due volte alla settimana. Lo sai meglio di me che la grande distribuzione ha stravolto tutto.
    È sano nutrirsi di animali ammalati?

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    1. Sara, ti racconto una storiella.

      Molto tempo fa con degli amici decidemmo di andare in vacanza in Grecia e fare il viaggio in macchina, attraversando la "cortina di ferro" e passando per i Balcani. Te la faccio breve, non mangiammo per tre giorni, non sapendo dove trovare un negozio e come comprare il cibo. Arrivati alla frontiera greca, vedemmo in lontananza un piccolo supermercato. Dopo solo tre giorni di digiuno, ci sembrò una visione mistica, la Terra Promessa per gli Ebrei che traversano il deserto.

      La morale della favola è che la "modernità" e la grande o piccola distribuzione, cioè la logistica, hanno migliorato tantissimo la vita delle persone, partendo dalla dieta ma interessando ogni aspetto del vivere. In pratica oggi per qualsiasi cosa tu voglia, vai nel supermercato e la trovi. Indipendentemente dalla località, dalla stagione e anche, tutto sommato, dal tuo reddito, perché il surplus di risorse rende la maggior parte delle cose accessibili a tutti.

      Inutile menare il torrone. Se nella antichità pochi superavano i quarant'anni, oggi molti raggiungono gli ottanta. Dipende dal miglioramento delle condizioni generali e la dieta è uno dei fattori determinanti.

      Ci sono le frodi alimentari ma ci sono leggi e agenzie governative preposte alla sorveglianza.
      E' ovviamente più facile che la frode sia compiuta da un piccolo commerciante che dalla grande distribuzione, per un semplice meccanismo di convenienza. Il supermercato ragiona per grandi volumi e quindi toglie dagli scaffali i prodotti scaduti, non ha nessuna convenienza a provare a taroccarli per rivenderli come nuovi. Allo stesso modo, la grande distribuzione ha gli strumenti per fare controlli sulla merce mentre il piccolo commerciante deve affidarsi all'esperienza.

      Torno alla sconnessione per cui le anime belle del cosiddetto Occidente, in piena decadenza, non vanno a vedere cosa c'è sulle bancarelle della maggior parte del resto del mondo e cosa mangiano gli affamati (o cosa bevono gli assetati).

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    2. Quelli che oggi raggingono gli 80 e più hanno mangiato bene da giovani. Oggi c'è pure pieno di intolleranze.

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    3. Non è vero, non era il mangiare, era la selezione naturale.
      Ai tempi dei miei nonni ogni donna faceva dieci figli, metà non arrivava all'età adulta, dei superstiti la maggior parte non diventava vecchio e i pochi che sopravvivevano, avevano una resistenza innata, genetica.
      Ai giorni nostri la selezione naturale è praticamente assente, i difetti genetici si propagano e si accumulano, quindi nonostante le condizioni di vita siano immensamente migliorate, soffriamo in percentuale sempre maggiore di malattie congenite, a cui rimediamo con la tecnologia e quindi complessivamente ne diventiamo sempre più dipendenti.

      Il nocciolo del discorso è che non solo la "grande distribuzione" ha migliorato la vita ma sul lungo termine, proprio a causa della vita comoda, ci sarà sempre più gente che dovrà mangiare cibi senza glutine, senza lattosio, senza grassi, addizionati con vitamine e ormoni, cose che non esistono "in natura" e che non coltivi nell'orto.

      Infatti, i vegani sono persone che "in natura" durerebbero una settimana e che possono esistere solo in un contesto completamente artificiale.

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    4. Nei paesi del patto di Varsavia probabilmente c'era solo la GDO collettiva, im paesi comunisti nei quali la povertà era il risultato della deresponsabilizzazione e dell'appiattimento al peggio.
      Il problema è la scala abnormemrntw grande che inustrislizza cibo ed alimentazione: noi non siamo robot.

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    5. Non avevo finito di commentare per mancanza di tempo.
      x Nessuno:
      Questa iperbole o GDO o morte/miseria/vita insalubre non è corretta. La GDO e i rifiuti con dentro cibo industriale che essa distribuisce in massa è una delle conseguenze dell'urbanismo e dello sradicamento di masse sterminate e sempre più grandi di persone.
      Il rapporto città - campagna impedisce quello consumatori - produttori, se le città diventano megalopoli, ancora peggio.
      Piu' l'urbanismo cresce, peggio la vita diventa.
      La GDO diventa distruzione della prima economia, il settore primario, diventa montagne di riufiuti misti rimessi nei polmoni e nel sangue via inceneritori e loro ceneri messe ovunque, diventa distruzione delle piccole imprese contadine, quelle che ancora possono fornire cibo sano e dare lavoro dignitoso.
      Voi stessi osservate, senza riconoscerlo, questo avvilupparsi dell'urbanismo e delle patologie che comporta, in una spirale autoalimentantesi :- "ci sarà sempre più gente che dovrà mangiare cibi senza glutine, senza lattosio, senza grassi, addizionati con vitamine e ormoni, cose che non esistono "in natura""
      Ora non mi dilungo nella spirale consumistica: la riduzione voluta e adorata della parte di reddito destinata alla alimentazione ha liberato quattrini che vengono spesi in cose sceme, insalubri, non necessarie, nocive.

      E' una falsa alternativa. Io penso che sia possibile, nel 2021, uscire da questa finta scelta, romperla e tornare a rimettere e il cibo e la cultura e l'economia sane che lo producono, nel posto importante che meritano.

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    6. x Sara:
      Stamattina, dal GAS, via _voli, caro amico anarchico, gasista, sono arrivati due polli e un coniglio. Sosteniamo una coppia che, in montagna, con Campi Aperti, ha preso un podere e alleva in modo biologico, allo stato semibrado, polli, conigli, vitelloni, maiali.
      Alla Coop mi prendo un "pollo" allo spiedo al 3.50€, qui l'ho pagato 12€ al chilo. Caro!? Se considero il lavoro e la economia sana che ha prodotto quel cibo, e il fatto che non mi ammalo mangiando del cibo malato, inquinato, penso che non sia affatto caro.
      Ecco, Sara, dovrei invitarvi e cucinare per voi quel pollo o quel coniglio: esiste la possibilità di avre del cibo.
      Ovviamente mi ha richiesto del lavoro, decisamente più lavoro che non prendere il polloide della GDO.
      Alla fine... è necessario scegliere.

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    7. Io vivo in un posto che se voglio un pollo o un coniglio veri, li trovo. Quando ero sposata avevamo galline e conigli, le cui lettiere finivano in giardino!

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    8. Confermi: volere è potere!
      Prima che il bio venisse annacquato ai livelli attuali, proprio per la GDO e la produzione di massa, le aziende BIO dovevano avere animali per la produzione, in loco, di letame. Ora c'è un... mercato del letame bio, come se avere dei TIR che lo portano di qui e di là fosse... bio.
      Mah.
      La maggioranza delle cose viene messa in teatrino, in farsa ipocrita e patetica.

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    9. Sara vive nell'iperuranio e tu, Coso, scrivi senza la comprensione dell'argomento ma con sussiego.

      Primo, che Sara mangi ogni tanto un pollo ruspante non fa la minima differenza ne per lei, rispetto alla spesa di tutti i giorni che fa al supermercato, ne in generale, cioè per tutta la popolazione che fa la spesa al supermercato.

      Io tocco con mano il futuro che per voi non è ancora arrivato.
      Nella città in cui girovago da cinquant'anni una volta ogni quartiere aveva i suoi negozi che coprivano tutte le necessità base, dal vestire al mangiare. Oggi i negozi sono tutti chiusi o riconvertiti in quelli degli immigrati che non si capisce cosa vendono, tutto e niente, il kebab, eccetera. I negozi sono chiusi perché la gente compra al supermercato, che dalle mie parti è "centro commerciale" e sito fuori città, resistono pochi supermercatini. Poi la gente compra online e/o si fa portare le cose a domicilio, specie il mangiare.

      Secondo, il fatto che esista la "Grande Distribuzione" è una conseguenza, non la causa, del fatto che esiste la produzione industriale e su larga scala. Per esempio, aumenta il prezzo della pasta IN ITALIA perché IN CANADA i raccolti di cereali sono stati rovinati dal clima. Non lo dico a caso, è proprio quello che scrive il Sole24Ore. L'Italia non produce ne agricoltura intensiva ne grande industria, tradizionalmente. Siccome siamo una colonia e siccome la triade vaticano-compagni-terroni, siamo sempre a pecora in ogni tempo, occasione e luogo. Ergo, dismettiamo le produzioni tradizionali per importare dall'estero. Importiamo qualsiasi cosa, ho detto dei cereali ma importiamo anche la mitica mozzarella polacca che compra mia mamma alla COOP.

      Infine, che la razza si indebolisca perché vive nell'abbondanza è INEVITABILE.
      Nessuno qui, ne io ne Sara ne Coso, sfida gli elementi e le fiere per procacciarsi il pasto. Nessuno abbatte gli alberi per costruirsi un rifugio. Nella antichità, come ho detto, pochissimi superavano i 40. Non perché fossero ricchi e quindi mangiassero bene ma perché erano geneticamente predestinati. Anche oggi c'è gente che non ha una carie, che ci vede benissimo a 50 anni, che ha il colesterolo ai minimi, le arterie cromate e il cuore come un orologio, eccetera, solo che non c'è più la falce del tristo mietitore che elimina tutti gli altri. Questi altri, coi loro difetti genetici, più o meno si riproducono e i difetti si sommano.

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  4. Di recente hanno trovato mi pare in Piemonte un allevamento di maiali dove davano in pasto agli animali, maiali morti.

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    1. Cibo insalubre da animali marci per formicai umani che crescono senza sosta, in distopie artificiali, cibo prodotto in quantita; sempre maggiore, sempre più scadente e a prezzi sempre più bassi.
      Sono gli homobionti, tumorali, così precisamente descritti nella ultima (e penultima) pagina di Agobit.
      Io, come cacciatore, sarei ghiotto di carni rosse, mi limito, due o tre volte la settimana. Il problema NON è solo affatto alimentare (il cibo), psicologico (la fissazione psicotica autoerbivorizzante), sociologico (urbanismo e artificializzazione, liquidità consumistica), numerico, di scala (esplosione demografica esponenziale), ideologico (ugualismo), regressivo (incapacità di cucinare il cibo tra le varie incapacità e inettitudini che caratterizzano via via più gli artificializzati inurbati).

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  5. Giovannino Guareschi nel lager polacco: “La verità non s’insegna; bisogna scoprirla, conquistarla. Pensare, farsi una coscienza. Non cercare uno che pensi per voi, che vi insegni come dovete essere liberi. Qui si vedono gli effetti: dagli effetti risalire alle cause, individuare il male. Strapparsi dalla massa, dal pensiero collettivo, come una pietra dall’acciottolato, ritrovare in se stessi l’individuo, la coscienza personale. Impostare il problema morale” (Diario clandestino, p. 158).

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    1. Grazie Sergio.
      Io la descrivo anche come conoscenza diretta o primaria, quella appresa personalomente, vivendo, che non è quella secondaria appresa copn studi o, n-aria (il degrado esiste!) spippolando la rete.
      La nostra etologioa ha una forte connotazione collettiva, sociale, gregaria, questo ha pro e contro.
      Io penso che la morale sia conseguenza dell'ambiente: se l'ambiente si allontana da ciò che ha determinato, in centinaia di migliaia di anni, evolutivamente la nostra biologia, la morale lo segue e la frattura natura - cultura si amplia, comportando malattie, psicosi, disagi sempre piu' gravi.

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  6. Salami, prosciutti e porchette su quattro zampe. Se i "residenti" di quei quartieri li guardassero sotto quell'ottica e "monetizzassero" quel che vedono, i cinghiali si ridimensionerebbero in tempi brevi. Si vocifera che a organizzare raid siano più capaci gli umani che i cinghiali. Senza contare che gli umani sanno far cose che quelli non riescono neppure a concepire: installare trappole. Pratica, peraltro, che elimina il rischio dello scontro fisico.

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    1. Penso che quando inizieranno a essere i primi segni del collasso (il debito non può aumentare all'infinito e sempre più velocemente, in primis quello ecologico) si tornerà al primo problema di sempre: la fame e in questo il problema delle proteine animali.
      Dai tumori homobiontici urbani in collasso usciranno torme di predoni che tenteranno di recuperare la selvaggina.
      Come ricordava Nessuno, uccidere un cinghiale e quindi conservarlo e lavorarlo, non è affatto facile, richiede strumenti e conoscenze.
      Non è una cosa che si improvvisa, come tirare il collo ad un pollo.

      Io spero che le compagnie di cinghialai, diffuse in Appennino, forse anche da voi (non in tutte le regioni, ad esempio in Molise mi dissero che il cinghiale non è nelle loro tradizione, a differenza delle vicine Umbria e Toscana, ad esempio: da voi, in Piemonte?) riescano a comunicare quella cultura venatoria e a perpetuarla a qualche giovane.

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    2. Nel filmato non si vedono animali selvatici, ma porcastri dal comportamento semi domestico fattosi troppo "intraprendente" per via dell'arrendevolezza altrui. In quella situazione le prime prede a quattro zampe son più facili da catturare di quanto lo possa essere un cane o un gatto. Certo, l'esperienza di una manciata di aggressioni mortali porterebbe i superstiti a maturare in fretta il timore e la diffidenza tipici dei veri selvatici. Ma a quel punto di cinghiali nell'abitato non si vedrebbe più traccia - un cinghiale non è un topo, non può "infrattarsi" come niente fosse in un contesto urbano.

      Non a caso, comportamenti simili a quelli di quei cinghiali degenerati sono comuni anche tra le torme di scimmie che infestano certe aree urbane in giro per il mondo. I cinghiali, se non altro, hanno limiti e confini intellettivi ben più marcati di quelli dei macachi.

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    3. La settimana scorsa un cacciatore è stato ucciso da un cinghiale sfuggito al colpo che gli aveva appena sparato.
      I cinghiali sono gli unici animali selvatici che uccidono, ogni anno, parecchie persone (solo in Italia). Molti temono lupi e orsi ma... di fatto, per la diffusione dei cinghiali, questi sono molto più pericolosi.
      L'estate scorsa, a pochi km da casa, un orticoltore pensionato incappo in un branco di cinghiali che gli stavano devastando l'orte, fu mandato quasi al redentore dai suidi.

      Certamente gli uomini predano i cinghiali, ma si tratta comunque di attività che è necessario fare bene. Quello è solo il primo passo: poi è necessario saperlo macellare e lavorare. E farlo presto, le carni dei cinghiali deperiscono in tempo estremamente veloce (poche ore ed è tutto da buttare).

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    4. I cinghiali sono sostanzialmente codardi (il che è un segno di "saggezza", intendiamoci), aggrediscono solo in condizioni molto particolari, in genere per reazione ad una aggressione (anche solo percepita) alla quale sentono di non potersi sottrarre con la fuga. Quando ero solito vagare tra le alte colline liguri, dormendo qua e là in tenda, ho avuto innumerevoli volte modo di incappare in gruppi di cinghiali. Mai incorso in alcun problema: se annusano la presenza di cibo "potenziale" si avvicinano furtivi per vedere che cosa si può effettivamente arraffare, ma mai oltre un limite che pensano possa garantire loro la sicurezza. Sempre cercano di non dare nell'occhio e se vengono avvicinati più di quanto loro gradito o si accorgono di essere stati avvistati corrono come il vento in direzione opposta. Questo i veri selvatici. Poi ci sono i semi-domestici, quelli sì che son pericolosi, perché il loro comportamento è "deviato" rispetto a quello standard, molto più sfrontato per il timore parecchio ridotto nei confronti di noi bipedi. Per fortuna mia non ho mai incontrato cinghiali/porcastri semi-domestici (in genere sono anche molto più grandi dei veri cinghiali).

      Oggi vedo cinghiali e porcastri mostrarsi apertamente in zone di pianura dove fino a una decina d'anni fa parevano (il "parevano" è prudenziale, perché secondo me "erano") completamente assenti. Si spostano con indolenza, incuranti della presenza umana. Ecco, in queste condizioni non sono tanto convinto della loro innocuità, e proprio per questo ritengo vadano tolti dalla circolazione con le buone o con le cattive. In modo organizzato, entro o oltre le leggi. Non si tratta solo di qualche campo di patate devastato (anche se pure quello è gravissimo, dal punto di vista di chi ha coltivato quelle patate e su di esse basa la propria sussistenza) indipendentemente dal numero di gambe sulle quali camminano, non è lecito che dall'alto venga imposta implicitamente o esplicitamente la convivenza con potenziali assassini.

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    5. Se andate su Yuoutube e cercate "hog hunting texas" scoprirete che in Texas sono travolti dai cinghiali, tanto che gli danno la caccia in tutti i modi, con l'elicottero, di notte colle ottiche militari, con le trappole giganti.

      Il fatto è che il valore commerciale del cinghiale è zero perché i selvatici sono portatori di un sacco di malattie e di parassiti. Ai cacciatori che vogliano cibarsene, le autorità americane raccomandano di usare guanti eccetera per maneggiarli e di cuocere accuratamente la carne.

      Mi si dirà "allora come facevano una volta?".
      Si beccavano le malattie e i parassiti. Leggevo di alcune mummie Inuit trovate in Groenlandia credo, avevano i pidocchi nell'intestino, come parte del pasto. Pare che fossero tanto ricoperti di pidocchi che quando mangiavano ne ingoiavano parecchi. Le parassitosi intestinali, che mia nonna chiamava "il baco tenia", nella antichità erano la norma. La "ciste canina", eccetera. Tanto per sfatare il mito della "età dell'oro" quando la gente mangiava le cose genuine.

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    6. Ho visto 'sto video sulla cattura di cinghiali/porcastri fino 'sto spezzatino Cajun Jambalaya (Louisiana).

      La materia prima sarebbe pure eccellente.
      Sono rimasto sconcertato, col procedere della ricetta, dalla quantita' incredibile di spezie, sapori, salse, condimenti, sughi, etc. che vengono via via aggiunti allo spezzatino.
      All'inizio sale, pepe, paprika, aglio (secco, bah). Poi aceto, pepe nero, salsa bruna, aceto, salsiccia affumicata...

      Penso che, alla fine, del sapore della carne di cinghiale/porcastro sia rimasto piu' niente che poco.

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    7. Messer Pigiatasti, quando quell'anziano entro' nel proprio orto, il gruppo di cinghiali che lo avevano preceduto non eran0 affatto d'accordo sul fatto che l'orto fosse dell'anziano e... lo hanno quasi mandato al Rederentore.
      Non e' che i cinghiali siano poi' cosi' timidi/timorosi, eh!?

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    8. Con questa pasta di salsiccia di cinghiale/porcastro per il martedì gustoso succedono strane cose: il macinato di cinghialporcastro viene speziato e insaccato (confezione di plastica) e poi rimesso in un tegame, un poco arrostito, a cui segue una asciugatura con farina, poi bollitura con latte e burro.
      Alla fine servono la "salsa di salsiccia di cinghioporco" con quelle che nel modenese sarebbero delle crescentine cotte nelle tigelle.
      Qui forse un po' meno ingredienti ma sempre delle associazioni... non esattamente salutari. Direi un po' come il nostro arrosto di maiale al latte, decisamente... esasperato!

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    9. Coso, le spezie hanno due funzioni ovvie.
      La funzione di conservante, in un mondo senza frigoriferi e senza confezioni sottovuoto.
      La funzione di coprire il saporaccio di ingredienti altrimenti immangiabili, tipo la carne salata e i fagioli cucinati dai cowboys, da cui il "chili".

      La materia prima NON è eccellente, ripeto, a parte che il verro di mezza tonnellata è diverso dal maialino di poche settimane, il selvatico è portatore di molte malattie trasmissibili all'uomo (negli stati aridi degli USA, incidentalmente, anche la Peste Nera o Bubbonica, per via delle zecche che vivono coi roditori) e di molti parassiti. Siamo sempre li, idealizziamo lo "stato di natura" e poi ci lamentiamo se la "natura" ci regala le epidemie.

      Farei presente che quando ci sono certe malattie negli allevamenti, la Legge impone l'abbattimento di tutti i capi e il loro smaltimento come rifiuti pericolosi. Da cui l'ovvia conseguenza che avvicinare il selvatico alle bestie allevate implica ovvie conseguenze epidemiologiche.

      Bisogna tirare fuori la testa dal culo, altrimenti votate tutti per demagoghi da strapazzo come Grillo.

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    10. Una contraddizione tra la cucina "tradizionale" (per quel che vale negli SUA) e la contemporaneità.
      Nei video citati usano ghiaccio, congelatori, sottovuoto, etc. . I porcastri vengono abbattuti, sezionato, cucinati. Nel caso specifico della 1a ricetta, spezzatino di carne fresca.

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    11. Eccoti lo Schema malattie del cinghiale.
      In Italia eh, non le Texas.

      Come si vede, la semplice manipolazione del cinghiale implica un notevole rischio di contrarre e/o di diffondere agenti patogeni. Figurati l'idea di trattare la carne cruda in un ambiente dove si cucina. Hai voglia di cuocere la carne a valle, a monte il cuoco non indossa una tuta a tenuta stagna e la carne non è mantenuta in contenitori sigillati ma ci sono pentole e posate.

      Si diceva del mangiare "artificiale" dell'industria e dei supermercati e di quanto sia "genuino" quando ha un'altra provenienza. Questo modo di pensare IRRAZIONALE è simile alla faccenda No Vax. Sei davanti a due alternative, ognuna coi suoi pro e contro. Puoi scegliere un prodotto industriale che si ottiene con dei miscugli di ingredienti eterogenei e un certo ciclo produttivo controllato, col risultato di un prodotto "medio" che è appena accettabile ma è "igienico", oppure un prodotto artigianale che è probabilmente migliore qualitativamente ma che, dato l'origine e i processi non controllati, implica un rischio sensibile di malattia e/o morte. Poi scegliere tra il maiale di allevamento tirato su a mangime ma controllato dal veterinario contro il cinghiale che mangia nel bosco (meno quello che pascola tra i rifiuti a Roma o Genova) che però può avere una qualsiasi o tutte le malattie sopra elencate.

      Visto che parlavamo dei cinghiali del Texas, negli USA è ovvia la ragione per cui la gente predilige il mangiare confezionato, quando pensi che quello non confezionato viene importato da fogne terzomondiali e trasportato e immagazzinato senza alcun riguardo, col risultato che periodicamente ci sono epidemie di salmonellosi e simili. La carne USA viene da animali allevati non si sa come (ormoni, antibiotici) e poi processata con la chimica, tipo alcol o candeggina, nelle fasi di lavorazione che portano al "filetto", d'altra parte ti devi fidare del tizio col cappellino da scemo che pasticcia nella sua baracca.

      Noi ci stiamo più attenti, abbiamo una cultura diversa per il mangiare, anche prima della Peste Cinese nei supermercati si mettevano i guanti per prendere la verdura dallo scaffale e ci sono norme e controlli abbastanza stringenti, però il rischio aumenta col fatto che importiamo tutto o quasi dall'estero.

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    12. Nessuno, vado (con la mia scars)a memoria: aanche gli animali di allevamente intensivo possono avere delle parologie pazzesche. Infatti vengono bombati di medicinali che poi.. finiscono in coloro che ne mangiano le carni.
      Il mio dubbio quindi e': in genere, tra selvaggina e allevamento intensivo, quale e' meglio / meno peggio?

      Qui, come sott0olineate, dovremmo avere una cultura e pure dei controlli diversi.
      Ad esempio, i tipi dei video, preparano insaccati e altro
      o - con anelli alle dita
      o - senza copricapi
      etc.

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    13. Coso, scusa ma sei un bambino di sei anni?
      La differenza tra un prodotto industriale e un prodotto artigianale è nel CONTROLLO DI QUALITA.

      Il prodotto industriale non può essere "eccellente", lo scopo è produrre milioni, miliardi di ravioli TUTTI UGUALI, che siano "abbastanza buoni" da essere vendibili ad un dato prezzo.

      Il prodotto artigianale può essere "eccellente" quando va bene ma ti può anche ammazzare, quando va male, perché non esiste nessun controllo, in nessun punto della filiera. Non è difficile da capire, quando tu fai le conserve di pomodoro "sterilizzi" i contenitori tramite la bollitura. Se per qualche ragione uno dei barattoli non è propriamente sterilizzato, ti può venire il cagotto oppure puoi morire per intossicazione da botulino. E' un rischio te tu puoi decidere di assumere per te stesso ma è ovvio il motivo per cui la Coop non metterà mai "le conserve di Coso" in vendita sugli scaffali.

      Ora, i maiali negli allevamenti sono ovviamente più soggetti alle epidemie dei selvatici, perché vivono uno sopra l'altro. Però i maiali degli allevamenti sono controllati dai veterinari e la loro carne viene ricontrollata in vari punti della filiera che porta il prodotto sullo scaffale della Coop, perché, ripeto, lo scopo è commercializzare milioni di prosciutti tutti uguali. Costa molto meno al produttore piazzare i controlli lungo la filiera che mettere in commercio prodotti scadenti o tossici, con le ricadute negative sul mercato e le eventuali grane legali.

      Il prosciutto di cinghiale dello Zio Mario è una roulette russa. Non solo ti devi fidare dello Zio Mario, come per le "conserve di Coso" ma devi anche sperare che i cinghiali trattati non fossero portatori di qualche malattia particolarmente insidiosa. Perché lo Zio Mario di sicuro non ha un microscopio, non fa culture cellulari, eccetera. Tutto l'ambiente, a monte, nel mezzo e a valle del prosciutto di cinghiale NON E' CONTROLLATO e NON CI SONO DUE PROSCIUTTI UGUALI.

      Questo, per inciso, non vale solo per il prodotto in se ma anche per il traporto e la conservazione.
      I prodotti industriali sono tutti confezionati. Non è per un vezzo, per moda, è perché la confezione li protegge dalla contaminazione ambientale. Puoi prendere un pacco di ravioli Rana e buttarlo nel cassone lercio di un camion, tanto è sigillato. Se i ravioli fossero trasportati in cassette di legno con sopra un tovagliolo, ci finirebbe sopra la qualunque, compresi insetti, topi, eccetera. Allora, se tu compri dei ravioli e il negoziante li tira fuori dal retrobottega, preferisci che siano in confezione sigillata ma "cosi cosi" nella qualità, oppure ti va bene la cassetta di legno con sopra il tovagliolo, qualsiasi cosa ci sia poi nel retrobottega, purché il gusto sia "eccellente"?

      Non facciamo confusione tra un passato di scelte obbligate e la "età dell'oro" in cui tutto era buono e genuino.
      Faccio un esempio, i paracadutisti italiani messi nel deserto durante la guerra ricevevano l'acqua dentro bidoni di benzina. Acqua che già in partenza era salmastra. Ti lascio immaginare che acqua potesse essere, contaminata dai residui di benzina, salmastra e putrescente dopo giorni sotto il sole. Eppure, per non morire la bevevano. Poi gli veniva la dissenteria e ne dovevano bere ancora di più. Molti morivano. Come sempre, si muore di più per le malattie da trincea che per le armi.

      Quanto avrebbero pagato quei ragazzi nel deserto per una bottiglia di acqua minerale di plastica?
      Infatti, oggi gli eserciti nel deserto si provvedono di montagne di bottiglie di plastica, con buona pace di Greta.

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    14. Ah, aggiungo.
      Un video illuminante che non trovo più raccontava delle motociclette.

      Allora, in origine i primi veicoli meccanici erano tutti pezzi unici assemblati da artigiani nelle loro botteghe.
      Domanda, potrebbe oggi un meccanico, con una officina super-attrezzata, costruire una motociletta simile a quelle "di serie"?

      Risposta si e no.
      Il meccanico ha la conoscenza teorica, più o meno, di come funziona la motocicletta.
      Il meccanico nel nostro caso ha anche gli strumenti per fabbricare tutti i pezzi necessari.
      Costruisce la motocicletta, ignoriamo il costo in termini di ore-uomo.

      Funziona la motocicletta artigianale del meccanico? Si.
      Adesso la mettiamo a fianco della motociletta "di serie".
      Il giorno e la notte.

      La differenza è che la motocicletta "di serie" è palesemente molto molto più "ottimizzata" in ogni singolo minimo dettaglio perché eredita tutto il lavoro fatto negli ultimi duecento anni nella produzione di serie di motociclette. Un "know-how" teorico e pratico che poi non è concentrato in una persona o in alcune persone, è distribuito praticamente tra infinite persone, ognuna delle quali contribuisce con una vite e una rondella, con il cerchio, con la gomma, con la lampadina, eccetera. Ogni singolo pezzo è "ottimizzato".

      Viceversa, il meccanico deve riscoprire l'acqua calda per ogni singolo pezzo che fa, deve "evolverlo" da solo e nel tempo che ha a disposizione. Anche avendone visti tantissimi prima e quindi sapendo più o meno il pezzo come deve essere fatto e come deve funzionare, un conto è averlo in mano, un altro conto è partire da zero e doverlo fabbricare in proprio. Poi i pezzi vanno messi insieme e devono lavorare con determinate tolleranze. Un pistone dentro un cilindro funziona in maniera abbastanza diversa se ha una tolleranza di meno di un micron o di un millimetro, eccetera eccetera. E la lega metallica? Acciaio TXYZ207 o KMAR602?

      Ecco, lo stesso vale per la produzione industriale di qualsiasi cosa contro la produzione artigianale.

      Poi qui abbiamo premesso di non considerare il costo. E' evidente che una catena di montaggio costa immensamente di più della bottega del meccanico. Perà la catena di montaggio serve a fabbricare milioni di motociclette tutte uguali, economia di scala, il costo della unità si abbassa. Viceversa, ogni moto artigianale è un pezzo unico e costa quanto può costare la vita del meccanico, non un macchinario che gira per conto suo, quindi costa tantissimo, costa come una statua di Michelangelo (che non era pittore ma scultore).

      Idem, quanto costa il prosciutto Rovagnati contro il prosciutto dello Zio Mario?
      Se il prezzo è anche solo comparabile, significa che la "qualità" del prodotto dello Zio Mario è molto inferiore, che è come se la moto del meccanico si sfasciasse alla prima buca.

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    15. Ci sono vari livelli
      o - improvvisato/casalingo
      o - artigianale (piccolo/medio/grande)
      o - industriale

      Ci sono tipi di prodotti
      o - tradizionali
      o - mediamente complessi
      o - tecnologici/industriali

      La produzione di un formaggio non è quella di un relais, quella di un gelato o una camicia non è quella di un condensatore o di uno schermo a led.
      La scala industriale è, nelle prime, questione di numeri, nelle seconde indispensabile proprio per la impossibilità di produrre in proprio (ricordate il vs. esempio della motosega?).
      Le cose possono essere fatte bene o male ad ogni livello. Semplicemente, a livello casalingo o artigianale, le cose tradizionali, se fatte bene, non hanno MAI avuto necessità di controlli indispensabili nella produzione industriale.
      Quale conserva di pomodoro verrà prodotta con pomidoro che stanno pressati, schiacciate e mezzi marci in fermentazioni nei cassoni di TIR che li hanno trasportati, stati ore in autostrada, forse, in coda sotto al sole, poi lavorati a macchina? Ecco allora i controlli sul fatto che in uscita, il prodotto non contenga muffe, marciumi, spore, etc. .

      Il prosciutto Rovagnati è un prodotto industriale e la filiera è lunga e, più lunga essa è, peggiore la qualità del prodotto; il prosciutto dello zio Mario, se è fatto alla culo, in quanto i Mario cialtroni non mancano di certo, sarà scadente, alrtimenti, con anche la sola scelta di un coscio di un suino di qualità e una lavorazione di qualità, non avrà confronti con il Rovagnati.
      Forse non avete ricordo della qualità di alimenti prodotti non da norcini o pasticceri stellati ma da semplici persone con una buona esperienza.
      Era comune in tutte le famiglie prima della urbanizzazione e della artificializzazione.
      La produzione industriale produce anche le frodi e i problemi industriali: le mozzarelle blu, l'escherichia coli, vini al metanolo, i prosciutti alla diossina.
      Ovviamente non è possibile produrre artiginalmente un automobile o una macchina TAC.

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    16. Nessuno, avete letto E anche i cuochi.... di Uriel Fanelli.
      E' esattamente l'apoteosi della mediocrità se non del peggio proposto come... paradigma.
      L'entropia tende ad un massimo anche in campo alimentare.
      Poi quella roba verrà presentata con dei colori, in modo tech, etc. e gli artificializzati avrannpo un ulteriore degrado nella qualità del loro vivere.
      Al peggio non c'è limite.

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    17. Mucca pazza è stato uno dei risultati della industrializzazione della filiera alimentare.

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    18. "Mucca Pazza" è stata una moda, creata e distrutta dai "media".
      A meno che tu non creda che siano sparite le cause e i loro effetti automagicamente.

      In quello che scrivi ci sono n mila assurdità.
      Non ho voglia di ripercorrerle riga per riga, sottolineo solo il passaggio fondamentale che evidentemente non riesci a capire.
      Mangiando il prosciutto Rovagnati hai due possibili conseguenze negative, la prima è che il gusto sia mediocre, la seconda è che nel complesso della filiera che porta il prodotto nel tuo piatto ci siano degli ingredienti poco salutari, tipo, che ne so, faccio un esempio a caso, i conservanti X e Y.
      Mangiando il prosciutto di zio Mario, cioè un prodotto artigianale, oltre ai due rischi di cui sopra, perché il prosciutto di zio Mario può anche essere cattivo o fatto male, RISCHI DI STARE MALISSIMO O DI MORIRE, non tanto perché zio Mario sia un delinquente o incapace, anche se ci sono in ogni luogo ma perché anche con tutte le migliori intenzioni zio Mario non ha il modo di garantire la sicurezza del prosciutto, dal maiale al tuo piatto. Zio Mario fa il prosciutto come lo facevano nel medioevo quando ai batteri si rimediava col Rosario. E' come quando il tuo vicino di casa ti invita a cena e ti offre un piatto dei funghi che ha raccolto, la conseguenza di un pezzetto di fungo velenoso in un secchio di porcini è come minimo l'ospedale. Sono più buoni i funghi raccolti nel bosco dei funghi coltivati che trovi al supermercato? Ci puoi scommettere. Solo che il supermercato vende quelli coltivati perché cosi nessuno si fa male. Oltre ad essere "sicuri", costano anche meno e ci sono tutto l'anno.

      Tu dovresti chiedere allo zio Mario se ha sottoposto il maiale o i funghi al controllo presso la ASL o analogo. Figurati. Si scatena l'inferno burocratico dei permessi e dei divieti. Per dire, mi è capitato di essere fermato in montagna dalle guardie che mi chiedevano di aprire la borsa per vedere se portavo dei funghi, non avendo io il permesso di raccoglierli. Qui alla fine addivengo ad un altro punto ovvio: lo zio Mario per caso vende il prosciutto in nero?

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