La Val Grande che abbiamo visitato, dal punto di vista naturalistico, è stata stupefacente per la presenza di boschi a tratti ancora parzialmente giovani e di una eccellente qualità e diversità. Una straordinaria varietà di essenza (frassino, acero, carpino, betulla, ontano, quercia, faggio, pino silvestre, abete bianco, abete rosso, larice, sorbo degli uccellatori, ontano nero, vari per quota ed esposizione). Cosa puoi dire della vita al cospetto di esemplari di faggio, larice e abete bianco forse anche millenari!?
Io vorrei diventare una betulla quando sarò morto e mi piacerebbe tanto che una betulla venisse piantata sulla mia tomba nella terra. E abbiamo attraversato a tratti, nel percorso incompiuto, veri e propri splendidi boschi di betulla. E' la prima volta nella mia vita e non c'è altro posto nelle Alpi dove abbia potuto gioire di una cosa simile - spesso nei boschi nelle Alpi predominano un paio di tipi di conifere e il faggio regna quasi incontrastato in gran parte dell'Appennino.
E' stato un preludio. Forse siamo partiti arroganti, avremmo voluto conquistarla. In realtà gli zaini pesanti, le quattro ore di cammino in più nel partire a piedi in fondovalle, le temperature, i carichi, il male a ginocchia e piedi di un paio di camminatori, le altimetrie e i tempi stretti ci hanno obbligato a regredire. Abbiamo assaggiato l'asprezza di questi luoghi. Una lezione di umiltà.
Ci torneremo in Val Grande, con tempi più ampi per poterla camminare bene, anche in silenzio, per poterla contemplare (eravamo in otto e la dimensione del gruppo piacevole per la comunanza e il godere e gioire insieme però non ha concesso nulla alla solitudine che mi è mancata).
Tempi stretti e fretta sono in contraddizione con essa. Il tempo serve anche "per entrare" e "per uscire" dalla Valle grande, come dicono i locali e non parlo affatto solo di entrare ed uscire fisico, topologico, ma piuttosto metaforico.
Sedurla, avvicinarsi a lei con umiltà, amandola lentamente.
Esiste un'ecologia dei tempo, nel visitare, nel conoscere, nell'amare.
(giancarlomartini)
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