giovedì 25 luglio 2013

Betulle - 4

(Betulle - 3)

Ci guardava, mentre arrivavamo stanchi dopo ottooreemezzodicammino al bivacco. Avevamo visto il filo di fumo dal comignolo e poi altri due alpinisti fuori e poi è arrivato lì alla pietra piatta con il fuoco sotto e le trote sopra. Ci scrutò un attimo, abbronzato. Poi ci invito a prendere posto. Con un sorriso, silenzioso, deciso e garbato.
E poi catturò ipnoticamente l'attenzione di piccoli e adulti. Con umiltà ci catturò. Come se avessimo incontrato Francesco, non ad Assisi o a Gubbio, ma nel cuore delle Val Grande. Con i piedi nudi per terra, per non calpestare la Madre Terra. Ed erano parole sagge di cuore, di piedi, di anima, non di cattedra o di teorie, c'era il bello, come il verde chiaro smeraldino delle foglie delle betulle a muoversi nella brezza, in quella armonia integra.

Penso che molti di noi siamo rimasti un po' sottosopra non solo per la stanchezza, ma anche per le parole di una serenità così ecologica, così umana, così profondamente arcaica, raccoglitrice delle sorti dell'umanità che noi, molti di noi, sono stati prima disarmati e poi un po' sovvertiti e sono tornati a casa con domande pesanti senza risposte sul senso della vita sua e della vita nostra.
Grazie Gianfranco che uso il nome tuo intero, perché non mi piace Gianfri o Gianfry. Il nome tuo intero come l'importanza di te, del tuo vivere, luminoso in spirito e occhi.






10 commenti:

  1. ciao uomo in cammino; il tuo blog credo sia adatto a me; San Francesco, l' "alter Chrystus ", oggi più che sulla politica del figlio unico ,( almeno in Itaglia è praticamente raggiunta con un tasso di fecondità di 1,28, straniere escluse), si dannerebbe l'anima per chiudere anzitempo (comunque si ridurranno a poliambulatori entro uno o due lustri al massimo visto il peak everything) gli ospedali, quanto meno escludendone l'accesso ai geronti ed ai cronici, per dirottare qualche risorsa rimasta da fossili al recupero dei suoli agricoli e resilienza delle forniture elettriche, naturalmente con importanti tagli allo stipendio degli erogatori dei servizi pubblici, prima che le aziende che esportano chiudano e dovremo chiedere l'elemosina alla Cina...

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  2. Ecco, lasciamo stare i Santi magari. Ma ti sembra che San Francesco avrebbe fatto distinzioni, specie distinzioni basate sull'età, nell'aiutare qualcuno? E che avrebbe lasciato fuori quelli più gravi? Suvvia...

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  3. non sono io quel Francesco, tranquilli tutti

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  4. x Francesco:
    Benvenuto, Francesco.
    Leggo i tuoi interventi da Ugo Bardi e da Medo e li trovo spesso pertinenti. Il pubblico ha il problema dell'inefficienza, il privato quello dell'ingordigia, in Italia entrambi soffrono di stupida indifferenza o anche esplicita ostilità per le questioni civiche, comuni, per l'ecologia. Il taglio dei servizi è già in atto per scarsità di risorse (certamente anche cognitive e spirituali) dissipate e distrutte da lustri di crescita, consumismo becero, vita e finanze cicalesche, risorse che alcuni stupidi pensano di... stampare su carta uscendo dall'euro.
    Sì, la politica coercitiva del figlio unico servirebbe anche per contenere la crescita demografica dovuta agli immigrati (specie islamici) i cui usi riproduttivi sono improntati a schemi del tutto anacronistici, a condizionamento religioso e relativa volontà egemonica.

    x Alahambra:
    Non possiamo dire cosa avrebbe detto e fatto Francesco di Assisi oggi di fronte al grave problema della bomba demografica, dell'esaurimento delle risorse. Ho citato gli aspetti ecologici e di amorevole rispetto di "sora madre Natura" francescani, l'essere esemplari, il rispetto dei limiti. Francesco qui sopra e in altri luoghi pone, giustamente, saggiamente e razionalmente, la questione di cosa fare quando hai una piccola fetta di risorse sulla scialupoa per quattro e sei in nove o dieci. Dove destiniamo le poche risorse? E' un pattern importante nell'affrontare le crisi in transizione.

    x Francesco:
    Blogspot dunque supporta l'omonimia. Dovrei inventarmi qualcosa (oltre al semplice ordine nei commenti di risposta) che disambinguizzi (si può dire?!).
    Grazie per l'invito alla tranquillità; personalmente non ho avuto grossi attacchi di panico. ;)

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    1. più che altro perchè sai che io non potrei mai scrivere quelle cose....

      ps: ieri parlavo con una persona a me molto cara ed entrambi convenivamo sul fatto che vogliamo MOLTO PIU' INQUINAMENTO!

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    2. Ba, perché? tu mi sembri una persona con una testa abbastanza libera.
      A volte con il sano gusto della provocazione.

      Più inquinamento? Oddio, puoi scendere nella autorimessa (box) della tua auto, chiudere la basculante e accendere un po' la tua AUDI. Saresti accontentato velocemente.
      Oppure vai a raccogliere qualche erba lungo le scarpate della tangenziale est e ci prepari un risotto.
      Oppure le vacanze le passi a Taranto al centro dello stabilimento siderurgico a alla ex caffaro a Brescia. Puoi avere tutto l'inquinamento che vuoi. Da questo punto di vista sei molto più fortunato di me che non ne voglio affatto.
      Ecco.
      Il problema è che io NON ho alcuna voglia né di inquinamento in genere né del tuo.
      Qui si entra di nuovo nella conflitto tra la libertà di fare e inquinare e la libertà di non subire gli inquinamenti altrui.
      Io farò di tutto affinché tu non possa ledere la mia libertà di non essere inquinato. :)

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  5. In queste valli vivono personaggi davvero particolari, alcuni di loro hanno fatto delle scelte di vita che a noi possono sembrare particolarmente estreme.
    E' bello incontrarli durante le escursioni, ti lasciano sempre qualcosa dentro

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  6. Gianfranco è sicuramente uno di quelli. Io non ne ho conosciuto altri, in Valle Grande. Ma amo sempre molto, quando giro per valli e vette e alpeggi, cercare di cogliere le esperienze di vita di alcune persone che hanno scelto l'eccellenza, anche se in modo non conforme. Hanno spesso una sapienza della terra, della Natura che noi artificializzati abbiamo completamente perso e che ignoriamo ormai completamente.

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  7. Di tutte le valli qui intorno la val grande è quella che conosco meno
    Ma ti posso assicurare che da queste parti, anche uscendo per una passeggiata, ti capita di incontrare persone che hanno abbandonato la vita di città per trasferirsi qui e vivere di pastorizia, alcuni ti capita anche di incontrarli al mercato locale, dove scendono per vendere i loro prodotti

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  8. La tua pagina e poi i commenti mi hanno portato un po' di nostalgia e poi alla oagina odierna.
    ho risposto di là.

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