mercoledì 24 luglio 2013

Crisi

L'avevo inizialmente scritto a mo' di commento rispetto ad un pensiero di Francesco, il secondo punto in cinque/121.

Io sono molto contento di questa crisi. Solo le crisi e le difficoltà sono gli ambienti in cui è possibile un'evoluzione, questo è noto in psicologia evolutiva. Io detestavo e detesto i segni di regressione culturale, dei saperi, delle abilità, del corpo, consumistiche, volgari, pacchiane del consumismo più becero e liquido a cui si era arrivati al massimo nel 2009 e la relativa, irrecuperabile, devastante distruzione biotica, ambientale ed ecologica (in senso lato).

Il problema grave è che le masse e la stupida classe dirigente (che non dirige un cazzo, sono zeloti che predicano ammassi di antipolitiche che ci hanno proprio portato a questa situazione di pre-collasso) che esse hanno espresso ed esprimono (la democrazia demagogica dei sistemi 5) crede ancora che sia una crisi congiunturale invece che di modello. Non ha minima percezione della scenescenza del sistema, del fatto che i limiti della sostenibilità siano stati già superati dalla seconda metà degli anni Settanta e del fatto che ciò sia foriero delle peggiori conseguenze.
Il_bobbolo programmato da decenni di teleciarpame pubblicitario consumistico così continua a dissanguarsi in cazzate (il paese intero importando beni e servizi dall'estero) bimbi o adulti non cambia in quanto sono i secondi i dirigenti "in piccolo", a loro volta scadenti, dei loro sottoposti che allevano una generazione di bamboccioni sotto campana di vetro sradicati dalla lex dura lex della vita, passano i lustri e Sparta è sempre più lontana. I no che aiutano a crescere sono eccezioni da molto tempo.

Dal punto di vista sociologico e umano è molto difficile tornare al sacri-ficio (fare sacro) specie quando si è stati rimbambiti e rammolliti da lustri di agio. Noi italiani eravamo abituati bene a risollevarci dalle disgrazie, avevamo un buon sistema reattivo, una culturale "emergenziale" si dice.
Ma ora il sistema è degradato in molte parti in modo irrecuperabile (ad esempio i 3.5 milioni di ettari di superficie agraria utile (non "utilizzata", attenzione!) distrutti per sempre, la distruzione del paesaggio e del sistema estetico per cui l'Italia è nota in tutto il pianeta, la perdita delle cultura e dei saperi contadini, artigiani e industriali, etc. in questo orrendo mescolone globalista, consumista, tecnoteista.
La nostra vecchiaia sarà pessima e i nostri figli incapaci pure di stare in una casa con 10° e un solo luogo riscaldato, non sanno camminare per due chilometri' o prendere una bici d'inverno proprio quando non ne hanno affatto voglia, staranno lì a sognare quando prendevano l'aereo per andare a Londra per il uichen e facevano le code per la versione 5.1.2 dell'iPhone assolutamente indispensabile rispetto alla versione 5.0.3 e cazzate simili. Ascoltare la vita semplicemente dei vostri genitori, dei vostri nonni o bisnonni e capite di quale tempra erano. Alcuni si desteranno dal torpore ma c'è il rischio che sarà troppo tardi.

Crisi? Il rischio è proprio che sia giunta troppo tardi.


(maestranzetessiliapratoafineottocento, via ggiprato.it)

11 commenti:

  1. Su una cosa puo' essere che tu abbia ragione, anche se non devi sottovalutare la balena bianca del capitalismo. In un vecchio film su Hercule Poirot che vidi in inglese ai tempi del liceo un marxista d'anatn diceva "i'm observing the decline of capitalistic system". Immagino fosse più' di 100 anni fa, il capitalismo si e' evoluto. Eccome. E pero' penso anche io che possa esserci una crisi di sistema, del modello economico evolutivo come potresti chiamarlo tu. Puo' essere. Ma questo non e' detto. E se lo e', per paesi come l'Italia e' una cosa che, come ho scritto in risposta a Nico, non potra' che avverarsi tra almeno 15 anni

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  2. Il sistema era capitalistico da molto prima, diciamo da sempre anche se nella sua accezione specifica dal rinascimento / avvento della borghesia. La mia idea è che il caputalismo italiano è senescente perché la società è senescente, non il viceversa.
    Mens sana in corpire sano, i latini avevano capito tutto.
    Ho citato ancora una volta Sparta - diciamo "spartano" in italiano, con un'accezione ben precisa, no?! - appositamente. Fermi ul corpo, togli la necessità, tutto si indebolisce e instupidisce. Vale anche per il collettivo, non solo per l'individuale.
    Aggiungi la cosa grave che è aver passato da tempo i limiti di sostenibilità nell'uso delle risorse fisiche.

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  3. Quanti refusi a scrivere dal furbofono. Scusate.

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  4. Concordo in tutto con uomo in cammino, ma porrei più l'accento sulla termodinamica; certo che società gerontofiliche come quella giapponese ed italiana sono contro natura ed è grave che non siano percepite come moralmente abiette. ( Ma qui ho spostato l'attenzione sul campo morale)

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  5. Io non so quasi nulla di te.
    Leggo che usi spesso il riferimento alla morale che, anche ieri, da Ugo Bardi, ho spiegato che è uno dei responsabili principali di questo degrado.

    E' il conflitto sempre esistito tra etica e morale che cerco di ravvivare di tanto in tanto.

    Per salvare la pellaccia dell'umanità e di Gaia che la ospita sarebbe indispensabile avere un pensiero ed azioni altamente etici e altrettanto immorali (con riferimento alla morale monoteistica, a quella capitalistica).

    Paradossalmente il fatto che la campana delle demografia in Italia e Giappone si stia ingrossando nelle fasce di età "elevata" è un buon segno, si passa dallo sbilancio sulle fasce giovani, sbilnacio accrescitivo di società in esplosione demografica (considerate la follia delle curve demografiche di Tunisia, dell'Egitto, Indonesia, etc.) allo sbilancio decrescitivo, compensativo di popolazioni che invecchiano prima e decrescono poi.
    Sarebbe meraviglioso se troia misera, non ci fosse 'sta riproduzione conigliesca degli immigrati (islamici) che hanno spinto di nuovo molto fortemente la crescita demografica. come si vede nel grafico in questa pagina con l'impennata della popolazione nel decennio 2001 - 2011.
    Società "mature" sono più pacifiche, difficile che tu venga a trovarti in una rissa di settantenni o un ghenga di ottantenni intenti a vandalizzare le panchine di un parco. Le società giovani (e superpopolate) sono aggressive: teppistelli vari sono quasi sempre giovinastri, al limite persone di mezza età.

    Quindi... occhi alla morale. Quale morale?

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  6. ..Buona osservazione la tua sulla tranquillità delle società con curva demografica a campana...Quanto alla morale, serve una morale che sposti l'attenzione dall'individuo alla comunità, prenda alcune evidenze scientifiche, in sostanza neopagana come abbozzata da De Benoist...

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  7. Il conflitto tra interessi indivisuali e collettivi e' talmente antico che nella lettura, recente di La Regina Rossa - nella sezione corposa e per me un po' ostica di genetica e di biologia della riproduzione iniziale - ho appreso che il conflitto avviene anche a livello microscopico, genetico.

    Non penso che la morale giudaica - cristiana sia completamente avulsa o contraria alla dimensione collettiva. Il continuo riferimento alla dimensione gregaria e all'amore rispetto del prossimo direi e' evidente.
    Il problema del conflitto tra individo e collettivita' e' piu' profondo del livello religioso, morale, politico o filosofico. E' a livello biologico.
    Il probelma e' che a livello biologico il conflitto avviene con la perturbazione e la distorsione gravi dovuti a energia e tecnologia che, per quanto riguarda homo, hanno aggravato tutto e reso irresponsabili molti bipedi: fanno dei gesti e le conseguenze le scaricano sugli altri.
    L'apparente e perniciosa abbondanza di risorse (saccheggiate a debito delle generazioni future) ha ottuso le menti, annullato i controlli, eliminato le conseguenze pesanti, gravi e veloci che avvengono e che avvenivano per comportamenti che distruggono l'ambiente.
    Ha persino annacquato e diluito le reazioni di repressione di altri homo nei confronti dei loro simili "furbi".

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  8. Concordo con il post.
    E, nonostante tutto, voglio rimanere ottimista.

    ...

    A proposito : quando parte, il prossimo aereo per Londra ?

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  9. Il mio ottimismo è che questa crisi diventi la norma. Il paese e le sue ecodimensioni (economia ed ecologia) hanno bisogno disperato di austerità, di spartanità, di asprezza per evolvere e rinforzarsi.

    Ho qualche ragione di speranza di pensare che i tagli draconinani a sprechi, consumismo, fondi, risorse, destino qualche ingegno, qualche sensibilità sopite.

    Da questo punto di vista è ottimo che il prezzo dei carburanti continuerà ad aumentare.
    Forse il drogato si accorgerà che ha qualche problema.

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