Il Pizzo delle Saette è una proposta scorbutica: per raggiungerlo si passa su una sottile cresta esposta. Il giorno prima si era sfracellato un escursionista cadendo da essa ed è stato il motivo per cui il relativo gruppo aveva annullato, per lutto, il pernottamento lasciandoci posto. Parte del nostro gruppo ha rinunciato al Pizzo delle Saette.
Molto interessante, dal punto di vista geologico, lo scuro Uomo Morto (proprio sopra il rifugio, immagini 2 in centro, 4 a sinistra, 12, 16, 21, 22, 23, 28, 30), ovvero il residuo delle pelagiti che soprassedevano il gruppo di Carrara: i calcari di quest'ultimi si sono metamorfosati (circa 400° di temperatura) per la pressione degli strati geologici (gruppo toscano) che stavano sopra di essi.
Ho scoperto questo ammasso stupendo, verticale, asperrimo di roccia, una cosa delle Alpi che mi manca in Appennino. La neve fa sempre montagna, anche se quella residua era poca. Pieno di voragini, inghiottitoi inquietanti. Belle perché anche infernali.
Ale-OO!
RispondiEliminaPensavo a te...
EliminaSolo che quando mi è venuto in mente era, probabilmente troppo tardi.
Ma tu fai giri così? Se sì, la prossima volta...
Dobbiamo tornare per le apuane settentrionali (Pisanino, Pizzo d'Uccello, etc. dal Donegani.
ma non è che ti scapicolli qualche volta? mi sembra roba mica sempre semplice quella lì.....
RispondiEliminaDiciamo che le probabilità sono basse perché ho una certa esperienza ma non sono nulle.
Eliminacazzarola, guardando la tredicesima foto.....
EliminaCosa ti impressiona della tredicesima foto?
EliminaAlpi e verticalità forever!!!!
EliminaVuoi mettere?
Oggi piccolo dislivello, ma le tue foto mi hanno messo la fregola ;)
Bellissime foto!
RispondiEliminaUnUomoInCammino: stamani guardavo questo e pensavo a come avresti commentato! :)
'azz!
EliminaGrazie.
La natura che riconquista i suoi spazi.
In Appennino ci sono casine e poderi che sono stati fagocitati dagli impianti di pecci e abeti bianchi degli anni sessanta del secolo scorso.
Prima c'erano prati per il pascolo, poi l'urbanesimo selvaggio: cosa facciamo con queste aree? C'era fame di legname nel periodo di quella sciagurata crescita e così impiantarono conifere: abeti rossi, bianchi ma anche roba alloctona come douglas e altre conifere americane.
Ora alcuni di essi sono diventati maestosi monumenti arborei per il clima congeniale: diametri già sugli 80cm a volte anche fino a 1m, anche fino a 20m di altezza.
Spettacolari.
Grazie bulutn per il presente belle immagini.
Lorenzo.
RispondiEliminadevo tornare su questo tsunami migratorio.
Ti chiedo solo una cosa: clicca su una categoria "in tema", ad esempio massmigrazionismo e posta in una di quelle pagine un commento così.
Il sostegno all'invasione da parte di cattolici e "sinistri" continua.
Anche parte della destra (destra radicale, v. caso Roma Capitale), quelle che dovrebbe avere qualche strumento in più contro la mistica panmixista, filo massmigrazionista, sì global, alla fine lucra e campa del problema.
Significa che siamo proprio fottuti.
UnUomoInCammino, perche' non fai una pagina al blog (per esempio: "Massmigrazionismo" in cui postare notizie e link come questo?).
RispondiEliminaDovresti pero' prima inserire la barra delle "pages" :)
x Lorenzo:
RispondiEliminaHai molti crediti.
x bulutn:
Quale vantaggio avrebbe una scheda (pagina) rispetto alla categoria?
Questo è un diario personale e c'è anche quell'argomento.
Dovrei aprire un tot di pagine/schede ma, mi chiedo, come discriminare e quale utilità?