sabato 9 aprile 2016

Gli sdraiati

_zzz mi ha prestato questo libro che aveva finito di leggere da poco.
Nella prima parte del romanzo breve l'autore riesce a descrivere con molta efficacia il degrado e la sciatteria nella quale questi narcisi da ciuffo e unghie curate al micron riescono a (soprav)vivere, ad esempio a pag. 64 (avevo trascritto un passaggio ma è rimasto a mo' di breve messaggio di testo nel normalofono).
Solo che, come scrissi a _zzz, il problema di questo non nei regaz che da sempre tendono a questo ma nei genitori che lo acconsentono, che non lo prevengono e meno ancora lo reprimono.
Devo dire che nel finale la montagna ha spazzato via la sciatteria dovuta "all'incapacità [di anni] di pronunciare certi No e Sì belli tonanti, belli secchi".
La montagna, l'ascensione al colle della Nasca, serve al padre, Michele Serra, a tornare nel mondo, della vita, delle sue leggi e guarire dal "sinistrismo borghese" e dalla sua artificializzazione edulcorata, appiattita della realtà .
Il padre ritrova il senso verticale della vita, la cui mancanza lo aveva portato a portare e quindi a lasciare il figlio nel disordine e nel degrado orizzontali.
Apprezzabile il dialogo interiore e l'osservazione del proprio problema di non e-ducare (più che il non se-ducere) il figlio.
Sostanzialmente sono i non genitori ad essere la causa della "sdraiatezza". I genitori e la società tecno sdraiata che essi, noi se parlo come generazione - io spero tanto di non essere in questa ghenga di allevatori di bamboscioni egoici- , abbiamo realizzato.


Gli sdraiati
Michele Serra
Universale Economica
Feltrinelli


1 commento:

  1. L'esempio?!
    Che esempio danno i genitori sdraiatogeni?
    Quelli che non danno l'esempio, che non pososno dire i no secchi e genuini perché non li fanno 'sti no?

    > essere sciatti, [...] è diventato un vezzo
    Serra, in alcune pagine, riesce a descriverlo molto bene.

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